mercoledì 2 giugno 2010

L’aborto pubblicizzarlo o prevenirlo?

La politica influenza le scelte sulla vita e in questo articolo ne mostreremo alcuni esempi in direzioni opposte. Mentre in Lombardia si finanziano progetti per prevenire le cause economiche che portano all’aborto e facilitare la scelta delle ragazze e delle donne di accogliere la vita e non abortire, e per questo ringraziamo il presidente Formigoni e la regione Lombardia per questa scelta coraggiosa, in altre in altre regioni d’Europa come in Inghilterra e Galles si permette invece di pubblicizzare un messaggio pubblicitario promosso dall'organizzazione femminista Marie Stopes International che dice: “Una voce fuori campo pone la domanda: “Hai un ritardo?”, riferendosi al ritardo nel ciclo mestruale.Il messaggio pubblicitario non menziona la parola “aborto”, ma mostra un'adolescente a una fermata dell'autobus, una madre con due bambini che camminano e una ragazza in un bar che guarda in strada.“Se hai un ritardo, potresti essere incinta. Se sei incinta e non sai cosa fare, Marie Stopes International può aiutarti”, suggerisce la pubblicità, peccato che questa associazione non aiuta le neomamme a risolvere i loro problemi e non le aiuta ad accogliere la nuova vita ma è un agenzia che promuove l’aborto(25 maggio 2010 ZENIT.org)”. Siamo arrivati al peggio alla pubblicità dell’aborto ma “L'aborto non è un servizio al consumatore”, come hanno affermato in un comunicato stampa i Vescovi di Inghilterra e Galles dopo la diffusione nel Paese del primo messaggio pubblicitario sull'aborto. La politica può scegliere quali associazioni promuovere e in che direzione andare questi due esempi sono chiari, in Lombardia le istituzioni favoriscono e finanziano le attività per prevenire l’aborto, in Inghilterra le istituzioni favoriscono la pubblicità di associazioni che promuovono l’aborto spacciandolo per un aiuto alle donne, peccato che oltre la morte del bambino l’aborto crea tantissime conseguenze psicologiche e fisiche negative sulla donna ma questo non viene mai detto neanche in Italia da quelli che si ostinano a vedere nell’aborto una “soluzione” senza pensare alla vera salute delle donne e dei nascituri. Infatti la sindrome post aborto crea problemi di depressione e anche di suicidio in percentuale maggiore nelle donne che hanno abortito, problemi relazionali all’interno della coppia e delle famiglie nelle quali è avvenuto l’aborto, problemi anche sessuali e di disturbo del sonno nelle donne che hanno abortito, naturalmente in Italia questo è un tema tabù che invece andrebbe maggiormente studiato ed affrontato per aiutare le donne a scegliere la vita e anche la loro salute.

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