Come avevamo già scritto a luglio dopo la rottura tra Fini e Berlusconi riaffermiamo oggi la convinzione che il destino della legislatura è segnato e le elezioni si svolgeranno la prossima primavera. Incerto invece il modo in cui si arriverà e su cosa succederà. L'incertezza non sta però nelle improbabili e irrealistiche ricostruzioni giornaliste che fanno intravedere la possibilità che Berlusconi faccia un passo indietro suggerendo un nuovo nome (come fece indicando Dini nel 1994) e tantomeno la possibilità che la Lega appoggi un governo diverso da quello presieduto da Berlusconi. No le elezioni dopo l'approvazione della legge di stabilità (la ex finanziaria) sono a nostro avviso ciò che accadrà. Tra tutte le soluzioni sono forse la migliore soluzione politica, anche se avremmo preferito lo scadere naturale della legislatura con un governo impegnato in una profonda azione riformatrice con la riforma della giustizia, del sistema fiscale finalmente veramente a sostegno delle famiglia, per la libertà di educazione, per lo snellimento della burocrazia, per un rilancio dell'economia, per la riforma in senso federale. Con le elezioni il governo avrà la possibilità di verificare se il paese e il popolo lo sostiene ancora e chi è all'opposizione potrà chiedere la fiducia agli italiani per una proposta nuova che ad oggi però non ha alcuna consistenza programmatica e nemmeno una vera leadership e che rischia nel ricadere in posizioni laiciste e stataliste. D'altronde il PD è allo sbando più completo, dopo che il suo candidato Boeri a Milano ha perso le primarie (con un netto calo della partecipazione) a favore del candidato di sinistra (ex rifondazione) e vendoliano Pisapia. Forse dovrebbero pensare di non farle più le primarie altrimenti finirà che il candidato del PD a primaverà sarà Vendola.
Berlusconi sa di non avere alternative a sinistra e questo gli permetterà di andare alle elezioni senza troppi patemi. Le elezioni saranno anche l'occasione per verificare la forza del cosiddetto terzo polo che incomincia ad intravedersi: Fini-Casini-Rutelli col sostegno di Montezemolo che finirà per concludere la sua corsa politica come quella della Ferrari oggi, buona prestazione ma alla fine non vincente. Speriamo che non decidano di schierarsi a Milano con Albertini adesso che Pisapia sarà il candidato di sinistra, perchè la Moratti merita di essere rieletta. In merito a questa alleanza UDC-FLI-API osiamo ancora sperare che Casini non faccia questo grave errore. Avvenire e quindi la CEI, chiaramente hanno già manifestato tutte le perplessità sulla linea politica laicista di Fini in netta contrapposizione con i valori e l'etica cattolica. In nessuno degli oppositori di Berlusconi si intravede un programma di governo forse perché hanno come unico scopo la caduta di Berlusconi ma sono divisi su tutto il resto. Casini meglio farebbe a sostenere Berlusconi e riguadagnare una posizione autorevole nel centro destra. Bossi permettendo, ma permetterà perché il leader è Berlusconi nonostante tutti i suoi errori.
Condivido la lucidità dell'analisi e in particolare la valutazione sul terzo polo, proggetto che nasce senza alcuna cultura politica, contro qualcuno e non per qualcosa, sposando perfino valori laicisti.
RispondiElimina