domenica 31 dicembre 2023

Continuano le stragi di cristiani in Nigeria

Come riporta il sito ACS il Natale 2023 è stato segnato dalla strage di 170 cristiani in NIGERIA.

"..gravi violenze a Bokkos, nello Stato di Plateau, in Nigeria. Gli aggressori, presumibilmente oltre un migliaio di Fulani, dal 23 al 26 dicembre hanno preso di mira innanzitutto comunità cristiane. È stata accertata la morte di quasi 170 persone"

Le violenze in Nigeria contro i cristiani sono continue e così anche il fenomeno di brigantaggio e violenza legato alla minoranza islamica dei Fulani "Dal 1999 si sono registrati crescenti conflitti relativi ai terreni tra i pastori Fulani, a maggioranza islamica, e gli agricoltori locali, principalmente cristiani. Sotto l'amministrazione dell’ex presidente Muhammadu Buhari si è diffusa una certa tolleranza nei confronti delle attività dei pastori Fulani, che ha generato fenomeni di banditismo, rapimenti e attacchi".

Riascolta la testimonianza sulle sofferenze della Chiesa in Nigeria





Argentina BRICS - Italia via della seta - Cina repressione politica

Il nuovo presidente argentino Javier Milei ha comunicato ufficialmente che l’Argentina non aderirà al progetto di espansione dei BRICS, il gruppo di paesi composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

L’allargamento del gruppo è spinto soprattutto dalla CINA che vuole contrapporlo al G7 per creare un nuovo centro politico che si opponga al predominio USA e occidentale. I paesi che aderiranno al BRICS a partire del 2024, saranno Egitto, Iran, Etiopia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

La decisione segna un altro colpo nella guerra fredda tra CINA e USA dopo la decisione del governo Italia  ad inizio dicembre di comunicare alla Cina la decisione di abbandonare definitivamente la sua partecipazione alla Belt and road iniziative, il progetto economico e politico, lanciato nel 2013 da leader Xi Jinping e conosciuto anche come Nuova via della seta. Nel frattempo la Cina registra altri segnali negativi per la sua crescita economia e una nuovo stretta repressiva in politica con la sostituzione del ministro della Difesa e di molti generali. Ad Honk Kong è iniziato un nuovo processo contro l’imprenditore dell’editoria Jimmy Lai - 76 anni, cattolico, fondatore del giornale indipendente Apple Daily, costretto alla chiusura dalle autorità nel 2021 - è già in carcere dal 2020 quando il governo cinese aveva i protagonisti del movimento pro-democrazia e sta già scontando una condanna a cinque anni e nove mesi. Proprio in questi giorni poi l'attivista per i diritti di Hong Kong Agnes Chow, 27 anni, ha chiesto asilo politico a Londra.


La maternità e la politica

La senatrice di Fratelli d’Italia, Lavinia Mennuni, nei giorni scorsi ha detto “"Mia madre mi diceva sempre: ricordati che qualsiasi cosa tu voglia fare (e io volevo fare politica da quando avevo 12 anni), la tua prima aspirazione deve essere quella di essere mamma a tua volta. E questo dobbiamo ricordarlo alle nostre figlie altrimenti il rischio è che in nome della realizzazione professionale, che io auspico e che è giusta, dimentichiamo che esiste la necessità e la missione, chiamiamola così, di mettere al mondo dei bambini che saranno i futuri cittadini italiani", le polemiche ovviamente sono subito partite.

Il primo commento che ci viene non è che questa debba essere una missione per la patria, ma piuttosto una missione per essere felici e realizzarsi, ovviamente non è da mettere in contrapposizione ad altri desideri ma come papà e pensiamo che per le mamme valga ancora di più, puoi realizzare le cose più’ ambiziose i sogni più belli ma nulla è paragonabile a generare la vita a donarla e ad amare un bambino/a e un figlio/a.

Anche il data demografico del nostro paese deve comunque far riflettere e quindi in questo senso si capisce l’affermazione e il valore politico delle affermazioni della senatrice, secondo i dati Istat : Al 31 dicembre 2022 la popolazione in Italia conta 58.997.201 residenti; al 31 dicembre 2020 erano 59.236.213 al 1° gennaio 2020 i residenti erano 60 milioni 317mila. Secondo il report natalità dell’ISTAT Report-natalita-26-ottobre-2023.pdf (istat.it) anche l’anno scorso si e’ registrato un record negativo per la natalità: nel 2022 le nascite scendono a 393mila, registrando un calo dell’1,7% sull’anno precedente. Il numero medio di figli per donna scende a 1,24. “Dal 2008, anno in cui il numero dei nati vivi ha registrato il più alto valore dall’inizio degli anni Duemila, i nati residenti in Italia sono sistematicamente diminuiti. In termini assoluti, la riduzione medio-annua ammonta a circa 13mila unità, quella relativa al 2,7%. Rispetto al 2008 oggi si rilevano oltre 183mila nascite in meno (-31,8%).”

Ovviamente anche in questo caso si sono sprecati commenti in direzione opposta ne riportiamo due tra i molti, che evidenziano un abisso culturale che domina nella sinistra, la segretaria del PD ha detto infatti in parlamento “Noi non pensiamo che la massima aspirazione di una donna sia quella di essere madre. Il contributo delle donne alla società si misuri sul numero dei figli. L’ambizione di tante deve essere quella di diventare Rita Levi Montalcini”, una donna ci spiace dirlo che non ha capito nulla della vita e delle cose più importanti che rendono felici.

Vittorio Sgarbi ha così commentato invece la vicenda “La Mennuni ha posto una questione semplice ma fondamentale. La maternità è la vita. È la condizione necessaria che determina tutto il resto. È una condizione posta dalla natura per garantire la sopravvivenza e la continuazione della specie. Vogliamo sovvertire le regole della natura? Vale la pena ricordare quanto affermava lo scrittore Paul Julius Mobius: «La natura vuole, dalla donna, amore e dedizione materna». Lo “scandalo”, dunque, non sta nella conclamazione di un principio naturale, ma nel negarlo in nome di un relativismo culturale che, con violenza, nega persino il valore supremo della vita”.



sabato 30 dicembre 2023

Elezioni e Geopolitica nel 2024 potrebbero cambiare anche il corso delle guerre


La fine del 2023 si chiude con due guerre particolarmente cruente in corso. Quella dell'Ucraina con un attacco missilistico con oltre 100 missili da parte della Russia che evidenzia da un lato l'indifferenza della Russia per le vittime civili visti gli attacchi indiscriminati sulle città, tra l'altro lontane dal fronte, dall'altro smentisce la cronaca di risorse  limitate dell'esercito russo che sta avanzando nell'area di Dontesk.

La guerra a Gaza vede un numero troppo alto di civili morti più di 20mila, centinaia di ostaggi ancora tenuti prigionieri, centinaia di miliziani di Hamas e di soldati israeliani morti e poche speranze che la guerra finisca presto.

Nel 2024 ci saranno elezioni fondamentali per capire i nuovi assetti politici che influiranno anche su queste guerre oltre su altre tensioni internazionali. Il primo appuntamento a gennaio saranno le elezioni a Taiwain, nella primavera ci saranno le elezioni del Parlamento Ue e in Russia, a novembre quelle per il presidente Usa. Tutte elezioni molto importanti. 
Ma nel 2024 ci saranno anche altre elezioni in importanti paesi come Indonesia, Messico, Pakistan, Brasile e India, tra i paesi piu' popolosi del mondo.

Forze dell'ordine sottolineare il ruolo positvo

Negli ultimi giorni i carabinieri a Bari e i poliziotti a Pavia hanno salvato due giovani ragazze. Nel primo caso la ragzza si stava buttando da un cavalcavia e i carabinieri hanno resistito con notevole sforzo nella presa fino all'arrivo dei pompieri, nel secondola ragazzam su era gertata nel fiume Ticino, i poliziotti si sono tuffati nelle acque gelide del fiume e hanno salvato la ragazza . Il ministro Piantedosi ha parlato di "coraggio, abnegazione e spirito di sacrificio" dei poliziotti.

Entrambi i casi evidenziano il ruolo positivo e umano delle forze dell'ordine spesso invece attaccate ingiustamente.

domenica 24 dicembre 2023

AUGURI SANTO NATALE 2023

Quest’anno ricorrono gli 800 anni dal primo presepe voluto da San Francesco a Greccio.

Le Fonti Francescane raccontano nei particolari cosa avvenne a Greccio. “Quindici giorni prima di Natale, Francesco chiamò un uomo del posto, di nome Giovanni, e lo pregò di aiutarlo nell’attuare un desiderio: «Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello». Papa Francesco ricorda che “Gesù viene deposto in una mangiatoia, che in latino si dice praesepium, da cui presepe”

 

Comporre il presepe nelle nostre case ci aiuta a rivivere la storia che si è vissuta a Betlemme. Il presepe è anche un segno di evangelizzazione.

Come afferma il Papa nella lettera Admirabile signum SUL SIGNIFICATO E IL VALORE DEL PRESEPE “Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. […] Il presepe è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo”.

Anche Benedetto XVI nell’udienza che tenne nel 2007 sulla figura di Sant’Ilario di Poitiers indicava come il Natale debba essere un’occasione per iniziare un cammino di conversione “ Assumendo la natura umana, Egli ha unito a sé ogni uomo, «si è fatto la carne di tutti noi» (Trattato sui Salmi 54,9); «ha assunto in sé la natura di ogni carne e, divenuto per mezzo di essa la vite vera, ha in sé la radice di ogni tralcio» (ibid., 51,16). Proprio per questo il cammino verso Cristo è aperto a tutti anche se è richiesta sempre la conversione personale”.

 

Papa Francesco proprio nella sua visita a Greccio ci ricorda che "Dio ci ama a tal punto da condividere la nostra umanità e la nostra vita. Non ci lascia mai soli; ci accompagna con la sua presenza nascosta, ma non invisibile. In ogni circostanza, nella gioia come nel dolore, Egli è l’Emmanuele, Dio con noi". E dunque anche noi dobbiamo portare gioia "dove c'è tristezza" e "speranza a chi l'ha perduta". Oggi il modo ha tanto bisogno di gioia e speranza e ci auguriamo e preghiamo perché innanzitutto si fermino le guerre.

 

Santo Natale

Luca e Paolo Tanduo

sabato 23 dicembre 2023

La guerra in Ucraina è ad un punto di stallo

La guerra in Ucraina è ad un punto di stallo, anche Zelensky ha ammesso il fallimento degli obiettivi della controffensiva. I russi continuano a perdere ingenti forze negli attacchi nella zona di Donetsk. Entrambi gli eserciti sembrano esausti e soprattutto quello ucraino privo di riserve tanto che il governo ucraino ha lanciato appelli agli espatriati di tornare a combattere. L’Ucraina ha anche un problema di rifornimento delle armi, che dipende dall’appoggio USA e UE. Nel viaggio in USA Zelensky ha sollecitato la politica americana e il presidente Joe Biden a continuare a sostenere l'Ucraina. 

Per la prima volta dall'inizio dell'invasione russa, le richieste del presidente ucraino si sono però scontrate con la realtà della divisione politica interna americana e l’opposizione dei repubblicani. I repubblicani stanno infatti bloccando la richiesta di Biden di 60 miliardi di dollari in nuovi aiuti militari. Da parte sua la Russia contro proprio su questa debolezza per continuare il conflitto. 

Nel suo tradizionale discorso di fine anno, il presidente russo Vladimir Putin ha detto che gli obiettivi della Russia a quasi due anni dall’inizio della guerra non sono cambiati. Ma anche annunciato che non farà una nuova chiamata alle armi, non può permettersi infatti altri malumori interni in vista delle prossime elezioni presidenziali, nel 2022 aveva arruolato 300mila persone con una mobilitazione parziale. La Russia ha molte più riserve di uomini e mezzi ma entrambi i paesi sembrano arenati in una guerra di posizione e l'inverno stabilizzerà le posizioni, si spera che tutte le parti capiscano che è necessaria una trattativa che comporterà compromessi.

 Intanto va registrato che la Russia e l'Ucraina hanno scambiato per la prima volta pacchi e lettere dei parenti da consegnare ai prigionieri di guerra dei rispettivi Paesi.

 L’Ucraina può intanto festeggiare il via libera ai negoziati di adesione dell’Ue concessa anche alla Moldavia. A sorpresa, il premier ungherese Viktor Orbán ha tolto il veto su questo che era il punto cruciale del Consiglio Europeo.

Il fronte africano dello scontro da Occidente e Russia


Il 2023 si caratterizza per l'Africa subsahariana con l'ennesimo colpo di stato nella zona sub sahariana, quest volta in Niger.
Leggi al sito la cronologia I colpi di Stato nell'Africa Subsahariana (mediaset.it)

Una notizia poco diffusa ma con conseguenze gravi, infatti dopo Mali e Sudan, con il Niger si chiude il cambio di regimi in tutta una striscia di stati che vanno dal Golfo di Guinea al Corno d'Africa. 

La caratteristica comune di tutti questi colpi di stato è che i nuovi regimi sono condotti da militari appoggiati da eserciti o parti di essi, che hanno deciso di cambiare alleanze internazionali passando da quella francese e Occidentale a quella Russa. Infatti in questi paesi erano presenti truppe francesi, italiane e occidentali per combattere l'estremismo islamico e fermare i flussi migratori verso Algeria,Tunisia, Libia. 

Ora con i nuovi accordi militari i russi controllano anche tutte le rotte migratorie avendo alleati in Algeria e in Libia col generale Hafar. Inoltre, in peso militare in Africa dei russi aumenta a discapito di quello europeo e francese in particolare. Il Sudan rimane in bilico ma solo perché si sta combattendo una feroce guerra civile ignorata da tutti dopo la fuga degli occidentali e con milioni di profughi. 

Questa situazione segna una grave sconfitta per la politica francese da sempre protagonista in Africa dove imponeva attraverso la moneta controllata praticamente da Parigi anche le politiche economiche. La Francia ha tentato di rimanere in Niger ma alla fine ha dovuto annunciare il ritiro delle truppe francesi dispiegate da anni in Niger, conseguenza di un braccio di ferro diplomatico tra Parigi e la giunta militare al potere dal golpe.

Per la Russia, l'Africa subsahariana rappresenta, come ha detto lo stesso presidente Putin “un continente di opportunità” sia dal punto di vista economico, grazie alle sue immense risorse naturali, che politico, data la vicinanza dell'Africa all'Europa occidentale.

Il fronte del Mar Rosso e i rischi per il commercio globale


La guerra di Gaza ha un nuovo fronte che è quello dei ribelli Houthi, gruppo armato dello Yemen appoggiato dall'Iran e protagonista della guerra civile nello Yemen che ha portato gli Houthi a conquistare la capitale, in risposta Arabia Saudita e altri otto stati (per lo più arabi sunniti) iniziarono una guerra  per sconfiggere gli Houthi e porre fine all'influenza iraniana nello Yemen. Il conflitto ha ridotto lo Yemen in macerie e ha portato ad una situazione disastrosa e ad una grave crisi umanitaria.

Ora i ribelli Houthi ben armati con missili a lunga gittata, usati passato per colpire direttamente anche l'Arabia, usano ora le loro armi e i loro missili per colpire Israele e per ostacolare il commercio che passa per il Mar Rosso. ll rischio per il commercio globale è elevato e i costi per il trasporto di container e petrolio dall'Asia all'Europa rischiano di aumentare se sarà necessario le tratte di migliaia di chilometri come già annunciato da molte compagnie che per non rischiare il passaggio nel Mar Rosso o non pagare assicurazioni molto più elevate hanno deciso di circumnavigare l'Africa. Questo comporterà per chi ha porti nel Mediterraneo come Italia e Grecia un calo dei trasporti che arriveranno ora in Spagna se non addirittura nel nord Europa. Altro stato che rischia molto l'Egitto i cui ricavati dal passaggio delle navi dal canale di Suez sono una delle entrate fiscali maggiori. Per questo è stata organizzata una forza navale internazionale  che dovrà ora decidere le regole di ingaggio in caso di attacco alle navi nel Mar Rosso.

Finalmente una stretta alle baby gang


Le cosiddette baby gang, fatte di giovanissimi che imperversano nelle nostre città con risse, furti e a volte fatti delittuosi più gravi sembravano godere di una impunità di fatto, sono state finalmente oggetto di una vasta operazione di polizia su tutto il territorio nazionale.

L'importanza di questa operazione va oltre i numeri dell'operazione stessa, seppur significativi; infatti, la cosa più importante è il messaggio che certa violenza non verrà più tollerata e non sarà più impunita.

L'operazione ha riguardato Arezzo, Bari, Catania, Genova, Milano, Modena, Napoli, Palermo, Padova, Pescara, Reggio-Emilia, Rovigo, Salerno e Verona.

40 le persone arrestate e 70 quelle denunciate, tra i reati contestati anche lo spaccio di droga, sequestrate anche delle armi, a ricordarci che non si tratta solo di ragazzate ma di vera e propria delinquenza.


venerdì 1 dicembre 2023

EXPO 2030 debacle di Roma




Si sono svolte a Parigi nei giorni scorsi le votazioni per scegliere la città che ospiterà EXPO 2030. La città vincitrice è stata Riad, capitale dell’Arabia Saudita.

Un successo certamente dovuto alla potenza finanziaria di Riad col suo fondo sovrano e che sancisce un successo diplomatico indiscusso per il principe ereditario Mohamed bin Salman che dopo l’assegnazione dei Mondiali di calcio del 2034 con EXPO2030 potrà festeggiare il successo della "Vision 2030", un piano avviato nel 2016 che mirava a migliorare l'immagine dell'Arabia Saudita e a cambiare la sua strategia economica fino ad allora dipendente esclusivamente dalle risorse petrolifere.

 

Ma su questo voto va sottolineata anche la debacle della candidatura di Roma, che non è arrivata nemmeno al ballottaggio facendosi battere anche dalla città sud coreana Busan.

MA anche il numero di voti, solo 17 dice molto della sconfitta di Roma e dell’Italia. Infatti, significa che nemmeno i paesi europei hanno appoggiato Roma e nemmeno suoi presunti stretti alleati politici.

 

D'altronde Roma non e’ Milano potremmo dire, Milano era quando vinse EXPO2015 una città in crescita, ben amministrata e godeva di un sostegno politico nazionale e internazionale che aveva visto unite destra e sinistra e che aveva visto l’allora sindaco Moratti spendere le sue conoscenze per favorirne il successo anche grazie ad una tela diplomatica ben costruita dal sindaco. Tuto il contrario di Roma, una città in declino costante, male amministrata da decenni, senza un vero appoggio del governo nazionale e con sindaci di caratura davvero bassa.

ISRAELE: Scambio ostaggi-prigionieri e tregua...ma poi serviranno nuove leadership

Da 7 giorni le armi si sono fermate, o quasi a Gaza, grazie soprattutto alla richiesta degli USA di dare tempo alla diplomazia con una tregua per favorire uno scambio tra ostaggi e prigionieri palestinesi e permettere l'arrivo a Gaza degli aiuti umanitari.

Il fatto di riconoscere ad Hamas un ruolo di interlocutore certamente è stato per loro un successo, ma il governo di Israele ha dovuto accettarlo viste le pressioni internazionali contro una operazione militare che stava perdendo ogni consenso vista la sproporzione del danno causato e delle vittime civili coinvolte , inoltre anche dentro Israele stava crescendo la richiesta di riportare a casa gli ostaggi.

Si è giunti cosi all'accordo che prevede la consegna di 50 ostaggi ad Israele, dando precedenza a donne e bambini, e in cambio Israele oltre alla tregua ha liberato 3 palestinesi per ogni ostaggio. 

Hamas nonostante questo oggi ha rivendicato un attentato a Gerusalemme dimostrando che l'unica strategia che conosce è quella delle armi per affermare le sue idee. Si trova comunque ora in vantaggio perché difficilmente Israele potrà continuare a lungo questa guerra ed inoltre Hamas ha ancora molti ostaggi tra cui molti soldati israeliani.

Israeliani e palestinesi si trovano quindi intrappolati in una tragedia che coinvolge entrambi i popoli e che sembra non avere molte vie di uscita. Unico aspetto positivo è stato il ritorno sulla scena della diplomazia americana che con le sue pressioni ha impedito per ora l'allargamento del conflitto e spera ora di prolungare la tregua fino a congelare il conflitto.

Ma per uscire da questa tragedia servono certamente nuove leadership sia dalla parte palestinese, Hamas non può esserlo e Abu Mazen è una figura oramai con una scarsa presa sul popolo palestinese sempre più tentano di cedere alla propaganda di Hamas che può ora rivendicare la liberazione di centinaia di palestinesi dalle carceri israeliane, certamente poi favorita anche dal clima di odio reciproco cresciuto dopo il 7 ottobre e aggravato delle aggressioni dei coloni in Cisgiordania.

Da parte israeliana certamente è al termine la storia politica di Benjamin Netanyahu, già logorata da un governo troppo spostato a destra e del tutto compromessa dagli errori che hanno portato alla debacle militare e dei servizi segreti del 7 ottobre.

Ma per portare nuove leadership ad un tavolo negoziale ci vuole che USA, CINA e Russia le obblighino a trovare una strada per discutere e trovare un nuovo accordo.


sabato 25 novembre 2023

Italia per economia nessuna bocciatura da Europa

I giornali italiani hanno subito intitolato che la Commissione Ue ha ammonito il Governo Meloni per la manovra che non riduce il debito, peccato che lo stesso giudizio sia stato dato a Germania e Olanda e ancor peggio un giudizio negativo è stato dato alla Francia che ha ecceduto nel debito per finanziare le sue industrie. La Germania poi ha enormi problemi perché' la Corte Costituzionale tedesca ha ammonito il governo Scholtz sul fatto che non può' usare fondi fuori dal badget per fare debito per migliorare le infrastrutture quindi ora il governo dovrà fare una legge speciale per poterli usare. Insomma l'Italia pur avendo dovuto contenere le spese e rimandare alcune riforme è messa meglio di altri big europei. Sullo sfondo c’è sicuramente una lotta in Europa sul nuovo patto di stabilità visto che a causa del covid e della guerra in Ucraina sono stati derogati per anni i patti e i parametri Ue e ora si deve decidere quali saranno i nuovi.

Il governo italiano sicuramente si gioca molto sulla realizzazione del PNRR sul quale cui sarà comunque costretto a chiedere una deroga per i tempi di realizzazione, intanto però in politica economica nonostante il peso di decisioni passate come il finanziamento del bonus 110 sulle case che penalizza la manovra dell’attuale governo, ha deciso di puntare sulla riduzione del cuneo fiscale, chiesto da anni da associazioni industriali e sindacati. Qualcosa in più poteva fare sull’aiuto alle famiglie ma valuteremo in futuro se saprà recuperare, intanto rimane il bonus figli che è qualcosa anche se potrebbe essere incrementato.

Le elezioni in Argentina mettono fine alla malagestione Kirchner

 In Argentina ha vinto Milei un personaggio molto particolare ma già noto nella politica Argentina avendo già collaborato in varie istituzioni, solo per la nostra stampa che molto poco informa degli altri paesi il risultato viene mostrato come sorprendente. Infatti, la vittoria di Milei ha come base il fallimento del peronismo dei presidenti Kirchner e del loro ministro dell'economia Massa sconfitto in queste elezioni proprio da Milei. Pur essendo alcune idee di Milei molto discutibili è riuscito a convincere i moderati, che nel primo turno non avevano votato per lui, che era meglio lui dei peronisti i cui governi si sono succeduti passando da marito a moglie Kirchner con scandali di corruzione e che hanno portato l'Argentina di nuovo verso il fallimento con una statalizzazione di tutto, con distribuzione di sussidi a tutti e una inflazione del 150% (cioè 12% al mese) che ha impoverito la popolazione. Il peronismo ha usato la Banca centrale per stampare più soldi per distribuire sussidi il risultato però è stato un impoverimento generale a causa della superinflazione. Appare quindi stravagante che la leader del PD Schlein abbia fatto un messaggio pro-Massa a tutti gli argentini visti i risultati fallimentari della sua politica economica, a volte basta non schierarsi soprattutto se non si conosce la reale situazione.  Nessuno dei due, Massa e Milei, è in nessun modo assimilabile alla politica italiana. Altra nota Massa e Kirchner avevano avvicinato l'Argentina alla Cina mentre Milei ha subito chiarito che riporterà l'Argentina in area Usa proponendo perfino la dollazizzazione della moneta argentina, politica economica che in passato ha creato molti problemi all’Argentina.

La tragedia della giovane Giulia

La tragedia della giovane Giulia ha colpito tutto il paese, una ragazza uccisa da un ex fidanzato che non accettava la fine della loro relazione, una relazione vissutaevidentemente in maniera possessiva dal ragazzo Filippo.

Oggi sentiamo tanti commenti, il peggiore e del tutto fuori luogo il riferimento ad un cosiddetto patriarcato come causa, oppure una indistinta accusa a tutti i maschi che devono rieducarsi e scusarsi.

C’è chi si lamenta che mancano percorsi all’affettività, ma nelle scuole quando vengono fatti sono finalizzati ad insegnare i metodi anticoncezionali, al fine di vivere la sessualità senza responsabilità e nei casi peggiori insinua una mentalità tale per cui qualche volta si considera l’altro solo come un oggetto per soddisfare i propri piaceri.

Poi bisogna forse arrivare al cuore della questione: ciò che manca è l'educazione, ma l’educazione a cosa ci chiediamo? Bisogna insegnare che la vita umana è sacra e inviolabile, ma purtroppo siamo una società che non sa più cosa significa sacro e se siamo intellettualmente onesti dobbiamo riconoscere che la nostra società è una società dello scarto, non sa più riconoscere la vita come un dono, infatti si parla di aborto, eutanasia, la vita dei migranti che muoiono in mare non conta nulla, insomma la vita non è più inviolabile e questo è un vulnus nella nostra cultura.

Un altro problema dell'educazione nella nostra società è quello del saper dire dei no, queste generazioni di giovani sono cresciuti per fortuna loro in un periodo storico in cui si possono permettere tutto o quasi, la rinuncia e i fallimenti costano ma fanno parte della vita e bisogna saperli affrontare e questo vale anche in ambito sentimentale, non si puo' pensare che un fallimento pone fine alla vita come spesso accade in queste storie che spesso si concludono con omicidi e suicidi.


lunedì 13 novembre 2023

La voce del Papa contro tutte le guerre


Continuano gli appelli del Papa contro tutte guerre. Oggi il Papa ha ricordato la guerra in Sudan dove l'emergenza umanitaria coinvolge milioni di persone, la guerra in Israele lanciando l'ennesimo appello alla fine del conflitto e alla liberazione degli ostaggi e infine ha ricordato la guerra in Ucraina.

Ecco le parole del Papa di oggi

Cari fratelli e sorelle! Da diversi mesi il Sudan è in preda a una guerra civile che non accenna a spegnersi e che sta provocando numerose vittime, milioni di sfollati interni e rifugiati nei Paesi limitrofi e una gravissima situazione umanitaria. Sono vicino alle sofferenze di quelle care popolazioni del Sudan, e rivolgo un accorato appello ai Responsabili locali, affinché favoriscano l’accesso degli aiuti umanitari e, con il contributo della Comunità internazionale, lavorino alla ricerca di soluzioni pacifiche. Non dimentichiamoci di questi nostri fratelli che sono nella prova! E il pensiero ogni giorno va alla gravissima situazione in Israele e in Palestina. Sono vicino a tutti coloro che soffrono, palestinesi e israeliani. Li abbraccio in questo momento buio. E prego tanto per loro. Le armi si fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! Basta, fratelli, basta! A Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini. Ogni essere umano, che sia cristiano, ebreo, musulmano, di qualsiasi popolo e religione, ogni essere umano è sacro, è prezioso agli occhi di Dio e ha diritto a vivere in pace. Non perdiamo la speranza: preghiamo e lavoriamo senza stancarci perché il senso di umanità prevalga sulla durezza dei cuori.

Le sue parole riprendono quanto gia' detto nelle settimane scorse e i suoi appelli per la tutela dei civili. Il Papa, sta anche telefonando quasi tutti i giorni alla parrocchia cattolica di Gaza, per avere notizie della situazione nella Striscia, "Rinnovo l'appello per la liberazione degli ostaggi e chiedo con forza che i bambini, i malati, gli anziani, le donne e tutti i civili non siano vittime del conflitto. Si rispetti il diritto umanitario, soprattutto a Gaza dove è urgente e necessario garantire corridoi umanitari e soccorrere tutta la popolazione". Poi il Pontefice ha chiesto a tutte le parti di fermarsi: "Già sono morti moltissimi, per favore non si versi altro sangue innocente né in Terra Santa né in Ucraina o in qualsiasi altro luogo. Basta! - ha detto con voce accorata - Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre".

Il caso della bambina Gregory Indi

La bambina inglese Indi Gregory soffriva di una patologia neuro-metabolica che si trasmette per via ereditaria. Nei casi più gravi la malattia è progressiva e si manifesta con una forma di encefalopatia grave con crisi epilettiche fin dalla nascita e insufficienza respiratoria, Indi infatti era attaccata ad una macchina che la aiuta artificialmente a respirare. Il caso e noto alle cronache internazionali perché il sistema sanitario inglese e il sistema giudiziario inglese hanno deciso di interrompere i sistemi ausiliari vitali che aiutano la bambina di pochi mesi a respirare e a nutrirsi. Questa decisione contrasta con la volontà dei genitori di Indi che hanno chiesto di poter spostare la bambina all'ospedale Bambin Gesù di Roma che si e detto disponibile a prendersi cura della bambina. Il governo italiano per favorire questa soluzione ha concesso a Indi la cittadinanza italiana con una procedura d'urgenza. Anche il Papa e intervenuto «Papa Francesco si stringe alla famiglia della piccola Indi Gregory, al papà e alla mamma, prega per loro e per lei»: lo comunica il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Per la bimba inglese di 8 mesi affetta da una grave malattia mitocondriale, ritenuta incurabile dai medici, l’Alta Corte di Londra ha deciso il distacco dai macchinari che la tengono in vita, respingendo il ricordo dei genitori. Purtroppo il caso di Indi non è il primo caso del genere in Inghilterra.

 

La bambina è morta dopo 2 giorni di agonia.

 

E' nostra opinione che i malati anche se inguaribili vanno curati per di più se bambini, togliere i sostegni vitali è eutanasia, un'atrocità aggravata dal fatto che i genitori non possono decidere e sia invece un giudice a decidere al loro posto. Una vera contraddizione se pensiamo quante volte si sente parlare in merito al tema del fine vita della necessita di garantire la libertà di scelta, ma qui dove è garantita la libertà dei genitori e dei medici italiani di prendersi cura di una bambina? Il diritto alla vita e alla cura va garantito ed è davvero preoccupante che dei giudici prevarichino le decisioni dei genitori rispetto alla possibilità di cura della loro bambina. L'impressione e che prevalga una valutazione di costi e di discriminazione rispetto ad una vita malata che mostra difficoltà.

 

Evocare per Indi come hanno fatto le sentenze dell’Alta Corte britannica e della Corte di Appello, che è “nel migliore interesse” della bambina morire è paradossale. Che molta gente comune non veda questo paradosso è segno evidente di come la cultura dello scarto abbia fatto preso nella nostra società. Perché la vita deve valere solo se ha un costo accettabile o se risponde ad un cosiddetto criterio di qualità della vita decisa arbitrariamente da un tribunale? Quante malattie allora costano allo stato senza aver possibilità di guarigione, che facciamo della cura dei malati terminali, dei gravi disabili come Indi o dei malati affetti da malattie rare?

mercoledì 8 novembre 2023

Medioriente ad un mese dal 7 ottobre

Ad un mese dal 7 ottobre , giorno dei massacri perpetrati da Hamas in Israele che hanno provocato 1400 morti in Israele e 240 ostaggi, possiamo registrare diversi fatti.

1- la società israeliana profondamente divisa sul governo Netanyahu, primo ministro di Israele di un governo di destra, si è trovato unito nel considerare necessario l’attacco ad Hamas per impedire che possa avvenire un'altra volta quello che è successo il 7 ottobre dove oltre alla strage di civili c’è stato un massiccio lancio di razzi su Israele. Il paese si è riunito in un governo di unità nazionale. La minaccia di Hamas è considerata da tutti un elemento che impedisce ogni possibilità di pace. Questo non toglie un giudizio crescente negativo sullo stesso Netanyahu ritenuto responsabile di non aver temuto abbastanza Hamas e anzi averne favorito la crescita per contrastare la leadership dell’ANP.

2- purtroppo la reazione israeliana non ha risparmiato i civili palestinesi uccidendone a migliaia, di cui moltissimi bambini, va detto però che la popolazione di Gaza è sostanzialmente prigioniera di Hamas che ritiene i palestinesi vittime sacrificabili sull’altare della guerra contro Israele (Israele che per Hamas non ha diritto di esistere). Ricordiamo che tutte le enormi risorse finanziarie ricevute nella striscia di Gaza (dove gli israeliani si sono ritirati completamente nel 2005) sono state investite in armi e non nel benessere della stessa popolazione.

3- la reazione dei palestinesi in Cisgiordania è stata sostanzialmente cauta anche se si registrano purtroppo una serie di attacchi dei coloni contro palestinesi inermi , ne sono stati uccisi un centinaio, che vanno assolutamente condannati. Anche il documento finale del G7 dei ministri degli esteri di questi giorni denuncia "l'aumento della violenza estremista commessa dai coloni contro i palestinesi è inaccettabile, mina la sicurezza in Cisgiordania e minaccia le prospettive di una pace duratura".

4- l'organizzazione paramilitare islamica sciita e antisionista libanese Hezbollah, nata nel giugno 1982 e divenuta successivamente anche un partito politico con sede in Libano pur lanciando sporadici attacchi da nord verso Israele ha per ora deciso di non aprire un secondo fronte dissuaso forse anche dalla presenza militare schierata al largo delle sue coste dagli USA. Il suo segretario generale Hassan Nasrallah pur esprimendo vicinanza ai palestinesi ha dichiarato che non vuole una guerra. I summit tra Hamas, Iran e Hezbollah mostrano comunque a tutti la loro chiara alleanza politica. Suscita sospetto la visita a Mosca dei rappresentanti di Hamas, anche se appare chiaro che la crisi in Medioriente distoglie l’attenzione dalla guerra in Ucraina, fatto positivo per Putin. Preoccupa infine la posizione demagogica della Turchia.

5- ogni tentativo di normalizzazione dei rapporti tra paesi sunniti (in primis Arabia saudita) e Israele è stato interrotto, forse il vero scopo dell’azione di Hamas , ispirato dall’Iran

6- in Europa e negli Usa si è assistito a incresciose manifestazioni anti-israeliane e pro Palestina, incapaci di condannare apertamente le atrocità di Hamas, sorprendenti soprattutto le manifestazione nelle università liberal americane

7- i paesi arabi come Egitto e Giordania ma anche la lega Araba ancora una volta non vogliono assumersi alcuna responsabilità per il dopo guerra per cercare di dare una soluzione politica al governo di Gaza, l’Egitto rifiuta anche i profughi palestinesi nel Sinai, ma questa non è una novità i paesi arabi difendono la causa palestinese solo a parole  Va ricordato che lo stato palestinese non è mai esistito, nemmeno durante la dominazione ottomana o nemmeno quando la Cisgiordania e Gerusalemme est erano sotto il governo del Giordania.

8- va riconosciuto agli USA il tentativo di dissuadere ad un allargamento del conflitto facendo pressione militare sull’Iran e sui suoi alleati ma anche facendo pressione politica su Israele per limitare il più possibile le vittime civili

9- come sempre l’attore assente è l’Europa

10- il Papa ancora una volta si è posto come una delle poche voci contro la guerra, senza esitare però nella condanna dei feroci atti terroristici di Hamas, la stessa CEI ha dischiarato che Hamas è il primo nemico dei palestinesi.

 

Non appare chiaro per ora il possibile futuro, ma il 7 ottobre segna una data spartiacque che ha già cambiato e cambierà ancora di più gli equilibri politici in Israele e nel Medioriente.


Il governo portoghese cade per le tangenti green

È clamoroso e sintomatico degli interessi economici che si celano dietro el politiche green quanto sta accadendo in Portogallo dove il governo e il primo ministro Costa sono dimissionari a seguito delle accuse di ingerenze illecite e sospetti illeciti nella gestione di nuovi giacimenti di litio nel Portogallo settentrionale, questo minerale ricordiamo è necessario per la fabbricazione di batterie per le auto elettriche e, dunque molto prezioso e fondamentale per la transizione energetica. Sotto inchiesta anche gli investimenti Costa di oltre un miliardo e mezzo nell’idrogeno verde.


Accordo Italia Albania inutile


Oggi il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama hanno firmato un accordo che prevede la creazione di strutture di accoglienza per i migranti salvati dalle navi italiane in Albania.

Nelle strutture in Albania sarà assicurato la difesa e l’accesso ad avvocati e organizzazioni internazionali e agenzie Ue che prestano consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale. I migranti potranno restare non oltre il periodo massimo di trattenimento consentito dalla vigente normativa italiana. Sarà a carico delle autorità di Roma l’eventuale allontanamento.

Una idea a nostro avviso non brillante che non risolverà il problema migranti, perché certamente non servirà come disincentivo a nuovi arrivi e comunque sarà insufficiente visto il numero degli arrivi anche di fronte alle nuove crisi umanitarie in corso.

Non si capisce perché’ i soldi investiti per questi nuovi centri non si sarebbero potuti spendere per realizzarli in Italia. Il problema per l’Italia è sempre quello di non organizzare una vera accoglienza e non rendere le procedure per il riconoscimento del diritto di asilo o di accesso all’Italia più veloci in modo da distinguere in modo efficace tra chi ha il diritto di restare in Italia e chi no. Dove sono le strutture per accogliere in modo degno i migranti? Dove sono le politiche per coordinare le richieste di manodopera del mondo del lavoro italiano e nuovi arrivi magari con l’intermediazione dei nostri consolati e  ambasciate?

Questa decisione inoltre dimostra il fallimento della politica del governo di collaborazione con l’unione europea e il sostanziale fallimento dei precedenti accordi con la Tunisia.

venerdì 20 ottobre 2023

La pista di BOB a Cortina per Olimpiadi 2026 cancellata


Una buona notizia, la pista di BOB da costruire a Cortina in occasione delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e' stata cancellata. Le gare per la sua realizzazione erano andate deserte per via dei tempi stretti di realizzazione, i costi erano elevatissimi, l'impatto ambientale sarebbe stato spoporzionato e tutto questo sarebbe stato costruito per un solo evento.

Come mostra il precedente caso delle Olimpiadi al Sestriere con la pista di Cesana Torinese, al termine delle olimpiadi la pista non e' stata piu' utilizzata per via degli alti costi di gestione e delle poche occasioni sportive per utilizzarla.

Bene quidni evitare uno spreco economico e un disastro ambientale. 

A Gaza l’ospedale è integro

 Bisognerebbe chiedersi come è possibile che tutti i media internazionali abbiamo dato la notizia che l’ospedale di Gaza fosse stato colpito da Israele e parlato di centinaia di morti quando la realtà è che è stato colpito solo un parcheggio , che a colpirlo è stato un razzo palestinese e che per fortuna i morti sono molti meno. 

Purtroppo i bombardamenti colpiscono anche molti civili innocenti ma la ferocia e disumanità delle eccidio compiuto da Hamas è un altra cosa.

Questo episodio denota inoltre come Hamas sia disposto a qualsiasi cosa per cercare di mobilitare le masse arabe a suo favore cosa in realtà fino ad ora poco riuscita se si osserva che nemmeno in Cisgiordania si registrano per fortuna gravi episodi.

Questo episodio deve ricordare a tutti che in guerra la verità è una delle prime vittime. Dare giudizi affrettati senza verificare è molto pericoloso e potrebbe denotare un pregiudizio, in questo caso verso Israele.

giovedì 19 ottobre 2023

ISRAELE - GAZA i numeri della tragedia

I numeri della tragedia iniziata col barbaro attacco terroristico di HAMAS di sabato 7 ottobre sono impressionanti: 1400 israeliani morti trucidati, si perché non sono solo stati uccisi ma massacrati : uomini donne e bambini molti anche con le teste tagliate, una ferocia inimmaginabile, forse non ben compresa da tutti perché i media hanno evitato di mostrate le immagini e le notizie più cruente.

La reazione israeliana coi bombardamenti di Gaza ha provocato più di 3000 morti tra cui molti civili.  L'attacco all'ospedale è invece ora smentito dai fatti, non è stato opera di Israele ma è stato colpito da uno dei razzi palestinesi sparati contro Israele: è caduto nel parcheggio dell'ospedale. L'ospedale è intatto e i morti sarebbero 50 e non 500, è proprio vero che la verità è la prima vittima in una guerra.

I morti innocenti sono comunque troppi da entrambe le parti.

203 gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas di cui non si sa nulla ecco le loro immagini.



martedì 10 ottobre 2023

Isreale non deve ripetere errori commessi dall Occidente dopo 11 settembre 2001


L'attacco terroristico di Hamas è sicuramente paragonabile all'11 settembre 2001, sia per l'efferatezza sia per le proporzioni, anzi se consideriamo che Israele ha solo 10milioni di abitanti, il massacro di 1000persone assume proporzioni gigantesche.

Senz'altro l'impatto emotivo e' paragonabile a quello dell'11 settembre 2001 per gli USA, Israele scopre di essere vulnerabile proprio come gli USA allora.

Ma Israele guardando cosa è successo agli USA dopo l'11 settembre 2001 dovrebbe comprendere che una reazione sproporzionata e una reazione che colpisca indiscriminatamente i civili le ritorcerebbe contro. Dal fallimento delle guerre in Afghanistan e in Iraq con tutto quello che ne è seguito Israele dovrebbe capire che la sola reazione militare e della forza non risolverà il problema, certamente è doveroso però togliere ad Hamas la capacità operativa di perpetrare ancora violenza contro Israele.


Hamas orrore inimmaginabile

 Oggi assistiamo in Italia ed in Occidente ad ambigue manifestazioni che potrebbero sembrare giustificare l’azione terribile di Hamas . A queste persone segnaliamo quanto riportato da Repubblica https://www.repubblica.it/esteri/2023/10/10/diretta/israele_hamas_gaza_news_guerra_oggi-417400496/?ref=RHEX-BG-I417108100-P1-S1-T1

Quanto avvenuto sabato segna uno spartiacque Hamas non deve più trovare alcuna giustificazione e alcun sostegno. Non possono e non devono rappresentare i palestinesi.



 “ Tra le vittime dell'attacco di Hamas a Israele, ci sono anche neonati e bambini piccoli; e alcuni sono stati decapitati.”

Tre giorni dopo l'attacco palestinese, per la prima volta l'esercito israeliano ha permesso ai media di visitare un kibbutz, quello di Kfar Aza, dove tra i morti sono stati trovati una quarantina tra neonati e bambini piccoli, alcuni con la testa tagliata. Lo riferisce i24News che parla di "orrore inimmaginabile".

È ancora “ hanno ucciso "più di 100" persone "a sangue freddo" nel solo kibbutz di Be’eri: lo ha reso noto il portavoce dell'ong Zaka, che ha partecipato all'identificazione dei corpi.
"I morti sono stati moltissimi, più di 100", ha raccontato Moti Bukjin. Gli uomini di Hamas "hanno sparato a tutti, hanno ucciso bambini, neonati, anziani: tutti a sangue freddo".

Israele Le ipocrisie di una parte dell’Occidente

 


Tutti i governi occidentali condannano fermamente l’attacco terroristico di Hamas che ha provocato 900 morti in Israele. Macron dopo il vertice tra Francia,Stati Uniti, Germania, Italia e Regno Unito, a nome di tutti ha dichiarato "Esprimiamo il nostro fermo e unito sostegno allo Stato di Israele e la nostra inequivocabile condanna di Hamas e dei suoi terribili atti di terrorismo",  la dichiarazione continua affermando che le azioni terroristiche di Hamas non hanno alcuna giustificazione, alcuna legittimità e devono essere universalmente condannate". 

 
Purtroppo però in Occidente c’è una parte politica che sostiene e giustifica Hamas, frutto di una propaganda anti israeliana che dura da decenni. La situazione di stallo nei colloqui di pace tra Israele e Palestina ha colpe da entrambe le parti, ma non si può dimenticare che i palestinesi hanno spesso rifiutato accordi risolutivi come non si possono dimenticare le colpe del mondo arabo. Proprio il fatto che una parte del mondo arabo tratti con Israele dimenticando la questione palestinese dimostra il loro isolamento.

Come non ricordare poi i miliardi investiti da UE e da Qatar per esempio per i palestinesi finiti in corruzione invece che destinati alla crescita economica dei palestinesi, anche l’autorità palestinese ha gravissime responsabilità sul degrado in cui vivono i palestinesi.


Ma chi in occidente inneggia ad Hamas e li giustifica dovrebbe guardare a cosa è successo allo stadio di Theran dove migliaia di persone hanno gtidato contro Hamas quando il regime ha cercato di inneggiare al suo alleato.


 Appare chiaro come fuori da letture ideologiche e politiche Hamas e il terrorismo non trovano appoggio nemmeno in parte del mondo arabo che guarda con orrore alle sue azioni e alla non curanza di Hamas delle conseguenze che avranno sulla stessa popolazione civile di Gaza le sue azioni. La gente è sostanzialmente prigioniera di Hamas e ora soffre a causa dei bombardamenti israeliani (che hanno già causato 600 morti) e dell’assedio che si sta preparando preludendo una guerra drammatica di terra.

domenica 8 ottobre 2023

Hamas massacra e rapisce i civili israeliani

 


Il movimento di Hamas conferma la sua natura terroristica. Da Israele giungono notizie di massacri di civili inermi, stupri di donne, rapimenti di donne e bambini cercati casa per casa. Gli stessi terroristi esultanti di Hamas hanno caricato sui social media video brutali del loro lavoro: corpi di civili morti in pozze di sangue alle fermate degli autobus, anziani trascinati via in motociclette, donne e bambini caricati su jeep e camion mentre i combattenti li picchiavano e urlavano "Dio è grande" ai loro prigionieri disorientati. 

Notizie agghiccianti giungono dal deserto dove più di 200 giovani partecipanti alla festa musicale sono stati massacrari a colpi di mitra e poi molti altri giovani israeliani e stranieri sono stati rapiti e portati a Gaza. 

La crisi degli ostagggi il cui numero non appare chiaro è certamente uno degli aspetti piu inquietanti dell’attacco di Hamas che ha causato 700 morti tra gli israeliani.

Per il governo israeliano la sfida più difficile sarà proprio riportare a casa gli ostaggi. A Gaza i carri armati sono vulnerabili, la tecnologia dell’esercito israeliano è neutralizzata da un contesto urbano difficile e ostile . E poi ci sono tunnel . Insomma Israele ha poche speranze a meno che decidano di liberare prigionieri per fare uno scambio, ricordando che per liberare il soldato Shalit  nel 2011 gli israeliani liberarono 1000 detenuti palestinesi.

sabato 7 ottobre 2023

Israele sotto attacco

 Stamattina Israele è stato attaccato dai terroristi di Hamas che controllano da anni la striscia di Gaza. I militanti di Hamas si sono infiltrati in Israele con un attacco senza precedenti, lanciando più di 3.500 razzi contro diverse città Israeliane.






Secondo il servizio di soccorso nazionale israeliano, almeno 200 israeliani sono stati uccisi nell'attacco terroristico e altre centinaia sono rimaste ferite. Si contano inoltre decine di ostaggi catturati dai terroristi che non hanno esitato a sparare a caso tra la gente.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato in un video che Israele è “in guerra” . La risposta militare di Israele non si è fatta attendere con bombardanti di Gaza che hanno provocato più di 200 morti.
L’azione di Hamas è stata certamente preparata da mesi e ha avuto appoggi stranieri, probabilmente da parte dell'Iran che infatti è uno dei pochi paesi che difende l’azione di Hamas. Questo attacco certamente cerca di riportare il conflitto mediorientale al centro della scena con lo scopo di interrompere il processo di normalizzazione dei rapporti tra i paesi sunniti e in particolare dell’Arabia Saudita con Israele.

mercoledì 27 settembre 2023

ESSELUNGA uno spot che divide

Lo spot di Esselunga LA PESCA che ha come slogan "NON C'È UNA SPESA CHE NON SIA IMPORTANTE" e "Dietro ogni prodotto c’è una storia", racconta il desiderio di famiglia di una bambina che cerca di riunire il suo papà e la sua mamma. Uno spot dolce, affettuoso, tenero e sicuramente con un senso di famiglia e con al centro il desiderio e i sentimenti della bambina. Forse per questo in una società tutta centrata solo sui desideri degli adulti questo spot crea scandalo perché' pone agli stessi adulti la domanda sulle attese ed emozioni dei bambini di fronte alle loro scelte.

Uno spot che fa riflettere, ma la gente si sente disturbata, il che dice molto di una società dove prevale spesso solo l'ideologia molto lontana per definizione dalla realtà.


Uno spot bellissimo e ci auguriamo che ESSELUNGA in seguito allle numerose ma sterili polemiche non lo ritiri.

Non c'è una spesa che non sia importante (esselunga.it)

sabato 23 settembre 2023

Immigrazione : Italia vs Europa e Papa Francesco

Il tema dell'immigrazione continua ad essere al centro della politica italiana ed europea ed oggi con l'aumento dei flussi migratori già in atto e che tenderà sempre più ad aumentare, pone sempre nuove domande alla politica.

Chiaramente la politica italiana ed europea fino ad oggi ha fallito. Il problema non può essere affrontato solo col tema dei respingimenti, in questo l'Italia ha fallito la sua politica di preparazione ad una accoglienza ed all’integrazione. Vanno favoriti canali di arrivo regolari per permettere e favorire l'inserimento nel mondo del lavoro dei migranti e scongiurare il pericolo della loro marginalizzazione e sfruttamento e alla fine quindi della loro caduta nella delinquenza.

In questo senso ha ragione Papa Francesco che oggi a Marsiglia ha detto "Chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza, cerca vita. Quanto all’emergenza, il fenomeno migratorio non è tanto un’urgenza momentanea, sempre buona per far divampare propagande allarmiste, ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza: con una responsabilità europea in grado di fronteggiare le obiettive difficoltà. […] Il Mare Nostrum grida giustizia, con le sue sponde che da un lato trasudano opulenza, consumismo e spreco, mentre dall’altro vi sono povertà e precarietà”, scandisce Francesco. E anche qui il Mediterraneo rispecchia il mondo, “con il Sud che si volge al Nord, con tanti Paesi in via di sviluppo, afflitti da instabilità, regimi, guerre e desertificazione, che guardano a quelli benestanti, in un mondo globalizzato nel quale tutti siamo connessi ma i divari non sono mai stati così profondi”.

E ancora Papa Francesco ricorda “sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà nell’accogliere, proteggere, promuovere e integrare persone non attese, però il criterio principale non può essere il mantenimento del proprio benessere, bensì la salvaguardia della dignità umana”. (Il Papa: chi rischia la vita in mare non invade, cerca vita. Il Mediterraneo grida giustizia - Vatican News)

Appare ancora più assurda la posizione di Francia , Germania e Austria che hanno dichiarato che respingeranno i migranti che arrivano dall'Italia. Il problema è europeo non nazionale e i nazionalismi non sono la soluzione, assurde quindi le alleanze politiche su questo tema con personaggi come la Le Pen e Orban, meglio cercare un dialogo con l'Europa come testimonia il tentativo del Governo Meloni di coinvolgerla, vedi anche la visita congiunta di Meloni a Von der Leyen a Lampedusa.

Anche la posizione di chi chiede accoglienza per tutti senza una regolamentazione appare pretestuosa e alla fine abbandona i migranti allo sfruttamento a cui oggi già assistiamo, purtroppo.

La Corte di giustizia dell'Unione europea ha bocciato i respingimenti dei migranti da parte della Francia al confine con l'Italia, la corte ha ricordato che i migranti irregolari, quando passano i confini interni della UE devono poter "beneficiare di un certo termine per lasciare volontariamente il territorio. L'allontanamento forzato avviene solo in ultima istanza"

Anche il Presidente Mattarella durante una visita in Sicilia accompagnato dal Presidente della Repubblica Federale di Germania Frank-Walter Steinmeier rispondendo ad una domanda sul tema dell’immigrazione di un giornalista ha detto “occorre pensare in maniera adeguata, sarebbe altrimenti come usare strumenti rudimentali e superati di fronte a fenomeni totalmente nuovi. Anche per questo, ad esempio, le regole di Dublino sono preistoria: voler regolare il fenomeno migratorio facendo riferimento agli accordi di Dublino è come dire realizziamo la comunicazione in Europa con le carrozze a cavalli“.