NATALE 2024
Nel periodo di Avvento ci si prepara alla venuta di Gesù, nel Vangelo vediamo due differenti modi di porsi, quello di chi lo rifiuta come le persone che hanno rifiutato un giaciglio per Maria incinta che doveva partorire e quello di chi lo accoglie e lo testimonia come Maria. Maria ha accolto Gesù nel suo grembo dicendo il suo sì a Dio, alla sua chiamata ma non solo ha anche portato Gesù agli altri (l'incontro tra Maria ed Elisabetta) e lo ha accompagnato fino alla croce restando con lui fino alla fine.
Papa Francesco ha detto
ricordando l’incontro tra Maria ed Elisabetta “Sia benedetta ogni maternità,
e in ogni mamma del mondo sia ringraziato ed esaltato il nome di Dio, che
affida agli uomini e alle donne il potere di donare la vita ai bambini”
Noi accogliamo Gesù e lo portiamo
agli altri? Gesù è venuto al mondo in una stalla, non nei palazzi e nei
privilegi, si può vedere come il segno di una scelta quella di stare con l’uomo
nelle sue difficoltà oltre che una scelta chiara di presentarsi non come un
potente o un ricco ma nelle vesti di un umile bambino, proprio questa è la sua
grandezza. Come accogliamo noi Gesù?
Papa Francesco ci esorta e ci chiede "Ringrazio il Signore perché si è
fatto uomo come noi, per condividere in tutto, eccetto il peccato, la nostra
esistenza? Io lodo il Signore e lo benedico per ogni bambino che nasce? Sostengo
e difendo il valore sacro della vita dei piccoli fin dal loro concepimento nel
grembo materno?"
Testimoniare Gesù significa anche
essere lieti, come ci invita la lettera ai Filippesi «Siate sempre lieti nel
Signore; ve lo ripeto: siate lieti» (Fil 4,4). Questo non significa far
finta che le difficoltà non esistono o disinteressarsene, significa credere che
c’è sempre una speranza e noi troviamo questa speranza in Gesù che ci salva.
Anche il Papa e SE mons. Delpini
parlando del Giubileo di Speranza sottolineano l’importanza dell’incontro con Gesù
e l’importanza di testimoniare la sua Speranza. Il Papa nel messaggio per il
Giubileo annuncia “La Porta Santa che si apre, nella notte di Natale, è
l’invito a compiere un passaggio, una pasqua di rinnovamento, a entrare in
quella vita nuova che ci viene offerta dall’incontro con Cristo”.
SE mons. Delpini afferma “Non
basta registrare disastri e dolori i pellegrini della speranza hanno una parola
da dire da parte di Dio “tu non dovrai più piangere (IS 30,18) . Vengono
infatti da parte di Dio, come il profeta Isaia, per annunciare la consolazione
e la salvezza che viene dal Signore”.
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