mercoledì 21 settembre 2016

papa Francesco : Uccidere in nome di Dio è satanico

Papa Francesco nella omelia della messa in Santa Marta in ricordo di Padre Hamel ucciso in Francia ha detto "Uccidere in nome di Dio è satanico". Ha ricordato che il primo martire è stato Gesù che ha dato la vita per noi, padre Hamel è anche lui un martire : “Uomo buono, mite, di fratellanza, che sempre cerava di fare la pace, è stato assassinato come se fosse un criminale” “Questo è il filo satanico della persecuzione”, sottolinea il Papa. “Ma c’è una cosa di quest’uomo che ha accettato il suo martirio sull’altare, una cosa che mi fa pensare tanto…”, aggiunge, “in mezzo al momento difficile che viveva, in mezzo a questa tragedia che vedeva arrivare, non ha perso la lucidità di accusare e dire chiaramente il nome dell’assassinio: ‘Vattene, Satana!’”. (Da Zenit ) Per il papa la crudeltà di chiedere l'apostasia, come al tempo dei primi martiri, in cambio della vita è : "Questa crudeltà che chiede l’apostasia è satanica" e ha chiesto che tutte le religioni affermino che "Uccidere in nome di Dio è satanico". Anche sulla preghiera ad Assisi il papa ha detto "il mondo sarà in ginocchio a pregare il Dio della pace, insieme, "oltre le divisioni delle religioni", fino a sentire la "vergogna" della guerra e senza "chiudere l'orecchio" al grido di dolore di chi soffre. "Non esiste un Dio di guerra", ha detto il Pontefice". Ricordando Gesù sulla croce che chiede acqua il papa dice che Gesù "ha sete di amore, elemento non meno essenziale per vivere. Ha sete di donarci l’acqua viva del suo amore, ma anche di ricevere il nostro amore", invece "È il dramma del “cuore inaridito”, dell’amore non ricambiato, un dramma che si rinnova nel Vangelo, quando alla sete di Gesù l’uomo risponde con l’aceto, che è vino andato a male". Il papa ricorda anche che "Madre Teresa di Calcutta volle che nelle cappelle di ogni sua comunità, vicino al Crocifisso, fosse scritto “Ho sete”." Il papa continua dicendo "Le parole di Gesù ci interpellano, domandano accoglienza nel cuore e risposta con la vita. Nel suo “Ho sete” possiamo sentire la voce dei sofferenti, il grido nascosto dei piccoli innocenti cui è preclusa la luce di questo mondo, l’accorata supplica dei poveri e dei più bisognosi di pace. Implorano pace le vittime delle guerre, che inquinano i popoli di odio e la Terra di armi; implorano pace i nostri fratelli e sorelle che vivono sotto la minaccia dei bombardamenti o sono costretti a lasciare casa e a migrare verso l’ignoto, spogliati di ogni cosa. Tutti costoro sono fratelli e sorelle del Crocifisso, piccoli del suo Regno, membra ferite e riarse della sua carne. Hanno sete. Ma a loro viene spesso dato, come a Gesù, l’aceto amaro del rifiuto. Chi li ascolta? Chi si preoccupa di rispondere loro? Essi incontrano troppe volte il silenzio assordante dell’indifferenza, l’egoismo di chi è infastidito, la freddezza di chi spegne il loro grido di aiuto con la facilità con cui cambia un canale in televisione"."Di fronte a Cristo crocifisso, «potenza e sapienza di Dio» (1 Cor 1,24), noi cristiani siamo chiamati a contemplare il mistero dell’Amore non amato e a riversare misericordia sul mondo. Sulla croce, albero di vita, il male è stato trasformato in bene; anche noi, discepoli del Crocifisso, siamo chiamati a essere “alberi di vita”, che assorbono l’inquinamento dell’indifferenza e restituiscono al mondo l’ossigeno dell’amore. Dal fianco di Cristo in croce uscì acqua, simbolo dello Spirito che dà la vita (cfr Gv 19,34); così da noi suoi fedeli esca compassione per tutti gli assetati di oggi".

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