lunedì 13 novembre 2023

Il caso della bambina Gregory Indi

La bambina inglese Indi Gregory soffriva di una patologia neuro-metabolica che si trasmette per via ereditaria. Nei casi più gravi la malattia è progressiva e si manifesta con una forma di encefalopatia grave con crisi epilettiche fin dalla nascita e insufficienza respiratoria, Indi infatti era attaccata ad una macchina che la aiuta artificialmente a respirare. Il caso e noto alle cronache internazionali perché il sistema sanitario inglese e il sistema giudiziario inglese hanno deciso di interrompere i sistemi ausiliari vitali che aiutano la bambina di pochi mesi a respirare e a nutrirsi. Questa decisione contrasta con la volontà dei genitori di Indi che hanno chiesto di poter spostare la bambina all'ospedale Bambin Gesù di Roma che si e detto disponibile a prendersi cura della bambina. Il governo italiano per favorire questa soluzione ha concesso a Indi la cittadinanza italiana con una procedura d'urgenza. Anche il Papa e intervenuto «Papa Francesco si stringe alla famiglia della piccola Indi Gregory, al papà e alla mamma, prega per loro e per lei»: lo comunica il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Per la bimba inglese di 8 mesi affetta da una grave malattia mitocondriale, ritenuta incurabile dai medici, l’Alta Corte di Londra ha deciso il distacco dai macchinari che la tengono in vita, respingendo il ricordo dei genitori. Purtroppo il caso di Indi non è il primo caso del genere in Inghilterra.

 

La bambina è morta dopo 2 giorni di agonia.

 

E' nostra opinione che i malati anche se inguaribili vanno curati per di più se bambini, togliere i sostegni vitali è eutanasia, un'atrocità aggravata dal fatto che i genitori non possono decidere e sia invece un giudice a decidere al loro posto. Una vera contraddizione se pensiamo quante volte si sente parlare in merito al tema del fine vita della necessita di garantire la libertà di scelta, ma qui dove è garantita la libertà dei genitori e dei medici italiani di prendersi cura di una bambina? Il diritto alla vita e alla cura va garantito ed è davvero preoccupante che dei giudici prevarichino le decisioni dei genitori rispetto alla possibilità di cura della loro bambina. L'impressione e che prevalga una valutazione di costi e di discriminazione rispetto ad una vita malata che mostra difficoltà.

 

Evocare per Indi come hanno fatto le sentenze dell’Alta Corte britannica e della Corte di Appello, che è “nel migliore interesse” della bambina morire è paradossale. Che molta gente comune non veda questo paradosso è segno evidente di come la cultura dello scarto abbia fatto preso nella nostra società. Perché la vita deve valere solo se ha un costo accettabile o se risponde ad un cosiddetto criterio di qualità della vita decisa arbitrariamente da un tribunale? Quante malattie allora costano allo stato senza aver possibilità di guarigione, che facciamo della cura dei malati terminali, dei gravi disabili come Indi o dei malati affetti da malattie rare?

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