giovedì 31 dicembre 2020

2020 eventi da ricordare

 

Il 2020 è stato certamente segnato dalla pandemia del corona visus iniziata in Cina e diffusa si in tutto il mondo e che ha colpito oramai 82 milioni di persone nel mondo uccidendo 1.8 milioni di persone (340mila in USA 140mila in India 193mila in Brasile 70mila in Italia 64mila in Francia e 71mila in Gran Bretagna). Per la prima volta abbiamo assistito a forti limitazioni delle libertà legate alla necessità di contenere la il contagio e quindi la diffusione del virus, la parola lockdown è oramai entrata nel nostro lessico. Emblematica rimarrà l'immagine di Papà Francesco da solo in piazza San Pietro. Questa crisi ovviamente ha comportato anche una grave crisi economica.


Il 2020 era cominciato con l'uccisione del generale iraniano Soleimani. Il 2020 è stato certamente segnato anche  dalla devastante esplosione nel porto di Beirut, una città che ne è risultata devastata, il Libano oggi soffre di una crisi gravissima. 

Per il medioriente significativi sono stati i patti di Abramo firmati alla Casa bianca che hanno stabilito relazioni ufficiali tra i paesi sunniti e Israele, una indubbia vittoria di TRUMP che sancisce l'isolamento dell'Iran. 

Poi c'è stato il ritorno del terrorismo islamico che ha capito la Francia e l'Austria in particolare e la guerra nel Nagorno karabakh ennesimo episodio dell'espansionismo turco. 

Per l'Italia un evento molto significativo è stato certamente l'apertura del ponte San Giorgio a Genova a soli 2 anni dal crollo del ponte Morandi. Poi ci sono le buone notizie della liberazione e dei pescatori siciliani e del missionario Padre Maccalli. 

Infine le elezioni USA che hanno portato alla vittoria di Biden e la sconfitta di TRUMP sono sicuramente uno degli eventi più significativi certamente condizionato dalla crisi sanitaria del corona virus e dalla conseguente crisi economica.

La propaganda su vaccino e primule per coprire errori e ritardi


In questa vacanza di Natale i mass-media hanno dato molta attenzione all'arrivo del vaccino in Italia, dobbiamo dire che l'evento è stato enfatizzato in maniera tale da nascondere ciò che in realtà è avvenuto. Sono arrivate infatti solo 10000 dosi di vaccino inizialmente e ci vorranno mesi o forse tutto l’anno per raggiungere una percentuale significativa della popolazione con la vaccinazione.

Cosa dire dell'arrivo via furgone scortato dal Brennero dai carabinieri per arrivare a Roma in tempo per la conferenza stampa e poi essere distribuito nelle città a più di 300km da Roma via aereo? Ci si chiede non poteva arrivare a Roma via aereo? Era così necessaria una tale propaganda visto che gli ultimi dati danno l'Italia come il paese europeo con più morti per covid, evidentemente bisogna coprire il fallimento del governo infatti abbiamo oramai superato i 70000 e i 2 milioni di contagiati. 

Anche la propaganda sulle famose "primule" sembra l'ennesimo spreco , negli altri paesi europei i centri di vaccinazione sono stati già allestiti e l’idea delle primule sembra più ad uso di immagine per coprire i soliti ritardi italiani evidenziati dal numero di vaccinazioni fatte in questi primi giorni confrontate con molti altri paesi : sul panorama europeo, la classifica dei Paesi che hanno all’attivo più vaccinazioni effettuate sono la Germania (con già 78.109 dosi somministrate) e il Portogallo (con 16.700 cittadini sottoposti al farmaco). L’Italia è al momento ferma a solo 8.300 vaccinati. Considerando l’indice che esprime il rapporto tra vaccinati ogni 100 abitanti, è il Portogallo in testa alla classifica europea, con un 0,16. Subito a seguire vi è la Danimarca, mentre sono lontane la Germania (0,05) e l’Italia (o,o1).

BREXIT Trovato l'accordo - evitato il No deal


Il 24 dicembre il premier inglese Johnson e la presidente della commissione Ue Von der Leyen hanno firmato l'accordo per la Brexit evitando il No deal.

Johnson è tornato a Londra con il "regalo" per gli inglesi anche se ha dovuto cedere sul punto riguardante la pesca, in realtà usato più come propaganda che come vero punto di trattativa, infatti il contributo al PIL inglese dalla pesca è lo 0,12 % . Il governo inglese ai pescatori delusi promette che le percentuali di pesca cambieranno dopo i 5 anni di transizione.

Certamente per Johnson un risultato politico importante e l'inizio di una nuova fase in cui la Gran Bretagna potrà fare accordi con paesi extra Ue svincolati dalle regole europee. L’accordo inoltre permette di evitare dazi reciproci tra Ue e GB. 

Solo i prossimi anni diranno se per gli inglesi è stato o no un vantaggio la scelta della Brexit. Sicuramente per gli europei sarà più difficile andare in Gran Bretagna a cercare lavori che non siano basati su contratti e curriculum di un certo livello. 

Per la L'UE la perdita di uno degli stati più grossi sposta gli equilibri interni e l'asse franco-tedesco avrà ancora maggior peso.

giovedì 24 dicembre 2020

AUGURI DI NATALE 2020

 


Natale 2020

In questo anno colpito da lutti, epidemia, crisi economica e paura forse bisognerebbe recuperare il senso della famosa frase di Giovanni Paolo II “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”.

Porre la Speranza su chi è la Via la Verità e la Vita, in un tempo in cui le certezze sembrano smarrite. Come dice Papa Francesco nell’udienza del 4 novembre 2020 “una preghiera perseverante produce una trasformazione progressiva, rende forti nei periodi di tribolazione, dona la grazia di essere sostenuti da Colui che ci ama e ci protegge sempre”.  

Il Papa ricorda l’importanza di affidarsi a Dio nella preghiera: “L’abbandono nelle mani del Padre. E’ bello quando noi stiamo agitati, un po’ preoccupati e lo Spirito Santo ci trasforma da dentro e ci porta a questo abbandono nelle mani del Padre: “Padre, si faccia la tua volontà”.  

L’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, nel discorso alla città in occasione della festa di S. Ambrogio ha sottolineato che stiamo vivendo non solo un’emergenza sanitaria e sociale, ma anche spirituale «Mi sembra che oggi sia diffuso un atteggiamento più incline alla rinuncia che alla speranza” e sempre con questa preoccupazione e attenzione ha rivolto un videomessaggio agli animatori dei Centri culturali cattolici della Diocesi di Milano in occasione della settimana di incontri “Risvegliare l’umano” ricordando che «La crisi sanitaria, economica e sociale prodotta dalla pandemia sta inaridendo le anime e soffoca l’umano. Cosa fare per reagire? In altri contesti raccomando la preghiera. Ma mi sta molto a cuore anche la cultura. Non siamo solo corpi da curare quando si ammalano, masse di cittadini da disciplinare perché le cose si svolgano con ordine. L’umano si nutre anche del gusto della bellezza, degli interrogativi su temi ultimi e delle domande sulle questioni della società. Vi invito a coltivare la cultura e l’incontro per contrastare l’omologazione e reagire alla banalità».  

L’Arcivesco Delpini ha lanciato anche un appello “Tocca a noi” in coerenza con la nostra cultura, elaborare una visione comune con i tratti di quella sapienza popolare, di quel pragmatismo operoso, di quel senso del limite e quella consapevolezza di responsabilità che appartengono all’identità cristiana ambrosiana.  

In questa tragedia che ha colpito il mondo abbiamo poi avuto un richiamo a preoccuparci di ciascuno e di tutti restituendo la stessa dignità a tutte le vita umane. Soprattutto quelle più deboli, in contrasto con una crescente cultura dello scarto. Dobbiamo allora ricordarci che questo è il messaggio centrale del Natale.  

L’evento del Natale che anche quest’anno festeggiamo è che Dio si è incarnato per salvarci. Dio che si fa uomo, un bambino, da dignità e valore ad ogni vita umana, le eleva tutte alla stessa dignità di figlio di Dio, è qui che nasce il nostro umanesimo, è in questa notte santa, nel presepe.  

Isaia 7,14 Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.  

BUON NATALE 

Luca e Paolo Tanduo

sabato 19 dicembre 2020

È una vergogna chiudere le famiglie in casa x tutte le vacanze di Natale e nessuno dice nulla

Siamo stati specialmente durante la prima ondata a marzo favorevoli di fronte all'emergenza a misure restrittive nel tentativo di contenere il contagio. Purtroppo l'incapacità di gestire la seconda ondata e di attuare forme preventive è sotto gli occhi di tutti. L'Italia è il paese con uno dei più alti tassi di mortalità e in Europa il paese con più morti x Covid-19.

Non minimiziamo né assolutamente neghiamo la gravità dell'emergenza e della pericolosità del virus sia chiaro. 

Ma di fronte all' incapacità di tutta la politica affermiamo che È una vergogna chiudere le famiglie in casa x tutte le vacanze di Natale e il fatto che nessuno dica nulla.















Il Dcpm di Natale appare dubbio e presenta molte situazioni contraddittorie rispetto a quanto visto fino ad ora ed appare del tutto ingiustificato. Altre misure di controllo e prevenzione potevano essere attuate per tempo. 

Impedire alle famiglie di ritrovarsi a Natale almeno per il primo grado di parentela è una violenza che si presenta solo in Italia. Ovunque per il giorno di Natale sono state concesse deroghe. 

Ciò che appare più preoccupante è il silenzio della società e dei vari corpi intermedi e persino della Chiesa sul fatto che un governo da solo possa arbitrariamente senza nemmeno mostrare dati convincenti decidere una tale restrizione delle nostre libertà. Una società dovrebbe perlomeno potersi confrontare e discutere su cosa questo significhi e su come questo potere viene esercitato. 

lunedì 14 dicembre 2020

Il governo promuove il cashback ma poi si lamenta dello shopping



Era più che immaginabile che dopo la chiusura di diverse settimane delle attività commerciali nel week end, alla prima riapertura i cittadini sono corsi nelle piazze e nelle vie dello shopping delle grandi città. Certo con una certa irresponsabilità a volte, ma con un desiderio più che comprensibile di tornare alla normalità in un periodo vicino alle feste natalizie. Ciò che stupisce è la reazione indignata di chi condanna questa vicenda, in particolare se provengono da membri del governo e della maggioranza che hanno invitato gli italiani a comprare nei negozi, nel tentativo di rilanciare i consumi, promuovendo il cash back, un sistema che permette un rimborso spese solo se queste avvengono in presenza e non nelle compere on line. Era meglio se avessero lasciato le attività aperte sempre evitavano gli affollamenti negli ultimi due week end prima di Natale.

Vaccino e Hunter Biden notizie e fakenews sarebbe cambiato qualcosa?

Nel giorno in cui Joe Biden viene proclamato ufficialmente Presidente eletto degli USA vorremmo parlare di 2 notizie che forse avrebbero cambaito l'esito del voto.

Oggi i primi camion escono dalle fabbriche della Pfizer per incominciare a distribuire il vaccino negli USA, Trump aveva annunciato ripetutamente che il vaccino sarebbe arrivato entro al fine dell'anno prima delle elezioni e i suoi tweet e annunci furono ridicolizzati.


La Pfizer ha annunciato i primi esiti positivi sul vaccino il 9 novembre appena pochi giorni dopo le elezioni. Il dubbio che poteva essere annunciato prima delle elezioni forse cambiarne l'esito rimane.

Un altro caso sono le indagine su presunti illeciti ed evasione fiscale, Trump durante i dibattiti televisivi aveva duramente attaccato Joe Biden affermando che anche la Cina avrebbe dovuto indagare su Joe Biden e suo figlio. Secondo il Presidente USA, infatti, ci sarebbe stata una faccenda poco chiara su un fondo di capitale cinese e su un viaggio in Cina di Hunter Biden. Nessun giornale diede peso alla vicenda, anzi testate importanti come NYT si affrettarono a bollarla come una fake news senza fondamenti. Adesso scopriamo che Hunter Biden è indagato proprio per questa vicenda.




sabato 12 dicembre 2020

L'incredibile storia dell'ILVA simbolo di ciò che non funziona in Italia nel silenzio generale

Oggi lo stato italiano e Arcelor Mittal hanno firmato per il ritorno alla stato della ormai ex più grande acciaieria europea l’ILVA di Taranto.

Una storia incredibile, nel 2012 l’ILVA viene espropriata ai proprietari I RIVA con l’accusa di bancarotta fraudolenta e disastro ambientale. La magistratura sequestrata soldi e manufatti e l’azienda viene commissariata dallo Stato. Dopo 6 anni nel 2018 l’ILVA viene venduta agli indiani di Arcelor Mittal fino ad allora concorrente diretto dello stabilimento italiano. Ad un certo punto poi viene tolta la clausola di scudo penale per le vicende pregresse che era alla base dell’accordo industriale e così l’industria indiana anche a causa della crisi dell’acciaio decide di uscirne. La vicenda dovrebbe preoccupare molto per entrambi gli aspetti che segnano di fatto che un contratto in Italia non dà nessuna garanzia: lo Stato non rispettava un accordo regolarmente firmato ma anche l’azienda indiana violava il contratto sottoscritto poiché non venivano rispettati gli accordi economici e occupazionali da parte dell’azienda.

La conclusione a cui siamo arrivati oggi appare poi del tutto clamorosa e una beffa per gli italiani. Lo Stato italiano oggi ricompra l’ILVA che verrà affidata a Invitalia di Arcuri ormai commissario di tutto in Italia. Nessuno si domanda come mai questo signore sta accumulando tutto questo potere? L’accordo è la piena nazionalizzazione dell’ILVA.

Ecco poi che nello stesso giorno della firma della nazionalizzazione Fabio Riva viene assolto dal tribunale di Milano in Appello dall’accusa di bancarotta fraudolenta perché il fatto non sussiste, nessuno dice nulla su questo incredibile esito giudiziario? In Italia attraverso sentenze poi smentite si possono togliere aziende ai privati? Certo la famiglia Riva non aveva proprio eccelso nella gestione soprattutto della vicenda ambientale ma il dubbio sulla concomitanza degli eventi di questa storia rimangono.

In ogni caso ora il cerchio si è chiuso e lo Stato italiano ha comprato coi soldi dei contribuenti l’Ilva. Comune di Taranto, regione Puglia e M5s erano per la chiusura dell’ILVA, vedremo come finirà ma le premesse non sono per nulla buone.

Una storia incredibile di un disastro giuridico - istituzionale - economico -politico e nessun giornale, inchiesta giornalistica, nessuno che grida allo scandalo. Anche Confindustria è silente, dalla politica nulla.

giovedì 10 dicembre 2020

Paolo Rossi simbolo della vittoria a Spagna 1982 ma non solo













E' morto Paolo Rossi, giocatore simbolo, probabilmente insieme a Tardelli col suo urlo in finale, della vittoria ai Mondiali di Spagna del 1982. In quei campionati del mondo Paolo Rossi segnò 6 goal diventando il capocannoniere del campionato. I suo , 3 goal al Brasile, 2 goal alla Polonia in semifinale e il primo goal nella finale vinta 3 - 1 con la Germania. 
Un campionato del mondo vinto battendo il Brasile di Zico Socrates Junor Falcao, l'Argentina di Maradona, la Polonia di Boniek e la Germania di Rummenigge. 
Come ha sottolineato qualcuno Paolo Rossi, che rinasce in quel "mundial" di Spagna dopo lo scandalo del calcio scommesse, è simbolo dell'Italia che usciva dagli anni bui del terrorismo, delle stragi, pronta a un nuovo "boom" economico e sociale. 
In quell'estate del 1982 la gente scese in piazza a festeggiare come non faceva da molto tempo, come una nazione, fu l'estate in cui si riscopri anche il tricolore, pensate che non c'erano abbastanza bandiere italiane, era ancora un periodo in cui il tricolore sventolava a fatica, perfino osteggiato da una parte politica.

sabato 5 dicembre 2020

I dati aggiornati dopo la seconda ondata Covid19

 I dati aggiornati al 4 dicembre 2020 mostrano che l'Italia nella seconda ondata è andata molto male. 

il numero dei morti in Italia è molto maggiore che in quasi tutti i paesi e stiamo anche raggiungendo i valori negativi della Gran Bretagna in cui la curva della seconda ondata è arrivata prima che da noi, anche Spagna e Francia che avevano iniziato peggio di noi l'autunno poi hanno numeri di morti minore del nostro.

La Germania poi rispetto a tutti questi paesi ha affrontato entrambe le due ondate molto meglio sia in termini di contagi che di cure e ha molti meno morti.

I morti in Italia stanno arrivando a 60.000 e i contagi hanno superato 1milione e 600 mila .

Siamo tra i paesi che hanno avuto più contagi nel mondo e con più morti rispetto al numero di contagiati, peggio di noi solo Messico e Iran.

Certo alcuni paesi in Europa come il Belgio e la Francia e la Spagna hanno più contagiati di noi rispetto alla popolazione ma hanno meno morti e la Gran Bretagna ha dati simili ai nostri,  sinceramente visti i numeri sarebbe ora di dire che il modello italiano non ha funzionato così bene.









A Natale non puoi festeggiare coi tuoi ma non per tutti



 Mentre in tutti i grandi paesi Europei Germania , Francia, Gran Bretagna, i governi allentano le misure restrittive per facilitare i ritrovi familiari pur mantenendo altre limitazioni, in Italia per il giorno di Natale e Santo Stefano vengono vietati gli spostamenti anche tra comuni per evitare i pranzi familiari.

Diciamolo oltre a non servire a limitare la pandemia perchè la gente andrà dai parenti il 24 il 27 o il 28 o altri giorni delle feste e quindi si sposta solo il giorno dell'incontro, il Governo italiano ha, a differenza degli altri europei, voluto proibire la festa in famiglia, un diritto che tra l'altro viene violato con grandi disuguaglianze.

Infatti limitando gli spostamenti tra comuni, come hanno fatto notare anche alcuni governatori , si penalizzano le regioni e gli abitanti dei piccoli comuni che non potranno andare dal parente distante magari pochi chilometri , mentre chi vive in comuni di città come Milano Napoli Roma potrà andare a trovare chiunque, con manifesta disuguaglianza e anche inutilità del provvedimento se nei luoghi più densamente abitati puoi andare da chiunque.

I ristoranti poi che si trovano nei piccoli comuni ci si chiede come faranno ad avere clienti con questi divieti.

I parenti che abitano in regioni lontane e che di solito si muovono specialmente da nord a sud potranno farlo solo prima del 21 dicembre , gli effetti saranno 2 : il primo che molti partiranno il 19 e il 20 e quindi anche stavolta il provvedimento è inutile, il secondo è che potrà farlo chi lavora in ditte che permettono il lavoro a distanza o che daranno ferie, con tutto la disuguaglianza che questa norma produce.

Insomma qualcuno potrà fare come gli altri anni il Natale in famiglia e altri no, alla faccia che tutti siamo cittadini dello stesso Stato, e questa norma non servirà neanche a ridurre la diffusione del virus perchè il virus non guarda il calendario.



Gli studenti che protestano piacciono solo se lo fanno per il clima

 


Da quando in Italia sono state applicate le zone "colorate" come le ha chiamate il Presidente del Consiglio Conte, in tutta Italia le scuole superiori sono passate alla Didattica a Distanza (DAD) , e in quelle rosse anche le classi 2 e 3 medie , lo stesso in altre regioni dove anche se gialle le ordinanze dei Governatori hanno applicato misure più restrittive.

A molti studenti la DAD non piace soprattutto perchè limita le relazioni, alcuni sono svantaggiati per motivi di disponibilità di mezzi elettronici adeguati, e quindi molti studenti hanno cominciato a protestare collegandosi per la DAD dalle strade, a volte fuori dagli istituti scolastici , o nei parchi in modo che all'aperto potessero seguire le lezioni insieme ai compagni di classe.

Ma questa forma di protesta legittima per chiedere un diritto non ha fatto molto rumore i giornali e i mass media non la applaudono, non la esaltano, a volte gli studenti che la applicano vengono osteggiati come a Torino dove una ragazza delle medie è stata sospesa perchè non segue la DAD da un luogo adeguato.

Lo stesso non succedeva quando per convinzione o per passare una giornata diversa gli studenti "scioperavano" manifestando per il clima, in questo caso tutti li applaudivano anche se perdevano giorni di lezione perchè era "green"......adesso che protestano studiando in strada per un loro diritto, quello di andare a scuola nessuno li ascolta.

Insomma per il clima si può saltare la scuola mentre se gli studenti a scuola ci vogliono andare e protestano per poterlo fare nessuno li ascolta....è proprio un mondo strano....



giovedì 3 dicembre 2020

Il problema della messa di Natale non è l’orario


Il problema della messa di Natale non è l’orario. E' chiaro che già negli scorsi anni le Sante messe erano spalmate in diversi orari a seconda della parrocchia, anche il Papa aveva già anticipato la messa della notte di Natale alle 22, i bambini a volte erano invitati ad andare alla messa alle ore 18, quindi la messa di Natale con la molteplicità di offerte appariva già un po’ "svuotata", non è quindi un problema di orario ma di metodo. 

Oltraggiose le parole del ministro Boccia che appare nella circostanza un po’ sbruffone quando dice che Gesù può nascere 2 ore prima. Ridicole le parole di Conte che per giustificare alcune restrizioni nelle settimane scorse si appellava ad un clima più spirituale per il Natale.

E’ chiaro che la decisione dello Stato sull’orario delle messe di Natale serve per far rispettare il coprifuoco, ma noi avremmo preferito affidare alla responsabilità di ogni parroco la decisione, soprattutto visto che nelle chiese italiane le regole di prevenzione e distanziamento sono state fino ad ora rispettate e le messe non sono state veicolo di diffusione del virus.

Bisognerebbe porsi il problema delle relazioni Stato Chiesa regolate da un concordato che sembra non esista più, l'autonomia della Chiesa è ancora garantita? La CEI non avrebbe potuto avviare una discussione più trasparente sul tema della gestione del Natale riaffermando le sue prerogative tutelate appunto dal concordato?

Avrebbe potuto magari spendere anche parole a difesa del ricongiungimento familiare?

Su questi punti condividiamo quindi le parole pacate ma significative del vescovo di Reggio Emilia-Guastalla monsignor Massimo Camisasca “Io non trovo scandaloso che la Messa possa essere spostata alle 20 invece che alle 24, a parte che non capisco bene perché il virus circoli di meno alle 20 invece che alle 24. Comunque, a parte queste considerazioni, mi va bene. Però io dico: stiamo attenti, perché nel momento in cui noi vogliamo continuamente toccare tutti i significati simbolici, affettivi e di fede delle persone, non facciamo un guadagno né per le persone né per la socialità. La socialità si nutre di rapporti, di simboli, di tradizioni e questo deve essere guardato con attenzione, soprattutto dalla Chiesa. Io come cittadino sono attentissimo a ciò che lo Stato mi chiede e voglio assolutamente salvaguardare la salute mia e dei miei fratelli. Nello stesso tempo, però, non voglio uno Stato che entri a regolamentare quello che la Chiesa deve decidere. Quindi ci deve essere su questo punto una forte attenzione sui significati simbolici, culturali e di fede di ciò che la Chiesa vive”.

DCPM Natale tutto confuso e assurde decisioni contro i ricongiungimenti familiari

Siamo oramai alla scadenza del periodo regolamentato dall’ultimo dpcm e ancora non sono chiare le regole per il periodo che precederà Natale e soprattutto i giorni delle festività natalizie.

Rimarranno le zone “colorate” pare, forse avremo un Italia tutta gialla, ma non si sa ancora quando si potrà uscire dal proprio comune. 

Due cose vorremmo sottolineare indipendentemente da cosa si pensi sulle chiusure.

E’ assurdo che si debba aspettare la sera per sapere cosa si può fare il giorno dopo.

L'incertezza sul periodo delle festività natalizie peserà pesantemente sia sulla programmazione delle famiglie che sull'economia. Ovviamente come potremo festeggiare il Natale inciderà significativamente sulle spese alimentari, sulle spese del commercio. Sembra escluso il turismo e lo sci e questo colpirà pesantemente il settore turistico della montagna.

L'incertezza ovviamente aggrava la pianificazione e l'organizzazione sia per le famiglie sia per le attività commerciali del settore dolciario, agroalimentare, della ristorazione, degli alberghi a cui serve programmare l'attività.

Pur comprendendo la necessità di non far riaccendere il numero dei contagi e non gravare ulteriormente sulle strutture sanitarie, bloccare gli spostamenti nei gironi del 25 e 26 dicembre ci sembra sbagliato. 

Alle famiglie dovrebbe essere permesso di ritrovarsi, l'importanza dei ricongiungimenti familiari almeno nella cerchia più stretta è indiscutibile. Giovani e figli che lavorano lontano non potranno rivedere la famiglia, i nonni dovranno vivere da soli anche questi giorni di festa e poi in modo del tutto assurdo si impedirà lo spostamento anche tra comuni limitrofi a fratelli sorelle figli e nipoti separati spesso da pochi chilometri a volte solo da una strada. Lo stesso varrebbe per i pranzi di Natale al ristorante, che senso avrebbe impedire di recarsi in un comune vicino a casa solo perchè risulta in un diverso comune? Perchè impedire di raggiungere le seconde case per esempio?

Pensare di vietare spostamenti solo il giorno di Natale e Santo Stefano sembra ridicolo come se ci si trovasse il 27 dicembre sarebbe diverso. Il fatto che lo Stato possa dire quante persone devono essere sedute a tavola sembra un po’ assurdo e difficilmente controllabile tra l'altro.

Ovviamente lo shopping pre natalizio viene garantito, troppo pesante il peso economico di questo periodo, ma gli impedimenti sui ricongiungimenti familiari avranno una certa incidenza anche su questo settore. Ci si potrebbe porre poi la domanda, davvero folle nei centri commerciali sono meno pericolose di un pranzo tra figli nipoti nonni?

Sulla chiusura dello sci, appare chiaro che un governo in cui non c'è alcuna significativa presenza proveniente dalle regioni alpine può più facilmente chiudere il turismo della montagna.

E' vero che sarebbe stato rischioso riaprire, ma perchè non pensare magari a lasciare al turismo locale la possibilità di accedere agli impianti magari con forti restrizioni nel numero degli skypass? Anche i gestori degli impianti sono apparsi incauti e impreparati a sottoporre proposte che limitassero tale numero, pagano errori del passato. Per il settore alberghiro la chiusura nel periodo delle festività natalie appare un ulteriore colpo durissimo. Difficile dire che si sarebbe dovuto riaprire tutto am forse anche qui con cautela e controlli serrati alcune concessioni si sarebbero potute concedere.