La tragedia della giovane Giulia ha colpito tutto il paese, una ragazza uccisa da un ex fidanzato che non accettava la fine della loro relazione, una relazione vissutaevidentemente in maniera possessiva dal ragazzo Filippo.
Oggi sentiamo tanti commenti, il peggiore e
del tutto fuori luogo il riferimento ad un cosiddetto patriarcato come causa,
oppure una indistinta accusa a tutti i maschi che devono rieducarsi e scusarsi.
C’è chi si lamenta che mancano percorsi
all’affettività, ma nelle scuole quando vengono fatti sono finalizzati ad
insegnare i metodi anticoncezionali, al fine di vivere la sessualità senza
responsabilità e nei casi peggiori insinua una mentalità tale per cui qualche
volta si considera l’altro solo come un oggetto per soddisfare i propri piaceri.
Poi bisogna forse arrivare al cuore della
questione: ciò che manca è l'educazione, ma l’educazione a cosa ci chiediamo?
Bisogna insegnare che la vita umana è sacra e inviolabile, ma purtroppo siamo
una società che non sa più cosa significa sacro e se siamo intellettualmente
onesti dobbiamo riconoscere che la nostra società è una società dello scarto,
non sa più riconoscere la vita come un dono, infatti si parla di aborto,
eutanasia, la vita dei migranti che muoiono in mare non conta nulla, insomma la
vita non è più inviolabile e questo è un vulnus nella nostra cultura.
Un altro problema dell'educazione nella
nostra società è quello del saper dire dei no, queste generazioni di giovani
sono cresciuti per fortuna loro in un periodo storico in cui si possono
permettere tutto o quasi, la rinuncia e i fallimenti costano ma fanno parte
della vita e bisogna saperli affrontare e questo vale anche in ambito
sentimentale, non si puo' pensare che un fallimento pone fine alla vita come
spesso accade in queste storie che spesso si concludono con omicidi e suicidi.
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