lunedì 28 maggio 2018

Situazione politica - commento


Lo scontro istituzionale è arrivato a picchi davvero inauditi, diciamolo il ministro dell’economia Savona è sembrato molto più un alibi per far fallire il governo che altro.

Salvini non voleva governare coi cinque stelle per non perdere leadership nel centrodestra, e chissà che questa non fosse la strategia fin dall’inizio.

Se come hanno sempre detto conta il programma e non le persone perché non Giorgetti che poteva comunque essere una garanzia dell’applicazione del loro programma? Il fatto è che governare con quel programma sarebbe stato impossibile. Il rischio del fallimento e di non mantenere le promesse elettorali era molto alto quindi molto meglio invocare il nemico esterno e avere un alibi da giocarsi in campagna elettorale. Certo cariche istituzionale come la Presidenza francese (Macron) e la presidenza della Commissione europea (Jean-Claude Juncker) avrebbero dovuto tacere evitando di dare spazi alla retorica dell’intervento straniero sul governo italiano. Ma la verità è che Salvini questo governo non lo voleva e ha cercato un alibi. Potremmo chiedere, e avrebbe dovuto chiederlo anche Di Maio, perché non Giorgetti? Di Maio e i cinque stelle si sono fatti fregare.

Cottarelli quasi sicuramente non avrà la fiducia e potrà solo amministrare fino alle prossime nuove elezioni.

Infine una considerazione, diciamola tutta in un’Europa sana, cioè capace di crescere tutta insieme, la Solidarietà tra paesi è necessaria, quindi unico criterio non può essere quello dell’austerità, ma per l’Italia con un debito pubblico enorme non può nemmeno essere giusto dire “me ne frego”. Inoltre i trattati europei si modificano all’unanimità quindi anche la probabilità che si realizzassero le promesse “giallo-verdi” erano poche.

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