La transizione in Siria con la fuga della famiglia Assad e la caduta del suo regime, ha visto prendere il potere alla figura del leader jihadista Al-Jolani, Ahmed al-Shara, su cui pendeva una taglia di 10 milioni di dollari da parte degli USA che lo consideravano un terrorista, taglia ora tolta. Il nuovo leader cerca ora di mostrare un ruolo moderato e lontano dalle sue precedenti appartenenze, è stato nominato anche un nuovo governo con a capo Mohammed al-Bashir leader della zona di Idbil e fedelissimo di Al-Jolani. Il nuovo governo ha promesso di rispettare le minoranze e cercare una soluzione unitaria per il paese. Il cambio al potere rappresenta anche un cambio delle influenze in questo Stato, sicuramente aumenta il suo peso la Turchia sponsor delle milizie vincitrici, la Russia perde un suo prezioso alleato e la sua influenza nel paese e dovrà rivedere la sua strategia sul Mediterraneo le sue basi in Siria per ora permangono ma potrebbe essere che vengano spostate in Libia dove la Russia è già presente. Nelle operazion per spostare armi e mezzi è da segnalare un misterioso naufragio di una nave cargo diretta in Siria.
Israele
intanto ha bombardato tutte le basi militari aeree e navali e i depositi di
missili e armi chimiche della Siria assicurandosi che nessuno le possa usare
contro di lei, inoltre ha occupato tutta la regione del Golan creando di fatto
una zona cuscinetto a nord che difficilmente abbandonerà, vedremo come saranno
i rapporti con la Turchia che già si è lamentata della violazione degli accordi
che Israele aveva con la Siria sui confini. Gli USA che sicuramente hanno appoggiato
il cambio di regime e che hanno delle basi in Siria e hanno appoggiato negli
anni la minoranza curda per ora attendono, ma la nuova amministrazione Trump ha
già fatto sapere di non volersi immischiare. I curdi che amministrano di fatto la
zona a nord da anni, sono tra le parti che rischiano di più in questa fase insieme
alla minoranza cristiana, segni di intolleranza purtroppo nonostante le
promesse si sono già registrati in occasione del Natale e anche gesti violenti
con assassini in varie località. Ovviamente anche la minoranza alawita parte
lealista alla famiglia Assad rischia pesanti ritorsioni e infatti nelle zone a
maggioranza alawita si sono già registrati scontri armati con una resistenza al
nuovo corso.
Da segnalare
i mancati accordi a Gaza dove persistono i bombardamenti israeliani. I richiami
del Papa perché cessi la violenza a Gaza sembrano ancora una volta inascoltati,
una guerra che sembra non voler terminare ma che presenta oramai pochi
obiettivi visto che la dirigenza di Hamas è stata decapitata come la sua capacità
militare e la quasi distruzione di Gaza, si dovrebbe pensare di più alla
liberazione degli ostaggi e a un cessate il fuoco che faciliti la vita della
popolazione, popolazione visitata in queste feste anche dal Cardinal
Pizzaballa.
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