sabato 4 gennaio 2020

USA e IRAN tensione alle stelle

La tensione tra USA e IRAN è alle stelle. Negli ultmi giorni c'è stata un'escaltion da entrambe le parti. E' utile ricordare tutti i fatti ma prima ancora ciò che ha portato a queste tensioni.

Dove inizia la crisi
La tensione è salita da quando la Presidenza Trump ha deciso di stracciare gli accordi firmati dal predecessore Obama sul nucleare iraniano e di mettere pesanti sanzioni economiche all'Iran. La tensione poi è stata favorita dalla sempre più massiccia presenza di truppe legate all'Iran in Iraq e Siria. L'Iran ha risposto poi alla tensione con provocazioni continue in particolare nello stretto di Hormuz.
Lo scorso giugno Trump aveva fermato i caccia 10 minuti prima dell'attacco ad obiettivi iraniani a seguito dell'abbattimento di un drone USA da parte dell'Iran. Trump aveva poi "licenziato" uno dei più fervidi sostenitori dello scontro diretto con l'Iran, John Bolton, consigliere per la Sicurezza, lo scorso settembre. Sembravano segnali chiari del fatto che Trump non volesse arrivare allo scontro diretto con l'Iran. Ma poche settimane dopo ci fu l'attacco alle raffinerie petrolifere dell'Arabia Saudita dove l'Iran è il sospettato numero uno.
Il regime iraniano sembra nonostante tutto in grave difficoltà con cescenti manifestazioni di protesta interne represse nel sangue (300 morti negli ultimi mesi)

L'attacco alle basi in Iraq porta all'escalation
Nel mese di novembre e dicembre diversi attacchi alle basi irachene dove la presenza USA è significativa hanno fatto salire enomemente il livello dello scontro.
Lo scorso 3 dicembre, quattro missili avevano colpito la base di Al-Asad. A novembre oltre una dozzina di missili avevano colpito la base di Qayyarah, dove la presenza militare statunitense è ingente ma l'attacco più grave si è verificato lo scorso 28 dicembre quando un contractor americano è rimasto ucciso e dei soldati feriti in un attacco ad una base Usa nei pressi di Kirkuk con una trentina di missili. Gli americani puntano il dito contro le milizie sciite sostenute dall'Iran. ome risposta gli USA hanno effettuato cinque attacchi aerei, tre in Iraq e due in Siria, colpendo le postazioni della Kata’ib Hezbollah, milizia sciita irachena tra quelle a controllo remoto dall’Iran.

L'attacco all'ambasciata USA a Baghdad
Il 31 dicembre 2019 si è verificato l'attacco all'ambasciata USA a Baghdad da parte di migliaia di manifestazioni legati alle stesse milizie attaccate nei giorni precedenti dagli USA. E' chiara quindi la regia dell'Iran dietro questo grave gesto.
Va ricordato come riporta il sito https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/iraq-in-migliaia-assaltano-lambasciata-usa-a-baghdad-torretta-a-fuoco-la-polizia-lancia-lacrimogeni_12915549-201902a.shtml
che "Da settimane l'Iraq è scosso da proteste di piazza contro il governo e la corruzione, ma anche contro le milizie come Kataib Hezbollah e gli sponsor iraniani che appoggiano l'esecutivo del primo ministro Adel Abdul Mahdi. All'ambasciata statunitense, però, hanno protestato soprattutto combattenti di gruppi paramilitari vicini a Teheran. Tra i molti esponenti di spicco delle milizie, c'era Qais al-Khazali, capo della filo iraniana Asaib al-Haq, tra i leader sciiti più temuti e rispettati".

L'assassinio del Generale Qassem Soleimani 
Oggi (3 Gennaio 2020) gli USA hanno deciso di alzare ulteriormente il livello dello scontro con l'Iran con un'azione gravissima che ha portato all'assassinio del generale Qassem Soleimani all'aeroporto di Baghdad. Soleimani era appena arrivato con un volo dalla Siria ed era stato scortato all'uscita, quando l'auto in cui era a bordo è stata centrata da un missile. Sarebbe interessante capire cosa stava organizzando in Iraq. Qassem Soleimani, 62 anni, comandava dal 1998 le forze Quds, cioè le unità speciali delle guardie rivoluzionarie iraniane. Uomo al vertice del regime iraniano a cui è stata affidata l'organizzazione di tutti i rapporti internazionali degli ultimi anni che hanno portato all'estensione dell'influenza del regime in tutto il Medioriente; dal Libano alla Sira e ovviamente all'IRAQ. Il regime di Teheran perde il suo punto di riferimento strategico.
L'assisinio di un uomo va comunque condannata a prescindere dalle sue responsabilità e colpe, non è questa la via che può portare alla soluzione della crisi Iran - USA.

Scenari
L'Iran rivendica ora la necessità di vendicare il proprio generale. Le ripercussioni potrebbe essere diverse e non necessariamente interessare solo l'Iraq. L'Iran appare in ogni caso fortemente indebolito dalla perdita subita. Il regime dovrà rispondere per amndare un segnale sopratutto interno.
Gli USA hanno annunciato di aumentare la loro presenza militare di 3500 unità in Medioriente. Trump con la decisione di uccidere il generale Qassem Soleimani rischia cosi di dover rivedere la sua strategia di disimpegno e contraddirsi in una dei punti salienti del suo programma proprio nell'anno che porterà alle elezioni presidenziali: ha sempre sostenuto di non voler portare gli USA in inutili e prolungati conflitti in Medioriente. Sembra problematico lo scenario che si apre al presidenre Trump e ci si chiede se abbia un piano preciso o se abbia compiuto un gesto di cui forse non ha valutato tutte le consiguenze.

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