mercoledì 29 dicembre 2010

Film di Natale

Ieri sera siamo stati a vedere il film "La banda dei babbi Natale" di Aldo Giovanni e Giacomo, bellissimo divertentissimo. Una lezione di comicità che non ha bisogno di volgarità o doppi sensi o malizia. Un film per la famiglia.

La sera di Natale siamo stati a vedere il film "Le cronache di Narnia: il viaggio del veliero", terzo episodio della saga delle Le cronache di Narnia. Il primo film rimane il più bello, ma questo è molto ben fatto. Come nel primo l’elemento religioso, cristologico, è presente con metafore molto esplicite, con citazioni bibliche e non deve stupire visto che l'autore del libro "Le cronache di Narnia" volutamento aveva voluto scrivere una storia con una forte ispirazione cristiana. Oggi questa simbologia necessita però di essere forse spiegata visto come si è andata perdendo nella cultura popolare odierna, mentre quando il libro veniva scritto e aveva una diffusione amplissima, la simbologia cristiana era ben conosciuta e quindi più facilmente intuita. Nel film si narra della lotta contro le tentazioni, i vizi capitali, le virtù, la lotta tra il bene e il male, la conversione e il crescere nella fede sono ben narrati attraverso le storie dei protagonisti. Un film per la famiglia.

venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale 2010


Il Natale di Gesù, l’immagine del bambino raffigurato in tantissime opere e tramandato dalla tradizione popolare del presepio, ci richiamano un sentimento di dolcezza e tenerezza, ma fin da subito per Gesù e Maria e Giuseppe non fu facile. “Diede alla luce il suo figlio primogenito,lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo” (Luca2,7) e quasi
subito a ricordarci che la fede nel Bambino Gesù non è polizza assicurativa salva vita che ci risparmia dalle fatiche; anche la Chiesa nei due giorni successivi al
Natale ci fa riflettere e pregare con i brani dei martiri innocenti e del primo martire cristiano Santo Stefano.
Purtroppo ancora oggi dobbiamo ricordare molti martiri, pensiamo al martirio innocente dei bambini non nati e significativamente Benedetto XVI ha voluto iniziare l’Avvento richiamando la Chiesa ed il mondo alla difesa della vita nascente: “L’embrione è un nuovo essere vivente, dinamico e meravigliosamente
ordinato, un nuovo individuo della specie umana. Così è stato Gesù nel grembo di Maria; così è stato per ognuno di noi, nel grembo della madre”, di fronte al dramma
dell’aborto anche noi udiamo un grido “Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più” (Lc 2,18) . Pensiamo ancora ai cristiani che in Iraq, Pakistan, India, Cina, Sudan e in tanti paesi nel modo sono morti per rimanere fedeli a Gesù e alla Chiesa come diceva anche Benedetto XVI all’Angelus di santo Stefano del 2007 “Il martirio cristiano, così attuale anche nel nostro tempo, è esclusivamente un atto d'amore, verso Dio e verso gli uomini, compresi i persecutori». Un segno di questo «amore» è proprio la preghiera verso i «nemici» e i «persecutori», vissuto da tanti «figli e figlie della Chiesa nel corso dei secoli”. Ricordiamo in modo particolare monsignor Padovese che abbiamo conosciuto e che è stato ucciso in Turchia.
Perché festeggiare allora il Natale?
Non dobbiamo fermarci qui, il Natale deve rimandarci alla gioia e alla speranza, quella che ci ricordano i pastori e Isaia (Is 11,1-10) e che si incarna in quel bambino indifeso. Speranza in cui crediamo e che siamo chiamati ad annunciare perché Gesù è morto e risorto per noi.“L’uomo è vivo finché attende, finché nel suo
cuore è viva la speranza”, ha detto il Papa nell'Angelus nella prima Domenica di Avvento: “Si potrebbe dire che dalle sue attese l’uomo si riconosce”. Auguriamo a noi e te che leggerai questo messaggio di incontrare questa Speranza e cercare la risposta alla domanda con cui Benedetto XVI ha aperto l’Avvento “Io, che cosa attendo? A che cosa è proteso il mio cuore? E questa stessa domanda si può porre a
livello di famiglia, di comunità, di nazione. Che cosa unisce le nostre aspirazioni, che cosa le accomuna?”, vogliamo invitare noi e te a riscoprire e cercare visioni grandi, per nutrire gli spiriti e seminare nuovo, ragionevole, ottimismo.

domenica 19 dicembre 2010

Eugenetica high tech

Vogliamo ringraziare Vittorio Possenti per la lucida analisi svolta su Avvenire ( Vittorio Possenti su Avvenire) e per aver a nostro avviso centrato il problema, aver cioè richiamato la centralità della domanda : l’embrione umano è sino in fondo un essere umano a pieno titolo? E’ chiaro che se non lo è allora perchè stupirsi delle teorie eugenetiche? Questa mentalità un po’ utilitaristica in cui non tutte le vite hanno lo stesso valore si evidenzia in modo più esplicito nell'ambito dei malati terminali e non, per tornare poi drammaticamente all'ambito dei bambini malati come mostra il caso olandese: le cifre si riferiscono un continuo aumento, all’intero 2009 2.636 casi, più 13% rispetto al 2008. Spesso quando su questi argomenti presentiamo questo piano inclinato che porta alla selezione eugenetica, e a risolvere il problema della malattia eliminando il malato invece che il dolore veniamo guardati con sospetto. Quando si fa riflettere su come il progetto sia quello di separare completamente la sessualità dall'atto procreativo sembra che vogliamo solo presentare scenari irrealistici e apocalittici ma bene ha fatto Vittorio Possenti a richiamare quanto ha scritto il dott. Marino, che è quello che diversi anni fa ha scritto anche il dott. Veronesi esplicitamente nel libro "La libertà della vita". La loro strategia culturale è chiara, il controllo della vita e della morte che poi si trasformerà in una perdita di libertà, tema oggi usato per propagandare questi "nuovi diritti" come li chiamano. Culturalmente una società sempre più selettiva e che sempre più si pensa autonoma fino al punto di creare la vita e decidere la morte, ma non era forse questo il peccato originale, quello di credere di fare a meno di Dio? Il mondo cattolico è realmente consapevole della sfida?


«Una società che non riesce ad accettare i sofferenti e non è capace di contribuire mediante la compassione a far sì che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente è una società crudele e disumana». Citando la sua enciclica Spe salvi, Benedetto XVI ribadisce questo monito nel suo messaggio per la prossima Giornata mondiale del Malato (11 febbraio 2011).

martedì 14 dicembre 2010

Berlusconi ottiene la fiducia anche alla Camera

Berlusconi ottiene la fiducia anche alla Camera. Una vittoria politica. Vedremo adesso cosa accadrà, se Casini si sposterà nella maggioranza, se il gruppo di Fli resisterà, una cosa è certa Fini ha perso e dovrebbe dimettersi dalla Presidenza della Camera. Ci auguriamo che se il governo continui imprimi una svolta riformatrice a partire dal fisco, altrimenti una soluzione rapida che porti alle elezioni, comunque tutto ci pare sia rinviato a gennaio.
In ogni caso Berlusconi partirà da una posizione di forza avendo dimostrato che non ci sono maggioranze alternative alla sua, potrà trattare con Casini da premier in carica e non da dimissionario. Nel caso di elezioni potrà far valere la vittoria politica e la consapevolezza di non avere rivali.
Politicamente ne vedremo delle belle. Fini-Casini-Bersani si dimostrano fragili e anche un po’ ingenui avendo lasciato 10 giorni di pausa prima del voto che hanno favorito Berlusconi e logorato gli schieramenti avversari, Berlusconi già più volte si è dimostrato artefice di recuperi clamorosi come quello di oggi, un detto popolare dice di non vendere la pelle dell'orso prima che sia morto, qualcuno ha fatto male i conti e adesso ne pagherà politicamente le conseguenze.
Ci auguriamo solo che non succedano incidenti per le manifestazioni in corso oggi, dove molti sono stati convinti della prossimità di una svolta epocale e si sentiranno frustrati perchè erano ormai convinti che Berlusconi era finito.

martedì 7 dicembre 2010

2010: ennesime smentite per gli ecocatastrofisti

In merito alle questioni climatico-ambientali e alle risorse energetiche il dibattito continua ad essere molto vivace. Da sempre noi sosteniamo che l'ecocatastrofismo ed alcune scelte energetiche sono gonfiate ad arte per interessi economici e sono prive di fondamento.
É di questi giorni la notizia che Al Gore ha chiesto scusa per aver sostenuto gli incentivi economici al bio-fuel; lo ha detto ad Atene durante la “Green energy business conference” in un'intervista. "Non è stata una buona scelta politica", e ha ammesso, dopo due anni dalla crisi dei prezzi delle materie prime nel settore agro-alimentare, che c'è stata una relazione diretta tra il sostegno alle coltivazioni dirette alla produzione di bio-fuel e l'aumento dei prezzi del cibo: "The competition with food prices is real". Ma come mai ha sbagliato? E’ chiaro: era in campagna elettorale per le presidenziali e ha dato troppo retta ai contadini che chiedevano finanziamenti in questa direzione: attenzione però! a sostenerlo non siamo noi ma direttamente lui nell'intervista. Secondo il Fondo Monetario Internazionale i biocarburanti nella prima parte del 2008 sono stati responsabili del 20-30% dell’aumento dei prezzi dei cereali di quel periodo; secondo la Banca Mondiale addirittura del 75%. Ricordiamo che anche l'Unione Europea ha dovuto rivedere il suo piano per impedire che le coltivazioni di prodotti agricoli diminuissero troppo, anche se ancora oggi la UE ha come obiettivo che nel 2020 il 10% di tutti i carburanti d’Europa provenga da fonti rinnovabili. Pensate che negli USA il 41% della produzione di frumento nel 2010 è stata destinata al bio-fuel.
Purtroppo la strada degli incentivi economici per energie alternative continua pesantemente anche nel settore eolico, ma soprattutto dei pannelli solari. Come ha recentemente ribadito il professor Battaglia, dobbiamo realmente riflettere sull'impatto di questo dispendio di risorse finanziarie in un settore che non può risolvere il problema energetico: "Una centrale nucleare costa cinque miliardi. Un impianto, eolico o fotovoltaico, che produca la stessa energia, dieci volte tanto. Privarsi del nucleare per sole e vento è un business che toglie denaro a tutti per farlo intascare a pochi". ...l'articolo continua su cultura cattolica

domenica 28 novembre 2010

Governo: 9 febbraio giornata nazionale degli stati vegetativi

Il consiglio dei ministri ha approvato una direttiva, che indice per il 9 febbraio la Giornata nazionale degli stati vegetativi. "Questa data - dice il sottosegretario Roccella - ricorda a tutti noi l'anniversario della morte di Eluana Englaro, una ragazza affetta da disabilità grave la cui vita è stata interrotta per decisione della magistratura. Da oggi, sottolinea il sottosegretario, "sarà un'occasione preziosa in più per ricordare a tutti noi quanto è degna l'esistenza di tutti coloro che vivono in stato vegetativo e non hanno voce per raccontare il loro attaccamento alla vita". Questa giornata, secondo Roccella, "sarà anche un appuntamento per fare il punto scientifico su tutte le scoperte su queste situazioni di cui sappiamo ancora troppo poco. E potrà rappresentare una finestra di visibilità per queste persone e le famiglie che le accudiscono amorevolmente".
Non possiamo che esprimere gratitudine per questa decisione soprattutto in un momento nel quale viene impedito ai malati e alle loro famiglie di far sentire la loro voce da moderni cantastorie.

La crisi tra le due COREE: dove sono i pacifisti?

Settimana scorsa tra la Corea del nord e quella del sud si è sparato e ci sono stati morti e case distrutte, una situazione gravissima che segue l'affondamento di una nave militare sud coreana (42 marinai morti) qualche mese fa. Non dimentichimao poi i test missilistici e nucleari della Corea del Nord e la situazione terribile dei cittadini della Corea del Nord che soffrono la fame e la dittutura che imprigiona tutti gli oppositori e chiunque non si pieghi a questa che è una delle ultime dittature comuniste del mondo. Adesso USA e Corea del Sud hanno annunciato un esercitazione navale per rispondere e fare pressione alla Corea del nord. Certamente una crisi in Asia coinvolgerebbe anche Cina e Giappone e sarebbe gravissima sul piano militare con rischi di escalation anche nucleare ma avrebbe anche fortissime ripercussioni economiche. Certamente la Cina non permetterà che la Corea del nord tiri troppo la corda ma prima o poi qualcuno dovrà decidere di liberare la popolazione della Corea del Nord da una dittatura che con la successione del figlio del leader nipote del Caro Leader come chimano il fondatore della patria , sta diventando una monarchia ereditaria il cui unico scopo è mantenere un potenziale militare enorme da usare per avere aiuti internazionali per continuare a mantenere un regime che non produce altro che fame e miseria per il suo popolo. Grandissima anche la repressione verso la Chiesa, che vive nella più completa clandestinità poichè la libertà di religione è completamente negata. Oggi la Chiesa del Nord rimane senza clero e senza culto.

Peccato che nessun pacifista sfili per la pace tra le due Coree e quasi nessun giornale racconti le pessime condizioni di vita del popolo nord coreano privo di tutto. Ma dov'è la famosa libertà di stampa se si limita a riportare solo notizie copia incolla delle agenzie di stampa? dove sono finiti tutti i rappresentatnti delle associazioni per i diritti umani? c'è sempre un dittatore mediaticamente più cattivo e un paese su cui interessa porre l'attenzione per ragioni politiche, mentre i veri oppressi e i veri poveri non interessano a nessuno sopratutto se le dittature sono vecchie e comuniste.

mercoledì 24 novembre 2010

L’omosessualità non è mai moralmente giusta

Il Papa ricorda che il rispetto per la persona è assolutamente fondamentale e decisivo e quindi anche gli omossessuali vanno rispettati e non discriminati, ma ricorda anche che l’omosessualità non è mai moralmente giusta, rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto e cioè una sessualità aperta alla vita. Il Papa distingue sempre il giudizio sulla moralità di un comportamento da quello sulla persona , il peccato dal peccatore ma non rinuncia a dire la verità, non si può scindere la sessualità dalla natura umana e anche in caso le tendenze omosessuali siano profondamente radicate – oggi ancora non si sa se sono effettivamente congenite – allora "questa è per lui una grande prova, così come una persona può dovere sopportare altre prove" ma appunto non per questo giustificabile. Chi lo spiega ora a tutti quei cattolici confusi e cattolici adulti che sostengono Vendola che dell'omossessualità ne fa un vanto e la presenta come normale anzi come solo un fattore di scelta personale?

martedì 23 novembre 2010

La dottrina cristiana sulla morale sessuale non cambia

In merito alle anticipazione apparse sui giornali sul libro intervista al Papa Benedetto XVI vorremmo sottolineare che la dottrina cristiana sulla morale sessuale non cambia, rimane valido quanto scrisse Paolo VI nell'enciclica Humane Vitae "Tale dottrina è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l’uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell’atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo" e "richiamando gli uomini all’osservanza delle norme della legge naturale, interpretata dalla sua costante dottrina, la chiesa insegna che qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita" e nel capitolo dedicato alle Gravi conseguenze dei metodi di regolazione artificiale della natalità Paolo VI con grande lungimiranza ammoniva "i giovani specialmente, hanno bisogno d’incoraggiamento a essere fedeli alla legge morale e non si deve loro offrire qualche facile mezzo per eluderne l’osservanza. Si può anche temere che l’uomo, abituandosi all’uso delle pratiche anticoncezionali, finisca per perdere il rispetto della donna". Le parole di Benedetto XVI non mettono in dubbio l'inscindibilità dei due aspetti: unitivo e procreativo. Si fa carico però di situazioni già molto compromesse ben lontane da quell'idea di sessualità che edifica l'uomo ed allora porta ad esempio casi come quelli di una prostituta che è obbligata a comportamenti sessuali che possono metterla a rischio ed allora potrebbe sussistere la possibilità dell'uso del preservativo, restando comunque vero che non è il metodo migliore per una sessualità responsabile come non lo è per risolvere il problema dell'aids, primario rimane l'aspetto educativo di una sessualità basata su fedeltà e castità: ciò che aveva già espresso durante la visita in Africa evidenziando i buoni risultati del famoso metodo A-B-C Abc (Abstinence – Be Faithful – Condom).
Per chiarire le idee comunque ci pare utile riportare la Nota di padre Lombardi

Nota di padre Lombardi sulle interpretazioni date alle parole del Papa, riguardo i profilattici, nel libro-intervista di Peter Seewald

Il Papa allarga poi lo sguardo e insiste sul fatto che concentrarsi solo sul profilattico equivale a banalizzare la sessualità, che perde il suo significato come espressione di amore fra persone e diventa come una “droga”. Lottare contro la banalizzazione della sessualità è “parte del grande sforzo perché la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull’essere umano nella sua totalità”.

Alla luce di questa visione ampia e profonda della sessualità umana e della sua problematica odierna, il Papa riafferma che “naturalmente la Chiesa non considera i profilattici come la soluzione autentica e morale” del problema dell’Aids.

Con ciò il Papa non riforma o cambia l’insegnamento della Chiesa, ma lo riafferma mettendosi nella prospettiva del valore e della dignità della sessualità umana come espressione di amore e responsabilità.

Allo stesso tempo il Papa considera una situazione eccezionale in cui l’esercizio della sessualità rappresenti un vero rischio per la vita dell’altro.

mercoledì 17 novembre 2010

No alla cultura dell'eutanasia di Saviano e Fazio

Ci pare davvero troppo utilizzare una trasmissione TV pagata da tutti noi per fare l'elogio dell'eutanasia, settimana scorsa l'omessualità, "nuove idee" che di nuovo hanno solo la non accettazione del senso vero dell'umano. Le loro sono opinioni personali presentate come verità assolute e condivise da tutti, sul tema del fine vita nascondono la realtà di tutte quelle famiglie persone medici e associazioni che si impegnano a favore della vita e della cura della persona. Che negano diritto di parola a chi crede nella vita e alla pari dignità di tutte le persone come riaffermato anche dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo.
Gli attacchi alla Chiesa sono scontati e sanno di vecchio ma c’è il tentativo di proporsi come predicatori quasi di una religione laica che ha invitato testimonial politici che rappresentano la cultura radicale di destra e sinistra. Ricordiamo che dietro i casi Welby ed Englaro ci sono personaggi con strategie culturali e politiche, hanno avuto un percorso chiaro i cui appoggi e retroscena andrebbero più spesso ricordati, come i documenti delle commissioni dell'allora ministro Veronesi (Decreti del Ministero della Sanità 20.10.2000 prot. SSD/I/4.223.1 e 4 maggio 2001) e le perizie mediche di Defanti risultate significative nell’elaborazione della sentenza n. 21748/2007 della Corte di Cassazione, associazioni pro-eutanasia come quella di Mori che hanno guidato la vicenda giudiziaria e che il 09 febbraio 2009 presentò il libro “Il caso Eluana Englaro. La porta pia del vitalismo ippocratico. Appoggi politici chiari come quelli del presidente della Regione Friuli Venezia Guglia, anche la clinica di Udine non è scelta casualmente, sostegno anche del PD e di Fini che hanno fino ad oggi ostacolato l'approvazione alla Camera della legge sul fine vita.
Siamo nell'era del digitale che almeno questi predicatori abbiano il coraggio di farsi una loro rete con i loro soldi e non con i nostri in modo che possiamo scegliere di non finanziare queste opere culturali che ce lo lasci dire sono un po’ funeree.

domenica 14 novembre 2010

Commento alla crisi politica

Come avevamo già scritto a luglio dopo la rottura tra Fini e Berlusconi riaffermiamo oggi la convinzione che il destino della legislatura è segnato e le elezioni si svolgeranno la prossima primavera. Incerto invece il modo in cui si arriverà e su cosa succederà. L'incertezza non sta però nelle improbabili e irrealistiche ricostruzioni giornaliste che fanno intravedere la possibilità che Berlusconi faccia un passo indietro suggerendo un nuovo nome (come fece indicando Dini nel 1994) e tantomeno la possibilità che la Lega appoggi un governo diverso da quello presieduto da Berlusconi. No le elezioni dopo l'approvazione della legge di stabilità (la ex finanziaria) sono a nostro avviso ciò che accadrà. Tra tutte le soluzioni sono forse la migliore soluzione politica, anche se avremmo preferito lo scadere naturale della legislatura con un governo impegnato in una profonda azione riformatrice con la riforma della giustizia, del sistema fiscale finalmente veramente a sostegno delle famiglia, per la libertà di educazione, per lo snellimento della burocrazia, per un rilancio dell'economia, per la riforma in senso federale. Con le elezioni il governo avrà la possibilità di verificare se il paese e il popolo lo sostiene ancora e chi è all'opposizione potrà chiedere la fiducia agli italiani per una proposta nuova che ad oggi però non ha alcuna consistenza programmatica e nemmeno una vera leadership e che rischia nel ricadere in posizioni laiciste e stataliste. D'altronde il PD è allo sbando più completo, dopo che il suo candidato Boeri a Milano ha perso le primarie (con un netto calo della partecipazione) a favore del candidato di sinistra (ex rifondazione) e vendoliano Pisapia. Forse dovrebbero pensare di non farle più le primarie altrimenti finirà che il candidato del PD a primaverà sarà Vendola.
Berlusconi sa di non avere alternative a sinistra e questo gli permetterà di andare alle elezioni senza troppi patemi. Le elezioni saranno anche l'occasione per verificare la forza del cosiddetto terzo polo che incomincia ad intravedersi: Fini-Casini-Rutelli col sostegno di Montezemolo che finirà per concludere la sua corsa politica come quella della Ferrari oggi, buona prestazione ma alla fine non vincente. Speriamo che non decidano di schierarsi a Milano con Albertini adesso che Pisapia sarà il candidato di sinistra, perchè la Moratti merita di essere rieletta. In merito a questa alleanza UDC-FLI-API osiamo ancora sperare che Casini non faccia questo grave errore. Avvenire e quindi la CEI, chiaramente hanno già manifestato tutte le perplessità sulla linea politica laicista di Fini in netta contrapposizione con i valori e l'etica cattolica. In nessuno degli oppositori di Berlusconi si intravede un programma di governo forse perché hanno come unico scopo la caduta di Berlusconi ma sono divisi su tutto il resto. Casini meglio farebbe a sostenere Berlusconi e riguadagnare una posizione autorevole nel centro destra. Bossi permettendo, ma permetterà perché il leader è Berlusconi nonostante tutti i suoi errori.

La speranza della Birmania

Aung San Suu Kyi, un nome forse sconosciuto a molti, perchè nell'informazione ci sono sempre personaggi esaltati e altri no anche se sono esemplari per tenacia, personalità e qualità umane. Certo il fatto che Aung San Suu Kyi abbia deciso di proseguire la sua battaglia, anche dopo molti anni di prigionia, senza violenza e rancore e usando la parola speranza e libertà può essere meno accativante che dichiarazioni che fanno clamore. Ma proprio per questo questa donna è una grande donna e sicuramente nel futuro il valore della sua testimonianza non violenta per la libertà del suo popolo potrà essere paraganota a quella di Nelson Mandela in SudAfrica. La testimonianza della lotta attraverso la non violenza è importantissima e deve ricordarci il suo vero significato che non sta nella rassegnazione o accettazione della situazione ma di un costanza e perseveranza nel rivendicare i diritti fondamentali della persona ma senza ricorrere all’uso delle armi. La sua lotta come quella che furono quelle di Nelson Mandela o di Cosason Aquino nelle Filippine ci ricordano anche come per l’uomo non possa rinunciare al desiderio di libertà. Per Aung San Suu Kyi nessun rancore, invece pacificazione, speranza, certezza del risultato: la fine della dittatura. Infatti anche se non sono state certo elezioni democratiche il fatto che in Birmania si siano svolte delle elezioni e che poi Aung San Suu Kyi sia stata finalmente liberata può essere l'inizio di un lungo percorso che renda la Birmania libera e democratica. Solo il tempo però potrà dire se la liberazione di Aung San Suu Kyi, è più il segno della forza del regime o non della sua debolezza sul piano internazionale o la sua resa democratica della Birmania. Birmania la chiamiamo così come ha fatto Aung San Suu Kyi, Myammar infatti è il nuovo nome deciso dalla giunta militare che guida la dittatura, giunta che ha deciso tra le altre cose di trasferirsi e trasferire gli organi del governo in un nuova città fondata e costruita nella giungla, mostrando cosi la sua distanza dal popolo. In questa dittatura molte sono state le vittime, le minoranze etniche, gli oppositori politici, i monaci buddisti, ma è doveroso ricordare anche la repressione che ha colpito tutti i religiosi e missionari cristiani che erano presenti nel paese e che esplusi dalla Birmania negli anni 70. Per fortuna avevano preparato e formato il clero locale e costruito un sistema educativo e laicale che coraggiosamente ancora oggi educa i bambini e i ragazzi sopratutto delle minoranze ed evangelizza la popolazione. Uno di questi missionari espulsi è padre Mario Meda, che inventò le adozioni d’amore precursori delle più ben note adozioni a distanza e per questo ricevette l’ambrogino d’oro. Noi siamo onaorati di sostenere questa attività tramite l'adozione a distanza di bambini e ragazzi birmani tramite il PIME.

domenica 7 novembre 2010

Una donna a capo della CGIL: contano le idee, non il sesso

Lettera pubblicata su Il Giornale il 7/11/2010

Da molte parti viene salutata come una svolta epocale l'elezione alla segreteria della CGIL della Signora Camusso, solamente per il fatto che si tratta di una donna ma il valore della svolta dipende dalle idee e dalle qualità della persona. Vogliamo allora ricordare le parole di Benedetto XVI nell'enciclica Caritas in Veritate, primo fra tutti la consapevolezza che oggi "occorre affermare che la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica" e che "non c'è sviluppo senza difesa della vita", inoltre oggi "Il contesto globale in cui si svolge il lavoro richiede anche che le organizzazioni sindacali nazionali, prevalentemente chiuse nella difesa degli interessi dei propri iscritti, volgano lo sguardo anche verso i non iscritti e, in particolare, verso i lavoratori dei Paesi in via di sviluppo, dove i diritti sociali vengono spesso violati". Non ci sembra che la Signora Camusso incarni queste nuove prospettive, anzi la ricordiamo più volte impegnata in polemiche nella regione Lombardia contro le normative regionali a difesa della vita.

mercoledì 27 ottobre 2010

Noi non ci rassegniamo e diciamo tutte le vite umane hanno uguale valore

Due casi di questi giorni ci devono interrogare seriamente su quale società vogliamo costruire e su quali diritti vogliamo tutelare. I due fatti diversi tra di loro mostrano come i diritti del bambino e il fontale diritto alla vita sia sempre più un arbitrio in mano al relativismo etico.

Un risarcimento di un milione e 600 mila euro è stato riconosciuto ad una coppia di coniugi per un errore diagnostico che non li ha avvertiti della malattia del figlio e quindi non ha loro consentito di procedere con l'aborto. Come ha scritto il Foglio siamo ormai all'ideologia della "nascita sbagliata". Forse non tutti si rendono conto che questa sentenza ammette e permette che una vita malata può essere selezionata e impedita. Pur comprendendo le fatiche e i sacrifici cui sono sottoposte le famiglie che devono affrontare una seria malattia del loro figlio , non possiamo arrenderci a questa idea di uomo che ricorda troppo da vicino la rupe tarpea. Noi non ci rassegniamo e diciamo tutte le vite umane hanno uguale valore e tutte arricchiscono l'umanità, tutte sono segno di amore.

Che dire poi della notizia che appare sui giornali dove si racconta di un disabile (ironia della sorte proprio quella persona che forse oggi è ritenuta inutile e quindi sarebbe selezionata alla nascita) che vuole offrire il suo sperma per permettere a coppie di lesbiche di avere un figlio: un bambino ha diritto ad avere una mamma ed un papà, anche su questo non si può prescindere. L'idea, o meglio l'ideologia, che solo i sani debbano nascere o continuare a vivere (vedi anche l'eutanasia) è completamente disumana essendo l'uomo per sua natura sottoposto alla malattia e al dolore, ma forse è proprio questo il problema: si vuole disumanizzare l'uomo. Anche i recenti casi sulla fecondazione eterologa e con Fivet o attraverso un ragazzo disabile che si offre ad una coppia di lesbiche per avere un figlio (se si riflette l'eterologa anche in provetta è simile a questa "naturale" come scrivono i giornali) che per natura non possono avere in quanto dello stesso sesso, rappresenta l'estremizzazione di desideri che non rispettano o accettano la natura dell'uomo.

In margine al Sinodo del Medio Oriente: persecuzione e perdono

In margine al Sinodo del Medio Oriente: persecuzione e perdono

Le comunità cristiane in situazioni di grave persecuzione sono un segno indispensabile di speranza. Speranza offerta anche a quei paesi dove soffrono, speranza che nasce dalla rinuncia alla vendetta, dalla misericordia e dal perdono e dalla preghiera per i propri persecutori. Per la situazione dei cristiani in Asia valgono sicuramente le parole recentemente pronunciate da Papa Benedetto XVI all’apertura del sinodo della Chiesa del Medio Oriente.

I gemelli e la vita prenatale

Uno studio universitario, che ha coinvolto 3 diverse università italiane ed è stato pubblicato sulla rivista «PLos One», ha dimostrato che nei gemelli si evidenziano già prima della nascita delle volontà di relazione, nel grembo materno infatti si muovono uno verso l’altro e in modo diverso rispetto ai movimenti che compiono per interagire con la madre. Già qualche anno fa il Daily news aveva pubblicato le incredibili foto di un’ecografia 3D nella quale due gemelli si davano un bacio evidenziando così gesti di affettività e sentimenti presenti quindi fin dalla fase prenatale. Gli studi appena pubblicati dimostrano come il forte legame tra i gemelli nasce e dipende dalle loro relazioni già nel grembo materno, e che ognuno di noi ha inscritto dentro di sé il desiderio di amore e la ricerca dell’altro, della relazione; confermando così che l’uomo la ricerca fin da subito: prima con la madre e poi col fratello se si trova a dividere con lui lo spazio fin dall’inizio come nel caso dei gemelli. Interessante sapere, come scrive Bellieni su Avvenire (20 ottobre 2010), che riguardo al feto “la ricerca scientifica ci mostra come si muove, come risponde agli stimoli, anche a quelli dolorosi, perché dalla metà della gestazione il feto è in grado di sentire il dolore. Le ricerche in questo campo sono pubblicate sulle maggiori riviste di medicina. Ad esempio Julie Mennella, dal Texas ha studiato come si formano i gusti alimentari nel feto, l’irlandese Hepper come impara le voci prima di nascere. Hans Veldman e Catherine Dolto hanno studiato come entra in contatto con mamma e papà prima di nascere e come questi possano comunicare con lui/lei attraverso una metodica detta ‘aptonomia’, basata sulle carezze attraverso la parete del pancione”. Le nuove tecnologie nell’ecografia ci mostrano che il bambino ride, piange.
Tutto ciò ci spinge ad alcune considerazioni: nessuno può, se non ideologicamente, negare i sentimenti che già caratterizzano la nostra vita e quindi la vita umana fin dal grembo materno. Riflettendo sull’aborto dobbiamo soffermarci sul fatto che oltre al fatto gravissimo di interrompere una vita, sono interrotti i legami che ha già incominciato a costruire. L’aspetto relazionale ci ricorda che la decisione sulla vita interpella ancora di più le nostre coscienze, ci coinvolge tutti.
La ricerca della relazione nel grembo materno ci ricorda anche l’innata e insopprimibile ricerca della relazione con l’Altro, con Dio, che se accolta permette di accogliere gli altri. L’uomo non nasce solo e privo di legami ma li ricerca per tutta la vita.

venerdì 8 ottobre 2010

Gioia per il premio Nobel per la pace al dissidente Liu Xiaobo

Vogliamo esprimere la nostra gioia nell'apprendere la notizia dell'assegnazione del premio Nobel per la Pace al dissidente cinese Liu Xiaobo.
Una decisione coragggiosa visti i molteplici interessi economici e politici che coinvolgono i rapporti con la Cina.
Questo premio è un segno di speranza e di richiamo perchè anche in Cina e in altri paesi possono essere riconosciuti i dirirtti fondamentali della persona primi tra tutti la libertà, la giustizia, la libertà di religione e il diritto alla vita.
Anche se scontato deve fare riflettere il tentatico delle autorità cinesi di censurare la notizia in Cina.

venerdì 1 ottobre 2010

Biotecnologie e staminali tra illusioni e realtà

L’estate 2010 è stata contrassegnata da un'ampia discussione sulle cellule staminali embrionali, soprattutto in conseguenza di due fatti accaduti entrambi negli USA. La FDA ha deciso di dare via libera agli esperimenti sull’uomo di cellule staminali embrionali. In direzione opposta invece la decisione di martedì 24 agosto 2010 di una corte distrettuale americana, di dire no ai finanziamenti pubblici per gli studi sulle cellule staminali embrionali, decisione confermata il 9 settembre da un giudice federale statunitense che ha respinto il ricorso presentato dell’amministrazione Obama, ma poi smentita dalla Corte d’appello federale di Washington il 10 settembre. La vicenda giudiziaria appare quindi complicata ma ha inizio col ricorso presentato da un ricercatore contrario a quanto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva invece concesso. Cioè il finanziamento con i soldi dei cittadini alle ricerche sulle cellule staminali embrionali. Ricordiamo che il precedente Presidente G. W. Bush aveva vietato l'uso di fondi federali per distruggere gli embrioni umani.
Ma cos’è una cellula staminale? .... leggi l'articolo pubblicato su Cultura Cattolica Biotecnologie e staminali tra illusioni e realtà

Rifiutare i bambini? “Verde” ma senza speranza

il nostro articolo sulla dnatalità articolo pubblicato su Cultura Cattolica

Quest’estate sulla famiglia e più in generale sulla denatalità in Italia, su giornali italiani e stranieri, sono stati pubblicati molti articoli, statistiche, interviste.

Rifiutare i bambini? “Verde” ma senza speranza

giovedì 23 settembre 2010

Famiglia e Denatalità un problema culturale

Quest’estate sulla famiglia e più in generale sulla denatalità in Italia ci sono stati vari dati, articoli, interviste su giornali italiani e stranieri. L’Italia spende per la famiglia l’1,4% (cioè sui 22-23 miliardi di euro) del Prodotto interno lordo,lontana dal 2,1% di media nella Ue a 15 e il 2% della complessiva Unione a 27, la Germania l’Austria (2,8%) la Francia (2,5%) i paesi scandinavi oltre il 3%. In generale per le spese per la famiglia e la maternità l’Italia spende il 4,7% a fronte dell’8% di media dell’UE. L’Italia rimane quindi uno dei paesi col più basso tasso di natalità del mondo e nello stesso tempo uno di quelli che spende meno per maternità e famiglia. Quindi si fa spesso l’equazione pochi soldi per le famiglie uguale scarsa natalità. Varie personalità hanno commentato la situazione italiana in particolare ci è piaciuto Gotti Tedeschi neopresidente dello IOR che ha avuto il coraggio di dire che invece la denatalità è legata soprattutto ad un aspetto culturale.
L’idea che da molti decenni plasma la cultura occidentale, appoggiata da giornali e da gruppi economici e scientifici, è quella che meno si è più si è ricchi.
Per Gotti Tedeschi , e noi condividiamo, invece questa idea e cultura si è dimostrata perdente sotto tutti i punti di vista: economico, sociale, finanziario. La bassa natalità aumenta la proporzione della popolazione che invecchia e quindi le spese sociali, alimenta la crisi abbassando risparmi e consumi, facendo aumentare le tasse che non aumento la popolazione non possono diminuire e causando secondo gotti Tedeschi i presupposti per la crisi economica. Inoltre una società vecchia ha meno propensione al rischio, è meno orientata al futuro, a produrre, a cambiare la società, a spendere ed investire. Ma nonostante questo per anni c’è chi ha predicato la denatalità addirittura la decrescita e adesso che c’è veramente tutti capiscono che non è meglio, e che invece la società deve puntare allo sviluppo demografico ed economico che per secoli sono stati alla base dello sviluppo occidentale, e si può vedere sono ora alla base di quello Asiatico o dei paesi emergenti, o rivedere la storia economica dell’Europa che è cresciuta quando è aumentata la popolazione e la qualità della vita creando un circolo virtuoso.
Bisogna tornare ad avere il coraggio di puntare al futuro, di rischiare sia dal punto di vista economico che culturale che demografico puntando all’aumento della natalità.
Chi pensa che per poter fare figli è necessario uno standard economico di garanzia, pur essendo il fattore economico importante, in verità antepone un discorso un po’ egoistico di pensare che i figli diminuiscono il tenore di vita, esemplare quanto apparso recentemente sull’inserto IO Donna del più importante e diffuso giornale italiano, dove vengono riportate diverse testimonianze che suggeriscono un elogio alla vita senza bambini, cosa non certo nuova come sottolinea lo stesso inserto che cita libri e film che hanno avuto ampio successo e diffusione. C’è addirittura chi sostiene che non procreare non è solo un diritto, non solo ci si risparmiano problemi e spese, ma è una scelta “verde”. Preoccupanti i dati riportati che evidenziano una tendenza culturale presente nel mondo occidentale, secondo una ricerca citata dalla Hymas, nel 2002 il 59 per cento degli adulti americani negavano che una vita senza figli sia vuota (nell’88, erano il 39 per cento), e solo il 41 per cento, nel 2007, pensava che i figli fossero centrali nel matrimonio (erano 65 su cento nel ’90). Sempre i bambini e i giovani sono stati il futuro delle nazioni e delle civiltà, allora per evitare che la previsione un pò catastrofista del Washington Post, che ha intitolato un articolo Italy R.I.P prevedendo che nel giro di qualche decennio gli italiani saranno solo 10 milioni, si avveri serve un cambio di politica veramente a favore della famiglia ma soprattutto un cambio culturale.

martedì 21 settembre 2010

Piccolo appello per far risorgere il Movimento

pubblicato su Il Foglio del 21 settembre 2010

In merito all'articolo comparso su Il Foglio di 16 settembre di Agnoli, condividiamo la preoccupazione per l'immobilismo presente nel movimento per la vita, per i personalismi che hanno portato a divisioni anche tra i vari movimenti locali. Manca una seria azione che porti a fare rete tra i vari movimenti pro-life. Condividiamo dal punto di vista contenutistico l'operato di Carlo Casini che ha saputo guidare il movimento nelle scelte decisive a favore della vita anche di fronte alle nuove problematiche emergenti sapendo scegliere strategie vincenti (vedi legge40/2004, fine vita). Casini ha guidato il movimento quando la battaglia per la vita era minoritaria.
Adesso però è necessario un ricambio generazionale che rivitalizzi il movimento con uno slancio nuovo. Che proponga una nuova generazione libera dagli scontri anche aspri che hanno segnato il movimento. Il movimento per la vita ambrosiano ha già operato questa scelta, il presidente e tre membri del direttivo hanno meno di 40 anni e la continuità generazionale è garantita dalla presenza degli ex presidenti. La nostra posizione ci spinge a richiedere un Congreso Straordinario dove ci sia un solo punto all'ordine del giorno: ricambio del gruppo dirigente con riconoscimento di correttezza contenutistica e perciò culturale compiuti in tanti anni di gestione produttiva, ma che segni una svolta generazionale.


Luca Tanduo vice-presidente del movimento per la vita ambrosiano
Andrea Verga direttivo (ex presidente)
Chiara Corrado direttivo
Paolo Sorbi direttivo (ex presidente)
Paolo Tanduo direttivo - responsabile dei giovani

sabato 31 luglio 2010

La rottura tra Fini e Berlusconi

In questi giorni si è consumata la rottura tra Fini e Berlusconi, alcune brevi considerazioni, perchè aprire la crisi dopo le regionali che con un vittoria indiscutibile invece avevano aperto ad un periodo di tranquillità e ad una possibile fase modernizzatrice del paese? Perchè attaccare il governo sulla lotta alla mafia come fatto da Granata, non sconfessato d Fini, dopo i numerossisimi successi del governo che ha raggiunto risultati come nessuno altro prima? Perchè attaccare Verdini senza aspettare l'esito delle indagini dando sfogo ad un mai sopito giustizialismo di destra? Ma la politica deve avere una sua autonomia rispetto alla magistratura? Si proprio questo alla fine è stato ciò che ha reso impossibile la ricomposizione della rottura, un ritorno al giustizialismo mascherato da questione morale (che pure esiste ed è chiaro che è comunque ineludibile) ma che è stata usata solo a per politici per conquistare posizioni (in realtà il vero problema è quale spazio Fini voleva) e che ha affossato anche la legge sulle intercettazioni. Questo per Berlusconi è risultato inacettabile. Rammarica il fatto che per commentare la rottura si assegni l'etichetta di uomini liberi a quelli che seguono Fini, come se gli altri non lo fossero. D'altronde Fini ha usato nella conferenza stampa frasi molto simili a quelle usate dal centro-sinistra. Certo Fini fuori dal Pdl avrà ancora mani più libere per ostacolare l'agenda del governo e forse in questo è stato sottovalutato il peso del nuovo gruppo che si sta formando sopratutto se sarà determinante ai fini della maggioranza alla Camera. Non è da escludere però che Berlusconi cercherà nuovi appoggi come potrebbe essere quello di Casini e il segnale potrebbe essere la vicepresidenza del CSM all'UDC, inoltre agli ambienti cattolici forse non dispiacerebbe un ritorno dell’UDC nella maggioranza anche se i rapporti tra Lega e UDC sono conflittuali. Ma certamente Fini deve essere molto cauto perchè una rottura che portasse alle elezioni sarebbe per lui la fine politica, nessuno spazio rilevante esiste fuori dall'alleanza Pdl-Lega e Fini non può nemmeno contare sul sotegno della Chiesa come invece ha potuto fare Casini. Insomma forse Berlusconi ha agito di impulso (a dopo mesi e mesi di provocazioni si può davvero dire così?) , forse è prevalsa un antipatia personale reciproca ma alla fine in uno scontro frontale chi può perdere è solo Fini anche perchè come si è nuovamente dimostrato in questi giorni il Pd e l'opposizione non fanno più nemmeno notizia se non per il fatto che si sono ridotti a tifare Fini per far cadere Berlusconi. Certo Berlusconi rischia di far cadere il Governo e quasi sicuramente la legislatura ora non arriverà alla fine comunque vada, ma bisogna dargli atto di chiarezza e coraggio, forse basato anche sul fatto di sapere di non avere un rivale nel caso di elezioni anticipate.

venerdì 23 luglio 2010

Il caso FIAT

Questa estate sarà certamente ricordata anche per il caso FIAT, prima il contratto di Pomigliano e il contrasto con la FIOM adesso l'annuncio che il nuovo modello Lo sarà prodotto in Serbia. Una cosa subito va detta con chiarezza alla base di queste scelte ci sono problemi di produttività (se è vero che nello stabilimento in Polonia è più alta che a Pomigliano) e anche di costi della manodopera (in Serbia appunto) ma non solo, il fallimento della trattativa per l'OPEL l'anno scorso sicuramente ha ridotto le potenzialità sul mercato europeo lasciando che i costi fissi con l'attuale livello di market share siano insostenibili.
Il caso FIAT mette in luce secondo noi due aspetti che dovrebbero tutti interrogarci:
Il ruolo dei sindacati come la FIOM che non comprendono l'attuale situazione economica e non difendo i veri diritti ma i soliti furbetti, vedi per esempio il sindacalista che va alla manifestazione di Pomigliano usando un permesso retribuito per motivi famigliari, o la richiesta di sospensione della paga nei primi 3 giorni di malattia da parte della FIAT che nasconde in realtà un tasso di assenteismo elevato e non giustificato che si cerca di riportare a livelli normali. Oppure pensiamo allo sciopero per vedere la partita dei mondiali di Termini Imerese. Certo il piano FIAT prevedeva qualche sacrificio, ma in Germania per mantenere l'occupazione o hanno aumentato gli orari di lavoro senza incrementare i salari già alti, o hanno ridotto i salari. In Italia invece i sindacati pensano ancora che la FIAT sarà sempre obbligata a produrre in Italia, e forse lo era finché pagava i costi lo Stato che per fortuna ha interrotto questi finanziamenti, e quindi sembrano non accorgersi che il rischio e' la perdita del posto di lavoro. Ma perché il sindacato non si impegna per aumentare la produttività? Certo i diritti fondamentali vanno difesi e forse da parte di FIAT c'è un tono un po’ arrogante che sfrutta l'attuale situazione economica, ma ci sono anche reali problemi di produttività e questo non riguarda solo la FIAT ma l'industria italiana.
Un secondo punto riguarda l'indotto che sarà fortemente penalizzato da queste decisioni di FIAT, ma qui il vero problema è che non si è mai consentito di istallare in ITALIA impianti industriali di marche straniere che aprissero alla concorrenza anche il settore dell'indotto e la FIAT stessa. Ricordiamoci su tutto il caso ALFA ROMEO e la decisione del presidente dell'IRI di allora Romano Prodi di svenderla alla FIAT invece di venderla alla FORD. Insomma n Italia in alcuni settori si è impedito una giusta concorrenza ed allora come ora tutto risulta condizionato dalle decisioni industriali di pochi, in questo caso Marchionne, che evidentemente ha già deciso di trasformare la FIAT in un industria nord americana (mondo da cui viene e a cui è legato) e non più italiana. Certo è che, siano italiani, polacchi o serbi, a beneficiare del posto di lavoro sono sempre persone e famiglie che ne avranno un beneficio quindi è un po’ anacronistico pensare che debbano lavorare solo gli italiani, ma è anche vero che in Italia non ci sono investimenti stranieri e se anche le industrie italiane lasciano forse diventeremo quello che molti auspicano, ma noi no, la Florida d'Europa un paese buono solo per il turismo, a patto che organizziamo almeno quello.

mercoledì 14 luglio 2010

MONDIALI prendiamo esempio

Sono finiti i mondiali
ha vinto la Spagna e seconda e' arrivata l'Olanda....ma i festeggiamenti sono stati gli stessi, grandi festeggiamenti per la nazionale anche in uruguay ed in ghana, ecco gli olandesi e questi paesi ci insegnano che non si festeggiano solo i vincitori ma anche chi si impegna fino alla fine. Una lezione anche per noi italiani che di impegno in questo mondiale ne abbiamo messo ben poco, e anche una lezione di sport per un paese come il nostro in cui sin dalla fanciullezza e' importante solo chi arriva primo, un paese in cui non si accetta di perdere . Come sottolineato da un bell'articolo di Samek Lodovici su Avvenire, Ratzinger quando era Cardinale ha ricordato come nel calcio avviene una felice sintesi tra la libertà e le regole . Ratzinger sosteneva come il gioco "Costringe l’uomo a imporsi una disciplina in modo da ottenere con l’allenamento, la padronanza di sé; con la padronanza, la superiorità e con la superiorità, la libertà. Inoltre gli insegna soprattutto un disciplinato affiatamento: in quanto gioco di squadra costringe all’inserimento del singolo nella squadra. Unisce i giocatori con un obiettivo comune; il successo e l’insuccesso di ogni singolo stanno nel successo e nell’insuccesso del tutto": allora forse l'esasperazione dell'individualismo potrebbe spiegare la nostra incapacità a godere del gioco e a raggiungere risultati positivi.

martedì 29 giugno 2010

Famiglia e coppie di fatto. Non può esserci equiparazione automatica

Negli scorsi giorni la Corte europea di Strasburgo ha respinto un ricorso di una coppia gay contro l’Austria che gli ha negato le nozze. Nella motivazione della sentenza si fa riferimento all’articolo 9 della Carta dei Diritti fondamentali della Ue: «Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio». Ricordiamo che anche la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO afferma nell'art 16 "Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia" e riconosce come "La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato". La sentenza quindi riafferma principi già riconosciuti. L'importanza della sentenza sta nell'aver respinto il tentativo dei gay di attivare il piano scivoloso per cui, ottenute “le parter¬ship registrate” si passa a chiedere che i diritti inclusi siano gli stessi di quelli del matrimonio, mirando ad acquisire anche quelli di paternità ed adozione. Questo ricorda anche all’opinione pubblica che l’Italia non è l’unico paese dove non si riconoscono i matrimoni di coppie omosessuali, e il fatto che questa notizia sia apparsa sommessamente dimostra come la stampa evidenzia notizie su questi temi solo in maniera unidirezionale, immaginiamo l’enfasi che avrebbe avuto se fosse stata in direzione opposta. E' importante anche che la corte abbia interpretato i diritti dell'uomo nel senso in cui sono stati scritti senza per una volta dargli un significato differente. Ricordiamo che recentemente la Consulta ha rigettato ricorsi analoghi(14 Aprile 2010) anche in Italia.
Ci domandiamo però se questo richiamo alle leggi nazionali non possa essere un po’ pericoloso nel momento in cui diversi Stati hanno approvato legislazioni che equiparano le unioni gay a quelle matrimoniali consentendo addirittura l'adozione da parte di queste coppie.
Non ci si può quindi solo affidare a maggioranze e legislazioni che potrebbero essere modificate, di fronte ad una sentente comunque positiva che ferma una deriva etica sul piano delle relazioni personali e della legislazione in tema di famiglia è però necessario riaffermare come detto Benedetto XVI che "tutti gli uomini, credenti e non credenti, sono chiamati a riconoscere le esigenze della natura umana espresse nella legge naturale e ad ispirarsi ad essa nella formulazione delle leggi positive, quelle cioè emanate dalle autorità civili e politiche per regolare la convivenza umana. Il Venerabile Giovanni Paolo II scriveva nella sua Enciclica Evangelium vitae parole che rimangono di grande attualità: "Urge dunque, per l'avvenire della società e lo sviluppo di una sana democrazia, riscoprire l'esistenza di valori umani e morali essenziali e nativi, che scaturiscono dalla verità stessa dell'essere umano, ed esprimono e tutelano la dignità della persona: valori, pertanto, che nessun individuo, nessuna maggioranza e nessuno Stato potranno mai creare, modificare o distruggere, ma dovranno solo riconoscere, rispettare e promuovere" (n. 71).

giovedì 24 giugno 2010

PUBBLICITÀ OSCENA - OFFESA AL SENSO DEL PUDORE

La nostra lettera pubblicata su Abvvenire il 23 giugno 2010

Caro direttore, vorremmo esprimere anche noi, il nostro disappunto per la pub­blicità di prodotti di alimenti per ca­ni e gatti che invade le nostre città (non solo Milano). Questa pubblicità offende la dignità umana oltre che il senso comune del pudore e troviamo as­surdo che i bambini e i ragazzi ne sia­no stati esposti. Contiene inoltre mes­saggi subliminali, evoca la parola a­more a fianco di immagini di uomini e donne nudi tutti insieme e tende ad equiparare gli uomini agli animali. Ma l’uomo non è come tutti gli altri ani­mali. Purtroppo le coscienze oggi so­no sempre più assuefatte a ogni cosa. Ci sembra che il vero pericolo non sia la mancanza di libertà di espressione (già immaginiamo che si faccia ap­pello ad essa), ma piuttosto l’equivo­co illuminista di una libertà che di­venta fine a sé stessa.

giovedì 3 giugno 2010

La morte di Mons Padovese

Ucciso Mons Padovese
Esprimiamo profondo cordoglio per la scomparsa di Mons. Luigi Padovese e vicinanza alla comunità cattolica turca.
Mons Padovese era stato ospite del Centro Culturala San Benedetto Venerdì 3 aprile 2009 all'incontro “La legge e la libertà” scarica il testo del suo intervento. Diceva Mons Padovese "San Paolo ci ricorda che possiamo essere liberi da e liberi di, se anzitutto siamo liberi in Cristo".

Il suo impegno per la Chiesa di Tarso - Il cordolio del Papa

mercoledì 2 giugno 2010

La Lombardia una caso esemplare

Vogliamo esprimere il nostro ringraziamento al presidente Formigoni e alla sua giunta per aver varato un provvedimento di sostegno alla maternità che si impegna a dare un aiuto economico alle mamme che rinunciano all’aborto. Tutti coloro i quali continuano a sostenere che l’aborto è un necessario per garantire la libertà della donna dovrebbero seriamente interrogarsi sul fatto che molte donne abortiscono solo per motivi economici, sono pari al 45% dei casi che arrivano ai CAV. Se consideriamo poi che le donne di cittadinanza straniera assistite dai CAV sono passate dal 16% sul totale delle donne assistite del 1990 al 49% del 1996 all’82% dello scorso anno, il diritto all’accoglienza inizia dalla difesa della vita di questi bambini. Importantissima è la decisione di avvalersi della collaborazione dei CAV che nel silenzio generale o quasi hanno operato per 30anni per una vera prevenzione delle cause che spingono le donne all’aborto e hanno fatto nascere più di 120.000 bambini e che finalmente vedono riconosciuto il loro ruolo. Il finanziamento infatti avverrà grazie al ruolo dei CAV i quali faranno un progetto per la neo-mamma che per accedere al fondo dovrà accettarlo. Pretestuose le polemiche di chi come al solito si ferma all’ideologia senza guardare ai fatti. I consultori pubblici purtroppo spesso forniscono solo il certificato per abortire, una dato dovrebbe far riflettere: Le Gestanti che si sono presentate ad un CAV con il certificato per abortire sono state nel 2009 solo il 7% del totale delle mamme aiutate. la percentuale di Gestanti inviate ad un CAV da un Consultorio Pubblico solo il 5%.
La Lombardia e i suoi cittadini sono da sempre impegnati nell’accoglienza delle mamme e della vita se si pensa che i dati dei CAV della Lombardia sono: nel 2009 il CAV Milano Mangiagalli ha assistito ben 2810 donne e fatto nascere 1125 bambini, il Centro di Aiuto alla Vita Ambrosiano ha assistito 263 gestanti e supportato in ugual maniera altri 189 nuclei familiari, in gran parte di stranieri, il CAV di Bergamo ne ha fatti nascere 324, Cremona 221, Mantova 238, Como 112, Cernusco sul Naviglio 115, CASSANO assano D’Adda 51, Brescia 94, Busto Arsizio 67, Legnano 64, Lodi 57, San Donato Milanese 171. La Lombardia è la Regione italiana nella quale nel 2009 vi è stato, con riferimento alla popolazione residente, sia il maggior numero di Bambini nati grazie ai Centri di Aiuto alla Vita (44 ogni 100.000 abitanti) che di Gestanti assistite (66 ogni 100.000 abitanti); la Lombardia ha 58 CAV, in Italia ce ne sono 331.Ma questo non basta perché in Lombardia ci sono stati nel 2008 20.368 aborti (in Italia nel 2008 sono state effettuate 121˙406 interruzioni di gravidanza RELAZIONE DEL MINISTRO DELLA SALUTE SULLA ATTUAZIONE DELLA LEGGE 194).

L’aborto pubblicizzarlo o prevenirlo?

La politica influenza le scelte sulla vita e in questo articolo ne mostreremo alcuni esempi in direzioni opposte. Mentre in Lombardia si finanziano progetti per prevenire le cause economiche che portano all’aborto e facilitare la scelta delle ragazze e delle donne di accogliere la vita e non abortire, e per questo ringraziamo il presidente Formigoni e la regione Lombardia per questa scelta coraggiosa, in altre in altre regioni d’Europa come in Inghilterra e Galles si permette invece di pubblicizzare un messaggio pubblicitario promosso dall'organizzazione femminista Marie Stopes International che dice: “Una voce fuori campo pone la domanda: “Hai un ritardo?”, riferendosi al ritardo nel ciclo mestruale.Il messaggio pubblicitario non menziona la parola “aborto”, ma mostra un'adolescente a una fermata dell'autobus, una madre con due bambini che camminano e una ragazza in un bar che guarda in strada.“Se hai un ritardo, potresti essere incinta. Se sei incinta e non sai cosa fare, Marie Stopes International può aiutarti”, suggerisce la pubblicità, peccato che questa associazione non aiuta le neomamme a risolvere i loro problemi e non le aiuta ad accogliere la nuova vita ma è un agenzia che promuove l’aborto(25 maggio 2010 ZENIT.org)”. Siamo arrivati al peggio alla pubblicità dell’aborto ma “L'aborto non è un servizio al consumatore”, come hanno affermato in un comunicato stampa i Vescovi di Inghilterra e Galles dopo la diffusione nel Paese del primo messaggio pubblicitario sull'aborto. La politica può scegliere quali associazioni promuovere e in che direzione andare questi due esempi sono chiari, in Lombardia le istituzioni favoriscono e finanziano le attività per prevenire l’aborto, in Inghilterra le istituzioni favoriscono la pubblicità di associazioni che promuovono l’aborto spacciandolo per un aiuto alle donne, peccato che oltre la morte del bambino l’aborto crea tantissime conseguenze psicologiche e fisiche negative sulla donna ma questo non viene mai detto neanche in Italia da quelli che si ostinano a vedere nell’aborto una “soluzione” senza pensare alla vera salute delle donne e dei nascituri. Infatti la sindrome post aborto crea problemi di depressione e anche di suicidio in percentuale maggiore nelle donne che hanno abortito, problemi relazionali all’interno della coppia e delle famiglie nelle quali è avvenuto l’aborto, problemi anche sessuali e di disturbo del sonno nelle donne che hanno abortito, naturalmente in Italia questo è un tema tabù che invece andrebbe maggiormente studiato ed affrontato per aiutare le donne a scegliere la vita e anche la loro salute.

lunedì 31 maggio 2010

La legge sulle intercettazioni è necessaria

Noi riteniamo la legge sulle intercettazioni necessaria per limitarne un uso improprio e speriamo eliminare il mal costume di denigrare pubblicamente le persone a mezzo stampa e quindi ad una loro condanna mediatica a cui potrebbe invece seguire una completa estraneità dall'esito dell'eventuale processo. Sempre che si stia parlando di reati. E' vero che le intercettazioni sono necessarie per le indagini ed infatti saranno estromessi dalla legge quelle per le indagini per i reati mafiosi o terrosimo ecc... Ed è giusto preoccuparsi che non venga indebolita la lotta alla criminalità ma la questione centrale è l'uso delle intercettazioni su mezzo stampa o mass-media. In Italia ciò che non è chiaro è poi la sproporzione dele intercettazioni rispetto ad altri paesi. Che dire poi del fatto che i giornali ricevono i testi dagli stessi ambienti inquirenti? come mai vengono rese pubbliche informazioni sottoposte a segreto istruttorio violando già l'attuale legge? e nessun viene punito per cio'? come mai sono pubblicate solo intercettazioni di politici di dx e sx o personaggi famosi, ma non vediamo mai le intercettazioni dei mafiosi?
Le intercettazioni cosidette a strascico sembrano confermare la tesi che condividiamo di chi afferma che "le intercettazioni vengono usate non per trovare prove e conferme di indizi di reato già ottenuti ma come strumenti per cercare la stessa notitia criminis. Secondo uno schema tipico dello Stato inquisitore". Tutti sono sospettatibili quindi ascoltiamo cosa dicono e troveremo qualcosa per cui accusarli: un regime basato sulla denuncia reciproca e basato sul sospetto che si è già dimostrato un imbarbarimento della società negli ex regimi comunisti e si vuole farlo passare per giustizia in Italia.
Se la perfezione e la santità sono modelli a cui aspirare e a cui tedere, se è giusto che chi commette reati sia giudicato e punito secondo la legge, se chi prende incarchi pubblici deve anche essere il più possibile una persona onesta e responsabile, ci sembra invece che il pensiero comune tenda ad un un discorso moralistico e pericoloso : che chi possa agire debba essere perfetto.Il problema che in caso di errore nessuno potrà restiturti quella onorabilità che ti è stata ingiustamente tolta e l'arbitrareità di queste intercettazioni dovrebbe preoccupare ciascuno di noi.
L'idea che sembra prevalere è che si voglia colpire la persona e non il reato

lunedì 3 maggio 2010

La Grecia va salvata perché va salvata l'Europa

La Grecia va salvata perché va salvata l'Europa.
Ancora una volta il tempo e le indicazioni delle agenzie di rating premono psicologicamente sulla crisi, vengono declassati paesi come Portogallo e Spagna che certo sono in difficoltà ma non ai livelli della Grecia. La “caduta” della Grecia rischia di essere per l’Europa l’inizio di una catena come Lehman Brothers lo fu per le banche. Se la storia insegna qualcosa i paesi europei devono intervenire prima che gli effetti emotivi travolgano per la seconda volta in 2 anni tutto il sistema finanziario e stavolta anche l’Unione Europea. Se non si salva la Grecia si aprirà una manovra speculativa che a catena colpirà Portogallo,Spagna,Irlanda e Italia (noi galleggiamo sui debiti pur non avendo problemi di cash come gli altri 4 paesi prima di noi nella lista dei paesi a rischio, bisogna ringraziare il governo Berlusconi e il ministro Tremonti che ha evitato che il nostro deficit crescesse come quello degli altri paesi). Se non si salva la Grecia l'Unione Europea non ha senso e crollerà come anche l'EURO e i danni anche per noi saranno molto maggiori che dare 6 miliardi di prestiti alla Grecia.
Certo la Grecia ha le sue responsabilità ed e’ anche giusto che si impegni a correggere gli sprechi che sono molti e a fare una politica di risanamento e anche ammodernamento del mondo del lavoro e della pubblica amministrazione che dalle fonti apparse sui giornali vive in Grecia di privilegi e sprechi enormi, e forse non solo lì. Quindi e’ giusto che paesi che verranno maggiormente coinvolti come la Germania chiedano garanzie, ma visto che il tempo è poco occorre anche evitare il peggio. Questa situazione dovrebbe far muovere molti paesi, tra cui l’Italia, e risanare quelle situazioni già note da tempo ma su cui non si agisce: dovremmo agire sulla riforma dell’amministrazione e delle pensioni e sburocratizzare il sistema per ridurre inefficienze e sprechi, tagliare voci di spesa inutili e a volte persino clientelari.
Anche in questa occasione comunque si è evidenziata tutta la difficoltà ad avere una risposta comune e veloce nell’affrontare le crisi da parte dell’Unione Europea.

giovedì 29 aprile 2010

ORO BLU

In Italia si è molto discusso in merito al decreto nel quale è previsto l'obbligo per gli enti pubblici, gestori della rete idrica del Paese, ad aprire la porta ai privati.
Il controllo della rete idrica nazionale è al momento in mano agli Enti locali, o meglio, ai 91 Ambiti territoriali ottimali, che nella maggior parte dei casi hanno tenuto anche la gestione della rete: con la nuova normativa saranno costretti a riassegnare entro il 2012 il servizio a una nuova realtà in cui la gestione e almeno il 40% del capitale sarà privato. Questo chiarisce innanzitutto un equivoco di fondo:
L’acqua è e sarà pubblica, nel senso che è un servizio primario pubblico ma questo non significa che per forza debba essere gestita dal pubblico, la gestione del servizio pubblico può essere gestito sia da municipalizzate che da ditte private che da aziende miste come prevede la nuova legge.
La preoccupazione deve essere quella di garantire una buona gestione e a prezzi proporzionati al servizio erogato. D'altronde chi ha paura che aumentino i prezzi e i disservizi non tiene conto che la gestione pubblica se è buona in alcuni comuni e regioni non lo è per niente in altre dove si sono verificati buchi clamorosi sia economici con bilanci in rosso delle municipalizzate che poi i comuni e lo stato, e quindi sempre i cittadini, devono ripianare, sia buchi nel senso vero del termine la rete idrica è un colabrodo con una dispersione della risorsa che arriva, in alcuni casi, anche oltre il 30%.
Se ci sono e saranno privati che puntano solo al guadagno senza garantire buoni servizi sarà giusto cambiare le ditte appaltatrici del servizio come già avviene ma dire pregiudizialmente che le ditte private faranno aumentare solo i costi per i cittadini è sbagliato e pregiudiziale. Peggio ancora trasmettere il messaggio che qualcuno potrà essere privato dell’acqua, infatti anche l’energia elettrica oggi è un bene primario se ci pensiamo ma la gestione non è affidata solo al pubblico.
L'Italia è uno dei Paesi al mondo con maggiore disponibilità d'acqua, quello che ne consuma di più in Europa e il terzo al mondo dopo Canada e Stati Uniti. L'acqua finisce al settore agricolo per il 60% dell'intera domanda del Paese al settore energetico e industriale per il 25% e agli usi civili per il 15%.
Se si vuole veramente mettere al centro il problema dell’acqua bisogna ricordare che secondo i dati Onu più di un miliardo e 200 milioni di persone non hanno accesso sufficiente a fonti di acqua pulita e quasi altri due miliardi vivono senza servizi igienici. Alla mancanza d'acqua si aggiunge il problema di quella sporca, malata, che fa ogni anno nel mondo oltre 1,6 milioni di morti.
Ma mentre in Italia ci sono frange ideologgizzate che manifestano per l'acqua pubblica che mai è stata messa in discussione, quasi nessuno dice niente sul vero problema dell'acqua e dei problemi di carattere internazionale e geopolitica che sopratutto in Asia crea lo sfruttamento dell'energia idroelettrica.
E' notizia di queste settimane che la Cina ha ammesso che sta costruendo una diga sul fiume Yarlung Zangbo, fiume che nasce in Tibet ma poi scorre in India dove è chiamato Brahmaputra ed è una delle maggiori fonti idriche del Paese. La diga sarà costruita a 3200m e sarà la più grande diga del mondo per sfruttare l'energia idroelettrica . L'India ha già esplicitato la propria preoccupazione per il progetto, che teme possa diminuire la portata d’acqua del fiume in India, come già hanno fatto Thailandia Vietnam e Cambogia per le dighe che la Cina sta costruendo sul fiume Mekong nel cinese Yunnan.
Altra situazione che crea problemi internazionali è la costruzione iniziata all'inizio degli anni 2000 di enormi dighe, sempre per lo sfruttamento dell'energia idroelettrica, in Anatolia in Turchia sul Fiume Tigri ed Eufrate con preoccupazione di Siria ed Iraq sulla portata d'acqua dei due fiumi che attraversano i loro paesi.
Ma di questo non si sente mai dire niente, delle popolazioni costrette a lasciare le loro terre senza risarcimenti in Cina e Turchia perchè saranno inondate a causa delle dighe. Se è vero che servono le dighe e che l'energia idroelettrica è "verde", è anche vero che vanno tenuti in conto anche i diritti dei cittadini e degli stati sulle risorse idriche. C'è chi preannuncia che in questo secolo le guerre saranno per l'acqua, speriamo di no ma se succederà sarà perchè nessuno parla e si preoccupa di dirimere queste questioni importanti già oggi.

Morto bambino sopravvissuto all'aborto: un fatto che deve interrogare tutti

I giornali riportano la notizia così: "Ha cessato di vivere nella notte, intorno alle 3, il corpicino del piccolo di 22 settimane che era sopravvissuto a un aborto terapeutico sabato nell’ospedale di Rossano (Cosenza)."

Innanzitutto di fronte a questo fatto gravissimo ci viene doveroso precisare che a 22settimane il bambino può sopravvivere autonomamente, come mostra questo caso; in secondo luogo che di terapeutico non c'è proprio nulla, visto che lo scopo è sopprimere una vita e non curarla. Che dire poi di fronte a un personale medico che non interviene per rianimare, e fa finta di nulla attendendo la morte? Purtroppo è la triste realtà, che solo a volte emerge nella cronaca. Ci resta la forza della preghiera per questa piccola vita persa, per la sua mamma e perché fatti come questi non si ripetano. E' proprio vero che la pratica dell'aborto ha reso moralmente accettabile ciò che prima sarebbe stato deprecabile. Ringraziamo il cappellano e quanti si sono prodigati per salvare il piccolo. Il cappellano dell’ospedale, si era recato a pregare sul feto, si è accorto che questi aveva ancora il cuore che batteva. Chiediamo che in tutto il territorio nazionale sia esteso quanto decretato dalla Regione Lombardia, nel gennaio 2008, n. 327, con l’“Atto di indirizzo per l’attuazione della legge 194”. Il Decreto afferma che "a 23 settimane di età gestazionale è possibile la vita autonoma del neonato" e stabilisce che "il termine per l’interruzione di gravidanza di cui all’articolo 6b non debba essere effettuata oltre la 22ª settimana +3 giorni, ad eccezione dei casi in cui non sussiste la possibilità di vita autonoma del feto". Ricordiamo che l'art. 6 della legge 194 consente l’interruzione volontaria della gravidanza, anche dopo i primi novanta giorni, purché ricorra una delle seguenti condizioni: a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna; b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna. I casi come quello che riportiamo evidenziano sempre più dubbi sul secondo comma. Ci piacerebbe poi che fossero effettuate le autopsie dopo il decesso dei piccoli e raccolti i dati che certificano se la diagnosi di malformazione sia stata confermata oppure no, in modo da fare una statistica che possa servire per stabilire quanto le diagnosi siano precise, e il margine reale di errore delle stesse. Ricordiamo poi che l'art.7 della legge 194, comma terzo, afferma: "Quando sussiste la possibilità di vita autonoma del feto, l'interruzione della gravidanza può essere praticata solo nel caso di cui alla lettera a) dell'articolo 6 e il medico che esegue l'intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto”. Ricordiamo che i più recenti dati scientifici indicano che la possibilità di vita autonoma del neonato migliora, tra la 22ª e la 24ª settimana, per ogni giorno di gravidanza.

martedì 27 aprile 2010

INTRODUZIONE al libro di BORGONOVO. Grazie

Ringraziamo il Presidente Silvio Berlusconi per la sua lettera di prefazione
al libro di Borgonovo, una testimonianza a favore della vita che dimostra
come la scelta che fece per cercare din salvare Eluana non era solo politica ma una
verità in cui credeva appossianatamente.

Pubblichiamo l’introduzione di Silvio Berlusconi al libro di Stefano Borgonovo, “Attaccante nato” (Rizzoli), nelle librerie in questi giorni.

Come tutte le testimonianze di vita vissuta, Attaccante nato è un libro che ci mette di fronte a una realtà talmente schietta da coinvolgerci fino in fondo. Pagina dopo pagina, infatti, ci immergiamo e partecipiamo, a tratti con commozione, alla battaglia di Stefano Borgonovo contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica. La sua vita, la sua quotidianità così speciale, si manifesta in tutto il suo percorso di sofferenza, di forza, di grinta, nell’affrontare le innumerevoli difficoltà. Stefano è l’esempio straordinario di un uomo che non vuole arrendersi.

Dal campo al letto, dall’esultanza alla paralisi, dallo stadio pieno a una stanza vuota, per lui il cambiamento è stato inesorabile. Dentro di lui è successo qualcosa di eccezionale: lì, dove solo Stefano può arrivare, c’è una voce che canta per lui. Per lui e basta. In queste pagine Stefano ha cercato di spiegare – riuscendoci, facendoci commuovere – il senso profondo di quella voce e si è fatto megafono delle proprie emozioni, perché tutti devono sapere ed è giusto che sappiano. La malattia ha provato a piegarlo, ma la sua reazione è stata esemplare: la vita va sempre difesa, anche quando ti toglie e non ti dà, anche nel momento in cui si sente forte la voglia di salutare tutti e volare in un posto diverso, forse migliore, al di là della sofferenza. Un confine che non può essere l’uomo a decidere. Stefano Borgonovo ha detto no alle scorciatoie, e non si è mai arreso. Per parlare al mondo gli restano gli occhi e un computer.

Studia le cose, ne prende il lato positivo, vede i colori in mezzo al buio perché sa che la gioia è la cura, oltre che un ottimo punto di partenza. Che Borgonovo fosse di questa tempra, l’ho capito subito, fin dalla prima volta che l’ho incontrato ai tempi in cui giocava nel Como. Io l’avevo notato, apprezzato e volevo portarlo al Milan. Già in quel primo incontro scoprii un ragazzo di forte tempra: oltre all’abilità tecnica si distingueva anche per una grande cordialità nei rapporti con gli altri, senza mai rinunciare a una punta di ironia. Tutte doti che sono indispensabili a un grande campione che deve sempre essere da esempio, soprattutto per i giovani, sia in campo che fuori.

L’intelligenza di Borgonovo viaggiava alla velocità della luce, allora come oggi, perché la forza del suo pensiero è rimasta intatta, anzi, ha aumentato la sua convinzione di fronte alle prove difficili che ha dovuto affrontare. Una voglia di vivere e di lottare senza rimpianti e con il fuoco dentro, con una dignità senza eguali. C’è una parte che ho letto, riletto e mi sono appuntato: “Valevo pur qualcosa, umanamente molto più dei miliardi che le società spendevano per comprare i miei gol, quando giocavo. Vivere o morire? Vivere o morire?

A dirla tutta, scegliere è stato meno complicato del previsto. Perché se uno ci pensa bene, se è lucido abbastanza per capire, scopre che la vita è la cosa più bella che esista (...) Certo che voglio andare avanti, la domanda in fondo era stupida. Ho chiuso gli occhi, per tanti secondi, tenendoli ben stretti. Mi sono addormentato. Felice”. Non credo di dover aggiungere altro di fronte a una così forte e stupenda voglia di esistere. Stefano Borgonovo e Alessandro Alciato han- no scritto un libro che parla di vita. E’ un insegnamento per tutti noi, un insegnamento che porteremo sempre nel nostro cuore. Grazie Stefano, con grande affetto.

di Silvio Berlusconi

martedì 13 aprile 2010

MOSTRA su P. Matteo Ricci "Il vero significato del Signore del Cielo"



Una bellissima mostra che racconta la straordinaria esperienza di Padre Matteo Ricci: letterato, scienziato e matematico gesuita, primo missionario in CINA.
LA MOSTRA propone la conoscenza dell’operato di Padre Matteo Ricci, autentico testimone, quattrocento anni fa, del Vangelo di Cristo nella Cina imperiale.

In occasione dei 400anni dalla morte di padre Matteo Ricci, il Coordinamento regionale dei Centri Culturali Cattolici della Lombardia, il Centro Culturale San Benedetto (www.cccsanbenedetto.it), la Fondazione Vittorino Colombo organizzano e propongono la mostra su Padre Matteo Ricci (Macerata1552 - Pechino1610) “A SERVIZIO DEL SIGNORE DEL CIELO” www.cccsanbenedetto.it

Benedetto XVI ricordando Matteo Ricci ha detto “il gesuita Matteo Ricci, dotato di profonda fede e di straordinario ingegno culturale e scientifico, dedicò lunghi anni della sua esistenza a tessere un proficuo dialogo tra l’Occidente e l’Oriente, conducendo contemporaneamente una incisiva azione di radicamento del Vangelo nella cultura del grande Popolo della Cina. Il suo esempio resta anche oggi come modello di proficuo incontro tra la civiltà europea e quella cinese”.

L’ingresso per la visita della mostra sarà gratuito per tutti coloro che vorranno visitarla. Sarà disponibile un servizio di visite guidate gratuito.

orari: ore 9.30-12.30 ore 15.30-19.00
presso Istituto Leone XIII Via Leone XIII, 12
insieme alla mostra sarà possibile vedere il docu-film “Matteo Ricci, un gesuita nel regno del drago”, del regista italiano di origine kosovara, Gjon Kolndrekaj.

INAUGURAZIONE della MOSTRA il 24 Aprile con la conferenza
Dall’ITALIA alla CINA: un precursore, Padre Matteo Ricci
interverranno
prof Paolo De Troia Docente di Cultura Cinese Univ. La Sapienza Roma
prof.ssa Chiara Piccinini Docente lingua cinese Università Cattolica di Milano

Il 28 Aprile conferenza EXPO 2010 SHANGHAI. Modernità e cultura della CINA presso salone della parrocchia di San Protaso
Via Osoppo 2/ p.le Brescia (AT 16, 90/91)
ore 21.00
Interverranno
prof.ssa Elisa Giunipero Sinologa – Univ. Cattolica Milano
Prof. Sandro Petrucci Docente di letteratura
e curatore della mostra A SERVIZIO DEL SIGNORE DEL CIELO

martedì 6 aprile 2010

la nostra vicinanza e il nostro sostegno alla Chiesa e al Papa

Esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro sostegno alla Chiesa e al Papa. Preghiamo perchè lo Spirito Santo custodisca e guidi il Papa. Condanniamo gli attacchi rivolti a screditare il papa Benedetto XVI e la Chiesa che con il loro continuo richiamo a valori fondamentali e ad una rinascita morale della nostra società danno fastidio a chi invece perseggue disegni contro la persona e mira solo al consumismo e all'edonismo. Il Papa è un esempio per tutti noi chiamati ad andare verso la verità anche controcorrente ed ad evitare il conformismo. Un compito in cui Dio non ci lascia soli. Come ha detto il papa e come ricorda San Paolo siamo chiamati ad essere ambasciatori di Cristo anche di fronte alle falsità e si sa che il Male si avvale sempre delle bugie. La campagna diffamatoria e' stata organizzata da giornali che rivangano casi noti , già giudicati e già condannati dallo stesso card Ratzinger. La lotta dei martiri consisteva nel loro "no" concreto all’ingiustizia e alla falsità. E' sintomatico che nell'anno dedicato ai sacerdoti si scateni una campagna stampa cosi forte che tende a delegittimarne il ruolo. Gesu' ha detto "la verita' vi fara'liberi". Benedetto XVI parla del vero dell'uomo e del Vangelo con grande profilo culturale ma accessibile a tutti e per questo gode di una grande popolarità, che disorienta chi è superficiale.

Il Cardinale SODANO: «Le mancanze e gli errori di sacerdoti sono usate come armi contro la Chiesa: dietro gli ingiusti attacchi al Papa ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo. È ormai un contrasto culturale: il Papa incarna verità morali che non sono accettate. Ora contro la Chiesa viene brandita l'accusa della pedofilia. Prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X, poi l'offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante l'ultimo conflitto mondiale e infine quella contro Paolo VI per l'Humanae vitae. Davanti a questi ingiusti attacchi ci viene detto che sbagliamo strategia, che dovremmo reagire diversamente. La Chiesa ha il suo stile e non adotta i metodi che oggi sono usati contro il Papa. L'unica strategia che abbiamo ci viene dal Vangelo».

giovedì 1 aprile 2010

AUGURI DI SANTA PASQUA


San Paolo nella lettera ai corinzi 5,14-21 ci ricorda che è stato Dio a riconciliare il mondo a sé non imputando agli uomini le loro colpe ma assegnando a noi la parola della riconciliazione. “Noi fungiamo da ambasciatori per Cristo come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplico in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”. Questa supplica ci ha molto colpiti, per prima cosa per una conversione personale che lasci maggiore spazio a Dio: “lasciatevi riconciliare” è la supplica di San Paolo. Ma è anche un richiamo al compito che come cristiani e figli di Dio ci è affidato, quello di essere ambasciatori, compito cui spesso manchiamo, cui non diamo il giusto significato. Spesso ci comportiamo come il popolo che stava a vedere, oppure come i capi che lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto» (Luca 23,35) seguendo la tentazione di mettere alla prova Dio: non ci fidiamo, vogliamo le prove. Gesù si è consegnato al Padre e di Lui si è fidato “Sia fatta la tua volontà”, anche noi dovremmo impegnarci a vivere così non rinunciando a fare la nostra parte come fece Giuseppe D’Arimatea Luca 23,50 “membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto”. Un esempio per tutti noi chiamati ad andare verso la verità anche controcorrente e non verso il conformismo. Un compito in cui Dio non ci lascia soli. Sempre san Paolo ma nella lettera ai tessalonicesi ci esorta a confortarci a vicenda, vestiti con la corazza della fede e della carità e avendo come elmo la speranza. Farsi perdonare e perdonare è ciò che veramente ci libera dalle nostre povertà e non ci schiaccia, in questa quaresima abbiamo avuto l’occasione di ascoltare il Sig. Castagna di Erba a cui hanno ucciso la moglie, la figlia e il nipote, ci ha colpito come la preghiera sia stato il suo rifugio e come abbia avuto chiaro fin da subito che solo il perdono poteva salvare lui e la sua famiglia dal male. La Croce ha detto o la porti o ti schiaccia. E’ proprio cosi! Spesso le nostre relazioni, le nostre giornate sono schiacciate dal non saper perdonare e non farsi perdonare. Senza incontrare il perdono di Dio è impossibile scoprire il suo vero Amore. Sulla Croce Gesù prima di spirare e morire innocente disse “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Nell’orto degli ulivi quando Pietro impugna la spada e taglia l’orecchio della guardia del sinedrio, Gesù gli intima di fermarsi e riattacca l’orecchio. Riflettendoci la spada aveva avuto come risultato quello di impedire di ascoltare Dio. Giovanni 8,7-11 «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei»….Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più». Questo brano è significativo sul tema del perdono, che non è quello del giustizialismo, quello che preferisce punire il peccatore piuttosto che denunciare il peccato. Gesù invece fa riscoprire che tutti siamo peccatori e per questo Lui è la via della salvezza perché Lui che non è peccatore dona la sua vita per noi. Dopo aver perdonato la donna le dice va e non peccare più. Noi spesso sentiamo nostre le parole del salmista che nel salmo 38 dice “Le mie colpe ricadono sul mio capo sono un peso superiore alle mie forze…schiacciato e curvato all’estremo oscuro mi aggiro tutto il giorno” ma conclude e vogliamo concludere cosi anche noi “Signore non abbandonarmi non stare lontano da me, mio Dio vieni presto in mio aiuto, Signore, mia salvezza”.

martedì 30 marzo 2010

Commenti alle elezioni regionali

Vorremmo proporre alcune osservazioni in merito alle elezioni regionali appena svoltesi.
Il primo dato è la conferma della coalizione di governo e la sconfitta della sinistra, dato di per sé straordinario in un’Europa dove tutti i governi perdono voti nelle elezioni di metà mandato, come potrebbero leggersi queste elezioni regionali. Grande successo quindi di Berlusconi. Ancora più rilevante se consideriamo che quasi tutte le regioni erano amministrate dal centro sinistra. La vittoria nel Lazio nonostante l'esclusione delle lista del Pdl è un risultato pieno e un successo in cui la discesa in campo di Berlusconi è stata determinante.
Queste elezioni mostrano che l'unico partito capace di vincere nelle grandi regioni sia al nord che al sud è il PDL, quindi a dispetto di quello che alcuni esponenti del PD dicono non c'è stata nessuna inversione di tendenza anzi c'è stata una grande conferma del governo Berlusconi.
Da segnalare l'affermazione della Lega che però diventa il primo partito solo in Veneto trascinata da Zaia, anche se è vero che cresce in tutte le regioni del nord, Emilia compresa. Grande affermazione di Formigoni e del Pdl in Lombardia dove rimane ampiamente il primo partito. Il PDL e la coalizione di centro destra hanno vinto in tutte le regioni più popolose sia al nord che al sud a parte la suicida battaglia elettorale in Puglia, speriamo che i responsabili vengano finalmente allontanati anche dal governo (vedi Fitto). Svolta in Campania e Calabria dove evidentemente 10 anni di amministrazione di centro sinistra hanno lasciato il segno. L'UDC tiene ma l'alleanza con il centro sinistra dov’è avvenuta ha determinato un'emorragia di voti (vedi Piemonte). Per il Piemonte si deve sottolineare la fine anticipata del progetto da esportare a livello nazionale l'alleanza PD-UDC che già era stata sconfitta da Vendola in Puglia.

Due brevi osservazioni sulla partecipazione che alla fine è stata del 65%, una riduzione dell'affluenza significativa ma non eccessiva, i votanti in Italia rimangono comunque in percentuali superiori a qualsiasi altra democrazia occidentale.

mercoledì 24 marzo 2010

Grazie al Cardinale Bagnasco ed al Papa

Ringraziamo il Cardinale Bagnasco ed il Papa per il loro continuo contributo a sostenere i valori non negoziabili. Come il Papa ha già ricordato più volte la religione ha una funzione insostituibile per la formazione delle coscienze e del contributo che essa può apportare alla creazione di un consenso etico di fondo nella società. Per questo motivo non può tacere la Verità. Alla luce dei recenti dati sull'aborto in Europa e della crisi della famiglia è lecito e giusto che la Chiesa ne richiami la loro difesa. Ci pare che come ampiamente sottolineato anche nell'enciclica Caritas in veritate che la questiona antropologiaca è al centro della questione sociale e non può esserne messa nè in contrapposizione né in competizione. I politici che vogliono mettere al centro il bene comune e chiederci il loro consenso non possono che fare riferimento ai valori non negoziabili. In un periodo in cui la Chiesa è continuamente attaccata come istituzione, la libertà di religione e il ruolo pubblico della fede che educa alla difesa della vita e della famiglia non può essere taciuta.

Leggi il nostro articolo: Aborto prima causa di morte in Europa

venerdì 5 marzo 2010

IL CAOS delle liste regionali

Premesso che questo caos delle liste mette in luce oltre alla superficialità del pdl anche numerose divisioni interne se è vero che i ritardi della presentazione a Roma sono stati dovuti a cambi dell'ultimo minuto.

Premesso che se devo raccogliere 3500 firme ne raccolgo il doppio per essere sicuro.

Premesso che questo caos erà avvenuto in altre circostanze nel 1995 quando il governo Dini concesse ai radicali, che al solito digiunavano, una proroga per la riapertura dei termini e ancora più clamoroso l'annullamento delle elzioni regionali del Molise del 2000 a cusa di errori nella presentazioni delle firme per le liste.
Questo dovrebbe richiamare tutti alla necessità di un opera di snellimento della burocrazia che non deve interessare però solo le pratiche politiche ed elettorali ma ogni aspetto della vita sociale, perchè giustamente in questi giorni molti cittadini lamentano: ma noi siamo obbligati a rispettare tutti e i tanti cavilli per richieste, domande agli uffici pubblici, per le associazioni e per noi non c'è attenzione ed è chiesta una formalità totale.

L'impegno alla semplificazione della burocrazia al momento non è riuscito a nessuno.

Vedremo dai controlli se gli altri partiti in Lombardia hanno raccolto e protocollato in modo corretto le loro firme.

Una soluzione per il futuro è sicuramente di rendere possibile automaticamente l'acceso delle liste e dei candidati già presenti nei consigli regionali o parlamento e richiedere le firme solo alle nuove formazioni che devono mostrare di avere un certo seguito, questo per scongiurare il moltiplicarsi di liste e nomi senza alcun seguito reale.

Premesso tutto questo, ma che senso ha votare senza il pdl?
Che elezioni democratiche sarebbero? Garantiamo il voto in Iraq e non in Lombardia per dei cavilli e per l'ignoranza e superficialità di pochi?

Se non riammettono il pdl in Lombardia e Lazio sarebbe un gravissimo vulnus politico che porterebbe a conseguenze politiche e forse sociali gravissime......perchè se si toglie la rappresentanza al partito di maggioranza cosa resta della democrazia? Questa domande dovrebbe stare a cuore a tutti, indipendemente dall'appartenenza politica.

Per i partiti dell'opposizione sembra valga la pubblicità che dice ti piace vincere facile.....non sembra gli interessi il fatto che 15 milioni di Italiani, 1/4 della popolazione, non potrà avere un'elezione regolare ma se fossero stati esclusi loro avrebbero gridato al regime...

vedremo.....sta di fatto che siamo in una situazione un po’ preoccupante.....

venerdì 26 febbraio 2010

Facebook: dietro il gioco l'ideologia dell'uomo perfetto

In questi giorni è comparsa agli oneri delle cronache la notizia del vergognoso gruppo di Facebook che proponeva Il 'gioco' ignobile del tiro al bersaglio sui Down e inneggiava alla loro eliminazione.
Come apparso da diversi articoli di giornali in realtà i ragazzi portatori della sindrome di down sono già discriminati fin dal momento in cui bisogna decidere se farli nascere.

Oggi sappiamo che le donne hanno figli in età sempre più avanzata, questo aumenta il rischio di concepire bambini con la sindrome di Down, stranamente, però il numero dei bambini portatori di questa sindrome non è aumentato ma è diminuito. La spiegazione è tanto semplice quanto drammatica: gli screening prenatali per la sindrome di Down sono oggi più disponibili rispetto ai primi anni Novanta e questo ha significato contro ogni aspettativa appunto riguardante l'età delle neomamme una diminuzione di bambini Down.

I dati relativi a 31 registri internazionali delle malformazioni congenite raccolti dall’International Clearinghouse for Births Defects monitoring Systems nel periodo tra 1974 e 2000 indicano che la prevalenza alla nascita totale è pari a 9,07 per 10mila nascite con un calo nel corso degli anni statisticamente significativo. In particolare si passa da 16,10 bambini con SD ogni 10mila nati nel 1975 a 6,09 nel 1999: un risultato «dovuto al corrispondente aumento di interruzioni di gravidanza a sua volta dovuto alla diffusione generalizzata della diagnosi prenatale».

Una ricerca pubblicata dal British Medical Journal tre mesi fa, sull’incidenza della sindrome di Down in Gran Bretagna spiega come gli screening prenatali, sempre più estesi, portano ad individuare il 70% dei bambini Down viene individuato prima della nascita. Una diagnosi? No, una condanna a morte: il 92 % delle donne raggiunte dal responso abortisce. Detect è il verbo usato dalla dottoressa Morris, della Queen Mary University di Lontra, per indicare l’individuazione dei bambini Down. I «detected babies» ben raramente vengono al mondo. «Detected» – in italiano individuati, scoperti. E cancellati, 92 su 100. (British Medical Journal).

Troppo spesso si sente come, di fronte ad una diagnosi su possibili patologie che potrebbero interessare un bambino, la decisione in merito se accettare la vita o no sia fatta e ponderata in base a meri calcoli statistici. Incredibile no? Non stupisce molto se ripensiamo per esempio all'allora ministro per la Sanità Turco che sempre in base a calcoli statici sulla sopravvivenza e sulle possibili patologie legate a nascite premature disse: "E' una crudeltà insensata voler rianimare un feto contro la volontà della madre". 4/2/2008

Come non ricordare poi Giorgio Bocca che si è scagliò contro gli esseri «mostruosi e deformi» del Cottolengo e affermò "Gli eccessi della carità fanno il paio con quelli dell'ideologia. I cultori della vita a ogni costo in obbedienza a Dio non si accorgono di volersi sostituire a Dio” (L’Espresso, 6/3/2009)

Ma queste idee sono presenti purtroppo da molto tempo, Nietzsche proclamava «Il malato è un parassita della società. In certe condizioni non è decoroso vivere più a lungo. Continuare a vegetare in una imbelle dipendenza dai medici e dalle pratiche mediche, dopo che è andato perduto il senso della vita, il diritto alla vita, dovrebbe suscitare nella società un profondo disprezzo» e diceva ancora «Non è in nostro potere impedire di essere nati: ma possiamo riparare a questo errore — giacché talora [essere nati] è un errore. (Crepuscolo degli idoli, § 36). Oggi forse a questo errore come lo chiama Nietzsche la nostra società si è avviata mestamente a porre rimedio.

Allora bisognerebbe commentare questa diffusa idea dell'uomo perfetto che porta alla selezione di chi ha dei difetti, come non ricordare i casi di Napoli del 2008 o dell'Ospedale Careggi o dell'ospedale San Paolo di Milano nel 2007? La stessa idea sta alla base della richiesta di legalizzazione dell'eutanasia e del suicidio assistito, è un’idea molto popolare magari mascherata dal "meglio per loro" "per il loro bene". Pensiamo alle critiche alla legge 40 la richiesta di accedere alle tecniche di fecondazione anche se fertili o la richiesta di fecondazione eterologa, o permettere la selezione pre impianto, sempre alla ricerca di una vita fatta su misura e senza difetti.

Facendo un esame di coscienza: le analisi prenatali sono fatte per preparsi a curare e accudire nel modo migliore chi potrebbe (perchè tra l'altro spesso non sono certi gli esiti) avere dei problemi di salute o per decidere di non voler tentare questo impegno?
Dovremmo ragionare sul perchè oggi è cosi difficile vivere la sofferenza, accettarla, prendersene cura.

Forse perchè ne abbiamo perso il senso ed il significato. Certo ciascuno di noi vorrebbe e giustamente desidererebbe evitarla ma dobbiamo riscoprirne il valore, non per il gusto di soffrire ma nella consapevolezza che le prove che incontriamo nella nostra vita sono occasione di salvezza e di riscoprire il vero significato della libertà che è amare e il vero significato della vita che è un dono che ci è affidato. Ricordando l'esempio di San Paolo ancora di più dovremmo ricordarci di come le spine poste nella nostra carne sono un’occasione per lodare Dio e per manifestare la sua forza, perchè, noi lo sappiamo, dal dolore e dal male Dio sa sempre trarre il bene.

Ed allora siamo forse giunti a darci la risposta che cercavamo, nella nostra società abbiamo esiliato Dio e quindi esiliamo l'uomo.

martedì 16 febbraio 2010

Popieluszko un film da far vedere

Ieri sera col CCC San benedetto (www.cccsanbenedetto.it) abbiamo organizzato la proiezione del film Popieluszko al cinema Cristallo di Cesano Boscone , hanno visto il film 187 persone!

Un film che ripercorre la storia di un uomo, della sua fede ma anche della fede e della speranza di libertà di un intero popolo. Mostra la violenza del regime comunista a cui si oppose la preghiera, la forza dell'amicizia e della solidarietà del popolo polacco, senza nessuna violenza. Popieluszko sostiene e indica la strada di vincere il male col bene, combatte il male e non chi è vittima del male, prega per allontanare l'odio da sè e dai suoi amici.

Fondamentale nell'azione del sacerdote la carità, il sostegno spirituale. Incredibile e troppo spesso dimenticato il legame fortissimo tra la fede e la rivendicazione della libertà e dei diritti dei lavoratori, segno più eloquente di ciò la partecipazione alle messe e le preghiere in fabbrica.

Sullo sfondo il ruolo e la figura di Giovanni Paolo II
Un vero peccato che questo film non sia presente nelle grandi sale.

sabato 13 febbraio 2010

LA PACE MAI SEPARATA DALLA DIFESA DELLA VITA

Nostra lettera pubblicata siu Avvenire del 13 Febbraio 2020

Caro direttore, vorremmo commentare la lettera del vicepresidente di Pax Ch­risti (Avvenire dell’11 feb­braio) facendo notare co­me nella Chiesa e nel Ma­gistero di Benedetto XVI, in consonanza coi temi della pace, ci sono quelli della libertà di religione, difesa della vita, difesa della famiglia, concilia­zione tra vita e ambiente e non a caso questi sono stati i temi delle ultime giornate della pace: ' La persona umana, cuore della pace'; ' Famiglia u­mana, comunità di pace'; ' Combattere la povertà, costruire la pace'; ' Se vuoi coltivare la pace, cu­stodisci il creato'. Vanno insomma tenute sempre presenti le sfide di oggi sulla difesa e la centralità dell’uomo e della libertà di religione e educazione, indicate da Benedetto X­VI come non negoziabili. La Marcia Perugia- Assisi del 16 maggio 2010 avrà come tema ' Diffondiamo la cultura della pace e dei diritti umani': ci au­guriamo si faccia riferimento al di­ritto fondamentale che è quello del­la vita. Vediamo inoltre che vengono proposti « gruppi di verità e riconci­liazione » neanche fossimo un Paese corroso da dittature e guerre civili co­me Sudafrica e Ruanda, dove questi gruppi sono stati inventati. La prio­rità è quella educativa e culturale e per questo la Cei, interpretando le sollecitazioni di Giovanni Paolo II, ha dato vita al Progetto culturale che ha indicato l’obiettivo di creare in ogni parrocchia una commissione o un centro culturale, all’interno dei qua­li si può affrontare anche il tema del­la pace. Come ha detto Papa Wojty­la: « Una fede che non diventa cultu­ra è una fede non pienamente accol­ta, non interamente pensata, non fe­delmente vissuta » . A Verona nel più recente convegno della Chiesa Ita­liana, Benedetto XVI disse: « Que­stione fondamentale e decisiva è quella dell’educazione della perso­na » .