venerdì 16 dicembre 2011

ICI-CHIESA: strilloni e caccia agli "untori"

Assistiamo in questi giorni alla ricerca del colpevole della crisi economica. Si spingono categorie contro altre, si forzano facili generalizzazioni e si creano i nemici pubblici: una pessima scelta che non risponde alla necessità di un recupero anche morale del paese, né a rilanciare la crescita. Si punta sul risentimento verso l'altro piuttosto che verso la solidarietà, e purtruppo qualcuno ha già deciso di passare all'azione si vedano i bombaroli che spediscono buste esplosive.
Certo c'è chi ha fatto il furbo o ha goduto di privilegi a cui ora toccherebbe pagare più degli altri, ma questi evasori vanno cercati con sistemi incrociati di dati e non tacciando intere categorie di lavoratori come criminali, lo stesso dicasi per i politici, ma bisognerebbe anche guardare a chi ha preso le baby pensioni, o chi ha goduto di trattamenti speciali con assunzioni e promozioni non necessarie nella pubblica amministrazione. Comunque la caccia al moderno "untore" non porterà né il risanamento né un clima sociale migliore.
Un esempio di questo clima è quello riservato alla Chiesa Cattolica attaccata duramente su molti mezzi di comunicazione a riguardo del pagamento dell'ICI sui suoi immobili. C'è da dire che in questo attacco ideologico nulla si è detto di quanto la Chiesa spende e fa per il sociale, l'educazione, la sanità, gli immigrati, tutti costi che se si dovesse accollare lo Stato porterebbero a un deficit molto maggiore sia sul piano sociale che economico. Se ci sono stati casi di sbagliata dichiarazione degli immobili o si devono specificare meglio le esenzioni si faccia pure ma sbattere in prima pagina la Chiesa come responsabile di parte del debito ci sembra ingiusto e sbagliato oltre che falso. Anche qui la logica è quella di creare un nemico su cui scaricare a rabbia. Da dire che certo la Chiesa non brilla in comunicazione e poteva spiegare meglio le sue ragioni. E’ giusto precisare poi, come ha fatto Avvenire, che non sono solo alcuni immobile della Chiesa ad essere esentati, ma anche quelli di molte associazioni laiche, partiti, sindacati. Importante è dire che chi contribuisce alle spese degli immobili della Chiesa sono i fedeli con le loro offerte, per cui chiedere di aumentare le tasse alla Chiesa significa che saranno ancora queste famiglie a doversene fare carico o in alternativa la Chiesa dovrà tagliare i soldi destinati a favore delle attività sociali ed educative, questo dovrebbe far riflettere anche parroci e cattolici faciloni che subito si uniscono al coro contro la Chiesa. Ci sembra però utile sottolineare che questa campagna è stata preparata e pianificata da settori culturali e giornali che puntano a danneggiare l'immagine della Chiesa e come ha detto Ferrara questo non è un bene per l'Italia e non risolverà neanche i problemi economici. Attenzione a seguire strilloni che indicano colpevoli di facile bersaglio magari con lo scopo di non far cambiare quello che invece veramente non va.

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