domenica 4 ottobre 2009

Le minorenni di fronte alla scelta tra vita e aborto

Nei giorni scorsi sul Il Giornale è comparsa la notizia che lo scorso anno le minorenni che si sono rivolte al giudice tutelare di Milano per ottenere il permesso di abortire, secondo quanto stabilito dalla legge 194 sull’interruzione di gravidanza sono state 186, quindici al mese o se si vuole, una ogni due giorni. L’articolo inizia con la storia di una ragazza di sedici anni che si è presentata dal giudice tutelare scortata da una compagna di classe. Era incinta. Ed era la terza volta che capitava. Per la terza volta ha praticato l’aborto.
Questi dati sono scarsamente noti e sembra che finché non toccano la vita personale delle famiglie non siano dati che interessano, tanto che anche l’informazione se ne occupa raramente, ma devono farci riflettere su come educhiamo le nuove generazioni, esiste oggi una sfida educativa . Per educare bisogna sapere chi è la persona umana. Ricordiamo le parole del cardinale Bagnasco “L’affermarsi di una visione relativistica della natura della persona umana pone seri problemi all’educazione, soprattutto all’educazione morale. Tra le povertà del nostro tempo, va annoverata anche la dimenticanza dell’irriducibilità della persona umana”. Centrale diventa allora tornare al senso del vivere e del morire e sul modo di relazionarsi con gli altri.
Negli ultimi anni in merito ai dati relativi alle minorenni che sono ricorse all’aborto si può osservare una stabilità nel numero per le italiane e un aumento delle straniere dovuto principalmente al crescere del fenomeno migratorio nel nostro Paese; nel 2007 gli aborti effettuati da minorenni restano comunque 3463 da ragazze italiane e 637 da ragazze straniere. Un numero che non diminuisce e per ridurre il quale si fa troppo poco come in genere per prevenire le cause che portano alla dolorosa scelta dell’aborto. Confrontato con i dati disponibili a livello internazionale. si conferma il minore ricorso all’aborto tra le giovani italiane rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell’Europa Occidentale. L'assenso per l'intervento è stato rilasciato nel 69.6% dei casi dai genitori e nel 29.5% dei casi vi è stato il ricorso al giudice tutelare. Per quanto riguarda le minorenni. il tasso di abortività per il 2007 è risultato essere pari a 4.8 per 1000 (Tab. 5). valore simile a quello degli anni precedenti. (Relazione Ministero della salute 2009 http://www.mpv.org/mpv/allegati/2931/Relazione%202009.pdf)
Il fatto che questi dati siano stabili non deve rincuorarci anzi ci deve interrogare, come mai non si riesce a cambiare la situazione? Serve una più efficace e convinta politica a tutela della maternità, in questo per esempio la Regione Lombardia rappresenta un eccezione con i finanziamenti elargiti e con norme di attuazione della legge 194 più stringenti. La politica deve agire per aiutare a rimuovere le cause che portano alla dolorosa scelta dell’aborto. Una drastica riforma dei consultori sul modello dei CAV permetterebbe di attuare una seria prevenzione. Questo è tanto più urgente se si considera il 26,9% degli aborti sono fatti da donne che hanno già abortito.
Giuliano Ferrara quando aveva lanciato la moratoria dell’aborto, a favore della vita aveva ricordato come oggi nella nostra società l’aborto è diventato socialmente e moralmente indifferente. Giovanni Paolo II nell’enciclica Evangelium Vitae sosteneva come le scelte contro la vita scelte un tempo unanimemente considerate come delittuose e rifiutate dal comune senso morale, sono diventate a poco a poco socialmente rispettabili. Questo è il vero dramma. Oggi ci sono poi ad aggravare la situazione rispetto alle fasce più giovani le pillole che tendono addirittura a banalizzarlo, vedi la pillola del giorno dopo e ancora peggio la RU486. Ricordiamo che in Italia si vendono ogni anno dalle 300.000 alle 500.00 confezioni di pillole Norlevo e in alcuni pronti soccorsi la domenica notte e mattina c’è la fila di giovanissime che vi si reca per chiederne la ricetta medica o preoccupati dopo averle assunte. In merito alla cosiddetta pillola del giorno dopo è utile ricordare che nel caso di fecondazione avvenuta si tratta di un abortivo e che nel computo del ministero della salute questi aborti non sono inclusi nei dati ufficiali. Che dire poi della recente approvazione della commercializzazione della RU486 in cui significativo è anche l'aspetto economico, infatti il farmaco con un prezzo esiguo sarà accessibile a tutti soprattutto alle giovanissime.
Bisogna insegnare il valore della sessualità e la responsabilità dell’atto sessuale che non va banalizzata, anche su questo tema dobbiamo tornare a parlarne con coraggio educando l’intelligenza e il desiderio verso il bene, il vero, il bello. Perché la sessualità è un grande dono che l’uomo ha ricevuto. Dovrebbero fare riflettere i dati che provengono dal Regno Unito, dove la politica di educazione sessuale ha puntato tutto sugli anticoncezionali: su 1000 donne in attesa di un figli, 42 non hanno compiuto 18 anni e le statistiche ufficiali del 2007 aggiungono che ogni settimana 84 adolescenti abortiscono. Al posto di guardare c on preoccupazione a questo fenomeno che sembra indicare un utilizzo dell’aborto come anticoncezionale la Gran Bretagna sembra sostenere la filosofia: liberalizziamo l’aborto, rendiamolo più facilmente accessibile, escludiamo i genitori da ogni competenza. Nella stessa ottica il governo Zapatero in Spagna ha addirittura approvato una nuova legge sull’aborto che consentirà la legalizzazione dell'aborto nelle 14 settimane di gestazione praticamente senza nessun limite e ampliabili a 22 nei casi di grave malformazione del feto o di pericolo per la salute psico-fisica della gestante. Cosa ancora più grave e che sta suscitando molte polemiche in Spagna la nuova legge consentirà alle minori fra i 16 e i 18 anni di abortire senza il consenso dei genitori, i minorenni non possono guidare o votare ma possono prendere da soli la decisione in merito alla vita. Recentemente poi ha anche liberalizzato l’uso della pillola del giorno dopo che potrà essere distribuita senza alcuna ricetta medica e senza alcun limite di età. Questo senza tener conto che i dati spagnoli parlano già di una emergenza per le giovanissime sul tema dell’aborto infatti la Spagna è in cima alla classifica europea per tasso di aborti fra minori di 20 anni. Ogni diciotto minuti una teen-ager resta incinta, per un totale di oltre 29.000 gravidanze l'anno, la metà delle quali, il 53%, finisce in aborto."Questo significa che una gestante adolescente abortisce ogni mezz'ora” (ANSAmed fonti dell'Ipf). Nel decennio fra il 1996 e il 2007, i casi di adolescenti incinte in Spagna sono aumentati di 10.000 unità, mentre l'Unione Europea nel suo complesso ha registrato, nello stesso periodo, periodo una diminuzione di 50.000 casi. In Spagna, nel 1996, il tasso di aborti per ragazze minori di 20 anni era del 4%, aumentato al 7,2% nel 2007. Tutti questi dati devono far riflettere anche il nostro paese, siamo chiamati ad evitare gli errori che hanno portato a queste situazioni drammatiche. In quest’ottica ci auguriamo che in Italia la recente scelta in merito alla RU486 venga rivista e le nuove generazioni non debbano subire questa nuova “opportunità” che al posto di educarle le rigetta nella solitudine delle scelte senza nemmeno preoccuparsi delle gravi conseguenza psicologiche che ne derivano.

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