sabato 17 ottobre 2020

Nagorno-Karabakh - Espansionismo Turco e pericoli per il popolo armeno - La storia si ripete

In un mondo "distratto" dall'emergenza Covid nelle scorse settimane è riesplosa la crisi nel Nagorno-Karabakh. L'esercito azero ha attaccato la regione contesa con l'Armenia. 

I bombordamenti e gli scontri sono incessanti nonostante i tentativi di trovare una tregue. Appare chiaro da parte dell'Azerbaijan il tentativo di risolvere il conflitto militarmente. Secondo quanto riporta Asianews, Araik Harutyuinian, presidente dell’entità separatista, ribadisce l’accusa che dietro alle operazioni militari di Baku ci sia la mano della Turchia: “Quella turca e azera – egli denuncia – è una minaccia alla nostra sopravvivenza millenaria come nazione”. In effetti la Turchia avrebbe preparato l'attacco vendendo ingenti quantità di armamenti all'Azerbaijan nei mesi scorsi e portando nella regione i combattenti già protagonisti in Siria. 


Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, accusato dal premier armeno Nikol Pashinyan di voler “restaurare l’impero ottomano e completare il genocidio del 1915 nei confronti degli armeni”, non nasconde le sue mire. Ieri, in un discorso a Konya, Erdogan ha dichiarato che le operazioni nel Karabakh occupato continueranno fino alla sua liberazione: “Senza il ritiro armeno da tutto il territorio azero non ci potrà essere un cessate il fuoco”.

L'Europa, tranne la Francia, rimangono per ora troppo silenti di fronte all'escalation che coinvelge sempre di più anche l'Armenia e sta sconfinando sia nei territori armenti che in quelli azeri.

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