venerdì 28 febbraio 2020

I numeri italiani e il caso di Lodi e Cremona confermano debolezza sistema sanitario

I numeri registrati all'ospedale di Cremona sembrano confermare i timori sull'impatto che l'epidemia di Coronavisrus potrebbe avere sugli ospedali, che come abbiamo già detto è il vero problema di questa epidemia.
Infatti se guardiamo i numeri della Regione Lombardia che è quella più colpita questa preoccupazione sembra essere confermata. In Lombardia si sono registrati 406, di cui 216 ospedalizzati! un numero molto elevato rispetto al totale delle persone colpite dal contagio. Alto è anche il numero delle persone finite in terapia intensiva.

Una situazione difficile, che non è l'unica in queste ore dicevamo è a Cremona dove a ieri i pazienti contagiati dal Covid-19 e ricoverati erano 81, di cui oltre la metà con polmoniti. Diversi pazienti nella notte tra mercoledì e giovedì si sono aggravati, rendendo necessario il loro trasferimento in Terapia Intensiva: dato che quella dell'ospedale non poteva accoglierli tutti (i posti complessivi sono otto), almeno 4 malati, come spiegato stamattina dall'assessore al Welfare Giulio Gallera, sono stati trasferiti in altri ospedali. Già nei giorni scorsi per far fronte al maxi-afflusso di pazienti a Cremona, la protezione civile regionale aveva organizzato una tenda di triage davanti all'ospedale per non intasare il pronto soccorso.
Nella notte emergenza a Lodi: 51 ricoveri, 17 in terapia intensiva. Non bastano i posti in ospedale dice il Presidente Fontana "Lodi non ha un numero sufficiente di camere di terapia intensiva per cui sono stati trasferiti in altre terapie intensive della Regione".
Sempre l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha precisato: “La disponibilità lombarda è di 900 posti e possiamo approntarne altri 150. Ma questo è il motivo per cui dopo 4 giorni dall’insorgenza del primo caso positivo abbiamo condiviso con il governo delle misure un po’ dure ma che avevano lo scopo di contenere il fenomeno” come riporta il sito https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/28/coronavirus-650-casi-in-italia-fontana-nella-notte-emergenza-a-lodi-51-ricoveri-17-in-terapia-intensiva-non-bastano-posti-in-ospedale/5719824/
Un’altra possibile situazione critica sembra essere quella dei medici di base nelle “zone rosse” dove diversi medici risultano contagiati, in Veneto a Vo sono stati mandati dei medici volontari, a Codogno la situazione sembra peggiore e servirebbe mandare qualche medico aggiuntivo per garantire la normale assistenza sanitaria ai pazienti “comuni” non contagiati.
Intanto i numeri secondo l’ultimo bollettino diffuso dal commissario straordinario, Angelo Borrelli, sono oltre 821 i casi di contagio accertati nel Paese, 21 i morti, 345 ricoveri in ospedali di cui 61 in terapia intensiva. Ben 282 tanponi risultati positivi sono già stati verificati dall’Istituto Superiore di Sanità. Ciòè il 100% dei risultati del primo tampone sono stati confermati dalla seconda analisi dell’Istituto Superiore di Sanità confermando l'attendibilità del dato generale. 
Inutile quindi la polemica sulle differenze dei dati tra Regione e Istituto Superiore di Sanità, ovviamente c'è un tempo tecnico per eseguire la secodna verifica. 
Speriamo che le Regioni continuino ad informare prontamente sulla situazione, perchè la stampa sembra aver cambiato approccio al problema dopo i vari appelli tar cui quello del Presidente del Consiglio di abbassare i toni. Si rischia di passare da un iperallarmismo a volte ingiustificato, si pensi a regioni come Piemonte Marche e Friuli, a ritenere superata l’emergenza o a sottovalutarne la reale portata viste le situazioni critiche presenti in Lombardia che comunque sono rilevanti per diverse famiglie colpite dal contagio.

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