sabato 23 dicembre 2023

La guerra in Ucraina è ad un punto di stallo

La guerra in Ucraina è ad un punto di stallo, anche Zelensky ha ammesso il fallimento degli obiettivi della controffensiva. I russi continuano a perdere ingenti forze negli attacchi nella zona di Donetsk. Entrambi gli eserciti sembrano esausti e soprattutto quello ucraino privo di riserve tanto che il governo ucraino ha lanciato appelli agli espatriati di tornare a combattere. L’Ucraina ha anche un problema di rifornimento delle armi, che dipende dall’appoggio USA e UE. Nel viaggio in USA Zelensky ha sollecitato la politica americana e il presidente Joe Biden a continuare a sostenere l'Ucraina. 

Per la prima volta dall'inizio dell'invasione russa, le richieste del presidente ucraino si sono però scontrate con la realtà della divisione politica interna americana e l’opposizione dei repubblicani. I repubblicani stanno infatti bloccando la richiesta di Biden di 60 miliardi di dollari in nuovi aiuti militari. Da parte sua la Russia contro proprio su questa debolezza per continuare il conflitto. 

Nel suo tradizionale discorso di fine anno, il presidente russo Vladimir Putin ha detto che gli obiettivi della Russia a quasi due anni dall’inizio della guerra non sono cambiati. Ma anche annunciato che non farà una nuova chiamata alle armi, non può permettersi infatti altri malumori interni in vista delle prossime elezioni presidenziali, nel 2022 aveva arruolato 300mila persone con una mobilitazione parziale. La Russia ha molte più riserve di uomini e mezzi ma entrambi i paesi sembrano arenati in una guerra di posizione e l'inverno stabilizzerà le posizioni, si spera che tutte le parti capiscano che è necessaria una trattativa che comporterà compromessi.

 Intanto va registrato che la Russia e l'Ucraina hanno scambiato per la prima volta pacchi e lettere dei parenti da consegnare ai prigionieri di guerra dei rispettivi Paesi.

 L’Ucraina può intanto festeggiare il via libera ai negoziati di adesione dell’Ue concessa anche alla Moldavia. A sorpresa, il premier ungherese Viktor Orbán ha tolto il veto su questo che era il punto cruciale del Consiglio Europeo.

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