domenica 4 novembre 2012

Elezioni USA 2012: sarà un testa a testa

Ormai è giudizio unanime che le imminenti elezioni americane si risolveranno in un testa a testa tra i due candidati, questo nonostante a lungo tutti i media abbiano dipinto la rielezione come una cosa già fatta per Obama forse con un occhio più da tifosi da analisti. La situazione economica sicuramente peserà sul voto e sul giudizio sull'operato su Obama. Il data della disoccupazione mostra una stagnazione persistente, non c’è stata una svolta. Ma non è solo questo secondo noi che ha incrinato la leadership di Obama. Infatti, se la sua presidenza ha certamente presentato alcuni punti positivi, certamente ha diviso il paese, ha rinforzato una radicalizzazione delle posizioni, non ha cioè saputo unire il paese. In un periodo di forte crisi abbiamo visto già in altri paesi europei come politici caratterizzati da forte personalità, abbiamo dovuto cedere il posto a politici meno carismatici ma che hanno dato l’impressione di poter unire il paese. Mitt Romney risponde a questo identik e il primo dibattito ha segnato una svolta proprio perché così si è presentato Romney.

Cosi, anche se Obama dovesse farcela anche per poco, sicuramente la sua immagine e la sua leadership ne sono già ora molto ridimensionate. Secondo noi oltre ad aver spinto troppo per un modello interventista dello stato, per un paese come gli USA, ha valicato anche alcuni confini etici che segneranno in una parte dell’elettorato un motivo per cambiare scelta: il sostegno ai matrimoni gay ma soprattutto l’inserimento nella riforma sanitaria di norme che non garantiscono la libertà di coscienza in materie di aborto e contraccezione. Certamente hanno dominato i temi economici nella campagna elettorale e saranno decisivi nella scelta del prossimo presidente USA, ma essendo i margini molto stretti potrebbero essere decisivi gli orientamenti per esempio dei cattolici cui certamente il tema dell’obiezione di coscienza interessa.

Altro punto importante è certamente il tema della sussidiarietà e lo spazio che le promesse elettorali promettono, di lasciare all’iniziativa privata per rilanciare l’economia, la proposta di Obama sembra essere più rassicurante ma non tiene conto del forte indebitamento che ha prodotto e produrrà. Noi in Europa siamo alle prese con il rigore finanziario e gli USA continuano ad indebitarsi, chi pagherà il loro debito? Chi lo controllerà i fondi sovrani stranieri? Il tema del debito pubblico sarà il primo tema che chiunque vinca, dovrà affrontare.

Un altro tema che divide i due candidati è quello dell’approvvigionamento energetico, con Romney che propone un rilancio del tema dell’autonomia energetica, che si basa sulle nuove tecniche di estrazione del petrolio e sul carbone, fonti energetiche più inquinanti ma a basso costo, a differenza di Obama che anche attraverso clamorosi fallimenti ed errori continua a sostenere senza troppa convinzione la green economy che fa alzare i prezzi dell'energia come anche qui in Italia bene sappiamo. Certo si devono differenziare le fonti energetiche ma la transizione non deve ricadere con costi solo sui contribuenti, inoltre l'autonomia USA potrebbe cambiare gli scenari internazionali anche positivamente se pensiamo a tutto all’impatto internazionale del tema energetico. Questo tema potrebbe influenzare il risultato in alcuni stati indecisi come Ohio e Pennsylvania. 

Anche il tema del globar warning è stato sottotono in questa campagna forse anche per gli scandali a esso legati degli ultimi anni, ma questo dimostra ancora una volta che è un tema spesso usato ideologicamente.

In politica estera Obama ha alternato decisionismo ad attendismo, a volte è apparso non capace di governare gli scenari. Romney ha già detto che non stravolgerà la politica estera, anche se alcune sottolineature possono far prevedere alcune differenze ma come sempre sarà l'aspetto che meno cambierà.

Ultimo fattore che determinerà il risultato è quanti elettori che hanno votato nel 2008 Obama, delusi dalle anche fin troppe aspettative che avevano posto in lui torneranno a votarlo.

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