La Pasqua di quest’anno dopo 2 anni di pandemia di covid, con tutte le conseguenze sanitarie, sociali ed economiche e le restrizioni, doveva segnare la fine dell’emergenza anche grazie alla campagna vaccinale, siamo invece ripiombati in un clima di guerra a causa della crisi in Ucraina, con morti, stragi e profughi molti arrivati anche in Italia. La guerra purtroppo ricorda il Papa non devasta solo il presente, ma anche l’avvenire di una società̀: "Ho letto che dall’inizio dell’aggressione all’Ucraina un bambino su due è stato sfollato dal Paese. Questo vuol dire distruggere il futuro, provocare traumi drammatici nei più̀ piccoli e innocenti tra di noi. Ecco la bestialità della guerra, atto barbaro e sacrilego! La guerra non può̀ essere qualcosa di inevitabile: non dobbiamo abituarci alla guerra! Dobbiamo invece convertire lo sdegno di oggi nell’impegno di domani".
“L’efferata
guerra, che si è abbattuta su tanti e fa soffrire tutti, provoca in ciascuno
paura e sgomento”, dice Francesco: “Avvertiamo dentro un
senso di impotenza e di inadeguatezza. Abbiamo bisogno di sentirci dire ‘non
temere’. Ma non bastano le rassicurazioni umane, occorre la presenza di Dio, la
certezza del perdono divino, il solo che cancella il male, disinnesca il
rancore, restituisce la pace al cuore. Ritorniamo a Dio, ritorniamo al suo
perdono”, l’esortazione del Papa.
Potremmo dire che questa lunga quaresima deve ancora vedere la fine. Ma sappiamo che dopo la Quaresima c’è la Pasqua, perché come dice la lettera ai Filippesi 2,6-8 “Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò sé stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.” Gesù condivide tutte le sofferenze umane anche in questo periodo e viene a salvarci, come ha fatto con la peccatrice dopo che nessuno osava lapidarla Gesù le disse “Neanch’io ti condanno, va e d’ora in poi non peccare più” Gesù non cambia il passato ma cambia il futuro. come dice anche Isaia 4316-21 “Dice il Signore…Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco io faccio una cosa”.
Concludiamo questo nostro messaggio di auguri con l’immagine di Gesù che entra a Gerusalemme, Gesù Cristo giunse a Gerusalemme su un asino, mentre molti dei festanti stendevano sulla strada i propri mantelli e rami di palma al suo passaggio. Oggi noi ricordiamo questo gesto che è un gesto di pace, perché la cavalcatura dell’asino annuncia l’arrivo di un re che viene in pace. Che Gesù porti la sua pace a ciascuno di noi e nel mondo.
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