Obama
continua ad incassare un insuccesso dopo l’altro e la sua leadership appare
sempre più debole.
Il fallimento di Obama in
politica estera appare evidente a tutti, ennesimi esempi risultano l'accordo avviato con l’Iran e subito fallito a seguito di
nuove sanzioni imposte dal Congresso, come anche il peso determinante della
Russia di Putin nel quadro complicato del Medioriente. L’amministrazione Obama
non ha nessuna linea in politica estera e continua a cambiare bandiera, dopo
l’Egitto dove prima ha appoggiato Morsi e poi i militari che l’hanno deposto,
adesso anche in Siria dopo aver spedito armi ai ribelli e quasi scatenato una
guerra regionale, ora di fronte all’evidente prevalere dei ribelli islamisti, che
si sono pure presi le armi americane dai depositi, Obama ha annunciato i tagli
degli aiuti. In Ucraina non dice niente ed è il suo ex-rivale McCain che va a
Kiev a manifestare. Lo scandalo datagate rimarrà una macchia con l’aggiunta che
anche le compagnie americane insorgono sul controllo dei dati e un giudice
federale l’ha definito incostituzionale.
In
politica interna Obama ha dovuto subire invece una vera e propria debacle sulla
riforma sanitaria che doveva essere il suo punto di forza. Obama chiede scusa
per la riforma sanitaria dopo che circa 3,5 milioni di americani hanno perso la
copertura assicurativa. Dopo che in campagna elettorale Obama ha sempre detto
che nessun americano, in seguito all’entrata in vigore della «Obamacare»,
sarebbe stato costretto a cambiare medico o piano assicurativo invece è
successo, così è arrivato il clamoroso «mea culpa», e qualcuno insinua che Obama
sapeva che sarebbe accaduto.
La
riforma, che mira a garantire più ampio accesso alle cure sanitarie per le fasce
più deboli, ha avuto però come conseguenza anche che circa 3,5 milioni di
cittadini (in prevalenza del ceto medio) si siano visti cancellare le polizze
mediche dalle loro compagnie di assicurazione. Circa 15,4 milioni di cittadini -
il 5% della popolazione degli Stati Uniti - sono coperti da piani assicurativi
individuali, e molti esperti hanno già lanciato l'allarme: se non si interverrà,
tutti sono a rischio di perdere la propria copertura sanitaria entro la fine
dell'anno. Per Obama sarebbe una debacle senza precedenti.Altro fallimento è rappresentato dal nulla prodotto in un anno sul piano della riduzione della presenza delle armi in America. “Mi sono chiesto, abbiamo fatto abbastanza?”. “No”, si rispose il presidente Obama. Era il 16 dicembre di un anno fa, il presidente si trovava in Connecticut, alla Sandy Hook Elementary School dove due giorni prima, erano state uccise ventisei persone di cui Venti erano bambini. All’indomani della strage di Newtown, il tema del gun control è entrato di prepotenza nel dibattito pubblico. Il presidente Obama si impegnò in prima persona, il fallimento di questo tentativo è purtroppo palese.
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