domenica 31 dicembre 2023

Continuano le stragi di cristiani in Nigeria

Come riporta il sito ACS il Natale 2023 è stato segnato dalla strage di 170 cristiani in NIGERIA.

"..gravi violenze a Bokkos, nello Stato di Plateau, in Nigeria. Gli aggressori, presumibilmente oltre un migliaio di Fulani, dal 23 al 26 dicembre hanno preso di mira innanzitutto comunità cristiane. È stata accertata la morte di quasi 170 persone"

Le violenze in Nigeria contro i cristiani sono continue e così anche il fenomeno di brigantaggio e violenza legato alla minoranza islamica dei Fulani "Dal 1999 si sono registrati crescenti conflitti relativi ai terreni tra i pastori Fulani, a maggioranza islamica, e gli agricoltori locali, principalmente cristiani. Sotto l'amministrazione dell’ex presidente Muhammadu Buhari si è diffusa una certa tolleranza nei confronti delle attività dei pastori Fulani, che ha generato fenomeni di banditismo, rapimenti e attacchi".

Riascolta la testimonianza sulle sofferenze della Chiesa in Nigeria





Argentina BRICS - Italia via della seta - Cina repressione politica

Il nuovo presidente argentino Javier Milei ha comunicato ufficialmente che l’Argentina non aderirà al progetto di espansione dei BRICS, il gruppo di paesi composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

L’allargamento del gruppo è spinto soprattutto dalla CINA che vuole contrapporlo al G7 per creare un nuovo centro politico che si opponga al predominio USA e occidentale. I paesi che aderiranno al BRICS a partire del 2024, saranno Egitto, Iran, Etiopia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

La decisione segna un altro colpo nella guerra fredda tra CINA e USA dopo la decisione del governo Italia  ad inizio dicembre di comunicare alla Cina la decisione di abbandonare definitivamente la sua partecipazione alla Belt and road iniziative, il progetto economico e politico, lanciato nel 2013 da leader Xi Jinping e conosciuto anche come Nuova via della seta. Nel frattempo la Cina registra altri segnali negativi per la sua crescita economia e una nuovo stretta repressiva in politica con la sostituzione del ministro della Difesa e di molti generali. Ad Honk Kong è iniziato un nuovo processo contro l’imprenditore dell’editoria Jimmy Lai - 76 anni, cattolico, fondatore del giornale indipendente Apple Daily, costretto alla chiusura dalle autorità nel 2021 - è già in carcere dal 2020 quando il governo cinese aveva i protagonisti del movimento pro-democrazia e sta già scontando una condanna a cinque anni e nove mesi. Proprio in questi giorni poi l'attivista per i diritti di Hong Kong Agnes Chow, 27 anni, ha chiesto asilo politico a Londra.


La maternità e la politica

La senatrice di Fratelli d’Italia, Lavinia Mennuni, nei giorni scorsi ha detto “"Mia madre mi diceva sempre: ricordati che qualsiasi cosa tu voglia fare (e io volevo fare politica da quando avevo 12 anni), la tua prima aspirazione deve essere quella di essere mamma a tua volta. E questo dobbiamo ricordarlo alle nostre figlie altrimenti il rischio è che in nome della realizzazione professionale, che io auspico e che è giusta, dimentichiamo che esiste la necessità e la missione, chiamiamola così, di mettere al mondo dei bambini che saranno i futuri cittadini italiani", le polemiche ovviamente sono subito partite.

Il primo commento che ci viene non è che questa debba essere una missione per la patria, ma piuttosto una missione per essere felici e realizzarsi, ovviamente non è da mettere in contrapposizione ad altri desideri ma come papà e pensiamo che per le mamme valga ancora di più, puoi realizzare le cose più’ ambiziose i sogni più belli ma nulla è paragonabile a generare la vita a donarla e ad amare un bambino/a e un figlio/a.

Anche il data demografico del nostro paese deve comunque far riflettere e quindi in questo senso si capisce l’affermazione e il valore politico delle affermazioni della senatrice, secondo i dati Istat : Al 31 dicembre 2022 la popolazione in Italia conta 58.997.201 residenti; al 31 dicembre 2020 erano 59.236.213 al 1° gennaio 2020 i residenti erano 60 milioni 317mila. Secondo il report natalità dell’ISTAT Report-natalita-26-ottobre-2023.pdf (istat.it) anche l’anno scorso si e’ registrato un record negativo per la natalità: nel 2022 le nascite scendono a 393mila, registrando un calo dell’1,7% sull’anno precedente. Il numero medio di figli per donna scende a 1,24. “Dal 2008, anno in cui il numero dei nati vivi ha registrato il più alto valore dall’inizio degli anni Duemila, i nati residenti in Italia sono sistematicamente diminuiti. In termini assoluti, la riduzione medio-annua ammonta a circa 13mila unità, quella relativa al 2,7%. Rispetto al 2008 oggi si rilevano oltre 183mila nascite in meno (-31,8%).”

Ovviamente anche in questo caso si sono sprecati commenti in direzione opposta ne riportiamo due tra i molti, che evidenziano un abisso culturale che domina nella sinistra, la segretaria del PD ha detto infatti in parlamento “Noi non pensiamo che la massima aspirazione di una donna sia quella di essere madre. Il contributo delle donne alla società si misuri sul numero dei figli. L’ambizione di tante deve essere quella di diventare Rita Levi Montalcini”, una donna ci spiace dirlo che non ha capito nulla della vita e delle cose più importanti che rendono felici.

Vittorio Sgarbi ha così commentato invece la vicenda “La Mennuni ha posto una questione semplice ma fondamentale. La maternità è la vita. È la condizione necessaria che determina tutto il resto. È una condizione posta dalla natura per garantire la sopravvivenza e la continuazione della specie. Vogliamo sovvertire le regole della natura? Vale la pena ricordare quanto affermava lo scrittore Paul Julius Mobius: «La natura vuole, dalla donna, amore e dedizione materna». Lo “scandalo”, dunque, non sta nella conclamazione di un principio naturale, ma nel negarlo in nome di un relativismo culturale che, con violenza, nega persino il valore supremo della vita”.



sabato 30 dicembre 2023

Elezioni e Geopolitica nel 2024 potrebbero cambiare anche il corso delle guerre


La fine del 2023 si chiude con due guerre particolarmente cruente in corso. Quella dell'Ucraina con un attacco missilistico con oltre 100 missili da parte della Russia che evidenzia da un lato l'indifferenza della Russia per le vittime civili visti gli attacchi indiscriminati sulle città, tra l'altro lontane dal fronte, dall'altro smentisce la cronaca di risorse  limitate dell'esercito russo che sta avanzando nell'area di Dontesk.

La guerra a Gaza vede un numero troppo alto di civili morti più di 20mila, centinaia di ostaggi ancora tenuti prigionieri, centinaia di miliziani di Hamas e di soldati israeliani morti e poche speranze che la guerra finisca presto.

Nel 2024 ci saranno elezioni fondamentali per capire i nuovi assetti politici che influiranno anche su queste guerre oltre su altre tensioni internazionali. Il primo appuntamento a gennaio saranno le elezioni a Taiwain, nella primavera ci saranno le elezioni del Parlamento Ue e in Russia, a novembre quelle per il presidente Usa. Tutte elezioni molto importanti. 
Ma nel 2024 ci saranno anche altre elezioni in importanti paesi come Indonesia, Messico, Pakistan, Brasile e India, tra i paesi piu' popolosi del mondo.

Forze dell'ordine sottolineare il ruolo positvo

Negli ultimi giorni i carabinieri a Bari e i poliziotti a Pavia hanno salvato due giovani ragazze. Nel primo caso la ragzza si stava buttando da un cavalcavia e i carabinieri hanno resistito con notevole sforzo nella presa fino all'arrivo dei pompieri, nel secondola ragazzam su era gertata nel fiume Ticino, i poliziotti si sono tuffati nelle acque gelide del fiume e hanno salvato la ragazza . Il ministro Piantedosi ha parlato di "coraggio, abnegazione e spirito di sacrificio" dei poliziotti.

Entrambi i casi evidenziano il ruolo positivo e umano delle forze dell'ordine spesso invece attaccate ingiustamente.

domenica 24 dicembre 2023

AUGURI SANTO NATALE 2023

Quest’anno ricorrono gli 800 anni dal primo presepe voluto da San Francesco a Greccio.

Le Fonti Francescane raccontano nei particolari cosa avvenne a Greccio. “Quindici giorni prima di Natale, Francesco chiamò un uomo del posto, di nome Giovanni, e lo pregò di aiutarlo nell’attuare un desiderio: «Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello». Papa Francesco ricorda che “Gesù viene deposto in una mangiatoia, che in latino si dice praesepium, da cui presepe”

 

Comporre il presepe nelle nostre case ci aiuta a rivivere la storia che si è vissuta a Betlemme. Il presepe è anche un segno di evangelizzazione.

Come afferma il Papa nella lettera Admirabile signum SUL SIGNIFICATO E IL VALORE DEL PRESEPE “Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. […] Il presepe è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo”.

Anche Benedetto XVI nell’udienza che tenne nel 2007 sulla figura di Sant’Ilario di Poitiers indicava come il Natale debba essere un’occasione per iniziare un cammino di conversione “ Assumendo la natura umana, Egli ha unito a sé ogni uomo, «si è fatto la carne di tutti noi» (Trattato sui Salmi 54,9); «ha assunto in sé la natura di ogni carne e, divenuto per mezzo di essa la vite vera, ha in sé la radice di ogni tralcio» (ibid., 51,16). Proprio per questo il cammino verso Cristo è aperto a tutti anche se è richiesta sempre la conversione personale”.

 

Papa Francesco proprio nella sua visita a Greccio ci ricorda che "Dio ci ama a tal punto da condividere la nostra umanità e la nostra vita. Non ci lascia mai soli; ci accompagna con la sua presenza nascosta, ma non invisibile. In ogni circostanza, nella gioia come nel dolore, Egli è l’Emmanuele, Dio con noi". E dunque anche noi dobbiamo portare gioia "dove c'è tristezza" e "speranza a chi l'ha perduta". Oggi il modo ha tanto bisogno di gioia e speranza e ci auguriamo e preghiamo perché innanzitutto si fermino le guerre.

 

Santo Natale

Luca e Paolo Tanduo

sabato 23 dicembre 2023

La guerra in Ucraina è ad un punto di stallo

La guerra in Ucraina è ad un punto di stallo, anche Zelensky ha ammesso il fallimento degli obiettivi della controffensiva. I russi continuano a perdere ingenti forze negli attacchi nella zona di Donetsk. Entrambi gli eserciti sembrano esausti e soprattutto quello ucraino privo di riserve tanto che il governo ucraino ha lanciato appelli agli espatriati di tornare a combattere. L’Ucraina ha anche un problema di rifornimento delle armi, che dipende dall’appoggio USA e UE. Nel viaggio in USA Zelensky ha sollecitato la politica americana e il presidente Joe Biden a continuare a sostenere l'Ucraina. 

Per la prima volta dall'inizio dell'invasione russa, le richieste del presidente ucraino si sono però scontrate con la realtà della divisione politica interna americana e l’opposizione dei repubblicani. I repubblicani stanno infatti bloccando la richiesta di Biden di 60 miliardi di dollari in nuovi aiuti militari. Da parte sua la Russia contro proprio su questa debolezza per continuare il conflitto. 

Nel suo tradizionale discorso di fine anno, il presidente russo Vladimir Putin ha detto che gli obiettivi della Russia a quasi due anni dall’inizio della guerra non sono cambiati. Ma anche annunciato che non farà una nuova chiamata alle armi, non può permettersi infatti altri malumori interni in vista delle prossime elezioni presidenziali, nel 2022 aveva arruolato 300mila persone con una mobilitazione parziale. La Russia ha molte più riserve di uomini e mezzi ma entrambi i paesi sembrano arenati in una guerra di posizione e l'inverno stabilizzerà le posizioni, si spera che tutte le parti capiscano che è necessaria una trattativa che comporterà compromessi.

 Intanto va registrato che la Russia e l'Ucraina hanno scambiato per la prima volta pacchi e lettere dei parenti da consegnare ai prigionieri di guerra dei rispettivi Paesi.

 L’Ucraina può intanto festeggiare il via libera ai negoziati di adesione dell’Ue concessa anche alla Moldavia. A sorpresa, il premier ungherese Viktor Orbán ha tolto il veto su questo che era il punto cruciale del Consiglio Europeo.

Il fronte africano dello scontro da Occidente e Russia


Il 2023 si caratterizza per l'Africa subsahariana con l'ennesimo colpo di stato nella zona sub sahariana, quest volta in Niger.
Leggi al sito la cronologia I colpi di Stato nell'Africa Subsahariana (mediaset.it)

Una notizia poco diffusa ma con conseguenze gravi, infatti dopo Mali e Sudan, con il Niger si chiude il cambio di regimi in tutta una striscia di stati che vanno dal Golfo di Guinea al Corno d'Africa. 

La caratteristica comune di tutti questi colpi di stato è che i nuovi regimi sono condotti da militari appoggiati da eserciti o parti di essi, che hanno deciso di cambiare alleanze internazionali passando da quella francese e Occidentale a quella Russa. Infatti in questi paesi erano presenti truppe francesi, italiane e occidentali per combattere l'estremismo islamico e fermare i flussi migratori verso Algeria,Tunisia, Libia. 

Ora con i nuovi accordi militari i russi controllano anche tutte le rotte migratorie avendo alleati in Algeria e in Libia col generale Hafar. Inoltre, in peso militare in Africa dei russi aumenta a discapito di quello europeo e francese in particolare. Il Sudan rimane in bilico ma solo perché si sta combattendo una feroce guerra civile ignorata da tutti dopo la fuga degli occidentali e con milioni di profughi. 

Questa situazione segna una grave sconfitta per la politica francese da sempre protagonista in Africa dove imponeva attraverso la moneta controllata praticamente da Parigi anche le politiche economiche. La Francia ha tentato di rimanere in Niger ma alla fine ha dovuto annunciare il ritiro delle truppe francesi dispiegate da anni in Niger, conseguenza di un braccio di ferro diplomatico tra Parigi e la giunta militare al potere dal golpe.

Per la Russia, l'Africa subsahariana rappresenta, come ha detto lo stesso presidente Putin “un continente di opportunità” sia dal punto di vista economico, grazie alle sue immense risorse naturali, che politico, data la vicinanza dell'Africa all'Europa occidentale.

Il fronte del Mar Rosso e i rischi per il commercio globale


La guerra di Gaza ha un nuovo fronte che è quello dei ribelli Houthi, gruppo armato dello Yemen appoggiato dall'Iran e protagonista della guerra civile nello Yemen che ha portato gli Houthi a conquistare la capitale, in risposta Arabia Saudita e altri otto stati (per lo più arabi sunniti) iniziarono una guerra  per sconfiggere gli Houthi e porre fine all'influenza iraniana nello Yemen. Il conflitto ha ridotto lo Yemen in macerie e ha portato ad una situazione disastrosa e ad una grave crisi umanitaria.

Ora i ribelli Houthi ben armati con missili a lunga gittata, usati passato per colpire direttamente anche l'Arabia, usano ora le loro armi e i loro missili per colpire Israele e per ostacolare il commercio che passa per il Mar Rosso. ll rischio per il commercio globale è elevato e i costi per il trasporto di container e petrolio dall'Asia all'Europa rischiano di aumentare se sarà necessario le tratte di migliaia di chilometri come già annunciato da molte compagnie che per non rischiare il passaggio nel Mar Rosso o non pagare assicurazioni molto più elevate hanno deciso di circumnavigare l'Africa. Questo comporterà per chi ha porti nel Mediterraneo come Italia e Grecia un calo dei trasporti che arriveranno ora in Spagna se non addirittura nel nord Europa. Altro stato che rischia molto l'Egitto i cui ricavati dal passaggio delle navi dal canale di Suez sono una delle entrate fiscali maggiori. Per questo è stata organizzata una forza navale internazionale  che dovrà ora decidere le regole di ingaggio in caso di attacco alle navi nel Mar Rosso.

Finalmente una stretta alle baby gang


Le cosiddette baby gang, fatte di giovanissimi che imperversano nelle nostre città con risse, furti e a volte fatti delittuosi più gravi sembravano godere di una impunità di fatto, sono state finalmente oggetto di una vasta operazione di polizia su tutto il territorio nazionale.

L'importanza di questa operazione va oltre i numeri dell'operazione stessa, seppur significativi; infatti, la cosa più importante è il messaggio che certa violenza non verrà più tollerata e non sarà più impunita.

L'operazione ha riguardato Arezzo, Bari, Catania, Genova, Milano, Modena, Napoli, Palermo, Padova, Pescara, Reggio-Emilia, Rovigo, Salerno e Verona.

40 le persone arrestate e 70 quelle denunciate, tra i reati contestati anche lo spaccio di droga, sequestrate anche delle armi, a ricordarci che non si tratta solo di ragazzate ma di vera e propria delinquenza.


venerdì 1 dicembre 2023

EXPO 2030 debacle di Roma




Si sono svolte a Parigi nei giorni scorsi le votazioni per scegliere la città che ospiterà EXPO 2030. La città vincitrice è stata Riad, capitale dell’Arabia Saudita.

Un successo certamente dovuto alla potenza finanziaria di Riad col suo fondo sovrano e che sancisce un successo diplomatico indiscusso per il principe ereditario Mohamed bin Salman che dopo l’assegnazione dei Mondiali di calcio del 2034 con EXPO2030 potrà festeggiare il successo della "Vision 2030", un piano avviato nel 2016 che mirava a migliorare l'immagine dell'Arabia Saudita e a cambiare la sua strategia economica fino ad allora dipendente esclusivamente dalle risorse petrolifere.

 

Ma su questo voto va sottolineata anche la debacle della candidatura di Roma, che non è arrivata nemmeno al ballottaggio facendosi battere anche dalla città sud coreana Busan.

MA anche il numero di voti, solo 17 dice molto della sconfitta di Roma e dell’Italia. Infatti, significa che nemmeno i paesi europei hanno appoggiato Roma e nemmeno suoi presunti stretti alleati politici.

 

D'altronde Roma non e’ Milano potremmo dire, Milano era quando vinse EXPO2015 una città in crescita, ben amministrata e godeva di un sostegno politico nazionale e internazionale che aveva visto unite destra e sinistra e che aveva visto l’allora sindaco Moratti spendere le sue conoscenze per favorirne il successo anche grazie ad una tela diplomatica ben costruita dal sindaco. Tuto il contrario di Roma, una città in declino costante, male amministrata da decenni, senza un vero appoggio del governo nazionale e con sindaci di caratura davvero bassa.

ISRAELE: Scambio ostaggi-prigionieri e tregua...ma poi serviranno nuove leadership

Da 7 giorni le armi si sono fermate, o quasi a Gaza, grazie soprattutto alla richiesta degli USA di dare tempo alla diplomazia con una tregua per favorire uno scambio tra ostaggi e prigionieri palestinesi e permettere l'arrivo a Gaza degli aiuti umanitari.

Il fatto di riconoscere ad Hamas un ruolo di interlocutore certamente è stato per loro un successo, ma il governo di Israele ha dovuto accettarlo viste le pressioni internazionali contro una operazione militare che stava perdendo ogni consenso vista la sproporzione del danno causato e delle vittime civili coinvolte , inoltre anche dentro Israele stava crescendo la richiesta di riportare a casa gli ostaggi.

Si è giunti cosi all'accordo che prevede la consegna di 50 ostaggi ad Israele, dando precedenza a donne e bambini, e in cambio Israele oltre alla tregua ha liberato 3 palestinesi per ogni ostaggio. 

Hamas nonostante questo oggi ha rivendicato un attentato a Gerusalemme dimostrando che l'unica strategia che conosce è quella delle armi per affermare le sue idee. Si trova comunque ora in vantaggio perché difficilmente Israele potrà continuare a lungo questa guerra ed inoltre Hamas ha ancora molti ostaggi tra cui molti soldati israeliani.

Israeliani e palestinesi si trovano quindi intrappolati in una tragedia che coinvolge entrambi i popoli e che sembra non avere molte vie di uscita. Unico aspetto positivo è stato il ritorno sulla scena della diplomazia americana che con le sue pressioni ha impedito per ora l'allargamento del conflitto e spera ora di prolungare la tregua fino a congelare il conflitto.

Ma per uscire da questa tragedia servono certamente nuove leadership sia dalla parte palestinese, Hamas non può esserlo e Abu Mazen è una figura oramai con una scarsa presa sul popolo palestinese sempre più tentano di cedere alla propaganda di Hamas che può ora rivendicare la liberazione di centinaia di palestinesi dalle carceri israeliane, certamente poi favorita anche dal clima di odio reciproco cresciuto dopo il 7 ottobre e aggravato delle aggressioni dei coloni in Cisgiordania.

Da parte israeliana certamente è al termine la storia politica di Benjamin Netanyahu, già logorata da un governo troppo spostato a destra e del tutto compromessa dagli errori che hanno portato alla debacle militare e dei servizi segreti del 7 ottobre.

Ma per portare nuove leadership ad un tavolo negoziale ci vuole che USA, CINA e Russia le obblighino a trovare una strada per discutere e trovare un nuovo accordo.