1- prima del 21 febbraio i protocolli indicavano che i tamponi e le indagini su infezioni da corona virus doveva essere fatte solo a persone provenienti dalla Cina o che avevano avuto contatti con esse e presentavano i sintomi, è utile ricordare che l'anestesista che ha scoperto a Codogno il paziente n1 e che ha ricevuto l'onorificenza dal Presidente della Repubblica ha viuolato questi protocolli e epr questo ha scopertio il primo contagio in Italia. Perchè di frotne ai numerosissimi casi di anomale polmoniti nulla si è cambaito e non si è dato indicazione di fare tamponi? Avremmo potuto scoprire ben prima la diffusione del virus in Italia. I segnali c'erano tutti
2- i protocolli imposti dal minstero della Salute a tutti gli ospedali d'Italia per curare il Covid-19, basati sulla ventilazione meccanica nelle terapie intensive, erano completamente errati. Si può quindi dedurre che fino alla scoperta rivelatrice fatta dopo l'effettuazione di alcune autopsie, le complicanze da Covid sono state in buona misura prodotte da diagnosi sbagliate e, conseguentemente, da una terapia che si è rivelata per molti versi letale. La svolta nella lotta al Coronavirus è infatti arrivata solo poco tempo fa, quando qualche medico ospedaliero fuori dal coro e, rischiando pesanti sanzioni ministeriali, si è preso la briga di fare le autopsie sui cadaveri dei pazienti deceduti durante la pandemia. Grazie a queste autopsie si è potuto così scoprire che il primo effetto del Covid-19 è la Coagulazione Intravascolare Disseminata (CID). Cioè la formazione di grumi nel sangue e conseguente trombosi. Solo in seguito e nei casi resistenti alle cure antitrombosi arrivava la polmonite interstiziale doppia. Bastava dunque fare da subito l'autopsia ai primi deceduti da Coronavirus per evitare percorsi e rimedi totalmente sbagliati
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