Interessante notare come la Regione Lombardia ha limitato l’accesso all’eterologa solo alle coppie sterili, mentre c’è chi chiedeva di estenderle anche alle coppie portatrici di malattie genetiche o sessualmente trasmissibili, con l’implicita richiesta quindi di selezionare i nascituri.
Nel frattempo crescono i dubbi sull’applicabilità dell’eterologa, «Non ci sono donatori», questo è l’allarme lanciato nei giorni scorsi dalla responsabile del centro di fisiopatologia della riproduzione dell’ospedale San Martino di Genova, la dott.ssa Anselmini, che in un intervista al Secolo XIX e riportata anche dal Corriere della Sera, http://www.corriere.it/salute/14_settembre_25/eterologa-tecnoscienza-non-sostituisca-l-etica-ff752576-44b5-11e4-a9f2-f9125b43127e.shtml, evidenzia le difficoltà per una donna a donare ovociti «È necessaria una stimolazione ormonale che si ottiene con due iniezioni sottocutanee al giorno per dodici giorni. Deve venire in reparto almeno cinque volte per fare un’ecografia, oltre a un prelievo del sangue. Quando è il momento giusto viene sottoposta al prelievo di ovociti, con una breve anestesia generale e quindi un ricovero in day hospital di almeno una mezza giornata». E’ chiaro che il termine donazione è solo un espediente lessicale visto che sarà necessario importare ovociti dall’estereo dove vengono pagati.
Un'altra delle tante realtà sottaciute in questa vicenda, come il dovere di concedere al figlio di poter conoscere i genitori biologici, in Inghilterra dove l’eterologa è praticata da anni, dal 2005 l’anonimato del “donatore” è stato abolito, perché non se ne parla?
Perché la legge italiana oggi concede il diritto di conoscere il genitore biologico anche ai figli nati fuori dal matrimonio e dovrebbe discriminare i figli nati dall’eterologa?