sabato 25 novembre 2023

Italia per economia nessuna bocciatura da Europa

I giornali italiani hanno subito intitolato che la Commissione Ue ha ammonito il Governo Meloni per la manovra che non riduce il debito, peccato che lo stesso giudizio sia stato dato a Germania e Olanda e ancor peggio un giudizio negativo è stato dato alla Francia che ha ecceduto nel debito per finanziare le sue industrie. La Germania poi ha enormi problemi perché' la Corte Costituzionale tedesca ha ammonito il governo Scholtz sul fatto che non può' usare fondi fuori dal badget per fare debito per migliorare le infrastrutture quindi ora il governo dovrà fare una legge speciale per poterli usare. Insomma l'Italia pur avendo dovuto contenere le spese e rimandare alcune riforme è messa meglio di altri big europei. Sullo sfondo c’è sicuramente una lotta in Europa sul nuovo patto di stabilità visto che a causa del covid e della guerra in Ucraina sono stati derogati per anni i patti e i parametri Ue e ora si deve decidere quali saranno i nuovi.

Il governo italiano sicuramente si gioca molto sulla realizzazione del PNRR sul quale cui sarà comunque costretto a chiedere una deroga per i tempi di realizzazione, intanto però in politica economica nonostante il peso di decisioni passate come il finanziamento del bonus 110 sulle case che penalizza la manovra dell’attuale governo, ha deciso di puntare sulla riduzione del cuneo fiscale, chiesto da anni da associazioni industriali e sindacati. Qualcosa in più poteva fare sull’aiuto alle famiglie ma valuteremo in futuro se saprà recuperare, intanto rimane il bonus figli che è qualcosa anche se potrebbe essere incrementato.

Le elezioni in Argentina mettono fine alla malagestione Kirchner

 In Argentina ha vinto Milei un personaggio molto particolare ma già noto nella politica Argentina avendo già collaborato in varie istituzioni, solo per la nostra stampa che molto poco informa degli altri paesi il risultato viene mostrato come sorprendente. Infatti, la vittoria di Milei ha come base il fallimento del peronismo dei presidenti Kirchner e del loro ministro dell'economia Massa sconfitto in queste elezioni proprio da Milei. Pur essendo alcune idee di Milei molto discutibili è riuscito a convincere i moderati, che nel primo turno non avevano votato per lui, che era meglio lui dei peronisti i cui governi si sono succeduti passando da marito a moglie Kirchner con scandali di corruzione e che hanno portato l'Argentina di nuovo verso il fallimento con una statalizzazione di tutto, con distribuzione di sussidi a tutti e una inflazione del 150% (cioè 12% al mese) che ha impoverito la popolazione. Il peronismo ha usato la Banca centrale per stampare più soldi per distribuire sussidi il risultato però è stato un impoverimento generale a causa della superinflazione. Appare quindi stravagante che la leader del PD Schlein abbia fatto un messaggio pro-Massa a tutti gli argentini visti i risultati fallimentari della sua politica economica, a volte basta non schierarsi soprattutto se non si conosce la reale situazione.  Nessuno dei due, Massa e Milei, è in nessun modo assimilabile alla politica italiana. Altra nota Massa e Kirchner avevano avvicinato l'Argentina alla Cina mentre Milei ha subito chiarito che riporterà l'Argentina in area Usa proponendo perfino la dollazizzazione della moneta argentina, politica economica che in passato ha creato molti problemi all’Argentina.

La tragedia della giovane Giulia

La tragedia della giovane Giulia ha colpito tutto il paese, una ragazza uccisa da un ex fidanzato che non accettava la fine della loro relazione, una relazione vissutaevidentemente in maniera possessiva dal ragazzo Filippo.

Oggi sentiamo tanti commenti, il peggiore e del tutto fuori luogo il riferimento ad un cosiddetto patriarcato come causa, oppure una indistinta accusa a tutti i maschi che devono rieducarsi e scusarsi.

C’è chi si lamenta che mancano percorsi all’affettività, ma nelle scuole quando vengono fatti sono finalizzati ad insegnare i metodi anticoncezionali, al fine di vivere la sessualità senza responsabilità e nei casi peggiori insinua una mentalità tale per cui qualche volta si considera l’altro solo come un oggetto per soddisfare i propri piaceri.

Poi bisogna forse arrivare al cuore della questione: ciò che manca è l'educazione, ma l’educazione a cosa ci chiediamo? Bisogna insegnare che la vita umana è sacra e inviolabile, ma purtroppo siamo una società che non sa più cosa significa sacro e se siamo intellettualmente onesti dobbiamo riconoscere che la nostra società è una società dello scarto, non sa più riconoscere la vita come un dono, infatti si parla di aborto, eutanasia, la vita dei migranti che muoiono in mare non conta nulla, insomma la vita non è più inviolabile e questo è un vulnus nella nostra cultura.

Un altro problema dell'educazione nella nostra società è quello del saper dire dei no, queste generazioni di giovani sono cresciuti per fortuna loro in un periodo storico in cui si possono permettere tutto o quasi, la rinuncia e i fallimenti costano ma fanno parte della vita e bisogna saperli affrontare e questo vale anche in ambito sentimentale, non si puo' pensare che un fallimento pone fine alla vita come spesso accade in queste storie che spesso si concludono con omicidi e suicidi.


lunedì 13 novembre 2023

La voce del Papa contro tutte le guerre


Continuano gli appelli del Papa contro tutte guerre. Oggi il Papa ha ricordato la guerra in Sudan dove l'emergenza umanitaria coinvolge milioni di persone, la guerra in Israele lanciando l'ennesimo appello alla fine del conflitto e alla liberazione degli ostaggi e infine ha ricordato la guerra in Ucraina.

Ecco le parole del Papa di oggi

Cari fratelli e sorelle! Da diversi mesi il Sudan è in preda a una guerra civile che non accenna a spegnersi e che sta provocando numerose vittime, milioni di sfollati interni e rifugiati nei Paesi limitrofi e una gravissima situazione umanitaria. Sono vicino alle sofferenze di quelle care popolazioni del Sudan, e rivolgo un accorato appello ai Responsabili locali, affinché favoriscano l’accesso degli aiuti umanitari e, con il contributo della Comunità internazionale, lavorino alla ricerca di soluzioni pacifiche. Non dimentichiamoci di questi nostri fratelli che sono nella prova! E il pensiero ogni giorno va alla gravissima situazione in Israele e in Palestina. Sono vicino a tutti coloro che soffrono, palestinesi e israeliani. Li abbraccio in questo momento buio. E prego tanto per loro. Le armi si fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! Basta, fratelli, basta! A Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini. Ogni essere umano, che sia cristiano, ebreo, musulmano, di qualsiasi popolo e religione, ogni essere umano è sacro, è prezioso agli occhi di Dio e ha diritto a vivere in pace. Non perdiamo la speranza: preghiamo e lavoriamo senza stancarci perché il senso di umanità prevalga sulla durezza dei cuori.

Le sue parole riprendono quanto gia' detto nelle settimane scorse e i suoi appelli per la tutela dei civili. Il Papa, sta anche telefonando quasi tutti i giorni alla parrocchia cattolica di Gaza, per avere notizie della situazione nella Striscia, "Rinnovo l'appello per la liberazione degli ostaggi e chiedo con forza che i bambini, i malati, gli anziani, le donne e tutti i civili non siano vittime del conflitto. Si rispetti il diritto umanitario, soprattutto a Gaza dove è urgente e necessario garantire corridoi umanitari e soccorrere tutta la popolazione". Poi il Pontefice ha chiesto a tutte le parti di fermarsi: "Già sono morti moltissimi, per favore non si versi altro sangue innocente né in Terra Santa né in Ucraina o in qualsiasi altro luogo. Basta! - ha detto con voce accorata - Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre".

Il caso della bambina Gregory Indi

La bambina inglese Indi Gregory soffriva di una patologia neuro-metabolica che si trasmette per via ereditaria. Nei casi più gravi la malattia è progressiva e si manifesta con una forma di encefalopatia grave con crisi epilettiche fin dalla nascita e insufficienza respiratoria, Indi infatti era attaccata ad una macchina che la aiuta artificialmente a respirare. Il caso e noto alle cronache internazionali perché il sistema sanitario inglese e il sistema giudiziario inglese hanno deciso di interrompere i sistemi ausiliari vitali che aiutano la bambina di pochi mesi a respirare e a nutrirsi. Questa decisione contrasta con la volontà dei genitori di Indi che hanno chiesto di poter spostare la bambina all'ospedale Bambin Gesù di Roma che si e detto disponibile a prendersi cura della bambina. Il governo italiano per favorire questa soluzione ha concesso a Indi la cittadinanza italiana con una procedura d'urgenza. Anche il Papa e intervenuto «Papa Francesco si stringe alla famiglia della piccola Indi Gregory, al papà e alla mamma, prega per loro e per lei»: lo comunica il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Per la bimba inglese di 8 mesi affetta da una grave malattia mitocondriale, ritenuta incurabile dai medici, l’Alta Corte di Londra ha deciso il distacco dai macchinari che la tengono in vita, respingendo il ricordo dei genitori. Purtroppo il caso di Indi non è il primo caso del genere in Inghilterra.

 

La bambina è morta dopo 2 giorni di agonia.

 

E' nostra opinione che i malati anche se inguaribili vanno curati per di più se bambini, togliere i sostegni vitali è eutanasia, un'atrocità aggravata dal fatto che i genitori non possono decidere e sia invece un giudice a decidere al loro posto. Una vera contraddizione se pensiamo quante volte si sente parlare in merito al tema del fine vita della necessita di garantire la libertà di scelta, ma qui dove è garantita la libertà dei genitori e dei medici italiani di prendersi cura di una bambina? Il diritto alla vita e alla cura va garantito ed è davvero preoccupante che dei giudici prevarichino le decisioni dei genitori rispetto alla possibilità di cura della loro bambina. L'impressione e che prevalga una valutazione di costi e di discriminazione rispetto ad una vita malata che mostra difficoltà.

 

Evocare per Indi come hanno fatto le sentenze dell’Alta Corte britannica e della Corte di Appello, che è “nel migliore interesse” della bambina morire è paradossale. Che molta gente comune non veda questo paradosso è segno evidente di come la cultura dello scarto abbia fatto preso nella nostra società. Perché la vita deve valere solo se ha un costo accettabile o se risponde ad un cosiddetto criterio di qualità della vita decisa arbitrariamente da un tribunale? Quante malattie allora costano allo stato senza aver possibilità di guarigione, che facciamo della cura dei malati terminali, dei gravi disabili come Indi o dei malati affetti da malattie rare?

mercoledì 8 novembre 2023

Medioriente ad un mese dal 7 ottobre

Ad un mese dal 7 ottobre , giorno dei massacri perpetrati da Hamas in Israele che hanno provocato 1400 morti in Israele e 240 ostaggi, possiamo registrare diversi fatti.

1- la società israeliana profondamente divisa sul governo Netanyahu, primo ministro di Israele di un governo di destra, si è trovato unito nel considerare necessario l’attacco ad Hamas per impedire che possa avvenire un'altra volta quello che è successo il 7 ottobre dove oltre alla strage di civili c’è stato un massiccio lancio di razzi su Israele. Il paese si è riunito in un governo di unità nazionale. La minaccia di Hamas è considerata da tutti un elemento che impedisce ogni possibilità di pace. Questo non toglie un giudizio crescente negativo sullo stesso Netanyahu ritenuto responsabile di non aver temuto abbastanza Hamas e anzi averne favorito la crescita per contrastare la leadership dell’ANP.

2- purtroppo la reazione israeliana non ha risparmiato i civili palestinesi uccidendone a migliaia, di cui moltissimi bambini, va detto però che la popolazione di Gaza è sostanzialmente prigioniera di Hamas che ritiene i palestinesi vittime sacrificabili sull’altare della guerra contro Israele (Israele che per Hamas non ha diritto di esistere). Ricordiamo che tutte le enormi risorse finanziarie ricevute nella striscia di Gaza (dove gli israeliani si sono ritirati completamente nel 2005) sono state investite in armi e non nel benessere della stessa popolazione.

3- la reazione dei palestinesi in Cisgiordania è stata sostanzialmente cauta anche se si registrano purtroppo una serie di attacchi dei coloni contro palestinesi inermi , ne sono stati uccisi un centinaio, che vanno assolutamente condannati. Anche il documento finale del G7 dei ministri degli esteri di questi giorni denuncia "l'aumento della violenza estremista commessa dai coloni contro i palestinesi è inaccettabile, mina la sicurezza in Cisgiordania e minaccia le prospettive di una pace duratura".

4- l'organizzazione paramilitare islamica sciita e antisionista libanese Hezbollah, nata nel giugno 1982 e divenuta successivamente anche un partito politico con sede in Libano pur lanciando sporadici attacchi da nord verso Israele ha per ora deciso di non aprire un secondo fronte dissuaso forse anche dalla presenza militare schierata al largo delle sue coste dagli USA. Il suo segretario generale Hassan Nasrallah pur esprimendo vicinanza ai palestinesi ha dichiarato che non vuole una guerra. I summit tra Hamas, Iran e Hezbollah mostrano comunque a tutti la loro chiara alleanza politica. Suscita sospetto la visita a Mosca dei rappresentanti di Hamas, anche se appare chiaro che la crisi in Medioriente distoglie l’attenzione dalla guerra in Ucraina, fatto positivo per Putin. Preoccupa infine la posizione demagogica della Turchia.

5- ogni tentativo di normalizzazione dei rapporti tra paesi sunniti (in primis Arabia saudita) e Israele è stato interrotto, forse il vero scopo dell’azione di Hamas , ispirato dall’Iran

6- in Europa e negli Usa si è assistito a incresciose manifestazioni anti-israeliane e pro Palestina, incapaci di condannare apertamente le atrocità di Hamas, sorprendenti soprattutto le manifestazione nelle università liberal americane

7- i paesi arabi come Egitto e Giordania ma anche la lega Araba ancora una volta non vogliono assumersi alcuna responsabilità per il dopo guerra per cercare di dare una soluzione politica al governo di Gaza, l’Egitto rifiuta anche i profughi palestinesi nel Sinai, ma questa non è una novità i paesi arabi difendono la causa palestinese solo a parole  Va ricordato che lo stato palestinese non è mai esistito, nemmeno durante la dominazione ottomana o nemmeno quando la Cisgiordania e Gerusalemme est erano sotto il governo del Giordania.

8- va riconosciuto agli USA il tentativo di dissuadere ad un allargamento del conflitto facendo pressione militare sull’Iran e sui suoi alleati ma anche facendo pressione politica su Israele per limitare il più possibile le vittime civili

9- come sempre l’attore assente è l’Europa

10- il Papa ancora una volta si è posto come una delle poche voci contro la guerra, senza esitare però nella condanna dei feroci atti terroristici di Hamas, la stessa CEI ha dischiarato che Hamas è il primo nemico dei palestinesi.

 

Non appare chiaro per ora il possibile futuro, ma il 7 ottobre segna una data spartiacque che ha già cambiato e cambierà ancora di più gli equilibri politici in Israele e nel Medioriente.


Il governo portoghese cade per le tangenti green

È clamoroso e sintomatico degli interessi economici che si celano dietro el politiche green quanto sta accadendo in Portogallo dove il governo e il primo ministro Costa sono dimissionari a seguito delle accuse di ingerenze illecite e sospetti illeciti nella gestione di nuovi giacimenti di litio nel Portogallo settentrionale, questo minerale ricordiamo è necessario per la fabbricazione di batterie per le auto elettriche e, dunque molto prezioso e fondamentale per la transizione energetica. Sotto inchiesta anche gli investimenti Costa di oltre un miliardo e mezzo nell’idrogeno verde.


Accordo Italia Albania inutile


Oggi il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama hanno firmato un accordo che prevede la creazione di strutture di accoglienza per i migranti salvati dalle navi italiane in Albania.

Nelle strutture in Albania sarà assicurato la difesa e l’accesso ad avvocati e organizzazioni internazionali e agenzie Ue che prestano consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale. I migranti potranno restare non oltre il periodo massimo di trattenimento consentito dalla vigente normativa italiana. Sarà a carico delle autorità di Roma l’eventuale allontanamento.

Una idea a nostro avviso non brillante che non risolverà il problema migranti, perché certamente non servirà come disincentivo a nuovi arrivi e comunque sarà insufficiente visto il numero degli arrivi anche di fronte alle nuove crisi umanitarie in corso.

Non si capisce perché’ i soldi investiti per questi nuovi centri non si sarebbero potuti spendere per realizzarli in Italia. Il problema per l’Italia è sempre quello di non organizzare una vera accoglienza e non rendere le procedure per il riconoscimento del diritto di asilo o di accesso all’Italia più veloci in modo da distinguere in modo efficace tra chi ha il diritto di restare in Italia e chi no. Dove sono le strutture per accogliere in modo degno i migranti? Dove sono le politiche per coordinare le richieste di manodopera del mondo del lavoro italiano e nuovi arrivi magari con l’intermediazione dei nostri consolati e  ambasciate?

Questa decisione inoltre dimostra il fallimento della politica del governo di collaborazione con l’unione europea e il sostanziale fallimento dei precedenti accordi con la Tunisia.