Il nuovo Papa
certamente dice qualcosa di sé nella scelta del nome: Francesco. Cosi ha
spiegato lui stesso la scelta “E quando i voti sono saliti a due terzi, viene
l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, il
Cardinale Hummes mi baciò e mi disse: ‘Non dimenticarti dei poveri!’. E quella
parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri
ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo
scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E
così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo
della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato”.
La prima giornata
di Papa Francesco è stato segnato da alcuni gesti importanti, dalla preghiera a
Maria ad alcuni gesti decisamente evocativi, sia della sua storia che di quello
che potrà essere il suo pontificato.
Ha cercato in
ogni circostanza di mantenere l’umiltà e semplicità che lo caratterizza, ha
pregato sull’antichissima icona della Madonna, la «Salus populi romani»,
dipinta secondo la tradizione da San Luca, i gesuiti missionari portavano
questa icona con loro. Poi Papa Francesco ha pregato nella cappella Sistina di
Santa Maria Maggiore, dove Ignazio da Loyola, fondatore dei gesuiti, ha
celebrato la prima messa. Ha sostato davanti alla tomba di san Pio V, il Papa
di Lepanto e infine ha pregato san Francesco Saverio, altro gesuita. Nella
messa Pro Ecclesia col collegio cardinalizio ha esortato al Chiesa a camminare,
edificare, confessare. Ma ha richiamato i cardinali e la Chiesa a mettere al
centro Gesu Cristo crocefisso “Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi
possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non
va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore.
Quando non si cammina, ci si ferma. Chi non prega il Signore, prega il diavolo.
Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la
mondanità del demonio”. Un invito quindi a non fermarsi e a guardare a Gesù, la
fede ci è sempre stata insegnato come un cammino e Gesù è la via come lui
stesso ha detto, chi si ferma o segue altre vie rischia di perdersi . Nell’anno
della fede un Papa che in continuità col predecessore, con rinnovato vigore,
con una spontaneità che conquista subito e ispira simpatia, come l’andare
incontro ai fedeli al termine della messa, mette al centro la gioia che viene
dalla fede, che come ha detto ai cardinali devi spingerci a rifiutare la
tentazione del pessimismo. Un Papa che ci ricorda che Gesù è sempre pronta ad
accoglierci e a perdonarci, non si stanca mai, siamo invece noi che ci
stanchiamo di chiedergli perdono. In un mondo in cui come dice il papa
Francesco "Anche noi credo che
siamo questo popolo che, da una parte vuole sentire Gesù, ma dall'altra, a
volte, ci piace bastonare gli altri, condannare gli altri. E il messaggio di
Gesù è quello: la misericordia". Anche noi dobbiamo avere più misericordia
e il richiamo a chiedere perdono è per il tempo quaresimale, ma non solo per
quello, un forte richiamo al sacramento della confessione.
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