venerdì 5 marzo 2021

Il governo Draghi cambia la geografia politica?

La formazione del governo Draghi ha portato inevitabilmente a far esplodere tensioni latenti nei partiti soprattutto Pd e M5S a conseguenza del peso assunto dal centro destra soprattutto nei ruoli economici, della predominanza dei ministri tecnici per la riscrittura del recovery plan. Altri scossoni si sono visti in ruoli apicali nella gestione dell'emergenza covid con la sostituzione del capo della protezione civile prima e del commissario straordinario Arcuri poi.

Il M5s è sull'orlo della scissione con un folto gruppo di parlamentari espulsi per non aver votato la fiducia al governo Draghi e con lo scontro in atto tra la linea di Grillo e quella di Casaleggio, con Conte che si candida a nuovo leader del M5S e Di battista del gruppo di fuoriusciti.

Il PD ormai appare dilaniato da una lotta interna incominciata per le nomine dei ministri e dei sottosegretari. Zingaretti oggi ha annunciato le sue dimissioni da segretario, paga sicuramente la decisione di aprire al M5S un’alleanza nel Lazio e il fallimento della creazione del gruppo unico con M5S in Parlamento ma anche l’opposizione di alcune correnti interne.

A nostro avviso però paga soprattutto lo schiacciamento sulla difesa di Conte e del governo giallo rosso nonostante il fallimento della gestione della crisi pandemica e economica soprattutto in occasione seconda ondata e poi nel fallimento della campagna vaccinale.

Per il centro destra Giorgetti ha spinto la Lega su posizioni più moderate portandola ad un ruolo nel governo col rischio di dover appoggiare alcune scelte nella gestione della pandemia che fino ad ora aveva contestato ma col vantaggio di poter gestire la nuova fase economica a patto di riuscire a mantenere la promessa di non aumentare la pressione fiscale. Lo stesso vale per Forza Italia che però con la Gelmini che affianca Speranza nella presentazione del DPCM potrebbe pagare molto di più l’ incoerenza su questo tema. A proposito di decisioni sulla gestione della pandemia il governatore della Lombardia Fontana continua a deludere annunciando la chiusura delle scuole il giovedì per il venerdì mentre avrebbe potuto programmare la chiusura a partire da lunedì dando 3 giorni alle famiglie per prepararsi.

FDI rischia di isolarsi all'opposizione, traendo magari un vantaggio politico nell’essere l’unica vera forza di opposizione. In questo ruolo però non manca di fare proposte interessanti come di annullare il cash back e usare i 5 miliardi per i ristori.

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