A NYC nel quartiere centrale di Manhattan,
un 29enne uzbeko, Sayfullo Saipov, si è scagliato con il suo camioncino contro
passanti e ciclisti, uccidendo 8 persone e ferendone 11. Oramai è certo che
si è trattato di un attacco terroristico che riprende le stesse modalità usate
a Nizza, a Berlino, a Londra e a Barcellona.
L’Uzbekistan sta diventando un crocevia di
integralismo, se si pensa che gli attentatori di Instanbul, Stoccolma, San
Piertroburgo e ora New York provenivano tutti da questo stato, d’altronde se si
pensa che da qui come dalle altre ex repubbliche sovietiche a maggioranza
musulmana sono partiti migliaia di combattenti che hanno combattuto per l’ISIS
in Siria si capisce come in queste regioni, che confinano con l’Afghanistan,
già da molti anni l’integralismo ha fatto breccia e riesce a superare i forti
controlli e repressioni interne.
In Afghanistan, il 25 ottobre scorso, un
attacco suicida rivendicato da Daesh ha fatto 13 morti e 20 feriti. L’attentato
è avvenuto in una zona molto controllata, dove vi sono le sedi di molte
ambasciate, fra cui quella Usa.
In Somalia, il 14 ottobre scorso, il gruppo
terrorista al-Shabaab (legato ad al-Qaeda) ha condotto un attacco facendo
esplodere due camion in una zona affollata della città di Mogadiscio. Il bilancio è
di oltre 300 morti.
Il Papa si è detto profondamente addolorato
per gli attacchi terroristici di questi ultimi giorni in Somalia, Afghanistan e
a New York. “Nel deplorare tali atti di violenza, prego per i defunti, per i
feriti e i loro familiari. Chiediamo al Signore che converta i cuori dei
terroristi e liberi il mondo dall’odio e dalla follia omicida che abusa del
nome di Dio per disseminare morte». Così Papa Francesco, al termine
dell'Angelus recitato per la festa di Ognissanti, ha voluto ricordare gli
attentati più recenti: le stragi passate quasi inosservate nei circuiti
mediatici internazionali, avvenute in Somalia e Afghanistan, e quella avvenuta
nelle ultime ore nel cuore di Manhattan, negli Stati Uniti.
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