mercoledì 30 marzo 2022

Torna il terrorismo in Israele

Situazione sempre più preoccupante in Israele. È allarme sicurezza.

Torna il terrorismo in Israele, nuovo attentato: almeno 5 morti nella città di Bnei Brak. L'autore è un militante della jihad, 2 poliziotti uccisi due giorni fa ad Hadera. Una settimana fa in un accoltellamento nella città meridionale di Beersheba c'erano stati quattro morti.

Messaggi di tripudio sui social sono stati pubblicati a Gaza da Hamas e dalla Jihad islamica.

domenica 27 marzo 2022

Dopo la guerra la carestia e la fame?

Dopo la guerra la carestia e la fame? Emmanuel Macron ha parlato due giorni fa di sussidi per il cibo in tutto il Paese. Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres da una settimana invoca il cessate il fuoco per evitare »un uragano di fame». Il primo allarme è stato lanciato lo scorso 19 marzo da Guterres. «La guerra in Ucraina sta già interrompendo le catene di approvvigionamento e facendo salire alle stelle i prezzi di carburante, cibo e trasporti. Dobbiamo fare tutto il possibile per scongiurare un uragano di fame e un tracollo del sistema alimentare globale». Francia e Germania, spiegano fonti diplomatiche, hanno richiesto in modo esplicito a Mosca di non impedire le operazioni agricole. Secondo Macron, qualora i semi non fossero gettati, la guerra in corso potrebbe provocare una «carestia ineluttabile» nel corso dei prossimi 12-18 mesi.

In Italia il prezzo del grano già lo scorso anno era cresciuto dell'80-100% a causa principalmente della siccità in Nord America e della produzione ridotta del 50% di Usa e Canada, poi in merito alle importazioni dall'Ucraina va ricordato che noi italiani ne compravamo poco e niente in quell'area, ma non così altri Paesi che adesso si dovranno rivolgere a nuovi fornitori, facendo alzare i prezzi. 

Alcuni paesi sono già in difficoltà, l'Egitto in particolare visto che che Russia e Ucraina erano i principali esportatori di grano verso l'Egitto). Il Cairo, tuttavia, si è messo alla ricerca di nuovi mercati di importazione. Sta concludendo un accordo con l'India che produce circa 108 milioni di tonnellate di grano all'anno, la maggior parte destinata al mercato interno. Le esportazioni di grano di Nuova Delhi sono aumentate a 1,74 miliardi di dollari rispetto ai 340,17 milioni di dollari dell'anno precedente. L'India, tuttavia, sta trattando esportazioni di grano anche con Cina, Turchia e Iran. 

Poi c'è il caso del Libano, il Presidentte Aoun ha già lanciato l'allarme, un paese che non si è ancora rialzato dopo la tremenda esplosione che ha devastato il porto di Beirut nel 2020. Il Libano importa più del 70% del proprio fabbisogno di grano da Kiev e Mosca. Le preoccupazione per l'approviginamento sono serie. 

 Il problema potrebbe allargarsi inparticolare a tutta l'Africa provocando di conseguenza altri massicci esodi di popolazioni verso l'Europa.

Ci sono alcuni paesi anche europei produttori di grano che hanno deciso di bloccare le loro esportazioni per fare riserve. C'è poi il mais necessario agli allevamenti di bestiame, anche questo in forte crisi di disponibilità con la chiusura dei porti del Mar Nero e il blocco dell'export da Ucraina e Russia. Un problema che interessa l'Italia ma anche molti altri Paesi in Europa. Dalla scorsa estate una tonnellata di grano duro di qualità media è passata da 280 euro ai 500 di oggi (+ 44%); il grano tenero dai 220 euro ai 400 euro (+ 45%). Un panificatore che per un chilo di farina spendeva 60 centesimi a dicembre, adesso ne spende 95. C'è poi l'aumenti dei costri di produzione dovuto ai rincari dell'energia e anche dei trasporti. Infine la Bielurussia e la Russia sono tra i principali produttori di fertilizzanti e anche questo incomincia ad avere un significativa impatto.

Il Papa la consacrazione a Maria e la condanna della guerra, atto bestiale che distrugge il futuro

Di fronte alla guerra, all'aggressione della Russia all'Ucraina, papa Francesco decide di mettere Dio e Maria la centro facendo un gesto dall'alto significato spirituale esimbolico, la consacrazine al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell'Ucraina. In questo modo ci ricorda che il primo passo per portare la pace è rivolgersi a Dioe convertirci all'amore di DIo. Solo questa è la via per portare la pace. Accomuna poi i 2 popoli e i 2 paesi ricordandone la fratellanza. Ci ricorda che la risposta non può essere l'odio e l'aumento delle spese militari. Nè gli interessi di aprte che sono molti e spingono molti a tifare per la guerra. Si deve scegliere tra Dio e mammona, non si possono servire 2 padroni. E la via per tornare al padre inidcata da Papa Francesco è innanzitutto il rito della riconciliazione al centro del quale non ci sono i nostri peccati ricorda il papa ma l'amore di Dio e la sua Misericordia : “Sorella, fratello, se i tuoi peccati ti spaventano, se il tuo passato ti inquieta, se le tue ferite non si rimarginano, se le continue cadute ti demoralizzano e ti sembra di aver smarrito la speranza, non temere. Dio conosce le tue debolezze ed è più grande dei tuoi sbagli. Una cosa ti chiede: le tue fragilità, le tue miserie, non tenerle dentro di te; portale a lui, deponile in lui, , e da motivi di desolazione diventeranno opportunità di risurrezione”.
“L’efferata guerra, che si è abbattuta su tanti e fa soffrire tutti, provoca in ciascuno paura e sgomento”, l’analisi di Francesco: “Avvertiamo dentro un senso di impotenza e di inadeguatezza. Abbiamo bisogno di sentirci dire ‘non temere’. Ma non bastano le rassicurazioni umane, occorre la presenza di Dio, la certezza del perdono divino, il solo che cancella il male, disinnesca il rancore, restituisce la pace al cuore”. “Ritorniamo a Dio, ritorniamo al suo perdono”, l’esortazione del Papa, che ricorda come Dio ci ha donato lo Spirito Santo attaverso il quale opera e infatti dice “Senza amore, che cosa offriremo al mondo? Tante cose domandiamo al Signore, ma spesso dimentichiamo di chiedergli ciò che è più importante e che lui desidera darci: lo Spirito Santo, la forza per amare”.
 
E poi c'è Maria, “Guardiamo al suo Cuore immacolato, dove Dio si è posato, all’unico Cuore di creatura umana senza ombre. Lei è piena di grazia, e dunque vuota di peccato: in lei non c’è traccia di male e perciò con lei Dio ha potuto iniziare una storia nuova di salvezza e di pace. Lì la storia ha svoltato. Dio ha cambiato la storia bussando al Cuore di Maria. E oggi anche noi, rinnovati dal perdono di Dio, bussiamo a quel Cuore”. “In unione con i vescovi e i fedeli del mondo, desidero solennemente portare al Cuore immacolato di Maria tutto ciò che stiamo vivendo: rinnovare a lei la consacrazione della Chiesa e dell’umanità intera e consacrare a lei, in modo particolare, il popolo ucraino e il popolo russo, che con affetto filiale la venerano come Madre”. “Non si tratta di una formula magica, ma di un atto spirituale”, ha puntualizzato Francesco: “È il gesto del pieno affidamento dei figli che, nella tribolazione di questa guerra crudele e insensata che minaccia il mondo, ricorrono alla Madre – come i bambini quando sono spaventati vanno dalla mamma a cercare protezione – gettando nel suo Cuore paura e dolore, consegnando sé stessi a lei. È riporre in quel Cuore limpido, incontaminato, dove Dio si rispecchia, i beni preziosi della fraternità e della pace, tutto quanto abbiamo e siamo, perché sia lei, la Madre che il Signore ci ha donato, a proteggerci e custodirci”.
 
Ancora poi nell'angelus di oggi il Papa condanna la guerra come un atto bestiale che distrugge il futuro e alla quale non dobbiamo abituarci «è passato più di un mese dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, dall’inizio di questa guerra crudele e insensata che, come ogni guerra, rappresenta una sconfitta per tutti, per tutti noi». Ricorda poi che la guerra distrugge le relazioni, i padri e le madri seppelliscono i figli, gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti. La guerra ricorda il Papa non devasta solo il presente, ma anche l’avvenire di una società. "Ho letto che dall’inizio dell’aggressione all’Ucraina un bambino su due è stato sfollato dal Paese. Questo vuol dire distruggere il futuro, provocare traumi drammatici nei più piccoli e innocenti tra di noi. Ecco la bestialità della guerra, atto barbaro e sacrilego! La guerra non può essere qualcosa di inevitabile: non dobbiamo abituarci alla guerra! Dobbiamo invece convertire lo sdegno di oggi nell’impegno di domani".

UCRAINA un paese di sfollati

 


I dati aggiornati ad oggi ci parlano di circa 72mila profughi ucraini accolti in Italia, secondo i dati forniti dal l'Umhcr il numero dei rifugiati fuggiti dall'Ucraina dall'inizio dell'invasione è salito a 3.821.049. Il numero degli sfollati interni resta attorno a 6,5 milioni mentre circa 13 milioni di persone risultano bloccate nelle zone colpite all'interno del Paese dai combattimenti in corso.

martedì 22 marzo 2022

Esercito russo e Putin in difficoltà

Che l'esercito russo avesse subito pesanti perdite in Ucraina incominciava a trapelare ma sorprendono alcune notizie provenienti da Media russi: "Quasi 10mila soldati morti dall'inizio del conflitto". Una cifra impressionante se si pensa che gli USA in 29 anni in Afghanistan hanno perso 2500 uomini e 4500 in Iraq. 

La Komsomolskaya Pravda, un "tabloid pro-Cremlino", ha riferito che secondo il ministero della Difesa di Mosca sarebbero "9.861 i soldati russi morti" dall'inizio della guerra in Ucraina e "16.153 quelli rimasti feriti". Secondo il Moscow Times, l'informazione era stata inclusa in un articolo pubblicato sul sito web della Komsomolskaya Pravda domenica sera, ancora accessibile online ma che al momento risulta modificato, senza più il riferimento alle  presunte cifre delle vittime.

Ma la Russia risente molto anche le pesantissime sanzioni economiche. Oltre alla chiusura di quasi tutte le attività occidentali in Russia che hanno portato quindi alla perdita di migliaia di posti di lavoro, l'impatto si vede nella svalutazione del rublo e nelle difficoltà di approvvigionamento di beni essenziali con scene che non si vedevano dai tempi dell'URSS.

La guerra in Ucraina ha portato allo scoperto un'opposizione popolare quasi inaspettata, manifestazione in piazza ma anche gesti eclatanti come le dimissioni del direttore del Bolshoi e della puma ballerina, l'appello di tantissimi docenti universitari contro la guerra, l'incredibile gesto della giornalista che ha interrotto il tg nazionale per denunciare le bugie sulla guerra. Infine i fischi allo stadio verso il discorso di Putin prontamente censurati dalla TV russa.



martedì 15 marzo 2022

Ucraina : la situazione è sempre più critica

In Ucraina la situazione è sempre più critica, al sud in particolare dove la città di Mariupol è circondata e allo stremo dopo tremendi bombardamenti e l'isolamento a cui è costretta, stesso isolamento anche a Kharkiv. La popolazione civile è allo stremo.

Anche nel Donbass gli scontri tra esercito ucraino e russo colpiscono le popolazioni civili. 

L'unica grande città conquistata dai russi è Kherson dove però la gente non si rassegna all'occupazione e nonostante le minacce continuaa scendere in paizza per una opposizione non violenta, forse molto più significativa della stessa resiastenza armata.

A Kiev i sobborghi periferici risultano quasi distrutti dai bombardamenti. Insomma la pressione sulle città è decisamente aumentata e così la gente continua a scapapre e i profughi sono aramai giunti a 2 milioni. La Polonia l'Ungheria la Romania e la Moldavia si stanno dimostrnao ospitali e stanno facendo tutto il possibile per accogliere i profughi ma ora chiedono all'Europa aiuto perchè non possono reggere ulteriori arrivi.


lunedì 14 marzo 2022

COVID COSA SUCCEDE IN CINA?

Come sempre quello che succede in Cina va un po filtrato dalle varfie notizie (poche) che arrivano.

A febbraio come riporta l'agenzia Angensir, i casi di COVID erano esplosi a Hong Kong la situazione alla fine è andata fuori controllo e la città è alle prese con la peggiore ondata di casi da Covid-19 dall’inizio della pandemia. “Le persone vengono messe nei cortili degli ospedali”, conferma da Hong Kong padre Paolo Ceruti, missionario italiano del Pime. che ha raccontato "La situazione andava bene finché c’erano pochi casi, adesso che la gente si sta ammalando, siamo arrivati a 6mila casi accertati e ogni giorno aumentano di mille, i pazienti si accumulano fuori dagli ospedali in attesa di essere visitati”. Il sistema messo in atto fino ad oggi dal governo di Hong Kong era molto rigido. “Qui, se una persona è positiva – spiega il missionario italiano -, non può restare a casa, deve andare subito in ospedale. D’altronde le case ad Hong Kong sono piccolissime. Si vive tutti insieme, spesso in un’unica stanza. Si va a casa giusto per dormire. Inoltre, se una persona è positiva, scatta immediatamente l’allerta e, nel posto dove vive, devono fare tutti il test obbligatorio e in un condominio possono vivere anche 1.200/1.500 famiglie”. 

Hong Kong. La politica "zero-Covid" è andata in tilt e la città è alle prese con la peggiore ondata di casi | AgenSIR

Ma oggi arriva la notizia che uno dei poli industriali più importanti della Cina è finito in quarantena. Il lockdown è stato infattui imposto a Shenzhen, una delle maggiori città della Cina, e centro manufatturiero dove tutte le grandi aziende di elettronica presenti hanno ricevuto l'ordine di chiudere. Il lockdown è stato imposto dopo che sono risultate positive al Covid 66 persone e costringerà a restare a casa 17 milioni di abitanti. Solo i supermercati, i mercati agricoli, le farmacie, le strutture mediche e i servizi di consegna espressa saranno autorizzati a rimanere aperti. 


sabato 12 marzo 2022

UCRAINA-RUSSIA capire la guerra per immaginare la pace

 

UCRAINA-RUSSIA capire la guerra per immaginare la pace

Incontro organizzato dal Centro Culturale Cattolico San Benedetto e da Russia Cristiana è Iintervenuto Adriano Dell’Asta Professore di Lingua e Letteratura Russa – Università Cattolica. Vicepresidente Fondazione Russia Cristiana

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La crisi dei prezzi e i tardivi e insufficienti interventi del governo

 La crisi dei prezzi sta esplodendo nel settore energetico e presto arriverà anche a quello alimentare, infatti il costro dei trasporti inciderà sull'inflazione ed inoltre come annuincia Coldiretti, abbiamo aumenti nelle materie prime pari a  +38% grano, +17% mais e +6% soia, anche i prodotti usati per l'alimentazioen del bestiame provengono in gran parte dalle zone di guerra e quindi anche i costi di produzione della carne aumenteranno. Per la Coldiretti sono "Necessari accordi di filiera e riprendere a coltivare campi" , l'Italia paga l'abbandono delle coltivazioni spesso a favore di più renumerativi investimenti nel produrre energia verde col biometano agricolo.

Questa crisi mostra come il made in Italia non sia fatto col 100% di materie prime italiane, tutti lo sapevano ma facevano finta di ignoralo, il nostro è un paese che eccelle nella trasformazione delle materie prime ma non è assolutamente autosofficiente.

E cosi i rincari e le difficoltà di approvigionamento a cui nelle prossime settimane si aggiungeranno gli scioperi annunciati degli autotrasportatori stanno già spingendo molti italiani a fare scorte di olio di semi, pasta, farina e derivati.




Il governo appare in pesante ritardo sui provvedimenti da prendere. Ricordiamo che le accise sulla benzina e l'IVA sono calcalate con percentuali e quindi in questi ultimi mesi l'erario dello stato ha guadagnato tantissimo a nostro scapito, se un prodotto costa 1 uero infatti lo stato guadagna 22 centesimi essendo l'aliquota IVA ordinaria al 22%, se il prodotto costa 2 euro lo stato guadadna 44 centesimi, che dire poi delle incredibili accise sulla benzina. Eppure lo stato avrebbe potuto dimezzare subito l'aliquota ordinaria senza smenarci nulla ma è in gravissimo ritardo. 

Ecco i provvedimenti annunciati solo pochi giorni fa “Il Governo condivide le vostre preoccupazioni e le preoccupazioni di tutti per l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime – ha detto Draghi – Siamo al lavoro per limitare l’impatto di questi rincari sulle imprese e le famiglie, soprattutto le più vulnerabili“. Nello specifico: “Ho fatto prima la cifra di circa 16 miliardi di euro, come intervento di sostegno, che è previsto duri fino al secondo trimestre di quest’anno. Abbiamo previsto l’azzeramento degli oneri di sistema per le utenze elettriche domestiche e per le imprese, e l’abbassamento dell’Iva al 5% per le utenze del gas“ 

La ferocia di Putin unisce l'EUROPA

Uno dei risultati più evidenti della feroce guerra scatenata da Putin è quello di aver unito come non mai l'Europa e anche l'Occidente.

Un Europa che all'inizia era parsa titubante per via dei diversi interessi nazionali alla fine si è giustamente unita non solo in una condanna totale della guerra in Ucraina ma anche nelle durissime sanzioni alla Russia. Si è persino unita ieri a Versailles a formulare una linea comune nella difesa, sui piani energetici e nella gestione del debito. Impensabile fino a 2 settimane fa.

La dichiarazione di Versailles è stata approvata all'unanimità dai ventisette capi di Stato e di Governo. 


Questa in Ucraina è una terribile guerra, guerra non operazione militare di peacekeeping come millanta Putin in Russia con una censura totale sulle terribili notizie che arrivano dall'Ucraina. 

Entro metà maggio la Commissione presenterà "la proposta per il phase out da gas, petrolio e carbone russi entro il 2027" e presenterà ovviamente un piano economico per sostenerlo.

Per la prima volta l'Europa parla di difesa comune e soprattutto di definire una filiera europea dell'industria della difesa. Solo per fare un esempio oggi ci sono 17 piattaforme tecnologiche diverse negli armamenti in UE che rendono difficile una uniformità e non consentono una razionalizzazione delle spese militari. Per la priam volta anche la Germania stanzierà una somma significativa in investimenti militari. L'Europa si accorge difronte alla minaccia di Putin di aver bisogno di una difesa comune e forse anche di un esercito comune.
LA vera novità incoraggiante è che l'Europa ha parlato con una sola voce. Putin che forse sperava nelle divisioni interne dell'Europa e nelle divisioni tra USA e Europa ha ottenuto il risultato opposto portando l'Occidente in una condizione di unità che non si vedeva dai tempi della guerra fredda.


Il Papa chiede la Pace e condanna la guerra



In Ucraina è in atto una guerra di aggressione e non una operazione militare di peacekeeping come millanta Putin presso la sua pubblica opinione a cui nasocnde la realtà terribile di questa guerra con censura e repressione dell'opposizione e persino vietando i funerali dei soldati russi morti in Ucraina. Papa Francesco lo ha denunciato chiaramente all'Angelus "In Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime. Non si tratta solo di un’operazione militare, ma di guerra, che semina morte, distruzione e miseria. Le vittime sono sempre più numerose, così come le persone in fuga, specialmente mamme e bambini. In quel Paese martoriato cresce drammaticamente di ora in ora la necessità di assistenza umanitaria." e ha ringraziato tutti quelli che si stanno occupando dei profughi , oramai quasi 2 milioni, profughi che oltre ad aver perso tutto e aver abbandonato el loro case devono affrontare anche le condizioni del rigidissimo inverno ucraino , -12C: "Ringrazio tutti coloro che stanno accogliendo i profughi. Soprattutto imploro che cessino gli attacchi armati e prevalga il negoziato e prevalga il buon senso, pure. E si torni a rispettare il diritto internazionale!". 

L'unica via è tornare al diritto internazionale ha ragione il Papa, partendo da riconoscere la verità che è quella di una invasione brutale. Continua infatti il Papa “La guerra è una pazzia! Fermatevi, per favore! Guardate questa crudeltà!”. 

La Santa è disposta a fare di tutto, il Papa ha compiuto anche un gesto straordinario recandosi di persona presso l'ambasciata russa in vaticano e cercando una mediazione per mettersi al servizio della pace. In questi giorni poi il Papa ha inviato in Ucraina due cardinali, per servire il popolo, per aiutare. Il cardinale Krajewski, elemosiniere, per portare gli aiuti ai bisognosi, e il cardinale Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale.


giovedì 10 marzo 2022

Se le industrie si fermano per il caro energia


 Il caro energia era diventato già un grossissimo problema prima della crisi ucraina, ora è esploso. Inoltre c'è l'immobilisnmo del governo.

E cosi adesso el fabbrichie cosidette energifore incominciano a sospendere la produzione perchè i costi sono insostenibili.

Il gruppo Pro-Gest, colosso veneto nel settore cartario, ha fermato tutte e sei la cartiere in Italia. La carta, venduta a circa 680 euro a tonnellata, richiede attualmente circa 750 euro di soli costi energetici. 

Come riporta Siderweb, il portale dedicato alla “informazione siderurgica”, nella provincia di Brescia Ori Martin fermerà la produzione probabilmente fino a venerdì, hanno annunciato qualche giorno di chiusura anche per Duferco Travi e Profilati. Qualche turno di stop anche per Alfa Acciai, che starebbe valutando la situazione in queste ore. La stessa strategia potrebbe essere adottata dal gruppo Feralpi. Nessuna indicazione, per ora, da parte del gruppo Arvedi.

Il gruppo Pittini (Friuli Venezia Giulia) continua a non produrre: confermato uno stop produttivo di due giorni per Accaierie Venete (Padova), e chiusura programmata dal 9 all'11 marzo per Afv Beltrame (Vicenza).
Per quanto riguarda l'energia, il Pun (Prezzo unico nazionale dell'energia elettrica) al 7 marzo è salito a oltre quota 587 euro al MWh: è quasi quattro volte più alto che nello stesso periodo di un anno fa, circa dieci volte in più del 2020.
Già a gennao scorso Banzato (Federacciaio) ricordava “nel corso della giornata la produzione viene tagliata e spostata in orari più favorevoli ma è un palliativo dato che il risparmio è lontano dal compensare gli aumenti. Ricordiamo che la bolletta media dell’energia per un produttore di acciaio era di circa 10 milioni al mese ma oggi parliamo di 35 milioni”.

Oggi parte poi lo sciopero dei pescherecci i cui costi per uscire in mare visto il caro gasolio risultano insostenibili. Anche il settore dell'autotrasporto sta entrando in crisi.


domenica 6 marzo 2022

Ecco perché la Russia ha già perso

Probabilmente la Russia prevarrà dal punto di vista militare ma diciamolo la Russia ha già perso questa guerra e due immagini sopra tutte raccontano il perché : una donna ucraina dà il tè caldo a un soldato Russo catturato e gli porge il telefono per chiamare sua mamma e si scopre così che molti di questi giovani soldati russi sono al fronte con l'inganno e poi nella città conquistata di Kherson subito ci sono state manifestazioni contro l'occupazione russa nonostante la paura delle armi usate dai soldati stessi. 





giovedì 3 marzo 2022

L'esodo di donne e bambini e una gara di solidarietà

 La vera tragedia della guerra in Ucraina , ma potremmo dire di ogni guerra, è l'effetto sulla popolazione civile, in Ucraina in particolar modo assistiamo all'esodo di milioni di profughi donne e bambini, gli uomini infatti non hanno il permesso di uscire dal paese.

L'accoglienza offerta da Polonia e Moldavia è stata fin da subito generosa e ampia, la UE si sta praticando, sperando che intensifichi e migliori, a mandare aiuti alle popolazioni ai confini dell'Ucraina e per accogliere le centinaia di migliaia di esuli che chiederanno il ricongiungimento coi loro familiari nei vari paesi UE. In Italia la comunità ucraina è tra le più numerose nella UE e conta più di 200mila persone.

Ci ha colpito in questi giorni l'immagine della donna arrivata in Lombardia e che ha partorito nell'ospedale di Rho, un segno di speranza ma racconta anche la drammatica scelta a cui sono poste le donne ucraine.

Parrocchie, protezione civile, ONG e associazioni di volatariato si stanno mobilitando in tutta Italia per fornire aiuto e prepararsi all'accogleinza dei profughi e nell'inviare beni di prima necessità al confine dell'Ucraina.




mercoledì 2 marzo 2022

Le piazze e le chiese del mondo dicono No alla guerra

 Nei giorni scorsi e in questi giorni le piazze di molte città del mondo hanno manifestato contro la guerra e molte chiese si sono riempite di gente in preghiera per la pace come ha chiesto Papa Francesco. 

Anche in Russia nonostante la dura repressione ci sono state manifestazioni contro la guerra. Anche la chiesa ortodossa ha denunciato questa guerra come fraticida condannandola. 

Particolarmente significativa è stata la partecipazione alle mabifestazioni in Germania e anche nei paesi dell'est e nei paesi Baltici che più si sentono minacciato dalla Russia. 


Ucraina la fede di un popolo

 Una cosa che ci ha molto colpito in questi giorni di guerra è la fede del popolo Ucraina. Tante le immagini di gente in preghiera, di gesti di carità e della presenza delle diverse chiese, cattolica e ortodossa in aiuto della popolazione.





Attenzione a quale tipo di informazione

Anni 20-Notte, programma di Rai 2, ha mandato in onda quello che si credeva fosse un frammento di un attacco aereo mentre in realtà erano immagini di un videogame, lo stesso ha fatto il Tg2 mandando in onda una scena ai bombardamenti missilistici sull’Ucraina, ma si trattava del videogame: “War Thunder”.
Anche il Tg1 e il Tg2 hanno condiviso delle immagini dei caccia volare nei cieli di Kiev spacciandoli per attuali, quando in realtà erano le riprese di una parata militare del 2020. In altri media sono poi apparse immagini di un ospedale distrutto attribuendole ad un attacco ad un ospedale pediatrico, ma quelle immagini erano di molti anni fa.
Insomma l'informazione non ha proprio dato il meglio di sé in questo inizio di guerra in Ucraina.
Che dire poi di alcuni inviati. I primi giorni del conflitto addirittura c'erano inviati  vestiti con il elmetto e giubbotto antiproiettile mentre la gente camminava normalmente nelle città. Abbiamo ricevuto per esempio informazioni che la città di Mariupol era stata bombardata mentre erano state bombardate strutture militari all'esterno della città tanto che l' inviato del Corriere della Sera tranquillamente trasmetteva da Mariupol dicendo che era in attesa dell'attacco russo che effettivamente sarebbe avvenuto qualche giorno dopo. Infatti tutti i giornalisti occidentali se ne sono andati prima.
Molti inviati Rai poi trasmettono molto lontano dalle aree del conflitto e ci si chiede che tipo di verifiche possano fare.
Tutto questo non toglie nulla alla gravità della situazione e al reale esodo di profughi, ci si domanda allora se questi errori siano solo frutto di negligenza.