sabato 2 marzo 2024

Morte di Navalny e delle opposizioni in Russia

È morto in Russia Aleksej Navalny: è stato un attivista e politico russo fra i più noti oppositori del presidente Putin. Le cause della morte di Navalny sono ancora ignote ma sicuramente le sue condizioni generali hanno sofferto a causa dell’internamento un carcere nella zona remota della Siberia del Nord e per l'avvelenamento che aveva subito anni fa: non ci sono dubbi sulla responsabilità politica dei servizi segreti e del governo che lo ha rinchiuso in un gulag in Siberia.

Navalny era coraggiosamente tornato in Russia dopo l'avvelenamento a cui era sopravvissuto con le cure in Germania, era un fiero oppositore di Putin, ma sicuramente bisogna capire perché è stato ucciso proprio ora visto che non aveva nessuna capacità di fuggire. Qualche sito ipotizza che era vicino uno scambio di prigionieri ad alto livello e quindi si voleva evitare che fosse espatriato, altri dicono che poteva diventare un Nelson Mandela russo, in ogni caso le repressioni verso non solo gli oppositori ma anche solo chi critica la guerra in Ucraina è diventata molto dura in Russia. Un esempio sono le numerose morti misteriose che hanno colpito anche alti funzionari in questi 2 anni o proprio gli arresti di chi ha deposto fiori per Navalny alcuni dei quali poi mandati in ucraina a combattere.

Va riconosciuto molto coraggio alle migliaia di persone che hanno partecipato ai funerali svoltosi a Mosca. Uomini e donne che dimostrano che c’è una Russia che vuole cambiare, che non vuole la guerra e vuole la democrazia. Alcune fonti parlano di 128 persone in 19 diverse città della Russia sono state fermate perché’ ricordavano Navalny.

In questi giorni è strato condannato ad una multa Sergey Sokolov con l'accusa di “screditare” l'esercito russo. Sokolov è direttore del giornale Novaya Gazeta, dopo la decisione di Dmitry Muratov, Nobel per la Pace 2021, di dimettersi dalla carica perché accusato di essere un “agente straniero”. Novaya Gazeta è nota per le sue inchieste che talvolta hanno preso di mira il Cremlino, la politica del governo e gli alti funzionari, è la stessa per cui scriveva Anna Politkovskaya, uccisa nel 2006 e nota per reportage e articoli fortemente critici nei confronti di Vladimir Putin.

Ancora piu' eclatante il caso del dissidente russo Oleg Orlov, già copresidente della fondazione Memorial alla quale è stato assegnato il Premio Nobel per la pace nel 2022, l'accusa ha chiesto per lui due anni e undici mesi di reclusione per "discredito" dell'esercito russo.

La repressione contro le voci delle opposizioni si sta facendo sempre più spudorata e Putin mostra di non avere più alcun freno e forse la morte di Navalny vuole essere un messaggio a tutti gli oppositori interni in vista delle imminenti elezioni presidenziali.

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