martedì 10 giugno 2014

Il Papa rilancia il dialogo e dà una speranza alla pace

L'incontro in Vaticano tra Papa Francesco, Peres e Abu Mazen non è stato nè un incontor politico, nèun incontro interreligioso, è stao un incontro per la pace.
COme aveva detto il Custode di Terra Santa Pizzaballa  alla presentazione dell'incontro “Il Santo Padre non vuole entrare in questioni politiche del conflitto israelo-palestinese che tutti ormai conosciamo nei minimi dettagli…”. Vuole, però, “riaprire una strada chiusa da tempo”, “far sognare” e risvegliare nell’animo di ognuno il “desiderio di pace”. “Nessuno ha la presunzione di credere che dopo questo incontro scoppi la pace in Terra Santa”, ha precisato il francescano; tuttavia, “l’attesa è alta: in tutti c’è la speranza che qualcosa cambi perché tutti sono stanchi” dei tormenti causati dalla mancanza di pace tra i due Stati.
Ognuno dei protagonisti ha invocato come riteneva opportuno il dono della pace.
Papa Francesco ha ricordato che per giungere alla pace, non sono sufficienti “le nostre sole forze”, ha proseguito il Papa “Più di una volta siamo stati vicini alla pace, ma il maligno, con diversi mezzi, è riuscito a impedirla”,non si tratta di rinunciare alle “proprie responsabilità”, ma di mettere al primo posto l’invocazione di Dio  i nostri sforzi ha detto il Papa sono stati vani. "Ora, Signore, aiutaci Tu!”.
Papa Francesco ha richiamato la necessità “di spezzare la spirale dell’odio e della violenza”, e ha ricordato che questo è possibile soltanto pronunciando la parola “fratello” , è possibile pronunciarla sole se ci si riconosce "figli di un unico Padre”. 
Ha ricordato che "per fare la pace ci vuole più coraggio che per fare la guerra".

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