Il 24 dicembre il premier inglese Johnson e la presidente della commissione Ue Von der Leyen hanno firmato l'accordo per la Brexit evitando il No deal.
Johnson è
tornato a Londra con il "regalo" per gli inglesi anche se ha dovuto
cedere sul punto riguardante la pesca, in realtà usato più come propaganda che
come vero punto di trattativa, infatti il contributo al PIL inglese dalla pesca
è lo 0,12 % . Il governo inglese ai pescatori delusi promette che le
percentuali di pesca cambieranno dopo i 5 anni di transizione.
Certamente
per Johnson un risultato politico importante e l'inizio di una nuova fase in
cui la Gran Bretagna potrà fare accordi con paesi extra Ue svincolati dalle
regole europee. L’accordo inoltre permette di evitare dazi reciproci tra Ue e
GB.
Solo i
prossimi anni diranno se per gli inglesi è stato o no un vantaggio la scelta
della Brexit. Sicuramente per gli europei sarà più difficile andare in Gran
Bretagna a cercare lavori che non siano basati su contratti e curriculum di un
certo livello.
Per la L'UE la perdita di uno degli stati più grossi sposta gli equilibri interni e l'asse franco-tedesco avrà ancora maggior peso.
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