Un altro fatto clamoroso è l'annuncio delle dimissioni del primo ministro libanese Saad Hariri proprio da Ryad dove si trovava, che lascia pensare a forte pressioni saudite sul governo libanese per ostacolare gli accordi con gli shiiti Hezbollah con cui il Primo ministro aveva permesso, il 31 ottobre 2016, l’elezione alla presidenza di Michel Aoun, dopo due anni e mezzo di blocco istituzionale e di vacanza della carica.
Gli accordi tra il presidente USA Donald Trump e Mohammed bin Salman, la vittoria in Siria di Assad e Hezbollah con la sconfitta non solo dell'ISIS ma anche dei gruppi sunniti appoggiati dall'Arabia Saudita, hanno creato lo scenario per cui il principe Saudita ha obbligato il presidente libanese alle dimissioni. Per il Libano, già coinvolto nella guerra in Siria sia per le centinaia di migliaia di profughi presenti in Libano, sia per la partecipazione degli Hezbollah sia per gli scontri al confine con la Siria tra sunniti e Hezbollah vinto dagli sciiti, si apre ora una situazione di crisi che rischia di riaprire le fratture tra le varie componenti religiose del paese. Il Libano rischia di diventare il nuovo terreno di scontro tra Iran (che appoggia e arma Hezbollah) e Arabia Saudita con anche altri stati che guardano con attenzione agli sviluppi come Israele uno dei maggiori oppositori dell'influenza dell'Iran nel Libano. (per altre info segui anche www.asianews.it )
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