domenica 24 dicembre 2023

AUGURI SANTO NATALE 2023

Quest’anno ricorrono gli 800 anni dal primo presepe voluto da San Francesco a Greccio.

Le Fonti Francescane raccontano nei particolari cosa avvenne a Greccio. “Quindici giorni prima di Natale, Francesco chiamò un uomo del posto, di nome Giovanni, e lo pregò di aiutarlo nell’attuare un desiderio: «Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello». Papa Francesco ricorda che “Gesù viene deposto in una mangiatoia, che in latino si dice praesepium, da cui presepe”

 

Comporre il presepe nelle nostre case ci aiuta a rivivere la storia che si è vissuta a Betlemme. Il presepe è anche un segno di evangelizzazione.

Come afferma il Papa nella lettera Admirabile signum SUL SIGNIFICATO E IL VALORE DEL PRESEPE “Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. […] Il presepe è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo”.

Anche Benedetto XVI nell’udienza che tenne nel 2007 sulla figura di Sant’Ilario di Poitiers indicava come il Natale debba essere un’occasione per iniziare un cammino di conversione “ Assumendo la natura umana, Egli ha unito a sé ogni uomo, «si è fatto la carne di tutti noi» (Trattato sui Salmi 54,9); «ha assunto in sé la natura di ogni carne e, divenuto per mezzo di essa la vite vera, ha in sé la radice di ogni tralcio» (ibid., 51,16). Proprio per questo il cammino verso Cristo è aperto a tutti anche se è richiesta sempre la conversione personale”.

 

Papa Francesco proprio nella sua visita a Greccio ci ricorda che "Dio ci ama a tal punto da condividere la nostra umanità e la nostra vita. Non ci lascia mai soli; ci accompagna con la sua presenza nascosta, ma non invisibile. In ogni circostanza, nella gioia come nel dolore, Egli è l’Emmanuele, Dio con noi". E dunque anche noi dobbiamo portare gioia "dove c'è tristezza" e "speranza a chi l'ha perduta". Oggi il modo ha tanto bisogno di gioia e speranza e ci auguriamo e preghiamo perché innanzitutto si fermino le guerre.

 

Santo Natale

Luca e Paolo Tanduo

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.