Nell'Omelia della Veglia
Pasquale Papa Francesco ha ripercorso il Sabato Santo raccontato dal Vangelo paragonando la situazione
attuale a quella che hanno vissuto le donne il sabato Santo "Quest’anno,
però, avvertiamo più che mai il sabato santo, il giorno del grande silenzio.
Possiamo specchiarci nei sentimenti delle donne in quel giorno. Come noi,
avevano negli occhi il dramma della sofferenza, di una tragedia inattesa
accaduta troppo in fretta. Avevano visto la morte e avevano la morte nel cuore.
Al dolore si accompagnava la paura: avrebbero fatto anche loro la stessa fine
del Maestro? E poi i timori per il futuro, tutto da ricostruire. La memoria
ferita, la speranza soffocata. Per loro era l’ora più buia, come per noi."
Ma le donne , continua il Papa, non si
lasciano paralizzare non rinunciano all'amore, Maria prega e spera.
Il Papa ricorda che la speranza sta nella resurrezione di Gesù : "Lì l’angelo dice loro: «Voi non
abbiate paura. Non è qui, è risorto»
(vv. 5-6). Davanti a una tomba sentono parole di vita… E poi incontrano Gesù,
l’autore della speranza, che conferma l’annuncio e dice: «Non temete» (v. 10). Non
abbiate paura, non temete: ecco l’annuncio
di speranza."
Ma la
speranza di Gesù dice il Papa : "È una speranza nuova, viva, che viene da
Dio. Non è mero ottimismo, non è una pacca sulle spalle o un incoraggiamento di
circostanza, co un sorriso di passaggio. No. È un dono del Cielo, che non
potevamo procurarci da soli. Tutto
andrà bene, diciamo con tenacia in queste settimane, aggrappandoci alla
bellezza della nostra umanità e facendo salire dal cuore parole di
incoraggiamento. Ma, con l’andare dei giorni e il crescere dei timori, anche la
speranza più audace può evaporare. La speranza di Gesù è diversa. Immette nel
cuore la certezza che Dio sa volgere tutto al bene, perché persino dalla tomba
fa uscire la vita. La tomba è il luogo dove chi entra non esce. Ma
Gesù è uscito per noi, è risorto per noi, per portare vita dove c’era morte,
per avviare una storia nuova dove era stata messa una pietra sopra. "
Il Papa
ha anche invitato tutti a riscoprire il coraggio che è un dono di Dio "Il buio e la morte non hanno l’ultima parola. Coraggio, con Dio niente è perduto! Coraggio: è una parola che nei Vangeli esce
sempre dalla bocca di Gesù. Una sola volta la pronunciano altri, per dire a un
bisognoso: «Coraggio! Alzati, [Gesù] ti chiama!» (Mc 10,49). È Lui, il
Risorto, che rialza noi bisognosi. Se sei debole e fragile nel cammino, se
cadi, non temere, Dio ti tende la mano e ti dice: “Coraggio!”. Ma tu potresti
dire, come don Abbondio: «Il coraggio, uno non se lo può dare» (I Promessi
Sposi, XXV). Non te lo puoi dare, ma lo puoi ricevere, come un dono. Basta
aprire il cuore nella preghiera, basta sollevare un poco quella pietra posta
all’imboccatura del cuore per lasciare entrare la luce di Gesù. Basta
invitarlo: “Vieni, Gesù, nelle mie paure e di’ anche a me: Coraggio!”.
Il Papa ricorda che Gesù invita a portare
l'annuncio della Resurrezione a partire dalla Galilea che rappresenta il luogo
della vit quotidiana e della chiamata dei discepoli "Il Signore ci precede, ci precede sempre. È
bello sapere che cammina davanti a noi, che ha visitato la nostra vita e la
nostra morte per precederci in Galilea, nel luogo, cioè, che per Lui e per i
suoi discepoli richiamava la vita quotidiana, la famiglia, il lavoro. Gesù
desidera che portiamo la speranza lì, nella vita di ogni giorno. Ma la Galilea
per i discepoli era pure il luogo dei ricordi, soprattutto della prima
chiamata. Ritornare in Galilea è ricordarsi di essere stati amati e chiamati da
Dio." La Galilea continua Papa Francesco è anche il luogo delle genti
a cui portare il Vangelo e cosi il Papa conclude con un invito per tutti i
cristiani e un appello al mondo : "Che
bello essere cristiani che consolano, che portano i pesi degli altri, che
incoraggiano: annunciatori di vita in tempo di morte! In ogni Galilea, in ogni
regione di quell’umanità a cui apparteniamo e che ci appartiene, perché tutti
siamo fratelli e sorelle, portiamo il canto della vita! Mettiamo a tacere le
grida di morte, basta guerre! Si fermino la produzione e il commercio delle
armi, perché di pane e non di fucili abbiamo bisogno. Cessino gli aborti, che
uccidono la vita innocente. Si aprano i cuori di chi ha, per riempire le mani
vuote di chi è privo del necessario."
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