mercoledì 30 novembre 2011

La pillola ellaOne: un’altra conferma del piano inclinato

Dopo approvazione da parte dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco che ha ritenuto la “pillola dei 5 giorni dopo” ellaOne un contraccettivo di emergenza, simile alla “pillola del giorno dopo”, e non un farmaco abortivo, con la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale essa diventa commerciabile anche in Italia.

Ancora una volta si realizzerà un aborto a domicilio. Sì, perché il farmaco attraverso il principio attivo ulipristal acetato contribuisce anche ad impedire l’annidamento dell’embrione nel caso in cui sia avvenuta la fecondazione, modificando l’endometrio e il rivestimento uterino di modo che questo non sia predisposto a supportare un’eventuale gravidanza.

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lunedì 28 novembre 2011

Auguri a Mons. Brambilla

Vorremo con la presente lettera augurare a Mons. Brambilla buon lavoro e le più sentite felicitazioni per il suo nuovo incarico come Vescovo di Novara.
La sua competenza ed il suo spessore accademico e culturale sono testimoniati dai suoi numerosi interventi in ambito teologico e pastorale, dalle responsabilità fin'ora ricoperte, che gli consentiranno, siamo certi, di fare bene nella nuova diocesi.
La diocesi di Novara è tra l'altro la diocesi di Antonio Rosmini che metteva al centro della sua opera la "carità intellettuale" e ci sembra quindi appropriata la decisione del Papa per questa nomina. Cogliamo l'occasione per ringraziare Mons. Brambilla anche per il suo lavoro svolto nella diocesi di Milano come Vescovo ausiliare di Milano e Vicario per la cultura.

FECONDAZIONE ASSISTITA

Leggi una nostra analisi in merito alla fecondazione artificiale

- Fecondazione eterologa: quali problemi si porrebbero

- I dati della Procreazione Medicalmente Assistita in Italia aggiornati al 2009

- Procreazione Medicalmente Assistita: ultimi sviluppi sulle linee guida della Legge 40

venerdì 25 novembre 2011

La cittadinanza deve rimanere una scelta libera

Il Presidente della Repubblica andando un po’ oltre i suoi compiti ha lanciato un messaggio per cambiare la legge di cittadinanza. Vorremmo fare su questo punto alcune considerazioni.
Già oggi i bambini che nascono in Italia ed in Italia trascorrono la propria infanzia e la propria adolescenza, possono diventare italiani in modo assai semplificato, al compimento dell'età di 18 anni. Se si sono riscontrate delle problematiche o ostacoli amministrativi alle norme vigenti è giusto porvi rimedio. Ci sembra importante mantenere il fatto che per ricevere la cittadinanza ci debba essere una richiesta, cioè una scelta e questo può avvenire solo con il raggiungimento della maggiore età, l'età in cui anche ai cittadini italiani è concesso di poter esercitare la proprio cittadinanza in maniera attiva. Se si regala la cittadinanza a bambini alle cui famiglie magari interessa mantenere la cittadinanza d'origine non faremmo certo una cosa gradita. Chi ci dice che tutti gli stranieri voglio diventare cittadini italiani? o vogliono che lo diventino i loro figli? Fare la domanda e la richiesta fa prendere coscienza della cittadinanza, del suo valore, dei diritti ma anche dei doveri che si assumono con essa, questo problema fu sollevato anche in Francia anni fa. La cittadinanza non è poi così significativa per i minorenni , unico vantaggio riguarderebbe quel che riguarda i permessi di soggiorno , ma potremmo allora assistere a situazioni paradossali in cui non vengono concesse ai genitori rischiando quindi o di dividere le famiglie o di rendere automatico il soggiorno anche ai loro genitori, a prescindere dal fatto che rispettino i criteri stabili dalle leggi che regolano i flussi migratori. E' utile inoltre ricordare che i minorenni stranieri godono di tutti gli stessi diritti dei minorenni italiani e degli stessi servizi. Sostenere che il problema dell'integrazione si risolva attraverso uno status giuridico è fuorviante, altri fenomeni sociali e culturali sono preminenti . Ci sembra quindi una questione posta in maniera ideologica senza un’adeguata discussione, speriamo che in Italia d'ora in poi non tutto venga imposto dall'alto senza discuterne.

lunedì 21 novembre 2011

Adios Zapatero

Un altro mito del socialismo e progressismo europeo è caduto.
Una caduta fragorosa con risultati elettorali mai cosi disastrosi per il partito socialista.
La conferma che l’euforia del progressismo e dell’intervento statale non ha grande respiro e non porta ad uno sviluppo duraturo, ma solo temporaneo.
Certo il governo Zapatero è caduto per via della crisi economica e non certo per i disastri etici e sociali che ha realizzato in questi anni. Ma divorzio veloce, diffusione dell’aborto tra le minorenni, dissoluzione della famiglia tradizionale avranno negli anni, e già incominciano a farsi sentire, effetti pesanti. Purtroppo non siamo sicuri che il governo dei popolari saprà, vorrà o semplicemente potrà tornare indietro. Una lezione per l’ Europa che dovrebbe comprendere come l’ideologia progressista applicata all’economia e alla società non costruisce ma porta ad una società basata solo sul carpe diem. Questo si concretizza sia sui valori familiari, si pensi a questa ideologia di rendere diritti tutti i desideri e alla famiglia che si può fare e disfare subito; che su quelli economici se si pensa alla bolla immobiliarista che ha colpito specialmente la Spagna. Una volta si raccontava la favola della formica e della cicala, ci sembra che il governo Zapatero sia assomigliato molto alla cicala.
Auguri Spagna.

Ma quali indignados

In Spagna alle elezioni ha partecipato il 72% dell’elettorato. Questo dato sulla partecipazione dimostra la scarsissima presa sulla gente del movimento degli indignados, nato proprio in Spagna e che aveva fatto appello a disertare le urne, insomma la solita “bolla” mediatica che viene offerta a pochi e che non rappresenta nessuno.
Un esempio è anche quello che sta accadendo negli Usa dove la protesta si diffonde è vero in diverse città ma senza coinvolgere la popolazione ma solo alcune frange e per questo sta assumendo anche connotazioni talvolta violente. Il colmo si raggiunge quando Roberto Saviano che non rappresenta nessuno, si presenta ad Occupy Wall Street a leggere il suo sermone. Questo movimento degli indignados ci sembra molto un tentativo di far rivivere il movimento hippy, qualcuno che ha goduto fin'ora di questa societa' ma che in essa non si riconosce e che spera in un movimento elitario che pretende di aver la supremazia culturale senza però avere nessuna soluzione da proporre.

giovedì 17 novembre 2011

E Monti sia

La lista dei ministri è stata presentata ieri e il governo Monti oggi otterrà la fiducia al Senato e poi alla Camera nei prossimi giorni.
Ora che il nuovo governo c’è , bisogna solo augurarsi che faccia bene, anche se rimaniamo in attesa del programma che presenterà.
Alcune considerazioni sui ministri ci spingono a dire che sicuramente la caratura professionale è di alto profilo, sembra quasi un consiglio accademico, ma fare politica è diverso e quindi vedremo alla prova dei fatti come opereranno. La preparazione è comunque indubbia. Fa un po riflettere un prefetto al ministero dell’interno ed un generale alla difesa. Anche la provenienza dei nuovi ministri apre delle domande e delle riflessioni. Il mondo accademico del sud non è stato coinvolto, l’età media è alta, non c’è stato spazio per nessun giovane. Interessante come il nuovo governo abbia trovato il deciso sostegno del mondo cattolico che per la prima volta dopo tanto tempo partecipa con figure rappresentative ed autorevoli, anche se la maggior parte di loro per storia e cultura proviene dal mondo o è affine al cattolicesimo democratico. Altri ministri minori sono piu' legati ad incarichi precedentemente avuti in Europa. Mancano figure legate al mondo imprenditoriale mentre sono presenti quelle legate al mondo bancario con Passera il cui ruolo e peso dovrà essere valutato nei prossimi mesi.
Non sarà indifferente vedere i nomi dei vice-ministri che pensiamo saranno numerosi per affrontare le varie competenze di vecchi ministeri ora “assemblati”.

La ricerca scientifica un'opportunità se è al servizio dell'uomo

Due notizie importanti hanno contraddistinto gli ultimi giorni sul tema della ricerca La sentenza della Corte di Giustizia dell'unione europea che ha decretato l'inviolabilità della dignità umana ai fini della ricerca, il convegno svoltosi in Vaticano il cui il papa ha ribadito che la ricerca deve avere come scopo il bene dell'uomo e non deve cedere a logiche utilitaristiche. Il Papa ha detto "poiché gli esseri umani sono dotati di anima immortale e sono creati a immagine e somiglianza di Dio, ci sono dimensioni dell'esistenza umana che stanno al di là di ciò che le scienze naturali sono in grado di determinare. Se questi limiti vengono superati, si corre il grave rischio che la dignità unica e l'inviolabilità della vita umana possano essere subordinate a considerazioni meramente utilitaristiche. Tuttavia, se, invece, questi limiti vengono doverosamente rispettati, la scienza può rendere un contributo veramente notevole alla promozione e alla tutela della dignità dell'uomo: infatti in questo sta la sua utilità autentica".
Il pericolo è appunto quello di dimenticare questi limiti, la ricerca sulle cellule staminali embrionali ne è un esempio lampante, si sacrifica una vita allo scopo della ricera, coem dice il papa "La mentalità pragmatica che tanto spesso influenza il processo decisionale nel mondo di oggi è fin troppo pronta ad approvare qualsiasi strumento disponibile a ottenere l'obiettivo desiderato"
"Quanti difendono la ricerca sulle cellule staminali embrionali nella speranza di raggiungere tale risultato compiono il grave errore di negare il diritto inalienabile alla vita di tutti gli esseri umani dal momento del concepimento fino alla morte naturale. La distruzione perfino di una sola vita umana non si può mai giustificare nei termini del beneficio che ne potrebbe presumibilmente conseguire per un'altra".
Questo varrebbe anche in caso si successi importanti nella ricerca, il fine non giustifica i mezzi! Nel caso delle cellule staminali embrionali c'è anche l'aggravante che queste ricerche non hanno prodotto significativi risultati mentre le ricerche a partire dalle cellule staminali adulte ne hanno prodotti e molti: riparazione di organi interni, ricostruzione della pelle, operazione alle cornee, ecc

Le staminali del cordone ombelicale per esempio stanno dando risultati incoraggiante nella ricerca contro il cancro, nel caso del tumore cerebrale, le staminali del cordone riparano lesioni e curano malattie del sistema nervoso. Il caso di Sharon Porter, curata con le cellule staminali adulte, dimostra l'efficacia della terapia contro la sclerodermia, una rara malattia cronica ed autoimmune.La testimonianza della donna statunitense è stata raccontata oggi durante la presentazione in Vaticano del convegno Adult Stem Cells: Science and the Future of Man and Culture. Altre guarigioni sono state menzionate durante la conferenza stampa.

Il Papa ha ricordato in merito alla ricerca sulle staminali adulte "non sorgono problemi etici quando le cellule staminali vengono prese dai tessuti di un organismo adulto, dal sangue del cordone ombelicale al momento della nascita o da feti che sono morti per cause naturali (cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, istruzione Dignitas personae, n. 32).Ne consegue che il dialogo fra scienza ed etica è della massima importanza per garantire che i progressi medici non vengano mai compiuti a un prezzo umano inaccettabile. La Chiesa contribuisce a questo dialogo aiutando a formare le coscienze secondo la retta ragione e alla luce della verità rivelata. Così facendo, cerca, non di impedire il progresso scientifico, ma, al contrario, di guidarlo in una direzione che sia veramente feconda e benefica per l'umanità".
E questo dialogo e l'aiuto alla ricerca non è fatto solo di parole ma anche di fatti come dimostra la notizia pubblicata anche sul Corriere della Sera 9/11/2011 nella quale il Card. Ravasi annunciava che È stato firmato dal pontificio consiglio della Cultura e avrà la durata di cinque anni un finanziamento di un milione di dollari alla ricerca nel campo delle staminali adulte. I soldi provengono da fondi raccolti da benefattori. RAvasi ha ricordato «Non siamo nell' epoca dei Papi-mecenati, ma queste sponsorizzazioni hanno un valore etico». Si perca la casa farmaceutica che verrà finanziato ha date garanzie certe sull'eticità delle ricerche e non ha mai fatto ricerca su cellule staminali embrionali.

Questa notizia dovrebbe sfatare molti pregiudizi che dipingo il Vaticano e la Chiesa come nemica della ricerca. Purtroppo molti media hanno dato notizia del convegno svoltosi in Vaticano puntando ancora solo sullo scontro tra scienza e Chiesa.Il Papa invece ha detto " "La ricerca scientifica offre un'opportunità unica per esplorare la meraviglia dell'universo, la complessità della natura e la bellezza distintiva della vita, compresa la vita umana". Un approccio molto diverso da quello raccontato.

lunedì 14 novembre 2011

MA LA POLITICA SERVE

Oggi in un clima che, non senza ragioni, pensa che la politica sia incapace di agire per il bene pubblico, prevale un sentimento di soddisfazione per il governo Monti a cui si affidano le speranza di azioni tempestive proprio perché non politico. Ci sembra questa un'illusione un po' ingenua perché i provvedimenti del governo Monti dovranno essere approvati dai partiti in parlamento, e qui stanno i dubbi sulla vera efficacia che potrà avere un governo che coinvolge anime e idee molto distanti tra di loro. Secondo: nessuno anche se definito tecnico prescinde da un orientamento culturale e politico che contraddistingua la sua storia. In questo senso Monti dovrebbe rassicurare sia il centro destra che il centro sinistra essendo stato nominato commissario europeo sia dal governo Berlusconi che D'Alema. Ci sembra però che Monti rassicura gia' la BCE, la Germania della Merkel e la Francia di Sarkozy e alcuni ambienti bancari legati a Goldman Sachs (da cui provien anche Draghi) e comitato Bildenberg. Questo unanimità contrasta con quelle che molti economisti e commentatori indicano come le cause di questa crisi europea. La divaricazione tra poteri Bce e Commissione europea, tra la commissione e gli stati membri. Il ruolo che Francia e Germania sembrano aver assunto un ruolo guida con una specie di direttorio da cui cercano di condizionare i poteri della Bce (il presidente precedente Trichet era francese e la Merkel è contraria a dare maggior autonomia alla BCE). Allora se permettete tutta questa convergenza ci fa pensare che qualcosa non va. Non va neanche che siano i mercati a decidere i governi come successo in Grecia e sta succedendo in Italia con l'appoggio del presidente Napolitano. Se come cristiani ci diciamo contro il mercatismo come è possibile oggi sostenere queste scelte che invece lo potenziano dando ruoli guida a uomini provenienti dalle banche che sono all'origine della crisi? Non sarebbe meglio ammettere che l’Unione Europa deve essere rivista per evitare anche che la speculazione si abbattata sui singoli stati?
Vedremo se la squadra di Monti e il contenuto del programma e dei provvedimenti che si appresta a varare saranno capaci di affrontare queste sfide.
Il punto però essenziale che non condividiamo e che ci preoccupa è cancellare o meglio scavalcare la politica. Cosa accadrà se il parlamento ostacolerà, come accaduto al governo Berlusconi, alcuni provvedimenti? Cancelliamo il Parlamento? L’urgenza non può giustificare l’esproprio della politica che è irrinunciabile per comporre la conflittualità delle società moderne e per determinarne l’andamento e la guida.
Proprio per questi motivi visto che la soluzione Monti sembra inevitabile, meglio un governo politico caratterizzato dalla piena presa di responsabilità dei partiti con figure rappresentative, altrimenti il pantano parlamentare e l’immobilismo dei veti incrociati prevarranno e si giustificherà una delega politica extrademocratica. Inoltre il si a questo governo andra' condizionato a chiare richieste programmatiche in modo da determinarne i contenuti

sabato 12 novembre 2011

Mario Monti : no grazie

Ma perché dobbiamo subire una scelta fatta da altri e dall'opposizione?
Ma davvero siamo disposti a qualsiasi cosa? Magari un governo con AMATO, VISCO, VERONESI e anche EMMA BONINO o PANNELLA?
E' vero che abbiamo dovuto ingoiare molti rospi ultimamente ma è davvero necessario cedere senza condizioni?
Perché la maggioranza non ha il diritto di proporre qualcuno mediante regolari e costituzialmente corrette consultazioni da parte del presidente Napolitano?
Perché non si parla più di sviluppo e famiglie e solo di tagli? Nessuno poi commenta le dure norme approvate oggi al Senato.
Dopo l'Italia toccherà alla Francia, ma davvero crediamo che i francesi accetterebbero un nome proposto dall'Europa per farsi governare? Perche noi si?
E' sempre più chiaro chi vuole che sia Monti il prossimo premier, ieri hanno telefonato Obama (che parla già di nuovo governo senza che ci sia) e Sarkozy: caspita sicuramente come loro hanno risolto i problemi economici di USA e Francia ci deve rassicurarci e dobbiamo solo prenderne esempio.Non ci pare. Forse in realtà loro devono farsi rieleggere guarda caso e scaricare su di noi parte dei loro fallimenti.
E' ora che questa crisi porti a ripensare l'Europa e che si passi a una certa unione politica, altrimenti i paesi che cercano di mandare ko l'Italia o di commisariarla senza capire che se crolla l'Italia crolla tutta l'Europa, credono ora di salvarsi ma non ci riusciranno.

venerdì 11 novembre 2011

Crisi politica: un week-end all’insegna della strategia

L’attuale crisi e’ colpa dell’immobilismo del governo Berlusconi, quando non si fa quello che c’è bisogno di fare allora arriva il momento in cui si è costretti e a farlo sarà qualcun altro.
Il problema quindi è chi deve farlo e come viene scelto: le elezioni potrebbero essere un metodo, il commissariamento (vedi Monti) dell’Europa un altro, ma ci potrebbe essere anche un scatto di orgoglio della politica che proponga una figura autorevole, questo tocca al Pdl, oggi in grave crisi tra un ala più pragmatica che si allinea all’evidenza della crisi e sostiene l’opzione governo Monti, ed un’ala più intransigente che sostiene le elezioni, forse la via giusta sta nel mezzo: un compromesso ma non a tutti i costi.
Potrebbe essere anche una pura mossa strategica per far cadere la colpa di un fallimento del nuovo governo a chi ha rifiutato un nome proposto dal Pdl e non accollarsi la responasabilità delle elezioni.
Rimane però forte l’impressione che Europa e USA vogliano Monti, che rimane ad oggi la scelta più probabile, ma in politica mai dire mai.
E’ certo Napolitano ha già deciso per questa opzione che però dovrà trovare maggioranza in parlamento. Il rischio per il PDL e' la spaccatura interna. Se così fosse e si andasse al voto bisognerebbe trovare un nuovo leader che sappia superare il Pdl per inglobare gli scontenti del governo appena finito che rimangono elettori di centro destra ma che vogliono un rinnovamento.

giovedì 10 novembre 2011

Chi decide chi ci governa?

E’ una domanda interessante da porsi in questi giorni, viste le pressioni dell’Europa e visto che il nome di Mario Monti è stato proposto (o meglio imposto) da una lunga campagna stampa del Corriere della sera. Il punto è chi deve decidere chi ci governa, il popolo o le banche e il corriere della sera? o peggio chi ha perso le elezioni? Noi pensiamo che si debba almeno rispettare la volonta popolare che si è espressa con le elezioni e quindi non si possa fare un ribaltone. E' poi almeno curioso che purtroppo non si riesca ad avere una politica unica europea e poi sia l'Europa tramite la BCE o il peso di alcuni stati che pretenda di decidere chi governa nei singoli paesi. Sulla crisi dell'Italia pur criticando l'immobilismo politico degli ultimi mesi, bisogna ricordare che se e' vero che il debito pubblico italiano e' un grosso problema e' anche vero che l'Italia ha un economia solida tanto da essere il secondo paese europeo per esportazione e uno col deficit minore e un risparmio privato elevatissimo quindi non e' vero che rischia il default.

mercoledì 9 novembre 2011

Mario Monti nominato senatore a vita o Presidente del Consiglio

Clamorosa notizia dell'ultima ora: Mario Monti nominato senatore a vita.
Un chiaro segnale sulla direzione che la crisi politica sta prendendo. Un chiaro segnale che forse il Pdl si sta spaccando. Prepariamoci ad un governo che porterà tasse e patrimoniale. Vogliamo sottolineare che è quantomeno inusuale scegliere il futuro premier prima delle consultazioni, ma forse le consultazioni vere si sono fatte già prima che cadesse il governo.

La crisi politica e i mercati

Oggi la borsa italiana e lo spread Bpt-Bund segnano picchi negativi imprevedibili e i tassi di interesse per i BTP hanno superato la fatidica cifra del 7% abbondantemente. Certo pesa il fatto di aver rinviato le dimissioni da parte del Governo, e' sembrato probabilmente che si volesse tirare alla lunga e che non si riuscisse a fare in pochi giorni quello che non si è fatto in 3 mesi sopratutto perchè non c'è nessuna maggioranza visibile.

La prova è che il presidente ha dovuto assicurare che entro una settimana Berlusconi si dimetterà, ci sembra che sia grave che la nostra politica debba cosi' dipendere fortemente da poteri esterni, la decisone di approvare la finanziaria/legge di stabilità prima delle consultazioni è stata provvidenziale perché nessun altro governo attualmente possa trovare una maggioranza in questo Parlamento per imporre le misure richieste, questa spinta dei mercati porterà a farla in pochi giorni invece che qualche settimana.

E' però vero che Berlusconi andando alla conta ha tolto ogni possibilità di trattativa con l'UDC, e questo potrebbe pesare anche sul futuro del PDL che non ha avuto il coraggio di imporsi sul suo leader, Napolitano spingerà per un governo allargato, se Berlusconi continuerà a chiedere solo elezioni rischia di spaccare il PDL in cui una parte vuole un governo di transizione e in questo caso di certo non sarà un leader del PDL a guidarlo.

La giornata di oggi mette in evidenza ancora una volta se ce n’era bisogno che è in corso un attacco all’Italia che non è riferito solo alla sua economia ma è anche politico. In Grecia è stato imposto l’ex Vice Presidente della BCE, ipotesi che sta già forse tramontando, oggi in Italia il rischio è un governo tecnico dettato dall'Europa il cui programma sia tasse e patrimoniale che certo farebbe molto piacere ai soliti noti ma non andrebbe a vantaggio degli italiani.

Certo le elezioni subito come fatte in Portogallo e Irlanda potrebbero dare chiarezza, ma sicuramente per il centrodestra potrebbe essere drammatico dal punto di vista elettorale, ma questo Parlamento cosi' frammentato farà molta fatica, se riesce, a trovare accordi su riforme a lungo termine.

L'Italia non e' l'unico paese ad avere problemi economici, anche la Francia ad esempio ha i suoi guai, ma certamente l'Italia deve decidersi a fare riforme e a smettere di ragionare per corporazioni che continuano a bloccare tutto, dobbiamo sapere che tutti dovremo fare dei sacrifici.

martedì 8 novembre 2011

Il Governo Berlusconi non ha più la maggioranza

Il Governo Berlusconi non ha più la maggioranza, ha ottenuto 308 voti mentre la maggioranza assoluta alla Camera è di 316. Inutile accanirsi su chi lo ha lasciato o sperare in un ritorno indietro di altri. Evitare poi lo scontro con l’opposizione, con un voto di fiducia, è forse l’ultima chance per evitare le urne. Un governo Alfano con l’UDC sarebbe stato accolto subito un mese fa ora è più difficile perché si parte da una sconfitta, l’arroganza gioca brutti scherzi, ma si può provare.

EXIT STRATEGY per il governo

La strategia che verrà seguita nelle prossime ore influenzerà il nostro futuro.
Berlusconi non si è dimesso come inizialmente da alcuni annunciato. Questo rischia nel caso il governo non abbia oggi la maggioranza sul rendiconto o cada sul voto di sfiducia che nei prossimi giorni presenteranno le opposizioni, di ridurre le chance per un governo del centrodestra allargato all’UDC, che noi auspichiamo, perchè siamo convinti che sia l'unica soluzione per portare a termine il risanamento dei conti e gli impegni presi con la UE.
Siamo contrari ad un governissimo o ad un governo tecnico che porterebbero inevitabilmente ad un aumento immediato della pressione fiscale e ad una patrimoniale. Il nuovo governo deve essere capace di fare le riforme e non deve essere un governo di lacrime e sangue. Con le riforme si possono raggiungere risultati di lungo periodo senza andare a influire negativamente sulla crescita economica aumentando le tasse, che colpirebbero i soliti che già le pagano. Siamo contrari per esempio a tasse sulla prima casa.
Un governo Letta sarebbe la soluzione più saggia perché sul suo nome è probabile trovare un'ampia maggioranza in Parlamento, difficile spiegare un no al suo nome. C’è una sola obiezione, non ha la protezione di essere parlamentare e quindi è vulnerabilissimo da parte di improvvidi attacchi della magistratura.
La soluzione più coraggiosa sarebbe un governo Alfano che si presenti nel 2013 alle elezione chiedendo il consenso dopo aver dimostrato cosa ha saputo fare . In ogni caso un governo senza PDL sarebbe una delegittimazione del voto popolare e quindi inaccettabile, in questo caso meglio le urne

giovedì 3 novembre 2011

Crisi politica: qualcosa non torna

Qualcosa non torna.
Come sapete abbiamo già espresso più volte la necessità di un cambio di marcia nell’azione del governo che non può eludere un cambio del premier, ma qualcosa di quello che sta succedendo a livello istituzionale non torna.
Non si è mai visto che il Presidente della Repubblica indica delle consultazioni senza che prima si sia avuto un voto di sfiducia o le dimissioni del governo in carica. Ma davvero non preoccupa a nessuno questo nuovo ruolo che il Presidente sta assumendo a livello istituzionale? Se si vuole andare verso il presidenzialismo va bene ma allora che si facciano le adeguate riforme costituzionali ed elettorali. Certo la situazione è grave e certamente il Consiglio dei Ministri ha mostrato ancora ieri di non essere capace di uscire dall’immobilismo attuale, ma i dubbi permangono. Qualsiasi cosa succeda auspichiamo comunque un cambio che mantenga l’attuale rappresentatività del voto popolare, un governo senza Pdl sarebbe assurdo , anzi sarebbe ora che anche dal PDL uscissero delle proposte per uscire da questa stagnazione. Se Renzi cerca di smuovere le acque a centro sinistra smarcandosi dalle alleanze con l'estrema sinistra e' ora che anche dal PDL qualcuno dia qualche segnale di cambio di marcia, forza un po di coraggio altrimenti dopo verra' rinfacciato che nessuno propose alternative e si dovranno subire decisoni meno favorevoli se imposte dall'estero o da altre istituzioni.

Il crollo delle borse: serve responsabilità

Le borse europee sono crollate a seguito dell'annuncio del premier greco George Papandreou di indire un referendum sul salvataggio della Grecia.

Giudichiamo questa decisione irresponsabile, si perché è compito di chi governa assumersi le responsabilità di tale ruolo e quindi dopo aver promesso alla UE che avrebbe garantito il risanamento non può ora mettere in dubbio l’accordo derogando la responsabilità al popolo greco. Chi governa ha anche il ruolo di guidare un paese e non di farsi guidare. Grave il fatto che sia stata scelta questa via senza concordarla con l'UE.

Il discorso sulla responsabilità riguarda però anche i governati francese e tedesco, sono le banche di questi paesi quelle maggiormente esposte sul debito greco ed invece continuano ad addossare la responsabilità della crisi solo agli altri. Sono state le loro titubanze ad aggravare e prolungare la crisi dei debiti sovrani.

Manca una politica unica europea e speriamo che prima o poi i capi di governo si decidano ad affrontare insieme questa crisi. Si chiedono aiuti ai nuovi paesi emergenti che chiederanno in cambio più potere politico, e non si riesce a rinunciare a qualche potere interno all'Europa per trovare una soluzione comune.

Cosa dire poi del governo e del premier italiano, anche in questo caso i timori le incertezze e la mancanza di forza decisionale rischiano di rendere davvero salato il conto ai cittadini italiani. Basta incertezze servono scelte. Ma serve anche indipendenza dall’UE e per farlo bisogna fare scelte coraggiose senza rifugiarsi all’ombra della UE. Si perché in questo caso dovremo accettare le loro ricette senza avanzarne delle nostre e allora aspettiamoci patrimoniali e magari anche una disgraziata decisione di un prelievo forzato dai conti correnti. Noi diciamo no. Ci sono altre vie, non illudiamoci queste decisioni colpirebbero il ceto medio e non i ricchi. Scegliamo invece sostegno alle famiglia, tagli non orrizontali ma mirati a ridurre gli sprechi è qui che davvero si può fare molto di più. Vendiamo poi gli immobili e diminuiamo drasticamente CDA e poltrone varie. Inoltre ci parrebbe giusto che chi ha usufruito fino ad oggi di enormi privilegi, come i baby pensionati e i pensionati d'oro contribuisca con una tantum al recupero del debito.

mercoledì 2 novembre 2011

Renzi: la storia è dei pionieri e non dei reduci

In questo week-end si è avuto un ulteriore prova della confusione e della divisione de centro sinistra e del PD in particolare.
Renzi e Bersani hanno combattuto a suon di slogan e battute una battaglia politica per il fututo del PD. Se è vero come dice Bersani che non è l’età l’unico elemento per giudicare una persona e la sua leadership politica, dobbiamo però dire che tra i due preferiamo sicuramente Renzi: il suo slogan il futuro è dei pionieri e non dei reduci ci sembra molto efficace. Infatti la dirigenza del PD è ora fatta di reduci del PCI e della DC , o di reduci dallo scontro con Berlusconi, quindi persone che anche emotivamente oltre che politicamente vivono e credono in modelli vecchi e che sopratutto non hanno proposte nuove. Significativo che Renzi oltre che da Bersani è stato attaccato da Vendola infatti bisogna ricordare il patto Vendola-Di Pietro-Bersani a Vasto e ci sembra che Renzi dica che quel modello di alleanza vecchio e basato sull’antiberlusconismo sia perdente, un modello tipo Ulivo richiamato ancora anche da Diliberto che addirittura è rimasto ancorato al nome comunista del partito, diremmo un residuato bellico da mettere nel museo. Interessante che Renzi faccia 100 proposte al PD, come le sue prese di distanza negli ultimi mesi dalla CGIL, altra zavorra ideologica da cui il PD non riesce a staccarsi. Allora non è l’età ma una una nuova mentalità che conta, se il PD vuole diventare credibile è ora che scelga idee e modelli nuovi sul piano delle alleanze, della politica economica, della politica sociale e delle persone.