martedì 2 giugno 2020

Il caso Palamara e la giustizia da cambiare

Il caso Palamara ha rivelato anche a chi ancora immaginava la maistratura come un corpo a parte privo di responsabilità, che invece i magistrati come qualsiasi altra categoria hanno interessi di aprte, politici, economici e qualche volta gestiscono in maniera clientelare il loro potere che purtoppo non ha molti limiti oggi. Inoltre il sistema e le intercettazioni hanno rivelato una compiacenza che forse arriva alla complicità di una certa stampa.
Intercettazioni che rivelano scambi di favore, raccomandazioni a figli, interventi per sanare situazioni giuridiche, intrecci vari nel determinare le nomime nelle più importanti sedi giudiziarie. Attacchi politici deliberati come sul caso della decisione di procedere contro Salvini, in questo caso non possiamo che condividere quanto ha dichiarato De Magistris "Sono completamente distante da Salvini e penso che sulla Diciotti abbia sbagliato, ma trovo gravissimo, inquietante e qualcosa che non ha nulla a che vedere con la magistratura quando si dice 'quello ha ragione, ma lo dobbiamo attaccare".
In una situazione cosi appare sconcertante il lassismo della politca e sopratutto la decisione di Marttarella di non intervenire sul CSM visto che alcune intercettazioni riguardano 2 membri dello stesso. Il presidente della Repubblica ha sostenuto di non poter sciogliere il Csm, che può essere riformato solo dal Parlamento. Diciamo un comportamento da Ponzio Pilato perchè sappiamo che potrebbe fare pressioni per spingere almeno i membri la cui credibilità e moralità appare offuscata a pensare alle dimissioni e anche perchè il Presidente della Repubblica è pur sempre il presidente anche del CSM e un suo duro intervento che serva da monito sarebbe più che opportuno. Mattarella dovrebbe far pressioni sul parlamento per una vera riforma della magistratura, il suo attendismo appare inopportuno.
Un ulta nota la vogliamo dedicare al magistrato Piercamillo Davigo che ancora pochi giorni fa ha rilasciato una dichiarazione in linea col suo comportamento espresso da decenni "Errore italiano dire sempre di aspettare le sentenze". Ovviamente non condividiamo minimamente questo pensiero che da l'onere della prova a chi è innocente invece che lasciarlo all'accusa per dimostrare che uno è colpevole, ma in questo caso per coerenza questo magistrato dovrebbe forse pretendere pubblicamente le dimissioni di quei maistrati che hanno chiesto favori, avanzamenti id carriera ecc ecc

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