Appariva chiaro già da molto, alcuni stati e alcune città sono in mano ai narcotrafficanti.
Ora sembra che ci sia la volontà di contrastare l'immenso potere che hanno i cartelli della droga.
Il primo passo è stata la decisione del presidente degli Stati uniti d'America di equiparare le bande legate al narcotraffico alle organizzazione terroristiche. Certamente poi il blocco dell'immigrazione dal confine sud tra USA e Messico a seguito della violenta (e in certi termini disuamana) campagna anti immigrazione lanciata negli USA ha ridotto tale traffico. Poi è seguita la decisione sempre degli USA di attaccare nei Caraibi, in acque internazionali, le barche che trasportano droga dal Venezuela agli USA.
Ora Trump sta negoziando con la Cina per ridurre lo spaccio del fentanyl che tante vittime ha fatto negli scorsi anni in USA.
Di ieri la notizia che in Brasile a Rio de Janeiro è stata fatta una azione di polizia cruenta contro una delle principali bande che controlla le favelas ed è dedita al narcotraffico.
Sappiamo che negli scorsi anni una delle più terribili e violente gang, la MS13 è stata duramente attaccata in San Salvador dal nuovo Presidente che ne ha fatto una questione di sicurezza nazionale.
Insomma si delinea come un fatto che la guerra ai narcotrafficanti sarà probabilmente la guerra del futuro.
 
 





