I
numeri registrati all'ospedale di Cremona sembrano confermare i timori
sull'impatto che l'epidemia di Coronavisrus potrebbe avere sugli ospedali, che
come abbiamo già detto è il vero problema di questa epidemia.
Infatti se guardiamo i numeri della Regione
Lombardia che è quella più colpita questa preoccupazione sembra essere
confermata. In
Lombardia si sono registrati 406, di cui 216 ospedalizzati! un numero molto
elevato rispetto al totale delle persone colpite dal contagio. Alto è anche il
numero delle persone finite in terapia intensiva.
Una situazione difficile, che non è l'unica
in queste ore dicevamo è a Cremona dove a ieri i pazienti contagiati dal
Covid-19 e ricoverati erano 81, di cui oltre la metà con polmoniti. Diversi
pazienti nella notte tra mercoledì e giovedì si sono aggravati, rendendo
necessario il loro trasferimento in Terapia Intensiva: dato che quella
dell'ospedale non poteva accoglierli tutti (i posti complessivi sono otto),
almeno 4 malati, come spiegato stamattina dall'assessore al Welfare Giulio
Gallera, sono stati trasferiti in altri ospedali. Già nei giorni scorsi per far
fronte al maxi-afflusso di pazienti a Cremona, la protezione civile regionale
aveva organizzato una tenda di triage davanti all'ospedale per non intasare il
pronto soccorso.
Nella notte emergenza a Lodi: 51 ricoveri, 17
in terapia intensiva. Non bastano i posti in ospedale dice il Presidente
Fontana "Lodi non ha un numero sufficiente di camere di terapia intensiva
per cui sono stati trasferiti in altre terapie intensive della Regione".
Sempre l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha precisato: “La
disponibilità lombarda è di 900 posti e possiamo approntarne altri 150. Ma
questo è il motivo per cui dopo 4 giorni dall’insorgenza del primo caso
positivo abbiamo condiviso con il governo delle misure un po’ dure ma che
avevano lo scopo di contenere il fenomeno” come riporta il sito https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/28/coronavirus-650-casi-in-italia-fontana-nella-notte-emergenza-a-lodi-51-ricoveri-17-in-terapia-intensiva-non-bastano-posti-in-ospedale/5719824/
Un’altra possibile situazione critica sembra essere
quella dei medici di base nelle “zone rosse” dove diversi medici risultano
contagiati, in Veneto a Vo sono stati mandati dei medici volontari, a Codogno
la situazione sembra peggiore e servirebbe mandare qualche medico aggiuntivo
per garantire la normale assistenza sanitaria ai pazienti “comuni” non
contagiati.
Intanto
i numeri secondo l’ultimo bollettino diffuso dal commissario straordinario,
Angelo Borrelli, sono oltre 821 i casi di contagio accertati nel Paese, 21 i morti, 345 ricoveri in ospedali di cui 61 in terapia intensiva. Ben 282 tanponi risultati positivi sono già stati verificati dall’Istituto Superiore di Sanità. Ciòè il 100% dei
risultati del primo tampone sono stati confermati dalla seconda analisi
dell’Istituto Superiore di Sanità confermando l'attendibilità del dato
generale.
Inutile quindi la polemica sulle differenze
dei dati tra Regione e Istituto Superiore di Sanità, ovviamente c'è un tempo
tecnico per eseguire la secodna verifica.
Speriamo che le Regioni
continuino ad informare prontamente sulla situazione, perchè la stampa sembra
aver cambiato approccio al problema dopo i vari appelli tar cui quello del
Presidente del Consiglio di abbassare i toni. Si rischia di passare da un
iperallarmismo a volte ingiustificato, si pensi a regioni come Piemonte Marche
e Friuli, a ritenere superata l’emergenza o a sottovalutarne la reale portata
viste le situazioni critiche presenti in Lombardia che comunque sono rilevanti
per diverse famiglie colpite dal contagio.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.