Noi riteniamo la legge sulle intercettazioni necessaria per limitarne un uso improprio e speriamo eliminare il mal costume di denigrare pubblicamente le persone a mezzo stampa e quindi ad una loro condanna mediatica a cui potrebbe invece seguire una completa estraneità dall'esito dell'eventuale processo. Sempre che si stia parlando di reati. E' vero che le intercettazioni sono necessarie per le indagini ed infatti saranno estromessi dalla legge quelle per le indagini per i reati mafiosi o terrosimo ecc... Ed è giusto preoccuparsi che non venga indebolita la lotta alla criminalità ma la questione centrale è l'uso delle intercettazioni su mezzo stampa o mass-media. In Italia ciò che non è chiaro è poi la sproporzione dele intercettazioni rispetto ad altri paesi. Che dire poi del fatto che i giornali ricevono i testi dagli stessi ambienti inquirenti? come mai vengono rese pubbliche informazioni sottoposte a segreto istruttorio violando già l'attuale legge? e nessun viene punito per cio'? come mai sono pubblicate solo intercettazioni di politici di dx e sx o personaggi famosi, ma non vediamo mai le intercettazioni dei mafiosi?
Le intercettazioni cosidette a strascico sembrano confermare la tesi che condividiamo di chi afferma che "le intercettazioni vengono usate non per trovare prove e conferme di indizi di reato già ottenuti ma come strumenti per cercare la stessa notitia criminis. Secondo uno schema tipico dello Stato inquisitore". Tutti sono sospettatibili quindi ascoltiamo cosa dicono e troveremo qualcosa per cui accusarli: un regime basato sulla denuncia reciproca e basato sul sospetto che si è già dimostrato un imbarbarimento della società negli ex regimi comunisti e si vuole farlo passare per giustizia in Italia.
Se la perfezione e la santità sono modelli a cui aspirare e a cui tedere, se è giusto che chi commette reati sia giudicato e punito secondo la legge, se chi prende incarchi pubblici deve anche essere il più possibile una persona onesta e responsabile, ci sembra invece che il pensiero comune tenda ad un un discorso moralistico e pericoloso : che chi possa agire debba essere perfetto.Il problema che in caso di errore nessuno potrà restiturti quella onorabilità che ti è stata ingiustamente tolta e l'arbitrareità di queste intercettazioni dovrebbe preoccupare ciascuno di noi.
L'idea che sembra prevalere è che si voglia colpire la persona e non il reato
Luca e Paolo. Sembrate in buona fede, il problema e' che siete ingenui, Vi prego di ripartire dai fatti. Non siete informati sulle leggi di paesi liberali ( Francia Inghilterra, Stati Uniti), o forse sono io confuso;sono questi i paesi imbarbariti da regimi comunisti ?
RispondiEliminaCara Amica
RispondiEliminavogliamo segnalarti questo appello firmato da grandi giornalisti e scrittori...per lo meno non siamo gli unici ingenui.
La legge sulle intercettazioni, affidata alla dialettica politica e parlamentare, è controversa. La nostra opinione è che non debba essere offuscato o marginalizzato, nel conflitto intorno al testo di legge, il principio liberale e costituzionale della riservatezza delle comunicazioni, perno della privacy.
Gridare “intercettateci tutti”
- Significa dimenticare il massacro di umanità che si è compiuto nel corso del Novecento per la pretesa del potere di interferire nelle vite degli altri, e gravemente sottovalutare la potenziale deriva Orwelliana del nuovo mondo tecnologico
- Significa ritenere che lo Stato possa ogni cosa, anche penetrare nei luoghi più reconditi e sacri del privato, calpestando quella dignità della persona su cui devono fondarsi leggi e regole della convivenza civile
- significa cancellare l’articolo 15 della nostra Costituzione, che sancisce il diritto alla riservatezza
la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione fu considerata dai Costituenti inviolabile. Bisogna salvaguardare l’efficienza delle indagini penali contro ogni forma di criminalità e la la libertà della stampa e degli altri mezzi di comunicazione di massa. Non c’è mobilitazione che possa svolgersi nel disprezzo di questo basilare diritto del cittadino.
Pierluigi Battista, Alessandro Campi, Francesco Cundari, Raffaele La Capria, Roberta Mazzoni, Piero Ostellino, Angelo Panebianco, Giampaolo Pansa, Andrea Romano, Susanna Tamaro
Tratto da Il Foglio