giovedì 7 marzo 2024

In Francia ideologia impone aborto come diritto costituzionale

In Francia con un voto a stragrande maggioranza in un contesto inusuale in cui il Congresso è stato convocato alla reggia di Versailles l'aborto entra nella Costituzione. La Francia diventa oggi il primo Paese a inserire espressamente l'interruzione volontaria della gravidanza in Costituzione anche se la formula non parla di diritto ma di fatto lo sarà perché viene inserito nella Costituzione la frase «La legge determina le condizioni nelle quali si esercita la libertà garantita alla donna di far ricorso a una interruzione volontaria di gravidanza».

Il governo francese che ha anche fatto illuminare la La Tour Eiffel con la scritta 'Mon corps, mon choix", "mio il corpo, mia la scelta" si auto esalta con il primo ministro Gabriel Attal che dichiara "la Francia si alza e si pone all'avanguardia del progresso", questa misura è stata fortemente voluta dal presidente Macron che già un anno fa si era impegnato a "rendere irreversibile" tale libertà e così sarà perché l’effetto della frase messa nella Costituzione impedirà di scrivere qualunque legge che limiti l’aborto. Un altro vincolo grave che si era cercato inutilmente di eliminare è la parola garantita che praticamente annulla qualunque obiezione di coscienza sull’aborto da parte dei medici.

L'Accademia pontificia nella sua dichiarazione afferma: "Proprio nell'epoca dei diritti umani universali, non può esserci un 'diritto' a sopprimere una vita umana”. “L’aborto, che rimane un attentato alla vita nel suo inizio, non può essere visto esclusivamente nella prospettiva dei diritti delle donne». Lo affermano i vescovi francesi in un comunicato in cui spiegano di aver appreso «con tristezza» dell’approvazione, avvenuta ieri in Senato, del testo di revisione costituzionale, che inserisce nella Carta fondamentale la garanzia della libertà di accesso all’aborto. Rivolgendo il pensiero a coloro, «in particolare alle donne in difficoltà», che stanno prendendo in considerazione la drammatica eventualità di ricorrere all’aborto, la Conferenza episcopale francese (Cef) «si rammarica che il dibattito avviato non abbia menzionato le misure di sostegno per coloro che vorrebbero tenere il proprio figlio».

Nella nota, la Pontificia Accademia per la Vita rimarca, infine, che per la Chiesa cattolica, "la difesa della vita non è un’ideologia”, come ha sottolineato Papa Francesco all’udienza generale del 25 marzo 2020, ma “una realtà umana che coinvolge tutti i cristiani, proprio perché cristiani e perché umani” e che “si tratta di agire sul piano culturale ed educativo per trasmettere alle generazioni future l’attitudine alla solidarietà, alla cura, all’accoglienza”, nella consapevolezza “che la cultura della vita non è patrimonio esclusivo dei cristiani, ma appartiene a tutti coloro che, adoperandosi per la costruzione di relazioni fraterne, riconoscono il valore proprio di ogni persona, anche quando è fragile e sofferente".

Cogliamo due commenti uno di Francesco Belletti su Famiglia Cristiana “la libertà di autodeterminazione della donna viene riaffermata in modo assoluto, senza interrogarsi sui diritti residuali - o potenziali – del nascituro” e ancora “Rimane un diritto “strabico”, che sceglie solo una parte, cancellando l’altra in modo unilaterale, per via giuridica, senza accettare la complessità della realtà – vale a dire almeno l’ipotesi - se non la piena certezza – che ci sia in gioco una seconda vita”.

Il secondo di Marina casini presidente del Movimento per la vita italiano «È abominevole quanto accaduto in Francia. Orribile che la Tour Eiffel sia stata illuminata a festa per celebrare il trionfo della morte cagionata ai più poveri dei poveri tra gli esseri umani, i più deboli, i più indifesi.” E ancora “È Uno sfregio anche della convenzione sui diritti del bambino (ONU 1989) che chiede la tutela giuridica dei bambini anche prima della nascita.»

Infatti, questa volontà assoluta della Francia di Macron, dove gli aborti sono 230mila all’anno, di non considerare in nessun modo il diritto dei bambini non ancora nati e di non vedere nella maternità la presenza di un figlio è ideologica, neanche si pone il dubbio che un diritto assoluto di aborto prevarica la vita e i diritti di un altro, il bambino, e impone anche ai medici di dare la morte ad un bambino. La vita è il diritto fontale di tutti gli altri, sembra ovvio ma ce lo si dimentica, se non vivi non puoi esercitare il diritto alla salute, il diritto alla libertà, il diritto all’uguaglianza, il diritto alla fraternità. Sul fatto che la vita inizi dal momento della fecondazione dell’ovulo, non c’è più alcun dubbio scientifico, quindi negare il diritto alla vita del nascituro è il primo passo per creare una discriminazione. L’aborto inoltre tronca due relazioni, la prima quella tra mamma e bambino che fin da subito si instaura e anche qui ci sono chiare evidenze scientifiche, la seconda quella tra l’uomo e la donna. 

 

In un periodo storico in cui il vero problema è quello delle nuove nascite la decisione della Francia appare ancora più assurda. Se guardiamo agli USA dopo la sentenza della Corte costituzionale ha ribaltato la sentenza Roe v. Wade nel giugno 2022, negli stati che hanno applicato una restrizione della legge e la chiusura conseguente di molte cliniche abortive, i dati mostrano un crollo delle interruzioni volontarie di gravidanza ed una ripresa delle nascite che evidenzia anche un desiderio di maternità molto spesso soffocato da situazioni economiche e familiari che spingono all'aborto e dove invece si trovano alternative riprende slancio.

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