A Bersani restano
ora due possibilità o vincere nettamente una battaglia interna al partito
sempre più aspra e difficile e portare avanti una candidatura di bandiera e di
rottura col Pdl oppure cercare un consenso prima delle votazioni, un lascia
passare, dal Pdl. Il secondo caso
consentirebbe di mettere le premesse anche per una futura convergenza sul
governo e vede come favorito agli occhi della stampa Amato, ma secondo noi il
vero candidato dietro le quinte rimane D’alema. Prodi non ha
chance, per le divisioni interne del Pd.
Rammarica che non
sembra emergere una personalità di qualità e spessore culturale ed
internazionale che possa davvero unire il paese.
Appare desolante
il campo cattolico che non sa e non ha alcuna possibilità di proporre un nome
autorevole e condiviso, segno delle lacerazione che da troppo tempo
contraddistinguono questa parte culturale e non solo del paese che ne
rappresenta oggi l’anima più viva anche di fronte alla crisi economica.
Unico cattolico
possibile sembrava essere Marini ma è stato “eliminato” dalla corsa
dall’intervista di Renzi.
Una mossa a
sorpresa sarebbe un accordo Renzi, D’Alema Berlusconi alle spalle di Bersani.
Alcuni segnali si sono visti in questi giorni. Oppure una convergenza PD e M5S
su un nome fuori dalla rose degli attuali candidati, come per esempio Rodotà
sostenuto anche da Republica.
Tramontata per
ora sembra la candidatura della Bonino.
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