Nelle Filippine le elezioni presidenziali hanno avuto un esito clamoroso anche se ampiamente previsto: la vittoria del figlio dell’ex dittatore MARCOS accusato di aver perpetrato una politica segnata da torture, esecuzioni e sparizioni durante gli anni della legge marziale. La famiglia Marcos inoltre è da sempre accusata di aver rubato ingenti risorse al paese e di una immensa corruzione.
Come riporta il sito Asianews La vittoria di Ferdinand Marcos jr è stata schiacciante: in base allo spoglio non ufficiale, “Bongbong” (soprannome datogli dal padre) avrebbe ottenuto 30 punti percentuali in più rispetto all’altra candidata più accreditata, la vice presidente Leni Robredo, ferma a circa il 30% delle preferenze. Un risultato migliore rispetto a quello dei pronostici, ma che non è bastato a vincere la corsa presidenziale, nonostante i molti appelli di figure della Chiesa cattolica nelle Filippine, che avevano appoggiato la candidatura della Robredo.
La vittoria di Macos junor è in realtà una vittoria del tandem Marcos-Duterte, la figlia del presidente Duerte Sara, è stata eletta alla vicepresidenza. Duerte non si è ricandidato ma il suo appoggio è stato fondamentale, la vittoria infatti è dovuta ad un’alleanza tra territori (Marcos a Nord e Duterte a Sud), e nasce anche dall'azioen di revisione storica già avviata da Duerte e continuata con fake news che ha riabilitato l’immagine dei Marcos come dinastia di leader forti, pronti a raccogliere assieme ai Duterte le redini del Paese. Di fronte ad uno stato segnato dalla violenza cui Duterte ha risposto con altrettanta violenza, migliaia i morti della lotta contro la droga con uccisioni sommarie extragiudiziarie, la scelta del popolo filippino di eleggere Marcos sembra accentuare la richiesta di un uomo forte al comando. La Chiesa cattolica si è opposta sia a Duterte che all'elezione del figlio di Marcos e ne è uscita sconfitta. Duterte si era contraddistinto per le sue posizioni apertamente anticlericali, opponendosi alla forte influenza della Chiesa e promuovendo iniziative come il controllo delle nascite e la difesa dei diritti LGBT nel paese.
La presidenza di Duterte e ora l'elezione di Marcos sembrano segnare inoltre uno spostamento della politica delle Filippine nell'area di influenza cinese. Un segnale d'allarme per l'occidente e gli USA in particolare.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.