giovedì 3 dicembre 2020

DCPM Natale tutto confuso e assurde decisioni contro i ricongiungimenti familiari

Siamo oramai alla scadenza del periodo regolamentato dall’ultimo dpcm e ancora non sono chiare le regole per il periodo che precederà Natale e soprattutto i giorni delle festività natalizie.

Rimarranno le zone “colorate” pare, forse avremo un Italia tutta gialla, ma non si sa ancora quando si potrà uscire dal proprio comune. 

Due cose vorremmo sottolineare indipendentemente da cosa si pensi sulle chiusure.

E’ assurdo che si debba aspettare la sera per sapere cosa si può fare il giorno dopo.

L'incertezza sul periodo delle festività natalizie peserà pesantemente sia sulla programmazione delle famiglie che sull'economia. Ovviamente come potremo festeggiare il Natale inciderà significativamente sulle spese alimentari, sulle spese del commercio. Sembra escluso il turismo e lo sci e questo colpirà pesantemente il settore turistico della montagna.

L'incertezza ovviamente aggrava la pianificazione e l'organizzazione sia per le famiglie sia per le attività commerciali del settore dolciario, agroalimentare, della ristorazione, degli alberghi a cui serve programmare l'attività.

Pur comprendendo la necessità di non far riaccendere il numero dei contagi e non gravare ulteriormente sulle strutture sanitarie, bloccare gli spostamenti nei gironi del 25 e 26 dicembre ci sembra sbagliato. 

Alle famiglie dovrebbe essere permesso di ritrovarsi, l'importanza dei ricongiungimenti familiari almeno nella cerchia più stretta è indiscutibile. Giovani e figli che lavorano lontano non potranno rivedere la famiglia, i nonni dovranno vivere da soli anche questi giorni di festa e poi in modo del tutto assurdo si impedirà lo spostamento anche tra comuni limitrofi a fratelli sorelle figli e nipoti separati spesso da pochi chilometri a volte solo da una strada. Lo stesso varrebbe per i pranzi di Natale al ristorante, che senso avrebbe impedire di recarsi in un comune vicino a casa solo perchè risulta in un diverso comune? Perchè impedire di raggiungere le seconde case per esempio?

Pensare di vietare spostamenti solo il giorno di Natale e Santo Stefano sembra ridicolo come se ci si trovasse il 27 dicembre sarebbe diverso. Il fatto che lo Stato possa dire quante persone devono essere sedute a tavola sembra un po’ assurdo e difficilmente controllabile tra l'altro.

Ovviamente lo shopping pre natalizio viene garantito, troppo pesante il peso economico di questo periodo, ma gli impedimenti sui ricongiungimenti familiari avranno una certa incidenza anche su questo settore. Ci si potrebbe porre poi la domanda, davvero folle nei centri commerciali sono meno pericolose di un pranzo tra figli nipoti nonni?

Sulla chiusura dello sci, appare chiaro che un governo in cui non c'è alcuna significativa presenza proveniente dalle regioni alpine può più facilmente chiudere il turismo della montagna.

E' vero che sarebbe stato rischioso riaprire, ma perchè non pensare magari a lasciare al turismo locale la possibilità di accedere agli impianti magari con forti restrizioni nel numero degli skypass? Anche i gestori degli impianti sono apparsi incauti e impreparati a sottoporre proposte che limitassero tale numero, pagano errori del passato. Per il settore alberghiro la chiusura nel periodo delle festività natalie appare un ulteriore colpo durissimo. Difficile dire che si sarebbe dovuto riaprire tutto am forse anche qui con cautela e controlli serrati alcune concessioni si sarebbero potute concedere.



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