Molto
si dibatte sul tasso di mortalità del Coronavirus che è del 2-3% ma aumenta per
quelle persone in condizioni di difese immunitarie indebolite o con patologie
gravi specie se anziani.
Ma il vero problema è un altro, è un problema
di sistema. Infatti un tasso di mortalità relativamente basso accompagnato da
un alto tasso di contagio rischiano di creare molti casi in poco tempo. Inoltre
questo virus è un virus nuovo e può mutare ed evolvere sia verso forme più aggressive
che verso forme meno aggressive. Il vero pericolo insomma è IL NUMERO dei possibili contagi contemporanei, se va fuori controllo
ed aumenta in modo esponenziale si muore percentualmente di più ( a partire
dalle categorie più a rischio e vulnerabili) perché il sistema sanitario non
riuscirebbe a sostenere la cura di tanti casi contemporaneamente.
Il sistema potrebbe essere messo in difficoltà
infatti in particolare dal fatto che essendo il virus nuovo non esiste
immunizzazione nella popolazione generale ( non per il tramite di un vaccino e
neppure per esposizione pregressa) L’influenza stagionale é ogni anno un po’
simile a quella dell’anno prima... per questo siamo “ più protetti” e poi la
campagna vaccinale aiuta a ridurre la numerosità degli individui passibili di
contagio.
Facciamo un esempio: i posti letto in terapia
intensiva sono limitati come si sa , se ad un certo punto risultassero tutti
occupati per via dell'epidemia di Corona virus la mortalità ovviamente aumenterebbe.
Altro fattore di rischio ovviamente come già
detto è lo sforzo richiesto ai medici e la possibilità, come già mostrano
questi primi casi, che molti di essi risultino infetti aumentando lo stress
sulla classe medica. Proteggere i medici e gli operatori sanitari è MANDATORIO
per preservare la capacità di reazione all'epidemia.
Le condizioni di lavoro nel sistema sanitario
si degraderebbero rapidamente e allora muori perché il sistema non può reggere,
perché non é strutturato per questo tipo di eventi.
Inoltre in caso di pandemia i malati che normalmente
accedono al servizio sanitario potrebbero avere difficoltà ad essere seguiti e
curati o peggio addirittura essere rifiutati perchè non c'è posto per loro.
Per questo tutto quello che si può fare per
ridurre il contagio e proteggere così le categorie deboli, VA FATTO senza se e
senza ma, con senso civico e razionalità.
Come anche ha detto in una intervista dal
virologo dell'Università di Milano Fabrizio Pregliasco la cosa più urgente è proprio
quella di fare in modo che il contagio non avvenga tutto insieme. Il problema
di questa situazione non è che venga contagiata tanta gente. Non è quello che
preoccupa. Ma piuttosto che il contagio colpisca una grandissima fetta di
popolazione nello stesso momento.
Da questo punto di vista basta guardare
quanto è successo in Cina, dopo aver sottovalutato la portata e virulenza del
virus il contagio si è esteso cosi velocemente che il sistema è collassato,
alcune perosne e famiglie sono state abbandonate in casa dove sono morte,
emblematica è la storia del regista Chang Kai "Il primo ad ammalarsi è
stato il padre del regista ma negli ospedali non c'erano letti disponibili.
Sono deceduti in 4 e ora anche la moglie è grave. La decisione iniziale delle
autorità di isolare i malati nelle proprie abitazioni ha moltiplicato il
contagio causando più di un decesso nello stesso nucleo"
(https://www.repubblica.it/esteri/2020/02/19/news/coronavirus_pechino_morto_regista_chang_kai_decimata_famiglia-248985892/)
Non stiamo dicendo che arriveremo a questo
puntio sia chiaro, siamo lontanissimi da questo pericolo ma è un monito da
tener conto.
Non generare panico è necessario ma
minimizzare è sbagliato ricordiamo la storia del medico Peng Yinhu, anche a lui
fu detto di non creare allarmismi.
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