In questo week-end si è avuto un ulteriore prova della confusione e della divisione de centro sinistra e del PD in particolare.
Renzi e Bersani hanno combattuto a suon di slogan e battute una battaglia politica per il fututo del PD. Se è vero come dice Bersani che non è l’età l’unico elemento per giudicare una persona e la sua leadership politica, dobbiamo però dire che tra i due preferiamo sicuramente Renzi: il suo slogan il futuro è dei pionieri e non dei reduci ci sembra molto efficace. Infatti la dirigenza del PD è ora fatta di reduci del PCI e della DC , o di reduci dallo scontro con Berlusconi, quindi persone che anche emotivamente oltre che politicamente vivono e credono in modelli vecchi e che sopratutto non hanno proposte nuove. Significativo che Renzi oltre che da Bersani è stato attaccato da Vendola infatti bisogna ricordare il patto Vendola-Di Pietro-Bersani a Vasto e ci sembra che Renzi dica che quel modello di alleanza vecchio e basato sull’antiberlusconismo sia perdente, un modello tipo Ulivo richiamato ancora anche da Diliberto che addirittura è rimasto ancorato al nome comunista del partito, diremmo un residuato bellico da mettere nel museo. Interessante che Renzi faccia 100 proposte al PD, come le sue prese di distanza negli ultimi mesi dalla CGIL, altra zavorra ideologica da cui il PD non riesce a staccarsi. Allora non è l’età ma una una nuova mentalità che conta, se il PD vuole diventare credibile è ora che scelga idee e modelli nuovi sul piano delle alleanze, della politica economica, della politica sociale e delle persone.
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