Lo
scontro istituzionale è arrivato a picchi davvero inauditi, diciamolo il
ministro dell’economia Savona è sembrato molto più un alibi per far fallire il
governo che altro.
Salvini
non voleva governare coi cinque stelle per non perdere leadership nel
centrodestra, e chissà che questa non fosse la strategia fin dall’inizio.
Se
come hanno sempre detto conta il programma e non le persone perché non
Giorgetti che poteva comunque essere una garanzia dell’applicazione del
loro programma? Il fatto è che governare con quel programma sarebbe stato
impossibile. Il rischio del fallimento e di non mantenere le promesse
elettorali era molto alto quindi molto meglio invocare il nemico esterno e
avere un alibi da giocarsi in campagna elettorale. Certo cariche istituzionale
come la Presidenza francese (Macron) e la presidenza della Commissione europea
(Jean-Claude Juncker) avrebbero dovuto tacere evitando di dare spazi alla
retorica dell’intervento straniero sul governo italiano. Ma la verità è che
Salvini questo governo non lo voleva e ha cercato un alibi. Potremmo chiedere,
e avrebbe dovuto chiederlo anche Di Maio, perché non Giorgetti? Di Maio e i
cinque stelle si sono fatti fregare.
Cottarelli
quasi sicuramente non avrà la fiducia e potrà solo amministrare fino alle
prossime nuove elezioni.
Infine
una considerazione, diciamola tutta in un’Europa sana, cioè capace di crescere
tutta insieme, la Solidarietà tra paesi è necessaria, quindi unico criterio non
può essere quello dell’austerità, ma per l’Italia con un debito pubblico enorme
non può nemmeno essere giusto dire “me ne frego”. Inoltre i trattati europei si
modificano all’unanimità quindi anche la probabilità che si realizzassero le
promesse “giallo-verdi” erano poche.
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