domenica 4 settembre 2016

Madre Teresa Santa...ma non per la CNN

L’ordine fondato da Madre Teresa di Calcutta si chiama Missionarie della carità. Un nome che dice molto della persona, un’appassionata dell’uomo soprattutto quando è rifiutato da tutti, quando è debole, quando è scartato. Le immagini che vengono in mente sono quelle di suore e opere rivolte ai morenti per strada a cui viene almeno data un ultima consolazione e quella dignità che ogni persona merita fino al loro ultimo respiro di vita. Le cure mediche date a chi ne ha bisogno, i pasti gratis forniti a migliaia e migliaia di poveri a Calcutta ma anche nelle più grandi città occidentali. Un’accoglienza che non chiede nulla e non fa domande, solo dona. Uno stile che ha attirato molti consensi e anche molti finanziamenti anche in ambienti non normalmente vicini alla Chiesa cattolica. Ma il primo scopo della missione anche per madre Teresa di Calcutta era quello di annunciare l’Amore di Dio verso gli uomini, attraverso il prendersi cura di loro, la carità nella verità potremmo dire citando il titolo dell’enciclica di Benedetto XVI.

Madre Teresa di Calcutta non faceva sconti nella difesa dell’uomo e della sua dignità e nell’annuncio del Vangelo. In questo aveva trovato una grande comunione di intenti e un amico in Giovanni Paolo II che dopo la toccante e storica visita a Calcutta, in India, Karol Woytila volle che le Missionarie della Carità avessero casa anche in Vaticano e così nacque “Il Dono di Maria”.

Come non ricordare infine il suo impegno anche culturale contro l’eutanasia e l’aborto. Celebre ed emblematico rimarrà sempre il discorso pronunciato quando nel 1979 ritirò il premio Nobel per la pace: “L’aborto è il più grande distruttore della pace perché, se una madre può uccidere il suo stesso figlio, cosa impedisce che io uccida te e tu uccida me? Non c’è più nessun ostacolo”.
Madre Teresa è stata una donna cosi minuta, cosi amata, cosi al servizio degli ultimi tra gli ultimi e cosi determinata nel difendere il valore della vita, che ha mostrato al mondo come anche con poco si possano fare molte cose (diceva “Non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande amore.”) e come ognuno di noi può mettere la sua goccia nell’oceano. Forse è proprio per questo che a pochi giorni dalla canonizzazione uno dei maggior media mondiale la CNN scrive un bruttissimo articolo attaccando l’opera di Madre Teresa, attaccando le condizioni igieniche e i servizi offerti dalle case delle Missionarie della Carità, citando volutamente il suo impegno a favore della vita, insinuando i dubbi sulla gestione economica delle tantissime offerte che ricevono e addirittura accusando le suore della carità di fare proselitismo usando le opere di carità. Un tentativo di buttare un po’ di fango su una figura difficilmente attaccabile attaccando la sua eredità e la sua opera.

Ci piace ricordare madre Teresa con questa sua frase “Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient'altro. È Lui che pensa. È Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo. La matita deve solo poter essere usata”.

E due episodi sempre tratti dal Discorso di Madre Teresa di Calcutta in occasione del conferimento del Premio Nobel per la Pace

I poveri sono persone meravigliose. Come quell’uomo che abbiamo raccolto dal canale, mezzo mangiato dai vermi, e l’abbiamo portato a casa. “Ho vissuto come un animale per strada, ma sto per morire come un Angelo, amato e curato”. Ed è stato così meraviglioso vedere la grandezza di quell’uomo che poteva parlare così, poteva morire senza accusare nessuno, senza maledire nessuno, senza fare paragoni. Come un Angelo. Questa è la grandezza della nostra gente.

Stiamo combattendo l’aborto con le adozioni, abbiamo salvato migliaia di vite, abbiamo inviato messaggi a tutte le cliniche, gli ospedali, le stazioni di polizia: Per favore non distruggete i bambini, li prenderemo noi”. Così ad ogni ora del giorno e della notte c’è sempre qualcuno, abbiamo parecchie ragazze madri. Dite loro di venire: “Noi ci prenderemo cura di voi, prenderemo il vostro bambino, e troveremo una casa per il bambino”.

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