Dopo la tornato di primarie in Pennsylvania, Maryland,
Delaware, Connecticut and Rhode Island è chiaro che siamo ad una svolta nelle
elezioni primarie degli Stati Unti. Appare ora ancora più evidente come questa
svolta sia avvenuta con le elezioni a NYC.
Infatti a NYC Trump e Clinton hanno convinto loro stessi
e l’elettorato di non avere rivali, non solo per la vittoria ma per le
proporzioni di essa. Hanno inoltre messo fine ad ogni pretesa di possibile
rimonta degli avversari.
Qusta svolta appare evidente per Clinton che non ha avuto
problemi a vincere oggi in 4 su 5 stati, ricordiamo che prima di NYC aveva
inanellato una serie di sconfitte significativa. Ma ciò che è veramente
cambiato è il clima delle elezioni primarie nel partito republlicano. Per la prima
volta a NYC e poi adesso senza difficoltà in Pennsylvania, Maryland, Delaware,
Connecticut and Rhode Island, Trump ha largamente vinto superando
ampiamente il 50% dei voti. Sembra che gli elettori repubblicani si siano
convinti che oramai sarà sua la nomination. C’è stato un sweep come affermano i
media americani. E come
riporta Howard Kurtz su FOX News “Presidential campaigns are about media, math
and momentum. But in the wake of Donald Trump’s five-state sweep in the
Northeast yesterday, it’s time to add another measure. And that is psychology”.
L’aurea del vincente conta più della matematica e questo dice che senza
raggiungere la soglia dei delegati necessari a vincere automaticamente la
convention sarà comunque davvero complicato privare Trump della nomination.
Appare chiaro ora che è lui il più votato, supera ampiamente il 50% delle
preferenze e contestare la sua nomination con Cruz o peggio ancora con Kasich
significherebbe stravolgere il senso del voto popolare, magari stando nelle
regole ma sarebbe davvero azzardato.