Per la prima
volta entrambi i partiti tradizionali (gollista e socialista) sono esclusi dal
ballottaggio, per la prima volta nella storia. Il candidato neogollista,
François Fillon, si è fermato al 19,9% , il candidato della sinistra ha
ottenuto solo il 6% dei voti mettendo a nudo la gravissima crisi del partito
socialista dopo la fallimentare presidenza Hollande. Jean-Luc Mélenchon, leader
di La France Insoumise (estrema sinistra) ha raccolto il 19,4% dei voti. Non è
invece la prima volta che il partito della Le Pen arriva al ballottaggio era
già successo al padre nel 2002, voto che aveva escluso Jospin e il partito
socialista. Al ballottaggio tutti si unirono contro il vecchio leader lepenista
e Chirac vinse a mani basse. Certo Marine Le Pen ha cercato in ogni modo (tagliando
anche i ponti col vecchio leader e suo padre) di togliere al partito
l’etichetta di impresentabile rivoluzionando sia la linea politiche che il modo
di presentarsi.
Potrebbe
avvantaggiarsi sia del voto gollista sia di quello di estrema sinistra (altrettanto
anti-europeo come quello di estrema destra).
Macron
apparentemente favorito per la vittoria finale deve evitare di apparire il
candidato delle elite e delle banche e degli eurocrati.
L’analisi del
voto evidenzia come la Francia più in crisi e che più ha pagato il prezzo della
crisi appoggi la Le Pen. Una partita apparentemente chiusa potrebbe essere in
realtà aperta.
Il voto a Marine
ricalca fedelmente la distribuzione nazionale della disoccupazione, della
povertà, della iniquità sociale . Hanno votato Front National le classi
popolari, gli operai. Parigi, la ricca cosmopolita
capitale, non ha votato per Marine.
Molto dipenderà dalle
scelte dei votanti di Fillon e dall’astensionismo di quelli di estrema
sinistra, inoltre potrebebro condizionare l’esito del voto attentati o notizie,
fino ad oggi non conosciute, sui candidati, in particolare Macron, insomma
wikileaks è in agguato.