giovedì 29 febbraio 2024

Primarie in USA per la corsa alle presidenziali: un risultato inevitabile?

 

Continuano le sfide delle primarie in USA per la corsa alle presidenziali. Nelle primarie dei repubblicani la sfida e’ tra l’ex Presidente Donald Trump e Nikki Haley ex governatrice della Carolina del Sud e ambasciatrice alle Nazioni Unite dal 27 gennaio 2017 al dicembre 2018 durante la presidenza Trump. Nei Democratici Biden corre da solo contro il non voto.

 

In campo repubblicano Trump continua a vincere con margini tra 60% e 70% sia in Carolina del Sud ex stato della Haley che in Michigan, la sua vittoria alle primarie è certa ma se il 30% dei repubblicani che votano Haley non lo voterà, a novembre contro Biden, Trump rischia di perdere. La Haley probabilmente correrà fino al super thuesday e si terrà l’opzione di sostituire Trump in caso i giudici dicessero che Trump non può correre per le presidenziali. Le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto Trump fino ad ora sembrano però averlo favorito nel campo repubblicano compattando la sua base, più incerto l’effetto sugli elettori indipendenti.

 

In campo democratico cresce chi non potendo scegliere un candidato alternativo a Biden, non ce ne sono infatti, mette sulla scheda io non voto, e in particolare è successo in Michigan raggiungendo il 15%, in questo stato gli americani musulmani si sono espressamente schierati con questa scelta dichiarandosi contrari cosi alla politica di Biden sulla guerra a Gaza, anche per Biden il rischio è di perdere una fetta di elettorato decisiva a novembre in alcuni stati chiave contro Trump. Per Biden la politica estera rischia quindi di essere un problema ma lo è soprattutto la sua età.

 

Insomma, il partito dei No Biden e No Trump cresce senza avere alternative di candidati terzi, alla fine se non ci saranno problemi di salute o sentenze correranno Biden e Trump e vincerà chi perde meno voti nel proprio campo. Una corsa che dividerà ancora di più la politica e la società americana che forse vorrebbe una diversa alternativa che al momento non esiste però.


ILVA e ITA sono due casi aperti da moltissimi anni

ILVA e ITA sono due casi aperti da moltissimi anni in Italia ed emblematico di come in Italia si trascinino alcune vicende economiche e i debiti ad essi associati senza una vera risoluzione.

L'ILVA prima di proprietà privata poi commissariata oscilla tra tentativi di chiusura per inquinamento e tentativi di rilancio. Il primo commissariamento fu nel 2012, poi nel 2018 ci fu l’acquisizione da parte di Arcelor Mittal e ora per l'ennesima volta si parla di commissariamento con una compensazione pubblica ovviamente per il gruppo privato indiano.

Arcelor Mittal non ha mantenuto le promesse di investimento ma forse era già poco credibile fin dall'inizio perché' aveva fatto lo stesso in altri grossi impianti in Europa. Ad aggravare la situazione dell'ILVA è la questione giudiziaria, incombono infatti le sentenze ambientali, il rischio è che l'Italia perda la sua capacità produttiva nell’acciaio che è una risorsa ed un asset fondamentale per lo sviluppo. In questi anni l'ILVA di Taranto ha già molto diminuito la sua produzione, e molti posti di lavoro sono stati già persi.

Nel frattempo, la questione di una gestione più rispettosa dell’ambiente non è stata risolta né sono state attivate bonifiche significative.

La compagnia aerea ITA nata dallo scioglimento di Alitalia non e’ riuscita a decollare potremmo dire e richiede nuovi investimenti, in questo caso si era trovato un buon accordo tra Germania e Italia con l'acquisizione da parte di Lufthansa che avrebbe tratto certamente dei vantaggi da questo acquisto ma che aveva anche interesse a tenere viva e investire su ITA. Per problemi puramente politici la Ue sta bloccando l'acquisizione, persino i sindacati aerei tedeschi se ne lamentano e accusano la Ue di ritardare una acquisizione necessaria per non perdere posizioni verso compagnie extra-Ue. Il caso ITA - Lufthansa sembra ripercorrere quanto avvenne per la mancata fusione in ambito ferroviario tra la tedesca Siemens e la francese Alstom, a volte l'antitrust europea fa più danni piuttosto che favorire  gli interessi dell'*industria europea.

domenica 25 febbraio 2024

I dati sull'inquinamento di Milano smentiscono politiche green contro auto


Nelle scorse settimane ha avuto rilevanza una indagine privata che indicava Milano come una delle città più inquinate al mondo. La notizia ovviamente ha fatto discutere e aprire un dibattito sulla sua attendibilità.

Dal nostro punto di vista quanto l’affermazione sia attendibile ha poca importanza, quello che è importante della notizia è stato riportare il tema della discussione sul problema dell’inquinamento che ovviamente non riguarda solo Milano ma l’intera pianura padana, come accade da decenni, per via della sua conformazione geologica.

E’ importante perché continuamente si parla del problema del riscaldamento globale ma il vero problema è l’inquinamento, se ci concentrassimo più su questo problema e concentrassimo più risorse per combatterlo, invece che sul riscaldamento globale, forse avremmo più possibilità di raggiungere risultati positivi.

Il dato dell’inquinamento mette comunque in evidenza anche il fallimento delle politiche green del comune di Milano e in particolare la costituzione dell’area B. Il traffico non rappresenta infatti la prima causa che contribuisce all’inquinamento atmosferico, come dimostra il fatto che da sempre i picchi di inquinamento si hanno in inverno e non in primavera o estate, mentre la concentrazione delle macchine è sempre la stessa ciò che cambia è l’uso intenso del riscaldamento domestico.


2 anni fa l'invasione dell'Ucraina

Due anni fa la Russia del presidente Putin avviava l'invasione dell'Ucraina. Un azzardo militare e politico come mostro il fatto che la guerra è ancora in corso senza apparentemente una via di uscita.

Ripercorrendo i primi giorni di guerra possiamo ricordare che il tentativo fu innanzitutto quello di sostituire il governo ucraino visto che la prima fase della guerra vide l'attacco diretto alla capitale ucraina.

Fallito questo tentativo la guerra si è spostata sul fronte sud-est dove ancora è bloccata. La Russia si è garantita una fascia di terra che al collega direttamente alla Crimea, centrale fu senza dubbio la battaglia di Mariuopol. Fallito invece il tentativo di occupare Odessa.

La Russia ha fallito anche il controllo del mare dove gli ucraini più forti nella tecnologia dei droni che senz'altro ha contraddistinto questa guerra, hanno saputo infliggere pesanti perdite ai russi affondando diverse navi e colpendo ripetutamente la Crimea stessa, clamoroso fu l'attacco alla sede della marina russa a Sebastopoli.

Purtroppo, questa guerra ha colpito enormemente la popolazione civili con migliaia di morti, massacri ingiustificati da parte delle truppe russe, ma a volte anche di quelle ucraine viste che entrambi gli eserciti sono stati accusati di crimini di guerra.

Milioni i profughi sia interni che all'estero.

L'Europa ha saputo rimanere unita nel sostegno all'Ucraina insieme agli USA, ora però affiora un senso di stanchezza dovuto anche al fatto che la guerra si trova in una posizione di stallo e la soluzione di una vittoria militare da una delle due parti appare inverosimile, per l'Ucraina quasi impossibile dopo il fallimento dell'offensiva di questa estate.

Ciò che colpisce è l'assenza di ogni opzione diplomatica. Il tentativo di far desistere la Russia e i suoi gruppi dirigenti tramite sanzioni internazionali è praticamente fallito, perché la Russia ha trovato nuovi acquirenti per le materie prime di cui è ricca e che rappresentano la fonte più importante della sua economia, in particolare la Cina e l’India che hanno praticamente sostituito il mercato europeo.  

La Russia di Putin che in questi due anni ha eliminato anche fisicamente ogni opposizione interna e ogni voce di dissenso anche nella nomenclatura, si gioca tutto in questa guerra e quindi la situazione potrà solo peggiorare. L'Ucraina dal canto suo non appare ancora pronta e disponibile a cercare un compromesso che le costerebbe ana rinuncia territoriale.


sabato 24 febbraio 2024

Perché la nota sulle manifestazioni?


 Oggi c'è stata una nota del Quirinale a commento di una manifestazione politica e dell’azione della polizia durante questa manifestazione . Non era mai successo e tantissime volte la polizia è intervenuta in manifestazione anche con delle cariche, per impedire alle persone di andare fuori dal percorso autorizzato o entrare in zone delimitate che erano state indicate già in precedenza  come vietate, eppure non si è mai sentita esigenza di intervenire , giustamente perché l’operato della polizia andrebbe piuttosto difeso. Questa volta è capitato qualcosa di nuovo ci chiediamo perché?

martedì 13 febbraio 2024

Depenalizzare ha reso più grave la crisi del fentanil in USA

La crisi del fentanil sta colpendo sempre più pesantemente gli USA. Secondo un’analisi dei dati del governo statunitense, le overdose di fentanil sono diventate la principale causa di morte per gli adulti di età compresa tra 18 e 45 anni. Tra il 2020 e il 2021, quasi 79.000 persone di età compresa tra 18 e 45 anni sono morte a causa di esso. A New York l'oppioide è la causa dell'81 per cento dei decessi per overdose, il tasso più alto mai registrato nella metropoli statunitense.

La crisi degli oppioidi era incominciata già prima della pandemia COVID ma ora si è molto più aggravata a causa del cambio del mercato delle droghe con l’arrivo del fentanyl, oppioide sintetico 50 volte più potente dell'eroina, suo perfetto sostituto economico e adulterante. Il fentanil crea maggiore dipendenza, oltre a essere più facile da produrre, distribuire e molto più economica. Le overdose di fentanyl sono la il 90% di tutte le overdose da oppioidi.

Gli oppioidi sono la causa dell'epidemia di overdose più letale che abbia mai flagellato gli USA, e rappresentano la causa di 84.000 dei 110.000 decessi del 2022, un sestuplo in più delle overdose dal 2000. Gli oppioidi uccidono più delle armi da fuoco, degli incidenti stradali, degli omicidi, di varie forme oncologiche.

La crisi del fentanil ha assunto anche risvolti geopolitici, secondo il segretario di Stato americano Antony Blinken, i responsabili dell’epidemia di oppioidi negli Stati Uniti sono «le imprese criminali transnazionali, molte con base in Cina», una versione che ha suscita l’ira di Pechino. Il tema è stato al centro dell’ultimo incontro svoltosi a San Francisco tra il Presidente Biden e il Presidente cinese Xi Jinping

Il Messico rappresenta l’altro fronte della lotta al fentanyl. Proprio recentemente Stati Uniti, Canada e Messico hanno deciso di creare una task-force per contrastare il traffico di oppioidi.

Uno degli stati più colpiti è l’Oregon, secondo i dati preliminari dell’High Intensity Drug Trafficking Area (HIDTA), il numero di pillole di fentanil sequestrate dalla polizia dell’Oregon e dell’Idaho è aumentato da circa 100.000 nel 2019 a oltre 3,6 milioni l’anno scorso.

Non e’ un caso che l’Oregon sia cosi colpito, qui infatti hanno prevalso le politiche di liberalizzazione delle droghe rappresentino una vera sciagura. In un mondo che spesso ha perso ogni riferimento valoriale oggettivo e riconosciuto come bene comune dalla comunità, la legge rappresenta oramai quasi l’unico elemento di discrimine per distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, eliminare il divieto dell’uso e dello spaccio di droga per legge ha significato rendere lecito eticamente l’uso e lo spaccio togliendo ogni deterrenza tra i giovani. Inoltre la depenalizzazione ha tolto uno dei migliori strumenti a disposizione delle forze dell'ordine per costringere le persone a sottoporsi al trattamento di disintossicazione: i tribunali per la droga.

Nel 2020, il 58% dei residenti dell'Oregon avevano approvato una misura per depenalizzare piccole quantità di tutte le droghe. Da allora, i decessi per dipendenza e overdose sono saliti alle stelle in Oregon. Le overdose da fentanil siano aumentate del 533% nella contea di Multnomah, la contea più popolosa dello stato, tra il 2018 e il 2022. Gli spacciatori agiscono con assoluta impunità e distribuiscono la droga. Il basso costo del fentanil, pari a 0,25 dollari a pillola, ha causato un impatto devastante sui membri della sua comunità. Anche la nuova governatrice democratica entrata in carica nel gennaio 2023, ha capito la gravità dell’emergenza e concentrato i suoi sforzi per rivitalizzare Portland come segno di riscatto per l’intero stato, tra le priorità figurano la dichiarazione di un’emergenza da fentanil, il rafforzamento della polizia, l’espansione della capacità di ricovero per senzatetto, la rimozione di spazzatura e graffiti e la sospensione di tre anni sulle nuove tasse a Portland, che è la seconda città più tassata degli USA dopo New York.

Nel frattempo l’emergenza fentanil ha fatto crollare Il sostegno alla depenalizzazione. Mentre il 58% degli elettori ha approvato la Misura 110 (di depenalizzazione) nel 2020, i sondaggi mostrano che fino al 74% degli intervistati ora è favorevole a recriminalizzare il possesso di fentanil, eroina e metanfetamine e a rendere il trattamento obbligatorio, non volontario, come alternativa al carcere.

La crisi del fentanil è accompagnata dalla crisi dei senzatetto che ha colpito ogni angolo dell’Oregon, anche al di fuori dell’area metropolitana di Portland estendendosi anche alle zone rurali.

In questo emblematico è il caso di un'altra zona del paese: la California e in particolare la città di San Francisco. Secondo quanto riportato da diversi media ci sono persone che fumano fentanil e portano queste droghe per strada. Ci sono tende e degrado ovunque. Il San Francisco Chronicle ha riferito che San Francisco aveva "più di 7.754 senzatetto, di cui quasi 4.400 dormivano per strada, in una tenda o in un veicolo" nel 2022. Secondo le stime pubblicate alla fine del 2022,  un terzo dell’intera popolazione dei senzatetto degli Stati Uniti e la metà di tutti i senzatetto senza tetto vivono in California.