venerdì 30 dicembre 2022

Myanmar non si intravede una soluzione alla guerra civile in atto

A novembre 2015 per la prima volta dopo 27 anni si sono tenute le elezioni generali, a cui è seguito a marzo 2016 l'insediamento del governo presieduto da Aung San Su Kyi, che ha fatto sperare in una progressiva democratizzazione del Paese. Purtroppo l'esperienza di democrazia è durata poco. A novembre 2020 si sono tenute le ultime elezioni generali, che hanno visto una vittoria schiacciante del partito NLD (National League for Democracy) presieduto da Aung San Su Kyi. Il 1 Febbraio 2021, nel giorno in cui il nuovo governo si sarebbe dovuto insediare, i militari hanno organizzato un nuovo colpo di stato, imponendo un governo a prevalenza militare e arrestando nuovamente Aung San Su Kyi e i principali leader del partito NLD. 

Da allora il Myanmar sta vivendo una lunga crisi. Sparando contro i manifestanti che stavano protestando contro il regime militare, l’esercito ha dato avvio a un brutale conflitto civile. La resistenza è composta da diverse milizie che secondo i rapporti più recenti ora sono arrivate a controllare il 52% del territorio del Myanmar.  (fonte Asianews)

E’ notizia di oggi, come cita l'agenzia ANSA che l'ex leader birmana Aung San Suu Kyi è stata condannata da un tribunale della giunta militare ad altri sette anni di carcere per corruzione, nell'ultima parte del suo processo fiume. Nessuna riconciliazione nazionale in vista quindi.

Il card. Charles Maung Bo, arcivescovo della città di Yangon (AsiaNews/Agenzie), ha lanciato nei giorni scorsi un appello per una soluzione pacifica al conflitto civile in Myanmar. Anche la Chiesa cattolica e' stata oggetto di attacchi in questi mesi di dittatura a causa della sua posizione a favore di una riconciliazione nazionale e in difesa dei manifestanti.

In Myanmar è attivo da 140 anni il PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) che proprio in questo paese ha dato avvio col defunto Padre Meda ai progetti di adozione a distanza per sostenere gli studi dei bambini. Infatti il Myanmar è tra i 10 Paesi al mondo che spendono meno per l'educazione che è obbligatoria solo al primo ciclo, fino ai 10 anni, tra i più bassi al mondo.

Purtroppo, oggi la situazione non è facile, molti bambini dopo la chiusura delle scuole a causa del Covid e, in seguito allo scoppio del conflitto che affligge il Myanmar, hanno deciso di non proseguire gli studi. Molti bambini sono stati riportati dalle famiglie nei villaggi e i ragazzi (soprattutto le ragazze) hanno paura a muoversi per il Paese e così la dispersione scolastica è altissima. I missionari e le suore hanno deciso che se i bambini non fossero andati all’ostello allora sarebbero andate loro dai bambini, dalle famiglie, nei loro villaggi e così stanno cercando di continuare la loro opera di sostegno alla scolarizzazione nel paese.


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