venerdì 30 settembre 2011

VENDERE, VENDERE, VENDERE

Ammonta a circa 700 miliardi il valore delle attività che Stato e amministrazioni locali possono valorizzare, cioè cedere o mettere a reddito, su un patrimonio complessivo disponibile di oltre 1.800 miliardi. Lo ha detto il capo economista della Cassa depositi e prestiti (Cdp) . Allora una possibile soluzione è investire sul recupero o la vendita di questo patrimonio, attrarre investitori internazionali con offerte che facilitino l'acquisto di immobili o enti che necessitano di investimenti,che permettano anche una liberalizzazione di alcuni settori, o il rilancio di alcuni settori economici o immobiliari. Forza prima di aumentare le tasse o pensare a patrimoniali che colpirebbero ancora le famiglie, prima di tassare i proprietari di casa reintroducendo un facsimile di ICI, cari comuni e caro stato vendi un po di proprietà non strategiche e che sono un costo per tutti noi. Liberiamo l'economia dando spazio ad investimenti . Come dice Giuliano Ferrara VENDERE, VENDERE, VENDERE

lunedì 26 settembre 2011

No alla fecondazione eterologa

La Corte Costituzionale si pronuncerà sulla questione di incostituzionalità della parte della legge 40/2004 sulla procreazione assistita che vieta la fecondazione eterologa. A sollevarla sono stati i tribunali civili di Firenze e Catania dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo si è espressa in senso contrario ad analogo ricorso fatto contro una analoga legge in Austria. Questa vicenda ci permette innanzitutto di ricordare come il divieto della fecondazione eterologa non riguarda solo l’Italia come invece propagandato negli anni. Ancora una volta si interviene per via giudiziaria per modificare la Legge 40/2004. Noi ripetiamo il nostro no alla fecondazione eterologa. Due recenti casi ci aiutano a ricordare le ragioni di questo no: la coppia di ultrasessantenni di Torino che hanno usato ovociti femminili di una donna più giovane e il caso dell’uomo negli USA che si è scoperto padre di 150 figli ottenuti usando il suo sperma. Oltre alla criticità etica del commercio di gameti queste pratiche creano orfani per nascita. Non si tiene conto che per soddisfare un desiderio legittimo non si può prevaricare il diritto del bambino di vivere coi genitori biologici. A differenza dell’adozione che sana una situazione non voluta in questo caso si programma un orfano e si crea tra l’altro una disparità all’interno della coppia di genitori dove solo una sarà genitore biologico. Inoltre la fecondazione è una pratica medica che troppo spesso viene venduta come facile ed efficace mentre ricordiamo che la percentuale di successo della fecondazione non supera il 20% e che per la donna è una pratica molto invasiva, tra l'altro in quella eterologa si sfruttano donne che probabilmente vendono i loro ovuli per necessità, con gravi rischi per la loro salute come riportato recenti inchieste effettuate nelgli USA dove si raccontano casi di donne giovani che a seguito di queste pratiche non possono più avere figli o hanno rischiato la vita. La parola donatore per gli uomini è alquanto fuorviante i quanto i donatori di sperma sono dovunque pagati. Non si possono poi dimenticare i rischi inconsapevoli di matrimoni tra consanguinei, come mostra il caso americano, ed il mancato controllo medico e tracciabilità delle malattie genetiche ereditarie. Inoltre come già noto per i figli adottivi ancora di più in questo caso i bambini dovranno affrontare probemi pscologici dovuti alla mancanza di conoscenza di uno dei gentori aggravato in questi casi anche dalla ricerca di fratelli se i gameti sono stati usati per più fecondazioni. In questi giorni purtroppo assistiamo in TV e nei media ad un’informazione di parte e senza contradditorio come ad esempio è capitato nella puntata di Unomattina del 19 ottobre scorso.

martedì 20 settembre 2011

Adesso è troppo

Adesso è troppo lo squallore delle vicende legate al premier
Adesso è troppo evidente la sua assenza ingiustificata dalle questioni politiche che interessano tutti
Adesso è troppa la distanza tra politica e bene comune
Adesso è troppo la lentezza e inadeguatezza dell’agire del governo rispetto alla crisi finanziaria
Adesso è troppo la conservazione dei privilegi delle varie corporazioni
Adesso è troppa la pressione fiscale
Adesso è troppo l'assenza di politiche a favore della famiglia
Adesso è troppo l'assenza di politiche a favore delle liberalizzazioni
Adesso è troppo l'uso politico del sindacato da parte della CGIL
Adesso sono troppe le intercettazioni: 100mila!
Adesso è troppo spregiudicata l’azione di certe procure che pretendono addirittura l’accompagnamento coatto del premier
Adesso è troppo l'uso di TV e giornali per fare processi mediatici
Adesso è troppo evidente che la procura di Milano ha due pesi e due misure: Penati e Berlusconi
Adesso è troppa l’ipocrisia di chi continua a dipingersi diverso e poi costruisce un sistema di tangenti che attanaglia l’economia e lo sviluppo
Adesso è troppo la collusione politica-malaffare-corruzione
Adesso è troppo censurare libri fuori dal political correct come Falce e Carrello
Adesso è troppo evidente che la pubblicazione delle intercettazioni va limitata
Adesso è troppa l’arroganza della Lega
Adesso è troppo stretta l’allenza Bersani, Di Pietro, Vendola: falliranno, non sono una vera e positiva alternativa
Adesso è troppo forte la mancanza di un vero leader liberal-democratico
Adesso è troppa l'autodistruzione del centro destra
Adesso è l’ora di assumersi con coraggio e responsabilità un cambio che porti ad un nuovo governo politico rispettoso dell’esito elettorale ma allargato alle forze moderate come l’UDC

martedì 13 settembre 2011

15 settembre Incontro pubblico 2001 - 2011 - Cosa è cambiato nel mondo?

per non dimenticare
per capire cos'e' cambiato
per cercare di valutare la situazione di oggi e le prospettive per il futuro

Il Centro Culturale Cattolico San Benedetto e Alleanza Cattolica hanno organizzato una serata dedicata a questo anniversario .
Presentati da Paolo Tanduo del Centro Culturale Cattolico san Benedetto, interverranno il prof. Vittorio Emanuele Parsi, Professore ordinario di Relazioni Internazionali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una relazione sul tema: "Il mediterraneo: un solo spazio geopolitico, comune a nord e a sud"; e il dottor Massimo Introvigne, sociologo, filosofo e scrittore italiano, direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni, con una relazione sul tema: "Dall'11 settembre alle rivolte arabe. Tre scenari per il mondo arabo"

ti aspettiamo:

Giovedì 15 settembre 2011 alle ore 21.00

a Milano presso l’Auditorium San Carlo - Corso Matteotti 14 (MM1 San Babila)

lunedì 12 settembre 2011

Bisogna rilanciare il processo di pace in Medioriente

L'isolamento sempre più evidente di Israele deve preoccupare tutti quanti. I fatti accaduti in Egitto con l'assalto all'ambasciata israeliana e la recente rottura diplomatica tra Israele e Turchia stanno lasciando Israele sempre più solo. Turchia ed Egitto erano gli unici paesi della regione che avevano relazioni diplomatiche e rapporti di amicizia e collaborazione con Israele. Nel frattempo gli USA sono sempre meno presenti nell'area, Obama sembra non possa svolgere quel ruolo di pressione su Israele e sui paesi arabi per far ripartire il processo di pace. Bisogna uscire da una logica di ritorsione, vedi ancora una volta quanto accaduto dopo l‘attentato contro Israele con l’uccisione delle guardie di confine egiziane. Israele deve tornare al tavolo dei negoziati ma condizione necessaria è assicurare ad Israele stesso il diritto ad esistere. L'unica soluzione è un reale processo di pace che non può essere una dichiarazione unilaterale dello stato palestinese come purtroppo ci si accinge a chiedere all'ONU. Tutti questi segnali purtroppo fanno presagire una concreta strada verso uno scontro armato che tra l'altro servirebbe anche a paesi come Siria ed Iran per sottrarsi alle richieste di apertura che nascono dalle proteste popolari, fino ad oggi duramente represse.

domenica 11 settembre 2011

11 09 per non dimenticare


11 settembre dieci anni dopo cosa è cambiato

Sono passati 10 anni, non possiamo dimenticare la brutalità dell’atto terroristico, il dolore di chi ha perso familiari, il coraggio dei soccorritori,le 2.974 vittime degli attentati alle Torre Gemelle del World Trade Center e negli ulteriori attacchi a Washington e in Pennsylvania. Furono sottovalutati i pericoli e la rete di informazioni non seppe analizzare i pur molteplici dati di cui era in possesso. La matrice terroristisca di Al Qaeda fu subito chiare e proseguì il suo agire con altri attentati in tutto il mondo e in particolare nei paesi musulmani, il che indica che il fenomeno di Al Qaeda è stato soprattutto una lotta per la supremazia nell’islam. Aver tolto a questo movimento la possibilità di usare alcuni stati come basi logistiche è stato il primo passo per sconfiggerla, la guerra in Afghanistan ha rappresentato in questo un’azione giustificata e ricordiamo sostenuta da risoluzione dell’ONU e quindi nella legalità internazionale, a differenza di quella in Iraq. Purtroppo questa guerra non è ancora conclusa e gravi errori soprattutto nella gestione della pace e dello sviluppo pesano sui problemi che ancora oggi sono presenti. Non bisogna dimenticare la capacità di infiltrazione che l’estremismi islamico e le ali terroristiche hanno avuto anche in Europa, vedi gli attentati di Londra e i numerosi giovani partiti dalle comunità islamiche europee come combattenti in Iraq e Afghanistan o come attentatori suicidi indottrinati nelle mosche integraliste.

Oggi assistiamo alle numerose “rivolte arabe” che vedono tra l’altro la sconfitta di Al Qaeda che non le ha guidate e anzi soprattutto nella loro spinta iniziale non hanno avuta una connotazione strettamente religiosa ma erano guidate da un desiderio di libertà. Certo non possiamo ancora sapere in che direzione si andrà, incerte sono le realtà di Libia, Egitto e Siria e non si può escludere cha da dittature si passi direttamente a tentativi di instaurare teocrazie basate sulla sharia. Particolare preoccupazione suscita il nuovo protagonismo della Turchia e dell’Iran che cercano di estendere la loro influenza regionale. Dobbiamo chiederci quale sarà il ruolo di USA e UE e NATO nel futuro? Le nuove potenze Cina, Brasile, Russia dovranno collaborare con l’Occidente nella lotta contro il terrorismo, tutti insieme nonostante la crisi economica e superando anche la crisi morale ed etica che investe l’Occidentee che ne è alla base della crisi stessa. Ma i tempi della storia sono più lunghi di quelli che vorremmo, e il rapporto mondo arabo-occidente sarà un tema che ci riguarderà ancora nel futuro, non solo sul piano geo-politoco ma anche sul piano sociale visti i fenomeni migratori verso l’Europa. L’impegno ad uno sviluppo e verso un dialogo reciprocamente rispettoso non può cessare e farsi fermare dalle difficoltà attuali. Certo ci sono rischi ma se come diceva Manzoni la storia è guidata dalla Provvidenza anche se noi non capiamo i fatti del presente dobbiamo avere speranza nel futuro: Dio “non turba mai la gioia dei suoi figli se non per prepararne una più certa e più grande”.

sabato 10 settembre 2011

11 settembre 2001 -2011 per non dimenticare


11 settembre una data che vogliamo commemorare ricordando l'immagine che abbiamo unito a questo post: sono i volti delle 2.974 vittime degli attentati dell'11settembre. Donne, uomini, vecchi, giovani, padri, madri, figli, innocenti vittime dell'odio.
Ci uniamo alle parole che Benedetto XVI ha scritto in queste ore all’arcivescovo di New York, mons. Timonthy M. Dolan, "tante vite innocenti sono state vittime di una brutale aggressione contro le Torre Gemelle del World Trade Center e negli ulteriori attacchi a Washington e in Pennsylvania". "Mi unisco a voi - afferma Benedetto XVI nel messaggio - nel raccomandare le migliaia di vittime all'infinita grazia di Dio onnipotente e nel domandare al nostro Padre Celeste di continuare a consolare coloro che sono in lutto per la perdita dei loro cari". Giovanni Paolo II il giorno successivo al 11 settembre ebbe a definirlo «un giorno buio nella storia dell’umanità, un terribile affronto alla dignità dell’uomo» (Discorso all’udienza generale,12 settembre 2001) e più volte ha ricordato al mondo che la pace può nascere solo nel perdono e nella giustizia. "Alla tragedia di quel giorno – rileva Benedetto XVI - si aggiunge la rivendicazione, da parte dei colpevoli, del
nome di Dio. Ancora una volta dobbiamo affermare in modo inequivocabile che nessuna circostanza potrà mai giustificare atti terroristici", aggiunge "Nessuno sforzo deve essere risparmiato nel tentativo di promuovere in tutto il mondo un genuino rispetto per i diritti inalienabili e la dignità delle persone e dei popoli in tutto il mondo". La difesa del fondamentale diritto della vita e dei diritti inviolabili della persona possono portare alla pace come aveva già scritto nel messaggio del 1 Gennaio 2007 in cui al centro per difendere la pace indicava la difesa della persona umana. Ma qual è il luogo dove per primo si sperimenta uno stile di vita a favore della pace: è la famiglia. E cosi anche la difesa della famiglia e la sua tutela sono alla base della costruzione della pace. Nell'ultimo discorso del Gennaio 2011 Benedetto XVI ha voluto mettere al centro della via per costruire la pace la libertà di religione. E’ vero che c’è chi usa la religione e Dio per giustificare la violenza, questo è da condannare e respingere, ma questo e emblematicamente i fatti dell’11 settembre 2001 non devono indurci ad escludere il contributo positivo che la religione può dare al mondo nel costruire la pace. Benedetto XVI ci spiega l’importanza della fede "Senza il riconoscimento del proprio essere spirituale, senza l’apertura al trascendente, la persona umana si ripiega su se stessa, non riesce a trovare risposte agli interrogativi del suo cuore circa il senso della vita e a conquistare valori e principi etici duraturi, e non riesce nemmeno a sperimentare un’autentica libertà e a sviluppare una società giusta". La libertà religiosa è via per la pace perché è forza di libertà e di civiltà, è all’origine della libertà morale. Concludiamo queste brevi riflessione con l'auspicio che Benedetto XVI fa in merito alla via che diplomazia e politica dovrebbero seguire per contribuire al conseguimento della pace. "La politica e la diplomazia dovrebbero guardare al patrimonio morale e spirituale offerto dalle grandi religioni del mondo per riconoscere e affermare verità, principi e valori universali che non possono essere negati senza negare con essi la dignità della persona umana. Ma che cosa significa, in termini pratici, promuovere la verità morale nel mondo della politica e della diplomazia? Vuol dire agire in maniera responsabile sulla base della conoscenza oggettiva e integrale dei fatti; vuol dire destrutturare ideologie politiche che finiscono per soppiantare la verità e la dignità umana e intendono promuovere pseudo-valori con il pretesto della pace, dello sviluppo e dei diritti umani; vuol dire favorire un impegno costante per fondare la legge positiva sui principi della legge naturale. Tutto ciò è necessario e coerente con il rispetto della dignità e del valore della persona umana, sancito dai Popoli della terra nella Carta dell’Organizzazione delle Nazioni Unite del 1945, che presenta valori e principi morali universali di riferimento per le norme, le istituzioni, i sistemi di convivenza a livello nazionale e internazionale" (Benedetto XVI messaggio del 1 Gennaio 2011)

giovedì 8 settembre 2011

La manovra finanziaria: finalmente alla fine ma nessuna scelta vera

Dopo un mese di continui cambiamenti finalmente si è arrivati ad una parola almeno certa sulla legge finanziaria.
Ci sembra di dire che se i saldi sono stati rinforzati invece quello che manca e' assolutamente la fantasia .Tra luglio e settembre sono state alzate le accise della benzina, l'IVA, l'IRPEF. Ma possibile che nessuno capisca che con aumento dell'IVA si alzerà l'inflazione? che questo colpirà l'economia ma sopratutto le famiglie indipendentemente dal reddito? Perché non si sceglie mai chi favorire e chi no? Potevano essere aumentate le tasse sui superalcolici, sulle sigarette, sulle barche, sui mangimi per gli animali domestici, le discoteche, la TV a pagamento , insomma tutto ciò che non è di primaria importanza. E chi protesta cosa fa? Sa proporre solo di tassare i patrimoni come se la casa non fosse già sufficientemente tassata, oppure si oppone a tutto a priori. Forse si farà una legge costituzionale per abolire le provincie, troppo tardi però, e della riforma delle pensioni quasi nulla, a favore dei giovani e delle famiglie nemmeno. Incentivi per qualche settore neanche l'ombra. Tasse sulle industrie energetiche che si ripercuoteranno sui consumatori, nessuna liberalizzazione, nessuna idea né da una parte politica né dall'altra, un detto diceva “nessuna nuova, buona nuova” invece noi diciamo nessuna nuova nessun cambiamento ed un futuro incerto. Se la fiducia è uno dei parametri dello sviluppo in Italia, se ne sta perdendo la traccia. Tolte le feste patronali non possiamo nemmeno affidarci ai santi.

Un comune, un Santo

Il legame che gli italiani hanno con le feste patronali non è solo un problema di folcrore ma è qualcosa che lega i cittadini dal punto di vista culturale e religioso al proprio territorio. Già lo storico Cesare Cantù cosi definiva l’Italia “ Un comune, un Santo” per esprimere il forte legame con la propria realtà locale e la fede religiosa. Due elementi ancora oggi presenti e che non possono essere trascurati. Le feste patronali sono un occasione per sentirsi parte di una comunità e per riflettere su di essa, per sprigionare le energie migliori, come sottolineano le tante sagra di paese che vedono impegnati al servizio della comunità migliaia di volontari per costruire e salvaguardare il bene pubblico e l’appartenenza ad una comunità civile e religiosa parrocchiale.

Stupisce che la decisione di sopprimere le feste patronali sia sostenuta da un governo che vede presenti una significativa componente cattolica e un partito che fa del localismo la sua bandiera come la Lega che non perde occasione per sottolineare la padania ma poi si dimentica del legame tra i cittadini ed il comune. I cattolici democratico che tanto hanno protestato per le feste laiche per quelle popolari cattoliche neanche una parola? Si parla tanto del ruolo dei cattolici in politica ma sembra siano, chi da una parte chi dall'altra, supini ai rispettivi partiti d'appartenenza quando si tratta di difendere la propria cultura. E che dire di città come Milano e Napoli per fare due esempi che fanno del loro patrono un simbolo non solo religioso della città? Alla festa di Sant Ambrogio a Milano e' legata una delle feste più famose d'Italia e molte associazioni o enti milanesi prendono il nome ambrosiano, a Napoli a San Gennaro è addirittura legata, col famoso miracolo, la "fortuna della città". Certo la festa patronale può anche essere fatta di domenica ma davvero non interessa questo legame coi santi?

venerdì 2 settembre 2011

IRAQ: le cifre del terrorismo

Oggi sono stati annunciati i dati relativi agli attacchi terroristici compiuti in Iraq dal 2003 al 2010. I numeri sono impressionanti : 12 mila morti per i kamikaze in Iraq, 1003 attacchi. Dovrebbero farci riflettere sulla crudeltà del terrorismo e ricordarci come per questa ideologia politica (perché questo è quello che chiamiamo fondamentalismo islamico) il valore della vita umana non conta nulla e ammazzare migliaia di civili inermi è tollerabile se serve alla propria causa. Colpisce nelle notizie rese note il numero di aspiranti kamikaze, talmente tanti da dover stilare una lista di attesa. Ci chiediamo come mai? Chi finanziava tutte queste operazioni? Un ruolo importante l’ha giocato la propaganda e l’ideologizzazione di molto “scuole” islamiche in Medioriente ma anche in Europa se è vero che molti kamikaze da qui sono partiti. Un dato che deve far riflettere ancora oggi sull’attenzione da dare al fenomeno islamista ed alla sua permeabilità nelle comunità islamiche europee, senza però cadere nell’errore di considerare pericolosi tutti gli islamici o discriminarli per la sola appartenenza religiosa.

Quali criteri per la manovra finanziaria?

In questi giorni assistiamo con preoccupazione a una serie di annunci in merito alla finanziaria ed ad una loro repentina smentita, provvedimenti che vengono abbandonati e ripresi.
Ma ancora più ci preoccupa che non si parla per nulla di recuperare fondi dalla vendita degli innumerevoli stabili ed immobili di proprietà di comuni,
regioni e stato. Non si parla della riduzione della spesa tagliando gli sprechi e razionalizzando i tagli ma non in maniera orrizontale. L'accorpamento delle provincie e dei comuni è rimandato a chissà quando.
Sono necessarie scelte coraggiose e di riforma come quella di accelerare il raggiungimento della "quota 100" per le pensioni che permette di superare le pensioni di anzianità consentendo risparmi di milardi di euro, un'attuazione più che una riforma che vede favorevole parte del PDL e dell'UDC e che ripristinerebbe la riforma pensionistisca di Dini poi rilanciata dal primo governo Berlusconi e che purtroppo il governo Prodi rallentò. In Europa tutti vanno in pensione tra i 60 e 65 anni perchè gli italiani non possono farlo? sarebbe una scelta giusta per tener conto della pensione delle nuove generazioni.
Era ingiusta la proposta di non prmettere il riscatto degli anni universatari e quindi siamo favorevoli alla sua cancellazione, i patti coi cittadini non possono essere cambiati.
Interessanti i tentativi di riduzione dell'evasione con anche l'inasprimento delle pene ma ci pare incomprensibile il motivo di pubblicare on-line i
redditi di tutti, era già stato proposto dal ministro Visco non si capisce perchè il centro destra ora vuole perseguire lo stesso errore. Unica possibile motivazione l'invito alla delazione. Eravamo contrarissimi quando lo propose Visco e rimaniamo fortemente contrari anche ora.
Perchè non si parla di riforma fiscale a favore delle famiglie unico elemento che può rilanciare l'economia ed invece si parla di aumento
dell'IVA con inevitabole effetto inflazionistico e recessivo?
Ultima nota: l'idea poi di togliere i giorni festivi è contraria al turismo altro punto che andrebbe invece sviluppato.